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Ipotiroidismo: di cosa si tratta, sintomi frequenti e cura

~March 06, 2025
8 minuti
Ipotiroidismo

La tiroide, una piccola ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo, ha un ruolo cruciale nel regolare il metabolismo, il ritmo cardiaco, la temperatura corporea e persino il nostro stato d’animo. Ma cosa succede quando questa centralina del corpo rallenta improvvisamente la sua attività? È allora che si manifesta l’ipotiroidismo, una condizione che può passare inosservata nelle fasi iniziali, confondendosi con il normale affaticamento o i disturbi quotidiani.

Stanchezza inspiegabile, aumento di peso, pelle secca, intolleranza al freddo e una sensazione di "nebbia mentale" sono solo alcuni dei segnali che il corpo invia per avvertirci. Riconoscere questi sintomi è il primo passo per affrontare l’ipotiroidismo, una patologia che colpisce milioni di persone nel mondo, spesso senza che ne siano consapevoli. Fortunatamente, una diagnosi precoce e una terapia mirata possono restituire energia e benessere. 

Che cosa è l’ipotiroidismo 

L’ipotiroidismo è una condizione clinica caratterizzata da una ridotta funzione della ghiandola tiroidea, che porta a una produzione insufficiente degli ormoni tiroidei (T3 e T4). Questa patologia può essere classificata in diverse tipologie, in base alla causa e alla gravità del deficit ormonale. Comprendere queste varianti è essenziale per una diagnosi e un trattamento mirato.

Ipotiroidismo primario

È la forma più comune e si verifica a causa di un problema diretto a carico della ghiandola tiroidea. Le cause principali includono:

  • Tiroidite autoimmune di Hashimoto, la causa più frequente, caratterizzata dalla distruzione progressiva del tessuto tiroideo da parte del sistema immunitario.

  • Carenza di iodio, ancora comune in alcune aree geografiche.

  • Tiroidectomia o trattamento con iodio radioattivo.

Ipotiroidismo secondario

In questa forma, il deficit di ormoni tiroidei è dovuto a una disfunzione dell’ipofisi, che produce una quantità insufficiente di TSH (ormone tireostimolante). È spesso associato a tumori, traumi o malattie infiltrative della regione ipofisaria.

Ipotiroidismo terziario

È causato da una ridotta produzione di TRH (ormone di rilascio della tireotropina) da parte dell’ipotalamo. Questa tipologia è molto rara e solitamente secondaria a traumi cranici, neoplasie o trattamenti radioterapici.

Ipotiroidismo congenito

Presente fin dalla nascita, è legato a un’anomalia nello sviluppo della tiroide o a un difetto enzimatico che compromette la sintesi degli ormoni tiroidei. Se non trattato, può causare ritardo mentale e problemi di crescita.

Ipotiroidismo subclinico

Caratterizzato da un aumento del TSH con livelli normali di T3 e T4, questa forma è spesso asintomatica o associata a sintomi lievi. È considerato uno stadio iniziale dell’ipotiroidismo manifesto e richiede un monitoraggio attento.

Le diverse tipologie di ipotiroidismo richiedono un approccio diagnostico e terapeutico personalizzato, con particolare attenzione alla valutazione dei livelli ormonali e alla ricerca delle cause sottostanti.

Ipotiroidismo sintomi

I sintomi dell’ipotiroidismo più diffusi derivano dal rallentamento delle funzioni metaboliche e colpiscono molteplici apparati:

  1. sistema nervoso centrale: fatica, letargia, depressione, difficoltà di concentrazione e rallentamento cognitivo. I pazienti spesso riferiscono una sensazione di "nebbia mentale".

  2. Sistema cardiovascolare: bradicardia, ipotensione e, nei casi più avanzati, insufficienza cardiaca. L’ipotiroidismo aumenta anche il rischio di ipercolesterolemia e aterosclerosi.

  3. Sistema tegumentario: pelle secca, unghie fragili e capelli che diventano sottili e tendono a cadere.

  4. Apparato muscoloscheletrico: debolezza muscolare, crampi e rigidità articolare. Nei bambini, può causare ritardo nella crescita e nello sviluppo osseo.

  5. Sistema gastrointestinale: stitichezza, digestione lenta e aumento del peso corporeo non giustificato da un aumento dell’apporto calorico.

  6. Apparato riproduttivo: disturbi della fertilità, irregolarità mestruali nelle donne e calo della libido in entrambi i sessi.

La presenza contemporanea di più sintomi dovrebbe indurre il medico a sospettare un ipotiroidismo e a prescrivere gli esami necessari per confermare la diagnosi.

Ipotiroidismo, i sintomi nell’uomo

L’ipotiroidismo nell’uomo può presentarsi con alcuni sintomi specifici, che lo distinguono dalle manifestazioni femminili. Sebbene meno frequente rispetto alle donne, la diagnosi negli uomini può essere spesso tardiva, poiché i sintomi vengono talvolta sottovalutati o attribuiti ad altre condizioni.

  1. Aumento di peso e ridotta massa muscolare: gli uomini con ipotiroidismo possono sperimentare un aumento del peso corporeo associato a perdita di tono muscolare e affaticamento persistente.

  2. Riduzione della libido e disfunzione erettile: la carenza di ormoni tiroidei può influire negativamente sull’asse ipotalamo-ipofisi-testicoli, causando un calo del desiderio sessuale e problemi di erezione.

  3. Ginecomastia e infertilità: nei casi avanzati, l’ipotiroidismo può portare a una lieve ginecomastia (sviluppo del tessuto mammario) e a ridotta produzione di spermatozoi, con conseguenti difficoltà di concepimento.

  4. Alterazioni dell’umore e ridotta capacità cognitiva: gli uomini possono presentare irritabilità, depressione e difficoltà a mantenere la concentrazione.

Questi sintomi, spesso associati a stanchezza cronica e riduzione della forza fisica, possono incidere pesantemente sulla qualità della vita e richiedono una diagnosi precoce per evitare complicazioni più gravi.

Ipotiroidismo: sintomi nelle donne

L’ipotiroidismo, a differenza dell'ipertiroidismo, è molto più comune nelle donne rispetto agli uomini, soprattutto durante alcune fasi della vita, come la gravidanza e la menopausa, quando le variazioni ormonali possono aumentare la suscettibilità a questa patologia. Le manifestazioni cliniche nelle donne includono sia sintomi generali sia segni specifici legati all’apparato riproduttivo.

  1. Alterazioni del ciclo mestruale: l'ipotiroidismo può causare oligomenorrea (cicli mestruali rari), menorragia (flussi abbondanti) o amenorrea (assenza di mestruazioni). Questi disturbi possono precedere di mesi o anni la diagnosi.

  2. Infertilità e aborti spontanei ricorrenti: La carenza di ormoni tiroidei interferisce con l’ovulazione e la funzione del corpo luteo, riducendo le probabilità di concepimento e aumentando il rischio di interruzione spontanea della gravidanza.

  3. Ritenzione idrica e gonfiore: Le donne spesso riportano edema diffuso, in particolare a livello di mani, piedi e viso, senza una causa evidente.

  4. Caduta dei capelli e fragilità delle unghie: La perdita di capelli è comune e può essere accompagnata da una progressiva riduzione dello spessore e della lucentezza della chioma.

  5. Sensazione di freddo e pelle secca: Le donne con ipotiroidismo spesso riferiscono intolleranza al freddo, anche in ambienti moderatamente freschi, e una pelle che diventa particolarmente secca e ruvida.

Inoltre, nelle donne in post-menopausa, l’ipotiroidismo può contribuire alla fragilità ossea, aumentando il rischio di osteoporosi, soprattutto se associato a una carenza di vitamina D e calcio.


Gli esami per ipotiroidismo​ 

La diagnosi di ipotiroidismo inizia con il dosaggio degli ormoni tiroidei attraverso un semplice prelievo di sangue. I test più utilizzati per questa valutazione sono:

  1. TSH (Ormone Tireostimolante)
    Il TSH è il parametro di riferimento principale per valutare la funzione tiroidea. Questo ormone, prodotto dall’ipofisi, regola la secrezione degli ormoni T3 e T4 da parte della tiroide.

    • Valori normali: generalmente compresi tra 0,4 e 4,5 mU/L, anche se i limiti di riferimento possono variare leggermente a seconda del laboratorio.

    • Valori aumentati: indicano un possibile ipotiroidismo primario, poiché l’ipofisi aumenta la secrezione di TSH nel tentativo di stimolare una tiroide poco funzionante.

    • Valori ridotti: suggeriscono una possibile disfunzione ipofisaria (ipotiroidismo secondario) o una terapia eccessiva con ormoni tiroidei nei pazienti già in trattamento.

  2. FT4 (Tiroxina Libera)
    Il dosaggio dell’FT4 serve a valutare la quantità di tiroxina disponibile nel sangue. In presenza di ipotiroidismo conclamato, i livelli di FT4 sono generalmente ridotti. Nei casi di ipotiroidismo subclinico, i valori di FT4 possono essere normali, nonostante un TSH elevato.

  3. FT3 (Triiodotironina Libera)
    L’FT3 viene dosato meno frequentemente rispetto al TSH e all’FT4, poiché è l’ultimo a ridursi nelle fasi iniziali dell’ipotiroidismo. Tuttavia, nei casi avanzati o per completare la valutazione, può essere utile per monitorare la funzione tiroidea residua.

  4. Anticorpi anti-tiroide
    In molti casi di ipotiroidismo, soprattutto nelle forme di origine autoimmune come la tiroidite di Hashimoto, è necessario dosare gli anticorpi anti-tireoperossidasi (anti-TPO) e anti-tireoglobulina (anti-TG). La loro presenza conferma la natura autoimmune della patologia e può aiutare a distinguere tra diverse cause di ipotiroidismo.

Ipotiroidismo e valori del TSH: come interpretarli

Il TSH è il principale indicatore per valutare lo stato della funzione tiroidea e classificare l’ipotiroidismo. In base ai valori di TSH e FT4, è possibile distinguere diverse forme di ipotiroidismo.

Ipotiroidismo Subclinico

  • Valori di TSH: 4,5 - 10 mU/L

  • Valori di FT4 e FT3: Normali

  • Caratteristiche principali: Stadio iniziale con sintomi lievi o assenti. Monitoraggio regolare per evitare la progressione verso ipotiroidismo conclamato.

Ipotiroidismo Primario

  • Valori di TSH: > 10 mU/L

  • Valori di FT4 e FT3: FT4 ridotto

  • Caratteristiche principali: Forma più comune. Malfunzionamento diretto della tiroide. Sintomi evidenti, richiede trattamento con levotiroxina.

Ipotiroidismo Secondario e Terziario

  • Valori di TSH: Normale o ridotto

  • Valori di FT4 e FT3: FT4 ridotto

  • Caratteristiche principali: Causato da disfunzione ipofisaria o ipotalamica. Associato a patologie ipofisarie, traumi cranici o trattamenti radioterapici.

Oltre agli esami principali, in alcuni casi può essere necessario approfondire la diagnosi con ulteriori test:

  • Ecografia tiroidea: utile per valutare la struttura della ghiandola e identificare la presenza di noduli, tiroidite o alterazioni anatomiche.

  • Dosaggio del colesterolo e degli enzimi epatici: in quanto l’ipotiroidismo può essere associato a dislipidemia e lieve aumento delle transaminasi.

  • Esami per la funzione surrenalica, se si sospetta una patologia ipofisaria più ampia.

Quando fare gli esami per l’ipotiroidismo

Gli esami per la valutazione della funzione tiroidea sono indicati in presenza di sintomi compatibili con ipotiroidismo o nei pazienti a rischio. È consigliabile sottoporsi a screening in caso di:

  • Stanchezza cronica e aumento di peso non spiegabile

  • Alterazioni del ciclo mestruale o infertilità

  • Stitichezza persistente, intolleranza al freddo, pelle secca e caduta dei capelli

  • Familiarità per malattie tiroidee autoimmuni

  • Donne in gravidanza, poiché una disfunzione tiroidea non diagnosticata può aumentare il rischio di complicanze per la madre e il feto.

FAQ

Menopausa e ipotiroidismo hanno una correlazione?

La menopausa rappresenta un periodo di transizione nella vita della donna, caratterizzato da profondi cambiamenti ormonali che possono influenzare numerosi organi e sistemi. Tra le condizioni che possono emergere o peggiorare durante questa fase c’è l’ipotiroidismo, spesso sottodiagnosticato perché i sintomi di entrambe le condizioni possono sovrapporsi. 

Quale è il rapporto tra celiachia e ipotiroidismo​

La celiachia e l’ipotiroidismo sono spesso associati, poiché entrambe sono patologie di natura autoimmune. Nei pazienti celiaci, il sistema immunitario attacca erroneamente la mucosa intestinale in risposta all’ingestione di glutine, compromettendo l’assorbimento dei nutrienti, inclusi iodio e selenio, fondamentali per la funzione tiroidea. Questo può predisporre allo sviluppo di ipotiroidismo, in particolare sotto forma di tiroidite di Hashimoto. Studi clinici hanno dimostrato che i pazienti con celiachia hanno una prevalenza più elevata di patologie tiroidee rispetto alla popolazione generale.

Colesterolo e ipotiroidismo, cosa sapere

Il colesterolo alto è una delle manifestazioni metaboliche più comuni dell’ipotiroidismo. La ridotta produzione di ormoni tiroidei rallenta il metabolismo lipidico, compromettendo la capacità dell’organismo di rimuovere le lipoproteine a bassa densità (LDL, comunemente noto come "colesterolo cattivo") dal sangue. Questo porta a un aumento significativo dei livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL, mentre i livelli di colesterolo HDL ("colesterolo buono") rimangono spesso invariati o possono leggermente diminuire. L’associazione tra ipotiroidismo e ipercolesterolemia aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, come aterosclerosi e coronaropatie. Nei pazienti con dislipidemia, soprattutto in quelli con valori di colesterolo LDL persistentemente elevati nonostante modifiche dietetiche e trattamenti farmacologici, è fondamentale escludere la presenza di ipotiroidismo con un dosaggio del TSH e FT4.

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