Prenota la tua visitaConfronta prezzi e tempi
GuideNutrizioneFarmaci e alimenti: come il cibo influenza la terapia

Farmaci e alimenti: come il cibo influenza la terapia

~September 01, 2025
6 minuti
rapporto tra farmaci e alimenti

Quando un medico prescrive un farmaco, il paziente è spesso concentrato sugli aspetti pratici della terapia: quale dose assumere, a che ora prenderlo, quante volte al giorno, per quanto tempo. Raramente, invece, si riflette sul fatto che anche l’alimentazione possa modificare l’efficacia o la sicurezza del trattamento.

Eppure, alimenti e bevande, attraverso i loro nutrienti o specifiche sostanze contenute, possono interagire con la risposta farmacologica, alterando l’effetto del medicinale o aumentando il rischio di effetti collaterali.

Come spiega la Dott.ssa Laura Carli, farmacista al banco e consulente per il servizio Il farmacista risponde di Pharmercure, piattaforma digitale di consegna farmaci a domicilio:

«La maggior parte dei pazienti ci chiede come assumere correttamente un farmaco. Una delle domande più frequenti è, ad esempio, se vada assunto a stomaco pieno o vuoto. Tuttavia, è raro che ci venga chiesto se un determinato alimento possa alterare l’effetto di un medicinale, o addirittura renderlo inefficace o rischioso. Persino interazioni ben note, come quelle con l’alcol, vengono spesso sottovalutate o ignorate, proprio perché si tende a non considerare cibi e bevande come possibili fattori di interazione farmacologica.»

Cosa si intende per interazione tra farmaco e alimento

Il termine interazione farmaco-alimento si riferisce a qualsiasi modifica dell’effetto terapeutico di un medicinale provocata dalla presenza di composti chimici contenuti nel cibo o nelle bevande. A livello clinico, si distinguono due categorie principali:

  • Interazioni farmacocinetiche, che riguardano il percorso del farmaco nell’organismo (assorbimento, distribuzione, metabolismo, eliminazione).

  • Interazioni farmacodinamiche, in cui il cibo modifica direttamente l’effetto del farmaco, anche se la sua concentrazione nel sangue resta invariata.

Interazioni farmacocinetiche: cosa succede nel corpo

Le interazioni farmacocinetiche si verificano quando l’alimento altera una o più delle fasi che regolano la “vita” del farmaco nell’organismo. Questo percorso è riassunto nel modello ADME: Assorbimento, Distribuzione, Metabolismo, Eliminazione.

Assorbimento intestinale

La maggior parte dei farmaci viene assunta per via orale e assorbita nell’intestino. Questo passaggio può essere ostacolato da:

  • alimenti che modificano il pH gastrico, rendendo il principio attivo meno disponibile;

  • cibi che rallentano lo svuotamento gastrico, ritardando l’inizio dell’assorbimento;

  • sostanze che si legano fisicamente al farmaco, impedendone il passaggio nel sangue.

Metabolismo epatico

Dopo l’assorbimento, molti farmaci vengono trasformati nel fegato, attraverso il lavoro di enzimi specifici, in particolare quelli del sistema citocromo P450. Alcuni alimenti:

  • inibiscono questi enzimi, aumentando la concentrazione del farmaco nel sangue e il rischio di tossicità;

  • ne accelerano l’attività, riducendo la durata d’azione del medicinale.

Eliminazione renale e biliare

Infine, anche la fase di eliminazione può essere influenzata dalla dieta. Alcuni cibi:

  • modificano il pH urinario, alterando la forma chimica del farmaco e rallentandone l’escrezione;

  • competono con il farmaco per i trasportatori attivi nei reni o nel fegato, prolungandone la permanenza nell’organismo.

Interazioni farmacodinamiche: potenziamento o neutralizzazione

Non tutte le interazioni dipendono da quanto farmaco è presente nel sangue. In alcuni casi, è l’effetto terapeutico a cambiare, anche se i livelli nel sangue restano invariati. Le sostanze contenute negli alimenti possono:

  • sommare i loro effetti a quelli del farmaco (effetto additivo);

  • potenziarli in modo superiore alla somma delle parti (effetto sinergico);

  • oppure contrastarne l’azione (effetto antagonista).

Interazioni farmaco-alimento da evitare

Ecco nel dettaglio alcune interazioni più studiate e documentate.

  • Tetracicline e latticini. Le tetracicline (ad esempio la doxiciclina) sono antibiotici usati per varie infezioni. Se assunti insieme a latte o derivati, il calcio contenuto nei latticini si lega al principio attivo formando complessi che l’intestino non riesce ad assorbire. Il risultato è una drastica riduzione dell’efficacia del farmaco, anche fino al 50%.

  • Levotiroxina e alimenti ricchi di fibre, ferro o calcio. La levotiroxina è un ormone sintetico per trattare l’ipotiroidismo. Alcuni cibi (come quelli ricchi di fibre) o integratori di calcio e ferro possono interferire con l’assorbimento, rendendo il trattamento meno efficace. Va assunta a stomaco vuoto, lontano da pasti e integratori.

  • Simvastatina e succo di pompelmo. La simvastatina è usata per abbassare il colesterolo. Il succo di pompelmo inibisce un enzima (CYP3A4) che ne regola il metabolismo. Il farmaco può accumularsi nel sangue, aumentando il rischio di rabdomiolisi, una condizione seria che danneggia i muscoli e può colpire anche i reni.

  • Paracetamolo e alcol. L’alcol stimola la produzione di un metabolita tossico del paracetamolo, chiamato NAPQI. Questa combinazione può diventare pericolosa per il fegato, soprattutto in caso di assunzione regolare di alcol o durante stati febbrili.

  • Metronidazolo e alcol Il metronidazolo, usato contro alcune infezioni batteriche e parassitarie, può causare reazioni violente se combinato con l’alcol: nausea, vomito, vampate, pressione bassa. Anche piccole quantità (come quelle in dolci o collutori) possono scatenare sintomi.

  • Ciprofloxacina e integratori minerali o latticini. La ciprofloxacina, un antibiotico della famiglia dei fluorochinoloni, si lega facilmente a calcio, ferro, magnesio e zinco, presenti in integratori o latticini. Questa unione blocca l’assorbimento intestinale, compromettendo l’efficacia della cura.

  • Warfarin e vitamina K. Il warfarin è un anticoagulante. La sua azione viene ridotta dalla vitamina K, presente in spinaci, cavolo, bietole e altre verdure a foglia verde. Il problema non è mangiarle, ma variare troppo l’assunzione: un’alimentazione incoerente può causare oscillazioni nel tempo di coagulazione.

  • IMAO e alimenti ricchi di tiramina. Gli inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO) sono usati per trattare depressioni resistenti. La tiramina, contenuta in formaggi stagionati, salumi, vino rosso, può scatenare crisi ipertensive se combinata con questi farmaci. Il meccanismo coinvolge il rilascio improvviso di noradrenalina.

  • Litio e variazioni di sodio. Il litio, usato nei disturbi bipolari, è sensibile ai cambiamenti nei livelli di sodio. Una dieta povera di sale o la disidratazione possono portare all’accumulo del farmaco nel sangue, con sintomi gravi come confusione, tremori o convulsioni.

  • Digossina e fibre insolubili. La digossina, impiegata nell’insufficienza cardiaca, può avere un assorbimento ridotto se si assumono troppe fibre insolubili (come quelle dei cereali integrali). Questo può renderla meno efficace: meglio mantenere una dieta stabile e controllata.

  • Caffeina e teofillina. La teofillina è un broncodilatatore usato nell’asma e nella BPCO. La caffeina, presente in bevande e alimenti comuni, potenzia i suoi effetti sul sistema nervoso centrale, aumentando il rischio di insonnia, irritabilità, tachicardia, soprattutto nei pazienti più sensibili.

Quando rivolgersi a un professionista per chiarire dubbi o iniziare una terapia

Seguire correttamente le prescrizioni mediche è fondamentale, ma in alcuni casi non basta a garantire l’efficacia di un trattamento farmacologico. Modifiche nella dieta, l’assunzione di integratori, il consumo abituale di tisane o anche semplici cambiamenti nell’orario dei pasti possono alterare l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo o l’eliminazione di un farmaco, con conseguenze cliniche anche rilevanti.

La Dott.ssa Laura Carli, farmacista e nutrizionista, sottolinea con chiarezza quanto sia importante riconoscere queste interazioni:

“In farmacia vedo spesso pazienti che seguono scrupolosamente le indicazioni del medico, ma non sanno che anche una variazione nell’alimentazione può incidere sull’effetto dei farmaci. Alcuni principi attivi, ad esempio, si legano a minerali presenti nei cibi formando complessi non assorbibili: in questi casi, il principio attivo non entra in circolo e il farmaco semplicemente non fa effetto. Altri medicinali vengono metabolizzati da enzimi epatici che possono essere inibiti o accelerati da composti naturali contenuti in alcuni alimenti, alterandone la concentrazione nel sangue. Anche il pH gastrico o il tempo di svuotamento dello stomaco possono influenzare la biodisponibilità del farmaco.È comprensibile che il paziente non conosca questi meccanismi, ma proprio per questo confrontarsi con il medico o con un farmacista esperto può aiutare a evitare errori, rendere più efficace il trattamento e favorire una corretta aderenza terapeutica.”

Per ricevere un supporto affidabile e tempestivo da parte di esperti, puoi visitare Elty.it, la piattaforma pensata per aiutarti a fare scelte consapevoli con l’aiuto di professionisti qualificati. Se invece hai bisogno dei tuoi farmaci o vuoi chiarire dubbi sulle possibili interazioni tra farmaci, alimenti e integratori, puoi rivolgerti a Pharmercure: una piattaforma digitale che consente di ordinare da farmacie di zona e ricevere i medicinali direttamente a casa, anche quelli con ricetta. Il servizio garantisce la massima tutela della salute e della privacy, con sistemi di sicurezza dedicati per ogni fase, come l’inserimento di un codice personale per confermare l’ordine e la consegna a domicilio in due fasce orarie giornaliere.

Articolo realizzato con il contributo scientifico della Dott.ssa Laura Carli, farmacista dal 2015. Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso l’Università di Pisa, ha conseguito una seconda laurea in Scienze della Nutrizione Umana e un diploma in Fitoterapia. È responsabile dei servizi di telemedicina e del centro vaccinale della farmacia in cui lavora, e collabora attivamente con il servizio “Il farmacista risponde” di Pharmercure.

AutoreElty

Specializzati in tematiche di salute e benessere, ci impegniamo a fornirvi informazioni precise, aggiornate e facilmente accessibili per aiutarvi a vivere una vita più sana.

Chi siamo?
Elty è composto da un team di esperti in salute pubblica, nutrizionisti, medici e giornalisti scientifici. Uniamo le nostre diverse competenze per portarvi articoli che coprono un'ampia gamma di argomenti, dalla nutrizione alla salute mentale, dalla prevenzione delle malattie agli ultimi ritrovati della medicina.

La nostra missione
La nostra missione è chiarire il complesso mondo della salute e del benessere, rendendolo accessibile a tutti. Crediamo fermamente che un pubblico informato sia un pubblico più sano, e ci impegniamo a mantenervi aggiornati con contenuti affidabili e ben ricercati.