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Vitamina B12: a cosa serve e come monitorarla?

~February 17, 2025
8 minuti
vitamina b12

Ogni cellula del nostro corpo dipende dalla vitamina B12, una piccola molecola con un ruolo cruciale in funzioni vitali come la sintesi del DNA, la produzione di globuli rossi e il mantenimento del sistema nervoso. Nonostante la sua importanza, questa vitamina spesso passa inosservata fino a quando il corpo non lancia segnali d’allarme, che possono manifestarsi in modo subdolo con stanchezza cronica, perdita di memoria o disturbi neurologici.

Monitorare i livelli di vitamina B12 significa conoscere il linguaggio del nostro organismo e prevenire possibili carenze, che, se trascurate, possono portare a complicazioni anche gravi. Ma a cosa serve esattamente questa vitamina? E come possiamo mantenerla sotto controllo per garantirci un equilibrio ottimale? Un viaggio essenziale nella salute del metabolismo cellulare e del nostro benessere globale.

I valori della vitamina B12

La vitamina B12, conosciuta anche come cobalamina, è una vitamina idrosolubile essenziale per il metabolismo cellulare, la sintesi del DNA, la produzione di globuli rossi e il corretto funzionamento del sistema nervoso. La sua concentrazione nel sangue è un importante indicatore dello stato nutrizionale e può variare in base a diversi fattori fisiologici o patologici. I valori di riferimento della vitamina B12 sono generalmente compresi tra 200 e 950 picogrammi per millilitro (pg/mL), anche se queste soglie possono differire a seconda del laboratorio.

Quando i livelli si discostano dalla norma, possono emergere condizioni di ipervitaminosi o carenza, entrambe potenzialmente legate a patologie sottostanti. Per questo motivo, il monitoraggio regolare dei livelli di vitamina B12 è particolarmente importante nei soggetti a rischio, come vegetariani, vegani, anziani e pazienti con malattie gastrointestinali croniche.

Vitamina B12 Alta

Un aumento dei livelli plasmatici di vitamina B12 (valori superiori a 950 pg/mL) è una situazione meno comune rispetto alla carenza, ma può essere un segnale di condizioni cliniche significative. Spesso l’ipervitaminosi è un marcatore di patologie sottostanti, più che una semplice conseguenza di una dieta ricca di alimenti contenenti B12.

Tra le cause principali di vitamina B12 alta troviamo:

  • malattie epatiche, come epatite, cirrosi o neoplasie epatiche, che rilasciano vitamina B12 accumulata nel fegato; 

  • neoplasie ematologiche, come leucemia mieloide cronica, linfomi e policitemia vera; 

  • insufficienza renale cronica, in cui l’eliminazione della vitamina è compromessa, portando a un accumulo plasmatico

  • eccessiva integrazione, sia per via orale che parenterale, in pazienti che assumono integratori senza indicazione medica.

È fondamentale distinguere una vitamina B12 alta senza sintomi specifici da una situazione patologica, attraverso esami di approfondimento come test della funzionalità epatica, emocromo completo e marcatori tumorali, se necessario.

Vitamina B12 Bassa

La carenza di vitamina B12 è molto più frequente e può essere asintomatica nelle fasi iniziali, per poi manifestarsi con sintomi a carico del sistema nervoso e del sistema ematopoietico. I valori inferiori a 200 pg/mL indicano una carenza che richiede attenzione clinica.

Tra le cause della vitamina B12 bassa ci sono:

  • dieta povera di vitamina B12, è una causa comune nei vegetariani e vegani, poiché questa vitamina è presente principalmente in alimenti di origine animale come carne, pesce, uova e latte.

  • Malassorbimento intestinale, patologie come celiachia, morbo di Crohn o sindrome dell’intestino corto possono ridurre l’assorbimento della vitamina a livello intestinale. Anche interventi chirurgici, come la resezione gastrica, compromettono la sintesi del fattore intrinseco necessario per l’assorbimento della B12.

  • anemia perniciosa, malattia autoimmune che distrugge le cellule parietali dello stomaco, impedendo la produzione del fattore intrinseco.

  • farmaci, alcuni trattamenti farmacologici, come gli inibitori di pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo) e la metformina, possono interferire con l’assorbimento della vitamina B12.

La carenza di vitamina B12 si associa a sintomi come debolezza, pallore, formicolii, difficoltà di concentrazione e anemia megaloblastica, che può evolvere in disturbi neurologici irreversibili se non trattata tempestivamente.

Come scoprire la carenza di vitamina B12: inizia dagli esami del sangue

Gli esami per determinare i livelli di vitamina B12 possono essere prescritti da diversi specialisti, a seconda delle condizioni del paziente:

  • medico di base, che in presenza di sintomi come stanchezza cronica, pallore, formicolii, difficoltà di concentrazione o nei pazienti con fattori di rischio noti (ad esempio, dieta vegana, malattie intestinali croniche o età avanzata), può prescrivere gli esami ematici per verificare i livelli di vitamina B12; 

  • ematologo, se il medico di base sospetta la presenza di anemia megaloblastica o altre anomalie ematologiche, il paziente potrebbe essere inviato a un ematologo per ulteriori indagini; 

  • gastroenterologo, nei pazienti con patologie gastrointestinali croniche, come celiachia, morbo di Crohn o sindrome dell’intestino corto, il gastroenterologo può valutare la presenza di una carenza di vitamina B12 dovuta a malassorbimento e richiedere specifici esami; 

  • neurologo, in caso di sintomi neurologici come formicolii, debolezza muscolare, disturbi dell’equilibrio o perdita di memoria, il neurologo può richiedere il dosaggio della vitamina B12 per escludere o confermare una neuropatia correlata alla carenza di questa vitamina.

Il dosaggio della vitamina B12 viene effettuato attraverso un prelievo ematico, generalmente a digiuno: questo esame rappresenta il primo step per valutare lo stato nutrizionale del paziente. I risultati vengono espressi in picogrammi per millilitro (pg/mL), e i valori di riferimento sono generalmente compresi tra 200 e 950 pg/mL, anche se possono variare leggermente a seconda del laboratorio di analisi.

Per meglio comprendere i risultati degli esami del sangue è importante considerare i parametri: 

  • Normale: 200–950 pg/mL

  • Borderline: 200–400 pg/mL – In questa fascia, i risultati potrebbero non essere sufficientemente chiari per una diagnosi precisa. In questi casi, il medico può richiedere ulteriori esami per approfondire.

  • Bassa: < 200 pg/mL – Indicativa di una carenza di vitamina B12 che necessita di trattamento.

In presenza di valori borderline o se il medico sospetta una carenza nonostante livelli di B12 apparentemente normali, è possibile ricorrere a test più sensibili:

  • Acido Metilmalonico (MMA), un aumento dell’MMA è un segno molto specifico di carenza di vitamina B12, anche quando i livelli plasmatici sembrano normali; 

  • olocisteina, anche questo biomarcatore aumenta in caso di carenza di vitamina B12 e può essere utilizzato come esame complementare; 

  • emocromo Completo: Serve a valutare la presenza di anemia megaloblastica, caratterizzata da globuli rossi di grandi dimensioni (macrociti) e immaturi; 

  • dosaggio dei Folati: È importante perché una carenza di folati può mimare i sintomi di una carenza di B12, rendendo la diagnosi più complessa.

In alcuni casi, i sintomi della carenza di vitamina B12 possono sovrapporsi a quelli di altre patologie, rendendo necessarie ulteriori indagini. È importante escludere condizioni come:

  • anemia da carenza di ferro, anche questa può causare affaticamento e debolezza, ma ha caratteristiche diverse all’esame del sangue (anemia microcitica anziché megaloblastica); 

  • patologie neurologiche non correlate alla carenza vitaminica, come la sclerosi multipla o le neuropatie periferiche di altra origine.

In caso di sospetta anemia perniciosa, il medico può richiedere il dosaggio degli anticorpi anti-fattore intrinseco e degli anticorpi anti-cellule parietali, per confermare la diagnosi.

Quando assumere la vitamina B12

La somministrazione di vitamina B12 è indicata nei pazienti con carenza accertata o nelle persone a rischio di svilupparla. L’assunzione può avvenire per via:

  • orale: indicata nei casi di lieve carenza o per la prevenzione nei soggetti a rischio.

  • intramuscolare: preferibile nei casi di grave carenza, anemia perniciosa o malassorbimento, poiché garantisce un’assimilazione diretta senza passare per il tratto gastrointestinale.

La frequenza e la durata del trattamento dipendono dalla causa sottostante della carenza. Nei pazienti con anemia perniciosa, ad esempio, l’integrazione potrebbe essere necessaria a vita.

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Vitamina B12 e vitamina D: si possono prendere insieme?

La vitamina B12 e la vitamina D possono essere assunte insieme senza controindicazioni. Anzi, spesso la loro somministrazione combinata è raccomandata, poiché entrambe le carenze sono comuni e possono influenzare negativamente diversi sistemi del corpo.

  • La vitamina B12 è fondamentale per il metabolismo energetico, la funzione neurologica e la sintesi dei globuli rossi.

  • La vitamina D contribuisce alla salute ossea, al sistema immunitario e alla regolazione dell’infiammazione.

La loro integrazione congiunta è particolarmente indicata negli anziani, nei pazienti con malattie croniche e nelle persone con diete restrittive. È importante, tuttavia, che il dosaggio venga definito dal medico per evitare eccessi o interazioni con altri trattamenti.

Vitamina B12 in gravidanza

Durante la gravidanza, la vitamina B12 è essenziale per la salute della madre e per il corretto sviluppo del sistema nervoso e del DNA del feto. Una carenza di questa vitamina può aumentare il rischio di complicanze, come anemia megaloblastica, parto pretermine e difetti neurologici nel neonato.

Le donne in gravidanza, soprattutto se seguono una dieta vegetariana o vegana, dovrebbero monitorare i livelli di vitamina B12 regolarmente e assumere integratori, se necessario. Il fabbisogno di vitamina B12 aumenta in gravidanza, e un apporto inadeguato può compromettere la salute del bambino.

Vitamina B12 e ferro basso

La carenza di vitamina B12 e di ferro può verificarsi contemporaneamente, soprattutto nei pazienti con malassorbimento intestinale o diete particolarmente restrittive. Entrambe le carenze influenzano la produzione di globuli rossi, ma con meccanismi differenti:

  • La carenza di ferro causa anemia sideropenica, caratterizzata da globuli rossi piccoli e ipocromici.

  • La carenza di vitamina B12 provoca anemia megaloblastica, caratterizzata da globuli rossi grandi e immaturi.

In caso di carenza concomitante, il trattamento deve essere mirato a correggere entrambe le condizioni, per evitare che la mancata correzione di una renda inefficace l’altra.

Vitamina B12: per quanto tempo assumerla

La durata del trattamento con vitamina B12 dipende dalla causa della carenza. In alcuni casi, è sufficiente una terapia temporanea, mentre in altri è necessario un trattamento a lungo termine o addirittura permanente.

  • Carenze temporanee: richiedono un’integrazione di pochi mesi, fino al ripristino dei livelli normali.

  • Carenze croniche: in pazienti con anemia perniciosa, malassorbimento cronico o malattie autoimmuni, l’assunzione di vitamina B12 può diventare una terapia di mantenimento per tutta la vita.

È essenziale monitorare i livelli di vitamina B12 durante il trattamento per evitare sovradosaggi o prolungamenti inutili della terapia.

La vitamina B12 è un elemento chiave per la salute dell’organismo e svolge un ruolo cruciale nel metabolismo cellulare, nella produzione di globuli rossi e nel funzionamento del sistema nervoso. Comprendere i valori normali, riconoscere i sintomi della carenza e sapere quando e come intervenire con l’integrazione sono fondamentali per preservare la salute a lungo termine. Monitoraggio regolare, diagnosi precoce e trattamento mirato sono le armi principali per affrontare efficacemente la carenza di vitamina B12.

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AutoreElty

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