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Vitiligine: sintomi, come diagnosticarla e cure efficaci

~February 03, 2025
10 minuti
Vitiligine

La pelle è il nostro biglietto da visita, un elemento distintivo che racconta la nostra storia. Ma cosa succede quando il colore della pelle cambia in modo imprevedibile, lasciando chiazze prive di pigmento? La vitiligine è una condizione che sfida i confini della dermatologia e della genetica, manifestandosi con macchie bianche ben definite, dovute alla progressiva perdita di melanociti.

Questa patologia, che colpisce milioni di persone nel mondo, è ancora oggetto di studio, con nuove scoperte che ne stanno ridefinendo il trattamento. Non si tratta solo di una questione estetica: la vitiligine può avere un impatto profondo sull'autostima e sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Ma quali sono i sintomi iniziali? Esistono segnali premonitori? E soprattutto, quali sono le strategie terapeutiche più innovative per contrastarla?

Che cosa è la vitiligine

La vitiligine è una patologia cronica della pelle caratterizzata dalla perdita progressiva di melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, il pigmento che determina il colore della pelle. Questa condizione provoca la comparsa di macchie depigmentate, di forma irregolare e ben delimitate, che possono interessare qualsiasi area del corpo, sebbene siano più frequenti su mani, viso, gomiti, ginocchia e zone soggette a sfregamento. La vitiligine può manifestarsi a qualsiasi età, ma compare più spesso tra i 10 e i 30 anni e ha un decorso imprevedibile, con fasi di progressione e stabilizzazione.

Una delle principali caratteristiche della vitiligine è la totale assenza di pigmentazione nelle aree colpite, che le distingue da altre condizioni dermatologiche con sintomi simili. Le macchie non presentano segni di infiammazione, desquamazione o prurito, a meno che non siano associate ad altre condizioni cutanee.

La vitiligine può essere confusa con altre problematiche della pelle che provocano alterazioni del colore cutaneo, tra cui:

  • Pitiriasi versicolor: causata da un fungo (Malassezia furfur), si manifesta con macchie chiare o scure, più evidenti dopo l’esposizione solare. A differenza della vitiligine, le lesioni della pitiriasi versicolor possono presentare una leggera desquamazione e rispondono a trattamenti antifungini.

  • Ipomelanosi guttata idiopatica: caratterizzata da piccole macchie biancastre, solitamente inferiori a 5 mm di diametro, che si sviluppano principalmente su braccia e gambe nelle persone di mezza età. A differenza della vitiligine, queste macchie rimangono di dimensioni costanti e non tendono a confluire.

  • Albinismo parziale: una condizione genetica che si manifesta alla nascita con aree di pelle prive di pigmento. A differenza della vitiligine, l’albinismo è presente sin dalla nascita e non si sviluppa progressivamente.

  • Lichen scleroatrofico: patologia infiammatoria cronica che causa macchie bianche, spesso pruriginose, con assottigliamento della pelle. A differenza della vitiligine, il lichen scleroatrofico provoca sintomi fastidiosi e può colpire anche le mucose.

  • Dermatite atopica o psoriasi: entrambe possono lasciare aree ipopigmentate dopo la risoluzione delle lesioni infiammatorie. Tuttavia, queste condizioni si accompagnano a prurito, arrossamento e desquamazione, sintomi assenti nella vitiligine.

Per una diagnosi corretta, il dermatologo può utilizzare la lampada di Wood, che evidenzia le macchie di vitiligine con una fluorescenza bianco-latte e aiuta a distinguerla da altre discromie cutanee. In alcuni casi, può essere necessaria una biopsia cutanea per confermare la diagnosi e valutare la presenza di melanociti nelle aree affette.

vitiligine occhi 

vitiligine sul viso 

I sintomi della vitiligine

La vitiligine è una condizione dermatologica caratterizzata dalla comparsa di macchie depigmentate, dovute alla perdita dei melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina. I sintomi della vitiligine porta le macchie ad avere un aspetto estetico della che varia in base alla gravità della malattia, all’estensione delle lesioni e alla localizzazione delle macchie. Le aree più comunemente colpite sono il viso, le mani, i gomiti, le ginocchia e le zone soggette a sfregamento, come ascelle e inguine.

Vitiligine sul viso: manifestazioni e impatto estetico

Il viso è una delle aree più frequentemente coinvolte nella vitiligine, con un impatto estetico significativo, soprattutto quando le lesioni interessano regioni esposte come la fronte, le guance, il mento e il contorno labbra. Le macchie sono generalmente ben delineate, di colore bianco latte e prive di pigmentazione

L’assenza di melanina rende la pelle più vulnerabile all’esposizione solare, aumentando il rischio di scottature e accentuando il contrasto con la pelle circostante, soprattutto nei mesi estivi.

Un aspetto peculiare della vitiligine sul viso è il coinvolgimento della zona periorale (intorno alla bocca) e perioculare (intorno agli occhi). L’interessamento delle sopracciglia e delle ciglia può portare alla perdita della pigmentazione dei peli, creando un effetto estetico molto evidente.

Vitiligine occhi: depigmentazione perioculare e possibili effetti sulla vista

La vitiligine intorno agli occhi si presenta con macchie bianche asimmetriche che possono estendersi dalle palpebre superiori fino alla zona perioculare. L’assenza di melanina in questa regione può dare al volto un aspetto caratteristico, con un marcato contrasto tra la pelle sana e quella depigmentata.

Nonostante la vitiligine sia una condizione prevalentemente cutanea, alcuni studi suggeriscono che possa associarsi a alterazioni della pigmentazione della retina e dell'iride. Tuttavia, questi cambiamenti non compromettono direttamente la vista, anche se alcuni pazienti possono sviluppare una maggiore sensibilità alla luce (fotofobia).

Altri sintomi associati alla vitiligine

Oltre alla depigmentazione cutanea, la vitiligine può presentare sintomi associati che variano da paziente a paziente:

  • Poliosi: la perdita di pigmentazione può coinvolgere anche i capelli, le sopracciglia, le ciglia e la barba, causando la comparsa di ciocche bianche.

  • Maggiore sensibilità solare: la pelle depigmentata è più suscettibile ai danni da raggi UV, aumentando il rischio di eritemi e scottature. L’uso di protezioni solari ad ampio spettro è fondamentale per prevenire danni cutanei.

  • Associazione con patologie autoimmuni: la vitiligine è spesso associata ad altre malattie autoimmuni, tra cui tiroidite di Hashimoto, diabete di tipo 1 e alopecia areata.

L’impatto estetico della vitiligine varia da persona a persona, influenzando non solo l’aspetto fisico ma anche la qualità della vita. Per questo motivo, oltre ai trattamenti medici, molte persone ricorrono a strategie cosmetiche per uniformare il colore della pelle e ridurre il contrasto delle lesioni.


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Come diagnosticare la vitiligine

La diagnosi della vitiligine è prevalentemente clinica e si basa sull’osservazione diretta delle caratteristiche delle lesioni cutanee da parte di un dermatologo. Tuttavia, in alcuni casi, possono essere necessari strumenti diagnostici avanzati per confermare la patologia ed escludere altre condizioni che causano alterazioni della pigmentazione cutanea.

Esame clinico e anamnesi del paziente

La prima fase della diagnosi di vitiligine prevede un’attenta valutazione clinica da parte del medico specialista. Durante la visita, il dermatologo esamina la pelle del paziente alla ricerca di macchie depigmentate ben delimitate, tipicamente non pruriginose e senza segni di infiammazione o desquamazione. Le aree più frequentemente coinvolte sono il viso, le mani, le ginocchia, i gomiti e le zone di sfregamento, come le ascelle e l’inguine.

L’anamnesi del paziente è un altro elemento chiave: il medico indaga la storia familiare, poiché la vitiligine ha una componente genetica, e valuta eventuali patologie autoimmuni associate, come tiroidite di Hashimoto, diabete di tipo 1 o anemia perniciosa. Inoltre, viene analizzata la progressione della depigmentazione e l’eventuale associazione con eventi scatenanti, come traumi cutanei (fenomeno di Köbner), stress psicologico o esposizione solare.

Lampada di Wood: lo strumento diagnostico di riferimento

Uno degli strumenti diagnostici più utilizzati per confermare la vitiligine è la lampada di Wood, un dispositivo che emette raggi ultravioletti (UV-A) a una lunghezza d’onda di circa 365 nm. Quando la pelle del paziente viene esaminata sotto questa luce, le macchie di vitiligine appaiono di un colore bianco-latte brillante, ben distinguibile rispetto alla pelle sana circostante. Questo esame è particolarmente utile per individuare lesioni non visibili a occhio nudo e per differenziare la vitiligine da altre discromie cutanee, come la pitiriasi versicolor o l’ipomelanosi guttata idiopatica.

Esami di laboratorio per la diagnosi differenziale

Poiché la vitiligine è spesso associata a patologie autoimmuni, il dermatologo può prescrivere alcuni esami di laboratorio per valutare la presenza di disfunzioni immunitarie. Tra i test più comuni troviamo:

  • Dosaggio degli anticorpi anti-tiroidei (anti-TPO e anti-Tg) per identificare eventuali tiroiditi autoimmuni.

  • Glicemia e autoanticorpi pancreatici per escludere il diabete di tipo 1.

  • Emocromo completo e dosaggio della vitamina B12 per rilevare anemia perniciosa.

  • Dosaggio della 25-idrossivitamina D, poiché la vitiligine è stata associata a una carenza di vitamina D in alcuni pazienti.

Biopsia cutanea: quando è necessaria?

In casi dubbi sulla diagnosi di vitiligine, il medico può richiedere una biopsia cutanea, un esame istologico che permette di analizzare un piccolo campione di pelle al microscopio. La biopsia può confermare la totale assenza di melanociti nelle aree depigmentate, caratteristica distintiva della vitiligine. Tuttavia, questo esame è raramente necessario e viene eseguito solo nei casi in cui vi siano sospetti su altre patologie dermatologiche simili.

Diagnosi differenziale: escludere altre condizioni cutanee

Esistono diverse condizioni dermatologiche che possono simulare la vitiligine. Per questo motivo, è fondamentale distinguere la malattia da altre discromie cutanee, tra cui:

  • Pitiriasi versicolor: un’infezione fungina che causa macchie chiare, spesso con una leggera desquamazione superficiale.

  • Ipomelanosi guttata idiopatica: piccole macchie bianche di forma rotonda che compaiono con l’invecchiamento.

  • Lichen scleroatrofico: patologia infiammatoria cronica che colpisce la pelle e le mucose, causando macchie bianche associate a prurito e atrofia cutanea.

  • Albinismo parziale: condizione genetica che comporta una ridotta produzione di melanina fin dalla nascita.

  • Dermatite atopica e psoriasi: che, dopo la guarigione, possono lasciare aree ipopigmentate.

La vitiligine è ereditaria? 

La vitiligine, sebbene non sia considerata una malattia ereditaria in senso stretto, esiste una predisposizione genetica che può favorirne l'insorgenza. Studi epidemiologici indicano che circa il 20-30% dei pazienti affetti da vitiligine ha almeno un familiare di primo grado con la stessa condizione. Questo suggerisce una componente genetica nella suscettibilità alla malattia. Tuttavia, la presenza di una predisposizione genetica non implica necessariamente che la vitiligine si manifesti in tutti gli individui portatori; fattori ambientali e immunologici giocano un ruolo cruciale nella sua espressione clinica.

Le cure per la vitiligine

Sebbene non esista una cura definitiva, negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi approcci terapeutici volti a migliorare l'aspetto estetico e a rallentare la progressione della malattia.

Terapie topiche

La cura per la vitiligine di prima linea lieve prevede l'uso di farmaci topici. I corticosteroidi topici, come il betametasone, sono comunemente prescritti per le loro proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive. Tuttavia, l'uso prolungato può causare effetti collaterali come assottigliamento della pelle e comparsa di smagliature, pertanto è necessaria una supervisione medica attenta.

Gli inibitori della calcineurina, come tacrolimus e pimecrolimus, rappresentano un'alternativa ai corticosteroidi, soprattutto per le aree sensibili come il viso e le pieghe cutanee. Questi farmaci modulano la risposta immunitaria senza gli effetti collaterali associati ai corticosteroidi.

Fototerapia

La fototerapia è una delle opzioni più efficaci per la repigmentazione nelle forme più estese di vitiligine: l’uso di raggi ultravioletti B (UVB) a banda stretta è particolarmente indicato, poiché stimola la proliferazione dei melanociti residui e la sintesi di melanina. Il trattamento richiede sedute regolari, solitamente due o tre volte a settimana, per diversi mesi. È importante monitorare attentamente il paziente per prevenire effetti collaterali come eritema o ustioni.

Un'altra modalità è la fotochemioterapia con psoraleni e raggi UVA (PUVA), che prevede l'assunzione di sostanze fotosensibilizzanti seguita dall'esposizione ai raggi UVA. Tuttavia, a causa dei potenziali effetti collaterali e della maggiore complessità del trattamento, la PUVA è meno utilizzata rispetto alla fototerapia UVB a banda stretta.

Nuove Terapie: Ruxolitinib

Una recente innovazione nel trattamento della vitiligine è rappresentata dal ruxolitinib, un inibitore della Janus chinasi (JAK) disponibile in formulazione topica. Questo farmaco agisce modulando la risposta immunitaria alla base della depigmentazione, promuovendo la repigmentazione delle aree colpite. Studi clinici hanno dimostrato che, dopo un anno di trattamento, circa il 75% dei pazienti ha ottenuto una repigmentazione del viso superiore al 90%

Inoltre, nel maggio 2024, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato la rimborsabilità del ruxolitinib crema per il trattamento della vitiligine non segmentale con interessamento del viso in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni. 

Supporto psicologico e utilizzo consapevole dei cosmetici 

La vitiligine può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, influenzando l'autostima e causando stress emotivo: il supporto psicologico è quindi una componente essenziale del percorso terapeutico. Inoltre, l'uso di cosmetici coprenti può aiutare a mascherare le chiazze depigmentate, migliorando l'aspetto estetico e il benessere psicologico del paziente.

La gestione della vitiligine richiede un approccio personalizzato che tenga conto dell'estensione della malattia, della localizzazione delle lesioni e dell'impatto psicologico sul paziente. Le opzioni terapeutiche includono trattamenti topici, fototerapia, terapie sistemiche e, in casi selezionati, interventi chirurgici. L'introduzione di nuove terapie, come il ruxolitinib, offre prospettive promettenti per una gestione più efficace della malattia. È fondamentale che il percorso terapeutico sia guidato da uno specialista in dermatologia, in grado di adattare le strategie terapeutiche alle esigenze specifiche di ciascun paziente.


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