Placche in gola: cosa sono, come si curano e quando preoccuparsi

- Che cosa sono le placche in gola?
- Quando si presentano le placche in gola?
- Quali sono i sintomi correlati alle placche in gola?
- Quali sono le cause delle placche in gola?
- Quali sono i fattori predisponenti delle placche in gola?
- Placche in gola, come toglierle e cosa non fare
- Quando ricorrere alla visita otorinolaringoiatra
- FAQ
Un semplice fastidio alla gola può nascondere molto più di un comune raffreddore. Quando, osservandoci allo specchio, scorgiamo placche biancastre sulle tonsille, la preoccupazione sorge spontanea: sarà qualcosa di serio? Le placche in gola sono un segnale che il nostro organismo sta reagendo a un'aggressione, cercando di difendersi. Non sempre sono indice di condizioni gravi, ma riconoscerle, comprenderne il significato e sapere come intervenire è fondamentale per evitare complicazioni e affrontare con serenità il percorso di guarigione.
Che cosa sono le placche in gola?
Le placche in gola sono formazioni di aspetto biancastro o giallastro che si depositano sulla superficie delle tonsille o, più raramente, sulla mucosa faringea. Dal punto di vista clinico, si presentano come aggregati di materiale solido che possono variare per dimensioni, spessore e localizzazione.
Si tratta di accumuli composti prevalentemente da detriti cellulari, fibrina, secrezioni mucose e, talvolta, da microrganismi come batteri o funghi. Le placche rappresentano una manifestazione di una reazione infiammatoria localizzata, in cui il tessuto linfatico delle tonsille o delle mucose circostanti cerca di contenere agenti esterni o processi irritativi.
A livello macroscopico, le placche appaiono come aree opache, aderenti ai tessuti sottostanti, che possono coprire parzialmente o completamente la superficie tonsillare. Possono essere isolate o multiple, confluenti o separate, e si distinguono facilmente dal normale colore roseo della mucosa faringea. In alcuni casi, le placche possono essere così estese da dare l'impressione di un rivestimento continuo della gola.
Dal punto di vista istologico, le placche tonsillari sono costituite da un misto di cellule epiteliali desquamate, leucociti, frammenti di tessuto necrotico e materiale proteico coagulato. Questi elementi si organizzano sulla superficie delle tonsille o delle mucose in risposta a fenomeni infiammatori o infettivi.
È importante sottolineare che la presenza di placche in gola non è di per sé una malattia, ma una manifestazione clinica che richiede un’attenta valutazione medica per determinarne la natura e la gestione più appropriata.
Quando si presentano le placche in gola?
Le placche in gola si presentano in condizioni patologiche caratterizzate da processi infiammatori o infettivi che coinvolgono le tonsille, la faringe o, meno frequentemente, altre strutture del cavo orale. Esse rappresentano un segno clinico che indica la presenza di un'attività patologica a livello della mucosa o del tessuto linfatico delle alte vie respiratorie.
Generalmente, le placche compaiono in associazione a infezioni di origine virale o batterica. In particolare, si osservano con frequenza nel contesto di tonsilliti acute, sia di natura batterica, come quelle provocate da streptococchi beta-emolitici di gruppo A, sia di natura virale, come nei casi di infezione da adenovirus, virus di Epstein-Barr o altri agenti virali respiratori. Tuttavia, il semplice riscontro di placche non permette di distinguere con certezza l’eziologia, rendendo necessaria un'attenta valutazione clinica e, in alcuni casi, esami diagnostici di approfondimento.
Le placche in gola possono manifestarsi anche in condizioni particolari come la mononucleosi infettiva, dove assumono un aspetto particolarmente esteso e aderente, oppure in quadri più rari come la difterite o le infezioni fungine da Candida, specialmente nei soggetti immunodepressi.
Oltre alle infezioni acute, le placche possono presentarsi in corso di recidive tonsillari croniche, dove la presenza di depositi di materiale caseoso nei crateri tonsillari simula la formazione di placche vere e proprie. In tali casi, le placche non si associano necessariamente a sintomi acuti severi, ma rappresentano una manifestazione di un'infiammazione cronica persistente.
La comparsa delle placche può variare a seconda dell'età del paziente, con una maggiore incidenza nei bambini e negli adolescenti, ma non è esclusiva di queste fasce d'età. Anche soggetti adulti possono presentare placche tonsillari, soprattutto in presenza di fattori predisponenti come fumo, ridotta igiene orale o condizioni di immunocompromissione.
Le placche si rendono evidenti all’esame obiettivo come depositi biancastri o giallastri sulla superficie delle tonsille o della mucosa faringea, spesso associati a un quadro clinico di infiammazione locale. Sebbene la loro presenza rappresenti un indicatore importante, la corretta interpretazione del contesto clinico è fondamentale per indirizzare una gestione adeguata del paziente.
Quali sono i sintomi correlati alle placche in gola?
Tra i sintomi associati alle placche in gola ci sono:
mal di gola, il sintomo più comune associato alla presenza di placche è il mal di gola. Si tratta di una sensazione di dolore, bruciore o fastidio localizzato nella regione orofaringea, che può intensificarsi durante la deglutizione (odinofagia). Il dolore può essere unilaterale o bilaterale, a seconda del grado di coinvolgimento delle tonsille o della faringe;
disfagia, difficoltà a deglutire, o disfagia, è frequentemente riportata dai pazienti con placche tonsillari. La deglutizione di cibi solidi o liquidi può risultare dolorosa o compromessa a causa dell’infiammazione e del rigonfiamento dei tessuti;
febbre, rappresenta un sintomo sistemico spesso associato alla comparsa delle placche, soprattutto nei casi di infezione batterica. La temperatura corporea può superare i 38°C e si accompagna generalmente a brividi e sudorazione;
astenia, stanchezza o astenia è un sintomo frequente, legato sia alla risposta immunitaria sistemica sia al dispendio energetico associato alla febbre e all'infezione. Nei casi più severi, può essere presente anche un senso generale di malessere;
ingrandimento dei linfonodi, l'aumento di volume dei linfonodi cervicali è un riscontro comune. I linfonodi laterocervicali, in particolare, possono risultare palpabili, dolenti e talvolta arrossati, indicando l’attivazione del sistema linfatico in risposta all’infezione;
alitosi, la presenza di placche in gola, soprattutto se di origine batterica, può essere associata a alitosi (alito cattivo), dovuta alla produzione di composti volatili da parte dei microrganismi presenti;
alterazioni della voce, in alcuni casi, l'infiammazione può estendersi alla laringe o interessare i meccanismi di fonazione, determinando raucedine o lievi alterazioni della voce.
Nei quadri clinici più complessi, come nella mononucleosi infettiva, possono manifestarsi epatomegalia, splenomegalia e esantemi cutanei, sintomi che richiedono una valutazione clinica approfondita.
Quali sono le cause delle placche in gola?
Le placche in gola sono il segno clinico piuttosto comune che si manifesta in risposta a diverse condizioni patologiche, principalmente a carico delle tonsille e della mucosa faringea. Si tratta di accumuli di materiale fibrinoso, detriti cellulari e microrganismi, visibili come aree biancastre o giallastre sulla superficie delle strutture coinvolte. Le cause che determinano la formazione delle placche sono numerose e comprendono infezioni batteriche, infezioni virali, infezioni fungine e, meno frequentemente, patologie infiammatorie croniche o condizioni immunitarie particolari.
Placche in gola da infezioni batteriche
Una delle principali cause delle placche in gola è rappresentata dalle infezioni batteriche acute, in particolare quelle sostenute da Streptococcus pyogenes, lo streptococco beta-emolitico di gruppo A. Questo microrganismo è responsabile della faringotonsillite streptococcica, caratterizzata dalla comparsa di placche purulente sulle tonsille, spesso associate a febbre alta, dolore alla deglutizione e ingrossamento linfonodale cervicale.
Altri batteri che possono causare placche tonsillari includono lo Streptococcus pneumoniae, l’Haemophilus influenzae e, in rari casi, agenti più insoliti come Corynebacterium diphtheriae, il batterio responsabile della difterite, in cui le placche assumono l’aspetto di pseudomembrane grigiastre aderenti alla mucosa.
Placche in gola da infezioni virali
Anche numerose infezioni virali possono determinare la formazione di placche in gola. In particolare, la mononucleosi infettiva, causata dal virus di Epstein-Barr (EBV), si manifesta spesso con placche tonsillari estese e fortemente adese, accompagnate da marcata tumefazione tonsillare e linfoadenopatia generalizzata.
Altri virus responsabili possono essere gli adenovirus, i virus influenzali, i virus parainfluenzali e il virus respiratorio sinciziale. In questi casi, le placche sono generalmente meno estese rispetto alle infezioni batteriche e si accompagnano a sintomi respiratori più generalizzati come rinorrea, tosse e congestione nasale.
Le placche in gola da infezioni fungine
Le infezioni fungine della gola, in particolare quelle da Candida albicans, possono portare alla formazione di placche biancastre sulle tonsille, sul palato molle e sulla mucosa faringea. La candidosi orofaringea è più frequente in soggetti immunocompromessi, come pazienti HIV-positivi, soggetti in terapia immunosoppressiva o persone sottoposte a terapie antibiotiche o corticosteroidee prolungate.
Le placche in gola possono manifestarsi anche in corso di tonsillite cronica. In questo caso, le tonsille presentano crateri tonsillari dilatati all'interno dei quali si accumulano detriti cellulari, batteri e secrezioni, formando aggregati caseosi che possono simulare vere e proprie placche. Questi depositi non sono espressione di un'infezione acuta, ma di una infiammazione cronica e persistente del tessuto tonsillare.
In rari casi, le placche in gola possono essere causate da condizioni patologiche più gravi come le neoplasie del cavo orale o le lesioni ulcerative necrotiche associate a infezioni opportunistiche in pazienti immunodepressi. In questi contesti, le placche possono avere un aspetto atipico e richiedono approfondimenti diagnostici accurati.
Quali sono i fattori predisponenti delle placche in gola?
Oltre agli agenti eziologici diretti, esistono numerosi fattori predisponenti che possono favorire l'insorgenza delle placche in gola. Tra questi si annoverano:
scarsa igiene orale, che facilita la proliferazione batterica e fungina;
fumo di sigaretta, che altera le difese mucosali locali;
condizioni di immunosoppressione, sia congenite che acquisite;
malattie croniche come il diabete mellito;
terapie farmacologiche prolungate, in particolare con antibiotici o corticosteroidi.
Placche in gola, come toglierle e cosa non fare
La rimozione delle placche non deve essere intesa come un'operazione meccanica o estemporanea, ma deve rientrare in un percorso di trattamento adeguato, stabilito dopo una valutazione medica. Le modalità di gestione dipendono dall'origine delle placche:
terapia antibiotica: nel caso di placche associate a infezioni batteriche, in particolare da streptococco beta-emolitico di gruppo A, il trattamento di elezione è la somministrazione di antibiotici specifici, generalmente penicilline o macrolidi in caso di allergia. La terapia permette di risolvere l'infezione e, conseguentemente, di favorire la scomparsa spontanea delle placche;
terapia antivirale o di supporto: se le placche sono di origine virale, come nella mononucleosi infettiva o nelle infezioni da adenovirus, il trattamento è prevalentemente di supporto, basato su antipiretici, analgesici e adeguata idratazione. Anche in questi casi, le placche tendono a regredire spontaneamente con la risoluzione dell’infezione;
antifungini: in caso di candidosi orofaringea, il trattamento prevede l’impiego di antifungini locali o sistemici, come la nistatina o il fluconazolo, a seconda della gravità del quadro clinico;
igiene orale: mantenere una buona igiene orale aiuta a ridurre la carica batterica locale e a favorire il processo di guarigione. Sono utili risciacqui con soluzioni antisettiche specifiche, come quelle a base di clorexidina, da utilizzare secondo le indicazioni del medico.
Cosa non fare
In presenza di placche in gola, è fondamentale evitare comportamenti che potrebbero peggiorare l'infiammazione o causare complicazioni:
non tentare di rimuovere manualmente le placche: utilizzare strumenti improvvisati o tentare di grattare le placche può danneggiare la mucosa tonsillare, provocare sanguinamenti, introdurre infezioni secondarie e peggiorare il quadro infiammatorio;
non assumere antibiotici senza prescrizione: l’assunzione non controllata di antibiotici può risultare inefficace se l'infezione non è di origine batterica e contribuisce allo sviluppo di resistenze batteriche;
non ignorare i segnali di peggioramento: se le placche persistono, aumentano di estensione o si associano a sintomi sistemici importanti (come febbre alta persistente, difficoltà respiratorie o ingrossamento dei linfonodi), è necessario consultare tempestivamente il medico;
non utilizzare rimedi casalinghi non validati: gargarismi con sostanze irritanti, l'uso di oli essenziali non controllati o rimedi fai-da-te può irritare ulteriormente la mucosa e complicare il decorso della patologia.
Quando ricorrere alla visita otorinolaringoiatra
La visita otorinolaringoiatrica rappresenta un passaggio fondamentale nella valutazione delle placche in gola, soprattutto in presenza di sintomi persistenti, recidivanti o particolarmente severi. Durante la visita, lo specialista effettua un'anamnesi approfondita, indagando la durata dei sintomi, l'associazione con febbre, disfagia, dolori cervicali o altri segnali sistemici.
L'esame obiettivo si concentra sull'ispezione accurata della cavità orale, delle tonsille e della faringe mediante strumenti specifici, come il laringoscopio a fibre ottiche, che consente una visualizzazione dettagliata delle strutture anatomiche. A seconda del quadro clinico, l'otorinolaringoiatra può richiedere esami di approfondimento, tra cui tampone faringeo, emocromo completo, o, nei casi più complessi, esami di imaging come l'ecografia del collo. L'obiettivo della visita è identificare l'eziologia delle placche, escludere complicanze come ascessi peritonsillari o patologie più gravi, e impostare una terapia mirata e sicura, riducendo al minimo il rischio di recidive o di trattamenti inappropriati.
FAQ
Si possono avere le placche senza febbre?
Sì, è possibile presentare placche in gola senza febbre. Questo quadro si osserva frequentemente in caso di infezioni virali lievi, candidosi orofaringea o tonsilliti croniche. In tali situazioni, l'infiammazione locale può determinare la formazione di placche senza attivare una risposta sistemica significativa, come l'innalzamento della temperatura corporea. Tuttavia, anche in assenza di febbre, la presenza di placche richiede una valutazione clinica per individuare l'eziologia e definire il trattamento più adeguato.
Le placche in gola in gravidanza sono pericolose?
La presenza di placche in gola durante la gravidanza rappresenta una situazione clinica che merita particolare attenzione, pur non essendo di per sé automaticamente pericolosa. Le modificazioni fisiologiche che avvengono nell’organismo della donna gravida — tra cui l’immunosoppressione relativa e l’alterazione delle risposte infiammatorie — possono rendere il corpo più suscettibile alle infezioni, comprese quelle a carico del tratto respiratorio superiore.
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