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Torcicollo: cos'è, perché viene e quando è il caso di fare una visita

~April 24, 2025
8 minuti
torcicollo

Il risveglio è già di per sé un momento delicato per molti di noi, ma quando ad accompagnarlo è un dolore acuto che impedisce di girare liberamente il collo, la giornata si prospetta decisamente in salita. Il torcicollo, quella sensazione di rigidità e dolore che blocca i movimenti del capo, è un'esperienza tanto comune quanto fastidiosa che colpisce persone di ogni età, dai bambini agli anziani, senza distinzioni. Si stima che circa il 70% della popolazione mondiale sperimenterà almeno un episodio di torcicollo nell'arco della propria vita, con picchi di incidenza tra i 35 e i 50 anni.

Nonostante la sua diffusione, il torcicollo resta spesso sottovalutato, considerato un disturbo passeggero e di scarsa rilevanza clinica. Eppure, dietro questo sintomo apparentemente banale possono nascondersi condizioni di diversa natura e gravità, da semplici contratture muscolari a patologie neurologiche più complesse. Comprendere le cause, riconoscere i segnali d'allarme e sapere quando è necessario rivolgersi a uno specialista rappresenta quindi un passo fondamentale per gestire adeguatamente questo disturbo e prevenire possibili complicazioni.

Cos’è il torcicollo

Il torcicollo, tecnicamente definito come "cervicalgia acuta con limitazione funzionale", è una condizione caratterizzata da dolore e rigidità nella regione cervicale che determina una postura anomala della testa, tipicamente inclinata o ruotata verso un lato. L’alterazione posturale non è volontaria, ma rappresenta un meccanismo di protezione che il corpo adotta per limitare il movimento e il conseguente dolore.

Dal punto di vista anatomico, la colonna cervicale è una struttura complessa formata da sette vertebre (numerate da C1 a C7), dischi intervertebrali, legamenti, muscoli e un'articolata rete nervosa. I muscoli principali coinvolti nel torcicollo sono lo sternocleidomastoideo, il trapezio, i muscoli scaleni e i muscoli paravertebrali cervicali, che lavorano in sinergia per permettere i movimenti del capo in tutte le direzioni: flessione, estensione, rotazione e inclinazione laterale.

Il torcicollo può essere classificato in diverse categorie in base alla durata:

  • acuto: compare improvvisamente e tende a risolversi entro 1-2 settimane

  • subacuto: persiste da 2 a 12 settimane

  • cronico: dura oltre le 12 settimane

Un'altra classificazione importante distingue il torcicollo in:

  • miogeno: causato da problematiche a carico dei muscoli

  • articolare: originato da disfunzioni delle articolazioni cervicali

  • neurogeno: derivante da irritazione o compressione delle strutture nervose

  • congenito: presente dalla nascita, dovuto a malformazioni o eventi traumatici perinatali

  • distrofico: conseguente a tumori o problematiche strutturali

Il torcicollo comune, o "torcicollo benigno", è generalmente di tipo miogeno o articolare e si manifesta come una contrattura acuta dei muscoli cervicali, spesso al risveglio. Questa forma rappresenta circa l'80% dei casi e tende a risolversi spontaneamente nell'arco di alcuni giorni, con appropriate misure conservative.

È importante sottolineare che il torcicollo non è una patologia a sé stante, ma piuttosto un sintomo che può essere espressione di diverse condizioni sottostanti, da semplici problematiche posturali come la scoliosi a disturbi neurologici o infiammatori. Per questo motivo, la comprensione delle cause e dei meccanismi alla base di questo disturbo risulta fondamentale per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico.

Torcicollo, i sintomi da considerare

Il torcicollo si manifesta tipicamente con un dolore localizzato alla regione cervicale, accompagnato da rigidità e limitazione dei movimenti del collo. La sensazione dolorosa può variare notevolmente in intensità, da un fastidio sordo e costante a fitte acute che si accentuano durante determinati movimenti. La muscolatura appare tesa alla palpazione e può presentare zone particolarmente dolenti, i cosiddetti "trigger point".

La limitazione funzionale è un altro elemento caratteristico: il paziente tende a mantenere il capo in una posizione fissa, evitando rotazioni o inclinazioni che amplificano il dolore. Questa postura antalgica, se mantenuta a lungo, può determinare un'asimmetria delle spalle e ulteriori tensioni muscolari compensatorie che coinvolgono il trapezio, i muscoli dorsali e talvolta perfino la muscolatura lombare.

Un'associazione particolarmente frequente è quella tra torcicollo e cefalea: circa il 70% dei pazienti con torcicollo acuto lamenta anche mal di testa, generalmente di tipo tensivo. Questo fenomeno si spiega considerando la stretta connessione neuroanatomica tra le strutture cervicali e i circuiti del dolore cefalico: le fibre sensitive provenienti dai primi tre nervi cervicali (C1-C3) convergono nel nucleo trigeminale del tronco encefalico, lo stesso che riceve afferenze dal nervo trigemino, responsabile dell'innervazione sensitiva del capo. Questa convergenza neurale, nota come "complesso trigemino-cervicale", costituisce la base anatomica della cefalea cervicogenica, in cui il dolore originato da strutture del collo viene percepito come mal di testa.

La cefalea associata al torcicollo tipicamente:

  • si presenta sul lato corrispondente alla contrattura muscolare; 

  • parte dalla nuca e si irradia verso la regione temporale e frontale; 

  • si accentua con i movimenti del collo; 

  • migliora con il riposo e il calore locale; 

  • risponde solo parzialmente agli analgesici comuni. 

Un altro sintomo che deve destare particolare attenzione è l'associazione di torcicollo e febbre. La presenza di febbre in concomitanza con un dolore cervicale acuto può essere indicativa di processi infettivi che interessano le strutture del collo o i tessuti circostanti, come:

  • meningite: infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono cervello e midollo spinale, caratterizzata da febbre elevata, rigidità nucale marcata, cefalea intensa, fotofobia e alterazioni dello stato di coscienza

  • ascesso retrofaringeo: raccolta purulenta nello spazio tra la faringe posteriore e la fascia prevertebrale, più frequente nei bambini, che si manifesta con febbre, difficoltà nella deglutizione, torcicollo e talvolta compromissione respiratoria

  • Linfoadenite cervicale: infiammazione dei linfonodi del collo, spesso secondaria a infezioni delle prime vie aeree, che determina dolore e tumefazione laterocervicale, febbre e limitazione dei movimenti del collo

La combinazione di torcicollo e febbre, soprattutto se accompagnata da letargia, irritabilità (nei bambini), vomito o rash cutaneo, rappresenta sempre un segnale d'allarme che richiede una valutazione medica urgente per escludere condizioni potenzialmente gravi.

Altri sintomi che possono associarsi al torcicollo includono:

La presenza e la combinazione di questi sintomi fornisce indizi preziosi sulla natura e sulla gravità della condizione sottostante, guidando il percorso diagnostico e terapeutico.


Le cause del torcicollo

Le cause del torcicollo sono molteplici e possono essere classificate in diverse categorie, dalle più comuni e benigne alle più rare e potenzialmente gravi.

Cause meccanico-posturali

Rappresentano la maggioranza dei casi di torcicollo acuto:

  • posture scorrette: dormire in posizione incongrua, spesso con cuscini troppo alti o troppo bassi, rappresenta una delle cause più frequenti di torcicollo "da risveglio"; 

  • microtraumi ripetuti: mantenere posizioni fisse per lungo tempo, come durante l'utilizzo di computer o smartphone (il cosiddetto "text neck"), determina un sovraccarico della muscolatura cervicale; 

  • stress e tensione emotiva: l'ansia e lo stress si traducono spesso in un aumento del tono muscolare a livello del collo e delle spalle; 

  • colpi di freddo: l'esposizione a correnti d'aria fredda può scatenare una contrattura muscolare riflessa. 

Cause traumatiche

  • colpo di frusta: trauma indiretto causato da un'accelerazione-decelerazione brusca, tipicamente in seguito a tamponamenti automobilistici; 

  • traumi diretti: cadute o colpi alla testa e al collo

  • lesioni sportive: frequenti negli sport di contatto o nelle discipline che richiedono movimenti bruschi del capo. 

Cause degenerative

  • artrosi cervicale: degenerazione progressiva delle articolazioni e dei dischi intervertebrali, più frequente dopo i 50 anni

  • discopatie: alterazioni strutturali dei dischi intervertebrali cervicali

  • stenosi del canale vertebrale: restringimento dello spazio destinato al midollo spinale e alle radici nervose

Cause infiammatorie

  • spondilite anchilosante: malattia infiammatoria cronica che colpisce principalmente la colonna vertebrale

  • artrite reumatoide: può interessare le articolazioni della colonna cervicale, in particolare a livello dell'articolazione atlanto-assiale (C1-C2)

  • polimialgia reumatica: sindrome infiammatoria sistemica che colpisce principalmente gli anziani, caratterizzata da dolore e rigidità della cintura scapolare e pelvica

Cause infettive

  • meningite: infiammazione delle meningi di origine batterica o virale

  • ascesso retrofaringeo o parafaringeo: raccolta purulenta nei tessuti profondi del collo

  • osteomielite vertebrale: infezione dell'osso e del midollo osseo delle vertebre

  • discite: infezione del disco intervertebrale

Cause neurologiche

  • Distonia cervicale (torcicollo spasmodico): disturbo del movimento caratterizzato da contrazioni muscolari involontarie che determinano posture anomale del collo

  • Nevralgia occipitale: irritazione o compressione dei nervi occipitali

  • Patologie del sistema nervoso centrale: malattie come il morbo di Parkinson o la sclerosi multipla possono manifestarsi anche con rigidità cervicale

Cause neoplastiche

  • Tumori primitivi vertebrali o midollari

  • Metastasi ossee: la colonna vertebrale rappresenta una sede frequente di metastasi da tumori primari di mammella, polmone, prostata e rene

  • Tumori dei tessuti molli: linfomi, sarcomi o altri tumori che coinvolgono i tessuti circostanti la colonna cervicale

È importante sottolineare che circa l'85% dei casi di torcicollo acuto è di natura benigna, legato a cause meccanico-posturali o a microtraumi, e tende a risolversi spontaneamente nell'arco di alcuni giorni o settimane. Tuttavia, la presenza di "red flags" (segnali d'allarme) deve sempre indurre a un approfondimento diagnostico per escludere patologie più gravi.

Quando preoccuparsi?

Se la maggior parte degli episodi di torcicollo ha una natura benigna e autolimitante, esistono situazioni in cui questo sintomo deve essere considerato come potenziale spia di condizioni più serie che richiedono una valutazione medica tempestiva. Riconoscere questi "segnali d'allarme" è fondamentale per distinguere il torcicollo comune da manifestazioni di patologie potenzialmente gravi.

Diagnosi e rimedi per il torcicollo

La diagnosi di torcicollo dipende dalla presentazione clinica, dalla durata dei sintomi e dalla presenza di eventuali segnali d'allarme. Nei casi tipici di torcicollo comune, una valutazione clinica accurata è generalmente sufficiente per formulare una diagnosi e impostare un trattamento adeguato.

La valutazione viene eseguita da un fisioterapista che inizia con un'anamnesi dettagliata che indaga:

  • Modalità e tempistica di insorgenza del dolore

  • Caratteristiche qualitative e quantitative del dolore

  • Fattori allevianti e aggravanti

  • Sintomi associati

  • Traumi recenti

  • Episodi pregressi

  • Comorbidità rilevanti

  • Farmaci assunti

L'esame obiettivo comprende:

  • Ispezione della postura del capo e delle spalle

  • Palpazione della muscolatura cervicale e dei processi spinosi vertebrali

  • Valutazione del range di movimento attivo e passivo del collo

  • Esame neurologico con particolare attenzione ai riflessi, alla forza e alla sensibilità degli arti superiori

  • Valutazione di eventuali segni meningei nei casi sospetti

In presenza di segnali d'allarme o di un quadro clinico atipico, possono essere necessari esami strumentali:

  • Radiografia standard del rachide cervicale: può evidenziare alterazioni degenerative, disallineamenti vertebrali, fratture o anomalie congenite

  • Tomografia computerizzata (TC): indicata in caso di traumi o sospette lesioni ossee

  • Risonanza magnetica (RM): esame di scelta per valutare i tessuti molli, il midollo spinale e le radici nervose

  • Elettromiografia (EMG): utile nei casi con deficit neurologici per valutare la funzionalità delle radici nervose e differenziare le radicolopatie cervicali da neuropatie periferiche

  • Esami ematochimici: emocromo, indici di flogosi (VES, PCR), markers reumatologici nei casi con sospetta eziologia infiammatoria

Il ruolo del fisiatra e della fisioterapia

Il fisiatra, specialista in medicina fisica e riabilitativa, gioca un ruolo fondamentale nella gestione del torcicollo, soprattutto nelle forme subacute e croniche. La valutazione fisiatrica comprende un'analisi dettagliata della biomeccanica cervicale, della postura globale e dell'equilibrio muscolare.

Sulla base di questa valutazione, il fisiatra può:

  • Formulare una diagnosi funzionale che identifica non solo il problema primario ma anche eventuali compensi posturali e disfunzioni associate

  • Prescrivere trattamenti fisioterapici mirati

  • Indicare ausili temporanei come collari cervicali nei casi selezionati

  • Consigliare modifiche ergonomiche nell'ambiente lavorativo o domestico

  • Prescrivere farmaci sintomatici o infiltrazioni locali

Il fisioterapista lavora in stretta collaborazione con il fisiatra e può adattare il trattamento in base alla risposta del paziente, introducendo progressivamente esercizi terapeutici man mano che il dolore acuto si riduce.


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