Colite: sintomi, cause e rimedi più efficaci

Il dolore addominale ti costringe a piegare le ginocchia al petto mentre gli spasmi si intensificano. Il gonfiore ti fa sentire come un palloncino pronto a scoppiare. Le corse improvvise in bagno interrompono la tua giornata senza preavviso. Quando la colite colpisce, trasforma la quotidianità in un percorso a ostacoli. Eppure, dietro questo termine generico si nascondono diverse condizioni che richiedono approcci specifici. Conoscerle può fare la differenza tra una vita condizionata dai sintomi e una in cui riprendere il controllo del proprio benessere intestinale.
Cosa si intende per colite?
La colite è un termine che indica un'infiammazione del colon, ovvero l'ultimo tratto dell'intestino crasso. Pur essendo comunemente utilizzato nel linguaggio quotidiano per descrivere generici disturbi intestinali, in ambito medico identifica specifiche condizioni patologiche caratterizzate da un processo infiammatorio che può interessare l'intero colon o solamente un suo segmento.
È fondamentale precisare che il termine "colite" è spesso usato impropriamente per riferirsi alla sindrome dell'intestino irritabile, una condizione funzionale caratterizzata da disturbi intestinali ricorrenti ma senza evidenze di infiammazione. In realtà, esistono diverse forme di colite con caratteristiche, cause ed evoluzioni cliniche differenti.
Le coliti possono manifestarsi in forma acuta, con un esordio improvviso e un decorso rapido che tende a risolversi spontaneamente, oppure in forma cronica, caratterizzata da fasi di remissione alternate a periodi di riacutizzazione. La distinzione tra queste diverse forme è cruciale per impostare il percorso diagnostico-terapeutico più appropriato.
Tra le principali tipologie di colite riconosciute in ambito medico troviamo:
Colite ulcerosa: malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) che interessa principalmente il retto e può estendersi al colon
Morbo di Crohn colico: altra forma di MICI che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, incluso il colon
Colite infettiva: causata da batteri, virus o parassiti
Colite ischemica: dovuta a riduzione del flusso sanguigno al colon
Colite microscopica: diagnosticabile solo attraverso l'analisi microscopica di campioni di tessuto (colite collagenosica e colite linfocitica)
Colite pseudomembranosa: tipicamente associata all'infezione da Clostridium difficile, spesso dopo terapia antibiotica
Colite eosinofila: caratterizzata da infiltrazione anomala di eosinofili nella parete intestinale
La comprensione della specifica tipologia di colite rappresenta il primo passo per affrontare efficacemente il disturbo e migliorare la qualità della vita del paziente.
I sintomi della colite
I sintomi della colite variano in funzione della specifica forma, della localizzazione e dell'estensione dell'infiammazione. Tuttavia, esistono manifestazioni comuni che caratterizzano la maggior parte dei quadri clinici.
Il dolore addominale rappresenta uno dei sintomi principali, spesso localizzato nel quadrante inferiore sinistro o diffuso a tutto l'addome. Può presentarsi come crampi intermittenti o come dolore sordo e persistente, talvolta alleviato dalla defecazione.
Le alterazioni dell'alvo costituiscono un altro elemento caratteristico, con diarrea che può essere talvolta alternata a stitichezza. Nelle forme più severe, possono verificarsi numerose scariche giornaliere, anche durante la notte, con conseguente disturbo del riposo.
La presenza di sangue nelle feci rappresenta un segnale importante, che può variare dalla presenza di striature rossastre fino a emorragie evidenti. Questo sintomo è particolarmente frequente nella colite ulcerosa e nella colite ischemica.
Il tenesmo, ovvero la sensazione di incompleto svuotamento intestinale dopo la defecazione, e l'urgenza defecatoria, cioè la necessità impellente di evacuare talvolta difficile da controllare, sono sintomi che possono significativamente compromettere la qualità della vita.
Meteorismo e flatulenza accompagnano frequentemente il quadro clinico, con sensazione di gonfiore e tensione addominale. Nelle forme più severe si possono riscontrare anche sintomi sistemici come febbre, perdita di peso, stanchezza e anemia.
È importante sottolineare che la presenza di alcuni "segnali d'allarme" richiede un'immediata valutazione medica: dolore addominale intenso e persistente, sanguinamento rettale abbondante, febbre elevata, significativa perdita di peso non intenzionale, e sintomi che si manifestano per la prima volta dopo i 50 anni. Questi segnali potrebbero indicare forme più gravi di colite o altre patologie che richiedono diagnosi e trattamento tempestivi.
Colite eosinofila sintomi
La colite eosinofila rappresenta una forma rara e poco conosciuta di infiammazione intestinale, caratterizzata da un'anomala infiltrazione di eosinofili nella parete del colon. Questa condizione può presentarsi isolatamente o nel contesto di un più ampio quadro di gastroenterite eosinofila.
I sintomi specifici includono dolore addominale persistente, spesso localizzato nel quadrante inferiore destro, diarrea cronica talvolta con presenza di muco-sangue, nausea e vomito (particolarmente frequenti quando è coinvolto anche lo stomaco), sensazione di sazietà precoce, meteorismo e distensione addominale. Possono manifestarsi anche perdita di peso involontaria, sintomi di malassorbimento e manifestazioni allergiche concomitanti come eczema, asma o rinite.
Un elemento distintivo è la frequente associazione con allergie alimentari o ambientali, tanto che in alcuni pazienti i sintomi possono migliorare significativamente con l'identificazione e l'eliminazione di specifici allergeni dalla dieta.
La diagnosi richiede un elevato indice di sospetto clinico e si basa sull'esame istologico di campioni bioptici prelevati durante la colonscopia, che evidenziano un'aumentata presenza di eosinofili nel tessuto colico. Il decorso è tipicamente cronico recidivante, con periodi di riacutizzazione e remissione.
Perché viene la colite?
Le cause della colite sono molteplici e variano in funzione della specifica tipologia. Comprendere i meccanismi eziopatogenetici è fondamentale per un approccio terapeutico mirato.
Le malattie infiammatorie croniche intestinali (colite ulcerosa e morbo di Crohn) sono caratterizzate da una risposta immunitaria aberrante nei confronti di antigeni normalmente presenti nell'intestino. Sebbene l'esatta eziologia rimanga incerta, si ritiene che in soggetti geneticamente predisposti, fattori ambientali scatenanti inneschino una risposta infiammatoria incontrollata. I fattori genetici giocano un ruolo significativo, come dimostrato dalla maggiore incidenza in alcune famiglie.
Le coliti infettive sono causate da agenti patogeni come batteri (Salmonella, Shigella, Campylobacter, Escherichia coli, Clostridium difficile), virus (Norovirus, Rotavirus, Cytomegalovirus) e parassiti (Entamoeba histolytica, Giardia lamblia). Queste infezioni sono generalmente contratte attraverso l'ingestione di cibo o acqua contaminati. Il Clostridium difficile merita una menzione particolare, essendo responsabile della colite pseudomembranosa, spesso associata all'uso di antibiotici.
La colite ischemica deriva da un'insufficiente perfusione sanguigna del colon, che può essere causata da aterosclerosi delle arterie mesenteriche, emboli o trombi, stati di basso flusso (ipotensione, disidratazione, insufficienza cardiaca), vasculiti o effetti collaterali di alcuni farmaci. Questa forma è particolarmente frequente negli anziani e in soggetti con patologie cardiovascolari preesistenti.
Numerosi farmaci possono indurre colite, tra cui antibiotici, farmaci antinfiammatori non steroidei, inibitori della pompa protonica, alcuni chemioterapici, immunosoppressori e lassativi irritanti usati cronicamente.
Oltre alle cause dirette, esistono fattori che aumentano il rischio di sviluppare forme di colite, come un'alimentazione ricca di grassi saturi e zuccheri raffinati, carenza di fibre nella dieta, sedentarietà, stress psicologico cronico, fumo (particolarmente nel morbo di Crohn), alterazioni del microbiota intestinale e pregressi episodi di gastroenterite.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi accurata della colite rappresenta un passaggio fondamentale per impostare un trattamento efficace. Il gastroenterologo è la figura specialistica di riferimento in questo percorso diagnostico.
Il primo approccio prevede un'anamnesi dettagliata per raccogliere informazioni su caratteristiche e durata dei sintomi, familiarità per patologie gastrointestinali, abitudini alimentari, assunzione di farmaci, viaggi recenti in aree a rischio di infezioni intestinali e patologie concomitanti.
Segue l'esame obiettivo con valutazione dell'addome (tensione, dolorabilità, masse palpabili), esplorazione rettale digitale in caso di sospetta patologia del retto, ricerca di segni di malnutrizione o disidratazione e di manifestazioni extraintestinali (cutanee, articolari, oculari).
Gli esami di laboratorio includono emocromo completo, indici di flogosi (VES, PCR), profilo biochimico epatico e renale, esami delle feci (ricerca di sangue occulto, coprocoltura, ricerca di tossine di Clostridium difficile, calprotectina fecale) ed eventuali test allergologici in caso di sospetta colite eosinofila.
Dopo la valutazione iniziale, il gastroenterologo può prescrivere indagini strumentali. La colonscopia rappresenta l'esame gold standard, permettendo la visualizzazione diretta della mucosa e il prelievo di campioni bioptici per l'esame istologico. Il quadro endoscopico varia in base al tipo di colite: nella colite ulcerosa si osserva una mucosa eritematosa e friabile con ulcerazioni; nel morbo di Crohn lesioni "a salto" con aree sane alternate ad aree infiammate; nella colite ischemica una mucosa pallida con erosioni; nella colite pseudomembranosa caratteristiche placche giallastre.
Altre indagini possono includere ecografia addominale, TC con mezzo di contrasto (indicata in caso di sospetta colite ischemica), risonanza magnetica (utile nella valutazione del morbo di Crohn), ecografia con mezzo di contrasto e, in casi selezionati, videocapsula endoscopica.
Il trattamento varia considerevolmente in base alla diagnosi specifica. Per la colite ulcerosa e il morbo di Crohn si utilizzano farmaci antinfiammatori (mesalazina), corticosteroidi, immunosoppressori, farmaci biologici e, in casi selezionati, intervento chirurgico. Le coliti infettive richiedono terapia antibiotica mirata, reidratazione, probiotici e terapia sintomatica. Il trattamento della colite ischemica include reidratazione, riposo intestinale, correzione delle cause sottostanti e, nei casi gravi, intervento chirurgico. Per la colite eosinofila si prevedono dieta di eliminazione, corticosteroidi e farmaci biologici in casi selezionati.
Oltre alla terapia farmacologica, un ruolo fondamentale è svolto dall'approccio nutrizionale, con indicazioni dietetiche personalizzate. Il follow-up gastroenterologico è essenziale per monitorare l'andamento della patologia, la risposta alla terapia e l'eventuale insorgenza di complicanze.
FAQ
Cosa vuol dire colite spastica?
La "colite spastica" è un termine desueto per quello che oggi chiamiamo sindrome dell'intestino irritabile. Non è una vera colite perché manca l'infiammazione intestinale. Si caratterizza per disturbi cronici dell'alvo, dolori crampiformi e meteorismo senza alterazioni organiche evidenti. I sintomi sono spesso legati a stress e alimentazione. La diagnosi si basa sui criteri di Roma IV escludendo patologie organiche.
Colite ischemica: i sintomi
La colite ischemica deriva da insufficiente perfusione sanguigna del colon, comune negli over 60. I sintomi tipici includono dolore acuto nel quadrante inferiore sinistro, sanguinamento rettale moderato, urgenza defecatoria, diarrea con muco o sangue, nausea e febbre lieve. Nei casi gravi: distensione addominale, ipotensione, tachicardia e stato confusionale. La diagnosi tempestiva è cruciale per prevenire necrosi intestinale, perforazione e peritonite.
La colite si può presentare in forma acuta?
Sì, la colite può manifestarsi in forma acuta con sintomi improvvisi e decorso breve. Le principali forme acute includono colite infettiva (da batteri, virus o parassiti), colite pseudomembranosa (associata ad antibiotici), colite ischemica acuta e colite da farmaci. Anche le malattie infiammatorie croniche possono avere riacutizzazioni acute. Questi episodi rappresentano spesso emergenze mediche che richiedono intervento immediato.
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