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Scoliosi: sintomi, tipologie e diagnosi

~February 04, 2025
9 minuti
scoliosi

Un’ombra silenziosa che si insinua nella crescita, spesso senza segni evidenti nelle fasi iniziali, la scoliosi è una condizione che può passare inosservata fino a quando non diventa un problema evidente. Questa deviazione laterale della colonna vertebrale, se trascurata, può avere ripercussioni non solo estetiche, ma anche funzionali, influenzando postura, mobilità e persino la funzione respiratoria nei casi più gravi.

Riconoscere i sintomi della scoliosi è fondamentale per una diagnosi tempestiva. Mentre alcune forme sono lievi e richiedono solo monitoraggio, altre possono progredire rapidamente, rendendo necessario un intervento correttivo. La classificazione delle tipologie di scoliosi aiuta a identificare le sue diverse manifestazioni, da quelle congenite a quelle idiopatiche, fino alle forme neuromuscolari o degenerative.

Che cosa è la scoliosi 

La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da una deviazione laterale con una rotazione dei corpi vertebrali. Si tratta di una condizione complessa che può variare in gravità e impatto sulla qualità della vita, influenzando la postura e, nei casi più severi, la funzione respiratoria e cardiaca.

La scoliosi può manifestarsi a qualsiasi età, ma è più comune durante la crescita, in particolare nell'infanzia e nell'adolescenza. Le statistiche mostrano che la scoliosi idiopatica adolescenziale è la forma più frequente, colpendo circa il 2-3% della popolazione. Le donne sono più soggette rispetto agli uomini a sviluppare forme più gravi della patologia: sebbene la scoliosi colpisca entrambi i sessi in percentuali simili nelle forme lievi, le ragazze hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare curvature più pronunciate che richiedono trattamento ortopedico o chirurgico.

Quale è la differenza tra cifosi scoliosi lordosi

Le patologie della colonna vertebrale possono manifestarsi con diverse deviazioni della sua curvatura fisiologica. Tra le più comuni troviamo cifosi, scoliosi e lordosi, ciascuna con caratteristiche specifiche e impatti differenti sulla postura e sulla salute del paziente.

La cifosi è una curvatura eccessiva della colonna vertebrale nella regione toracica, con una prominenza posteriore. Una certa curvatura cifotica è normale nella colonna vertebrale, ma quando l'angolo supera i 40-45 gradi, si parla di ipercifosi. Questa condizione può essere causata da posture scorrette, osteoporosi, malattie congenite o traumi. Nei casi più gravi, può determinare dolore, rigidità e una postura incurvata in avanti, nota come "dorso curvo".

La lordosi è una curvatura accentuata della colonna vertebrale nelle regioni lombare e cervicale. Anche in questo caso, un certo grado di lordosi è fisiologico, ma quando la curva diventa eccessiva si parla di iperlordosi. Questa condizione può essere causata da obesità, debolezza muscolare, posture scorrette o patologie come la spondilolistesi. L’iperlordosi può provocare dolori lombari e difficoltà nei movimenti.

Mentre cifosi e lordosi riguardano un’accentuazione delle curve naturali della colonna vertebrale rispettivamente in avanti e indietro, la scoliosi rappresenta una deviazione laterale con rotazione vertebrale. La gestione di queste condizioni varia in base alla gravità: nei casi lievi si adottano terapie conservative come fisioterapia e busti ortopedici, mentre nelle forme più severe si può ricorrere a interventi chirurgici.

Comprendere le differenze tra queste patologie è essenziale per una diagnosi accurata e un trattamento efficace, al fine di prevenire complicanze e migliorare la qualità della vita dei pazienti.


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Quando una scoliosi è considerata grave?

Il grado di severità della scoliosi viene valutato in base all'angolo di Cobb, un metodo radiografico che misura l'angolo di curvatura della colonna vertebrale. Si possono distinguere tre livelli principali:

  • Scoliosi lieve: inferiore a 20 gradi, generalmente monitorata con controlli periodici.

  • Scoliosi moderata: tra 20 e 40 gradi, che può richiedere trattamenti specifici come busti ortopedici.

  • Scoliosi grave: superiore ai 40-50 gradi, con un rischio significativo di progressione, che può richiedere un intervento chirurgico per evitare complicanze respiratorie e muscoloscheletriche.

Tipologie di scoliosi

La scoliosi può essere classificata in base all'origine e alla struttura della curvatura.

  1. Scoliosi idiopatica:

    • Infantile (0-3 anni)

    • Giovanile (4-10 anni)

    • Adolescenziale (11-18 anni)

    • Dell'adulto, derivante da scoliosi non trattate o da degenerazioni della colonna.

  2. Questa tipologia è la più comune e rappresenta circa l’80% dei casi, con una causa esatta ancora sconosciuta.

  3. Scoliosi congenita: presente fin dalla nascita, è causata da anomalie dello sviluppo vertebrale durante la gestazione. Può essere associata a sindromi genetiche o altre malformazioni.

  4. Scoliosi neuromuscolare: deriva da malattie neuromuscolari come la distrofia muscolare, la paralisi cerebrale o la spina bifida. In questi casi, la debolezza o l'assenza di controllo muscolare contribuisce alla deviazione della colonna.

  5. Scoliosi degenerativa: compare in età adulta a causa di processi degenerativi che colpiscono la colonna vertebrale, come l'artrosi o la degenerazione dei dischi intervertebrali. È più comune negli anziani e può causare dolore e limitazioni funzionali.

  6. Scoliosi sindromica: si manifesta in associazione a sindromi genetiche come la sindrome di Marfan o la neurofibromatosi, caratterizzandosi per una progressione rapida e maggiore complessità nel trattamento.

Classificazione in base alla direzione della curvatura

  1. Scoliosi convessa a destra: si riferisce a una curvatura laterale della colonna vertebrale con una convessità orientata verso il lato destro. Questa forma è più frequente nella scoliosi toracica, in cui la curvatura coinvolge la parte centrale della colonna vertebrale.

  2. Scoliosi sinistro-convessa: caratterizzata da una curvatura laterale con convessità rivolta a sinistra. È più comune nella regione lombare, ma può manifestarsi anche a livello toracico o combinato toraco-lombare.

Classificazione in base alla localizzazione

Le curve scoliotiche possono essere identificate in base alla loro posizione lungo la colonna vertebrale:

  • Scoliosi toracica: interessa la regione toracica e può compromettere la funzionalità respiratoria nei casi più gravi. È spesso convessa a destra.

  • Scoliosi lombare: coinvolge la zona lombare della colonna e può causare alterazioni della postura e dolori cronici alla schiena. È frequentemente sinistro-convessa.

  • Scoliosi toraco-lombare: colpisce sia la regione toracica che quella lombare, con una curvatura che attraversa la transizione tra queste due aree.

  • Scoliosi combinata: presenta più curvature in diverse aree della colonna, con un andamento a forma di "S". Può essere toracica destra e lombare sinistra.

I sintomi caratteristici della scoliosi 

I sintomi della scoliosi variano in base alla gravità e alla localizzazione della curvatura. Nei casi lievi, la condizione può essere asintomatica e rilevata solo attraverso esami di routine. Nei casi più pronunciati, i segni più comuni includono asimmetria delle spalle, inclinazione del bacino, prominenza di una scapola e rotazione del tronco. Nei pazienti con scoliosi moderata o grave, possono manifestarsi dolore alla schiena, rigidità muscolare e, nei casi più severi, difficoltà respiratorie dovute alla compressione della gabbia toracica. L’aggravarsi della curvatura può anche portare a riduzione della mobilità e affaticamento muscolare cronico.

Classificazione in base alla direzione della curvatura

  1. Scoliosi convessa a destra: si riferisce a una curvatura laterale della colonna vertebrale con una convessità orientata verso il lato destro. Questa forma è più frequente nella scoliosi toracica, in cui la curvatura coinvolge la parte centrale della colonna vertebrale.

  2. Scoliosi sinistro-convessa: caratterizzata da una curvatura laterale con convessità rivolta a sinistra. È più comune nella regione lombare, ma può manifestarsi anche a livello toracico o combinato toraco-lombare.

Classificazione in base alla localizzazione

Le curve scoliotiche possono essere identificate in base alla loro posizione lungo la colonna vertebrale:

  • Scoliosi toracica: interessa la regione toracica e può compromettere la funzionalità respiratoria nei casi più gravi. È spesso convessa a destra.

  • Scoliosi lombare: coinvolge la zona lombare della colonna e può causare alterazioni della postura e dolori cronici alla schiena. È frequentemente sinistro-convessa.

  • Scoliosi toraco-lombare: colpisce sia la regione toracica che quella lombare, con una curvatura che attraversa la transizione tra queste due aree.

  • Scoliosi combinata: presenta più curvature in diverse aree della colonna, con un andamento a forma di "S". Può essere toracica destra e lombare sinistra.

Implicazioni cliniche e gestione terapeutica

La gravità della scoliosi viene valutata mediante l’angolo di Cobb, che misura l'entità della curvatura. Nei casi lievi, il monitoraggio periodico è spesso sufficiente, mentre nelle scoliosi moderate si utilizzano busti ortopedici per prevenire la progressione. Nei casi più gravi, soprattutto quando la curvatura supera i 40-50 gradi, si può ricorrere alla chirurgia.

Ogni tipologia di scoliosi ha caratteristiche specifiche e richiede un approccio terapeutico mirato. Un'adeguata valutazione medica e l'uso di tecnologie diagnostiche avanzate sono fondamentali per garantire il miglior trattamento possibile ai pazienti affetti da questa patologia.

La diagnosi di scoliosi 

La diagnosi precoce è essenziale per monitorare l’evoluzione della patologia e determinare l’approccio terapeutico più adeguato. L’iter diagnostico si basa su valutazioni cliniche, test specifici ed esami strumentali, che permettono di misurare il grado di curvatura e identificare eventuali complicanze.

Valutazione clinica e test di screening

Il primo passo nella diagnosi della scoliosi è l’esame obiettivo, eseguito da un medico specialista, solitamente un ortopedico o un fisiatra. Durante la visita, il medico osserva la postura del paziente in piedi e in posizione flessa, valutando eventuali asimmetrie delle spalle, delle scapole e del bacino.

Uno dei test di screening più utilizzati è il test di Adam, che prevede la flessione in avanti del tronco con le gambe estese e le braccia rilassate. Se la colonna presenta una curvatura anomala, il medico può notare una gibbosità dorsale o lombare, indicativa di scoliosi strutturale.

Se la valutazione clinica suggerisce la presenza di scoliosi, il medico prescrive un’indagine radiografica della colonna vertebrale in proiezione antero-posteriore e laterale. 

Esami strumentali avanzati

Nei casi più complessi o per un monitoraggio più dettagliato, possono essere utilizzati altri strumenti diagnostici:

  • Risonanza magnetica (RM): utile per valutare anomalie neurologiche associate, come la presenza di malformazioni congenite o patologie del midollo spinale.

  • Tomografia computerizzata (TC): impiegata nei casi in cui sia necessario uno studio tridimensionale delle deformità vertebrali.

  • Fotogrammetria 3D e sistemi optoelettronici: metodi non invasivi che permettono di analizzare la postura e l’evoluzione della scoliosi senza esposizione a radiazioni.

Scoliosi, i rimedi 

Nei casi di scoliosi lieve o moderata, il trattamento si basa prevalentemente su approcci conservativi che mirano a ridurre la progressione della curvatura e migliorare la qualità della vita del paziente. Tra i principali rimedi troviamo:

  • Fisioterapia e rieducazione posturale: esercizi specifici possono rafforzare la muscolatura dorsale e migliorare la mobilità della colonna vertebrale. Il metodo Schroth e il Pilates terapeutico sono tra le tecniche più utilizzate.

  • Busti ortopedici: nei pazienti in fase di crescita con scoliosi tra i 20 e i 40 gradi, l’uso di un corsetto può essere indicato per limitare la progressione della curvatura. Il busto Milwaukee e il corsetto Chêneau sono tra i più diffusi.

  • Terapie complementari: tecniche come l'osteopatia, lo yoga e l’agopuntura possono contribuire ad alleviare il dolore associato alla scoliosi, anche se non modificano direttamente la curvatura della colonna.

L’intervento chirurgico per la scoliosi

Quando la scoliosi supera i 45-50 gradi o quando la deformità causa dolore persistente e alterazioni funzionali, l’opzione chirurgica diventa necessaria. L’intervento più comune per la correzione della scoliosi è la artrodesi vertebrale, che consiste nella fusione delle vertebre coinvolte con l’uso di barre, viti e innesti ossei per stabilizzare la colonna e ridurre la curvatura.

Il processo chirurgico prevede:

  • Valutazione pre-operatoria: esami diagnostici approfonditi, tra cui radiografie, risonanza magnetica e test funzionali, per determinare la strategia chirurgica più adatta.

  • L’intervento: l’operazione può durare diverse ore e richiede un’anestesia generale. Il chirurgo posiziona impianti metallici per raddrizzare la colonna e promuovere la fusione ossea.

  • Recupero post-operatorio: dopo l’intervento, il paziente necessita di un periodo di riabilitazione che può durare alcuni mesi. La fisioterapia aiuta a ristabilire la mobilità e la forza muscolare.

I risultati della chirurgia per la scoliosi sono generalmente positivi, con una riduzione significativa della curvatura e un miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, come ogni intervento chirurgico, presenta rischi, tra cui infezioni, danni neurologici e rigidità residua della colonna.

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AutoreElty

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