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GuideDermatologiaCome riconoscere i primi sintomi della psoriasi?

Come riconoscere i primi sintomi della psoriasi?

~February 17, 2025
9 minuti
psoriasi

La psoriasi può iniziare in modo subdolo, con piccoli segnali spesso sottovalutati o confusi con disturbi cutanei comuni. Una chiazza arrossata sul gomito, un’area desquamata sul cuoio capelluto o un prurito persistente possono sembrare semplici irritazioni, ma potrebbero essere i primi indizi di una patologia cronica che merita attenzione. Riconoscere tempestivamente i sintomi iniziali è fondamentale per intervenire precocemente, evitando complicazioni e migliorando la gestione della malattia. Scopriamo quali sono i campanelli d’allarme da non ignorare.

Cos’è la psoriasi

La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica della pelle, caratterizzata dalla comparsa di lesioni eritematose ricoperte da squame biancastre. Colpisce circa il 2-3% della popolazione mondiale e si manifesta con un’eccessiva proliferazione delle cellule epidermiche. Non si tratta di una malattia infettiva, ma di una condizione su base autoimmune, legata a una predisposizione genetica e influenzata da fattori ambientali, stress, traumi cutanei e infezioni.

La psoriasi può esordire a qualsiasi età, ma si osserva più frequentemente in due fasce: tra i 15 e i 35 anni e dopo i 50 anni. La malattia non si limita a un impatto estetico, ma può compromettere significativamente la qualità della vita, causando disagio fisico e psicologico.

Le prime descrizioni della psoriasi risalgono all’antichità. Già in testi egizi e greci si faceva riferimento a condizioni cutanee simili, ma per secoli è stata spesso confusa con altre patologie come la lebbra. Fu solo nel XIX secolo che il dermatologo inglese Robert Willan la distinse come malattia autonoma, definendone le caratteristiche principali. Nel corso del XX secolo, gli studi sulla psoriasi si sono ampliati, portando a una maggiore comprensione delle sue basi genetiche e immunologiche.

La psoriasi si può presentare in diverse varianti cliniche, ognuna con caratteristiche specifiche. Ecco le principali:

  • Psoriasi a placche (o psoriasi volgare): È la forma più comune, rappresentando circa l’80% dei casi. Si manifesta con placche eritematose ricoperte da squame biancastre, localizzate soprattutto su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e parte bassa della schiena.

  • Psoriasi guttata: Colpisce prevalentemente bambini e giovani adulti. Le lesioni sono piccole e a forma di goccia, spesso scatenate da un’infezione delle vie respiratorie superiori, come la faringite da streptococco.

  • Psoriasi inversa: Si manifesta in pieghe cutanee come inguine, ascelle e sotto il seno. Le lesioni sono lisce e di colore rosso acceso, spesso aggravate dalla sudorazione e dall’umidità.

  • Psoriasi pustolosa: Rara e più grave, è caratterizzata dalla comparsa di pustole sterili su pelle arrossata. Può essere localizzata o generalizzata, con possibili sintomi sistemici.

  • Psoriasi eritrodermica: La forma più rara e severa, interessa quasi tutta la superficie corporea con un eritema diffuso e desquamazione, associato a sintomi sistemici come febbre e malessere generale.

La psoriasi è una malattia complessa, che richiede una gestione personalizzata e, spesso, l’intervento di un team multidisciplinare per il trattamento ottimale delle sue manifestazioni.

I sintomi della psoriasi

I sintomi della psoriasi variano a seconda del tipo e della gravità della patologia, ma il segno distintivo sono le lesioni eritematose ricoperte da squame di colore bianco-argenteo.

Oltre alle manifestazioni cutanee, la psoriasi può provocare prurito, dolore e, nei casi più severi, una desquamazione diffusa associata a sensazione di bruciore e disagio. La localizzazione più comune delle lesioni è su gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, mani, piedi e parte bassa della schiena. Tuttavia, esistono varianti che colpiscono pieghe cutanee, palmi delle mani, piante dei piedi e persino il volto.

Dermatite e psoriasi: come distinguere i sintomi

La dermatite e la psoriasi vengono spesso confuse a causa di alcuni sintomi simili, come arrossamento cutaneo e prurito, ma si tratta di due condizioni diverse sia per origine che per manifestazione clinica.

  • La dermatite è generalmente una reazione infiammatoria acuta o cronica, spesso legata a fattori esterni come allergeni, sostanze irritanti o stress. Le lesioni sono meno spesse rispetto a quelle della psoriasi e presentano una superficie meno squamosa.

  • La psoriasi, invece, è una malattia autoimmune che causa una proliferazione accelerata delle cellule epidermiche, portando alla formazione di placche più spesse e ben delimitate, con squame biancastre facilmente distinguibili.

Un’altra differenza chiave sta nella localizzazione: mentre la dermatite tende a colpire aree più sensibili come viso, mani e pieghe cutanee, la psoriasi si concentra su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto.

Psoriasi e bambini: sintomi e segnali da riconoscere

Sebbene la psoriasi sia più comune negli adulti, può manifestarsi anche nei bambini, spesso in forme diverse rispetto a quelle osservate negli adulti. La psoriasi guttata è la forma più frequente nei pazienti pediatrici e si presenta con piccole lesioni a forma di goccia, spesso scatenate da infezioni come la faringite da streptococco.

Nei bambini, i sintomi possono essere più difficili da riconoscere, poiché la desquamazione è meno evidente e le lesioni possono somigliare a quelle della dermatite da pannolino o della dermatite atopica. I genitori devono prestare particolare attenzione a lesioni persistenti e ben definite, soprattutto se accompagnate da prurito intenso e infiammazione.

È fondamentale consultare un dermatologo per una diagnosi precoce e per pianificare un trattamento adeguato, che possa ridurre i sintomi e migliorare la qualità di vita del piccolo paziente.

Le cause della psoriasi

La psoriasi è una malattia cronica multifattoriale di origine autoimmune, causata da una combinazione di fattori genetici, immunologici e ambientali. Sebbene la sua origine esatta non sia completamente nota, è ormai chiaro che la malattia si sviluppa a seguito di un’attivazione anomala del sistema immunitario, che provoca una crescita accelerata delle cellule della pelle (cheratinociti). Questo processo porta alla formazione delle tipiche placche eritematose e squamose.

Oltre alla predisposizione genetica, diversi fattori possono scatenare o aggravare la psoriasi, tra cui infezioni, stress, traumi cutanei e l’uso di determinati farmaci. Identificare e controllare questi fattori è fondamentale per la gestione della malattia e per ridurre il rischio di recidive.


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Predisposizione genetica e sistema immunitario

La componente genetica è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo della psoriasi. Studi hanno dimostrato che circa il 30% dei pazienti ha una storia familiare di psoriasi. Alcuni geni specifici, come quelli del complesso maggiore di istocompatibilità (HLA-Cw6), sono stati associati a un rischio maggiore di sviluppare la malattia, in particolare nelle forme più precoci.

Dal punto di vista immunologico, la psoriasi è causata dall’attivazione anomala dei linfociti T, che rilasciano citochine pro-infiammatorie, come il TNF-α, l’IL-17 e l’IL-23. Queste sostanze promuovono l’infiammazione cronica e la proliferazione delle cellule epidermiche, causando le lesioni cutanee caratteristiche.

Fattori scatenanti ambientali

Anche i fattori esterni giocano un ruolo cruciale nello sviluppo e nelle riacutizzazioni della psoriasi. Tra i principali fattori scatenanti vi sono:

  • Infezioni (soprattutto quelle delle vie respiratorie superiori)

  • Stress psicologico

  • Traumi cutanei (fenomeno di Koebner)

  • Farmaci, come i beta-bloccanti, il litio e alcuni antimalarici

  • Cambiamenti climatici (temperature fredde e secche)

  • Alcol e fumo, che aggravano l’infiammazione

Tra questi fattori, le infezioni da streptococco sono particolarmente rilevanti per la psoriasi guttata.

Psoriasi da streptococco: il legame con le infezioni

La psoriasi guttata è una forma acuta della malattia che colpisce soprattutto bambini e giovani adulti. Si presenta con piccole lesioni a forma di goccia, distribuite principalmente su tronco, braccia e gambe. Questa variante è strettamente correlata a infezioni delle vie respiratorie superiori, in particolare alla faringite da streptococco beta-emolitico di gruppo A.

Il legame tra lo streptococco e la psoriasi non è ancora completamente compreso, ma si ritiene che l’infezione possa innescare una risposta autoimmune crociata. Il sistema immunitario, infatti, attacca erroneamente i tessuti cutanei a causa di una somiglianza tra gli antigeni batterici e le proteine della pelle.

In alcuni casi, i sintomi della psoriasi guttata possono comparire alcune settimane dopo l’infezione streptococcica. È importante riconoscere questa associazione per intervenire tempestivamente. Il trattamento dell’infezione streptococcica con antibiotici può migliorare significativamente la condizione cutanea, anche se spesso è necessario un approccio dermatologico specifico per controllare l’infiammazione e prevenire recidive.

Diagnosi di psoriasi: tutto inizia dalla visita dermatologica

La visita dermatologica rappresenta il momento chiave per la diagnosi di psoriasi. Questo incontro permette al dermatologo di valutare con precisione le lesioni cutanee e raccogliere informazioni fondamentali per distinguere la psoriasi da altre condizioni dermatologiche. La visita si articola in diverse fasi, ciascuna finalizzata a identificare i sintomi specifici e a stabilire una diagnosi corretta.

Prima fase: raccolta dell’anamnesi

La visita dermatologica inizia con una rilevazione dettagliata dell’anamnesi del paziente. Il medico pone domande mirate per ricostruire la storia clinica, individuando eventuali fattori di rischio e possibili cause scatenanti. Tra le informazioni più rilevanti da raccogliere vi sono:

  • Storia familiare di psoriasi o malattie autoimmuni

  • Eventuali infezioni recenti, come faringiti, spesso associate alla psoriasi guttata

  • Traumi cutanei (fenomeno di Koebner)

  • Fattori di stress o assunzione di farmaci specifici (come beta-bloccanti o litio)

  • Sintomi articolari, che potrebbero suggerire la presenza di artrite psoriasica

Questa fase è cruciale, poiché consente al dermatologo di orientare la diagnosi già sulla base del racconto del paziente, integrando le informazioni raccolte con quanto sarà osservato durante l’esame clinico.

Esame clinico: osservazione delle lesioni cutanee

Il cuore della visita dermatologica è l’esame fisico della pelle. Il dermatologo valuta attentamente le lesioni, analizzando diversi aspetti:

  • Localizzazione: La psoriasi colpisce principalmente gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e zona lombare, ma può manifestarsi anche su palmi delle mani, piante dei piedi e pieghe cutanee (psoriasi inversa).

  • Aspetto delle lesioni: Le tipiche placche psoriasiche sono eritematose, ben delimitate e ricoperte da squame bianco-argentee.

  • Estensione delle lesioni: Può variare da forme localizzate a forme diffuse che interessano gran parte del corpo, come nella psoriasi eritrodermica.

  • Segno di Auspitz: Rimozione delle squame che lascia piccole gocce di sangue sul derma sottostante, tipico della psoriasi.

L’esame clinico è generalmente sufficiente per confermare la diagnosi nei casi più comuni, soprattutto nelle forme classiche di psoriasi a placche.

Diagnosi differenziale durante la visita

Durante la visita, il dermatologo può trovarsi di fronte a condizioni dermatologiche che presentano sintomi simili a quelli della psoriasi. Per distinguere correttamente la psoriasi da dermatite seborroica, eczema, lichen planus o micosi cutanee, il medico si affida alla sua esperienza clinica e, se necessario, a strumenti diagnostici complementari.

Quando è necessaria una biopsia cutanea

In alcuni casi atipici o particolarmente difficili da diagnosticare, il dermatologo può decidere di eseguire una biopsia cutanea. Si tratta di un esame semplice e poco invasivo, che consiste nel prelevare un piccolo campione di pelle da analizzare al microscopio. Questo test permette di confermare la diagnosi, evidenziando le alterazioni tipiche della psoriasi, come l’iperplasia epidermica e la presenza di infiltrati infiammatori nel derma.

FAQ

La psoriasi è contagiosa​? 

No, la psoriasi non è una malattia contagiosa. Si tratta di una patologia infiammatoria cronica della pelle di origine autoimmune, che non può essere trasmessa da persona a persona tramite contatto diretto o indiretto. Le placche e le lesioni cutanee, spesso erroneamente percepite come infettive, sono il risultato di un’eccessiva proliferazione delle cellule epidermiche e non hanno alcuna componente virale o batterica trasmissibile.

Questa distinzione è importante per sfatare pregiudizi ancora diffusi, che possono causare isolamento sociale e disagio psicologico nei pazienti affetti da psoriasi.

Psoriasi si trasmette sessualmente? 

No, la psoriasi non è una malattia sessualmente trasmissibile. Anche se può manifestarsi in aree intime o pieghe cutanee (psoriasi inversa), non esiste alcun rischio di contagio attraverso rapporti sessuali o contatto fisico ravvicinato. Tuttavia, le lesioni in queste zone possono provocare fastidio, dolore e irritazione, influendo sulla qualità della vita intima del paziente.

È importante consultare un dermatologo per una corretta gestione delle lesioni nelle aree più sensibili, garantendo così un miglioramento del benessere complessivo e delle relazioni personali.

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