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Pidocchi: come riconoscerli, come si trasmettono e come curarli

~April 29, 2025
9 minuti
pidocchi

La pediculosi, comunemente nota come infestazione da pidocchi, rappresenta una delle ectoparassitosi più diffuse a livello globale, con particolare incidenza nelle comunità scolastiche e negli ambienti ad alta densità demografica. 

Nonostante i significativi progressi in ambito igienico-sanitario degli ultimi decenni, questa condizione continua a manifestarsi con frequenza considerevole, indipendentemente dallo stato socioeconomico degli individui colpiti. Il Pediculus humanus capitis, agente eziologico della pediculosi del capo, si configura come un parassita obbligato dell'essere umano, la cui persistenza evolutiva testimonia una notevole capacità adattativa ai tentativi di eradicazione. 

La comprensione dei meccanismi biologici, delle modalità di trasmissione e delle strategie terapeutiche più efficaci risulta fondamentale per affrontare razionalmente questa problematica, riducendo non solo l'impatto sanitario ma anche il disagio psicosociale frequentemente associato a tale condizione.

Quali sono i sintomi dei pidocchi?

L'infestazione da pidocchi si manifesta attraverso un quadro sintomatologico caratteristico, sebbene talvolta possa rimanere asintomatica nelle fasi iniziali. Il sintomo cardinale è rappresentato dal prurito intenso localizzato principalmente a livello della regione occipitale e retroauricolare. Tale manifestazione è determinata dalla reazione di ipersensibilità dell'ospite alla saliva del parassita, inoculata durante il pasto ematico.

I principali segni e sintomi includono:

  1. prurito persistente: particolarmente accentuato nelle ore serali, può intensificarsi progressivamente con il prolungarsi dell'infestazione; 

  2. lesioni da grattamento: conseguenti al prurito intenso, possono presentarsi come escoriazioni lineari, principalmente localizzate nella regione nucale; 

  3. eritema cutaneo: si manifesta come arrossamento localizzato, prevalentemente in corrispondenza della nuca e dietro le orecchie; 

  4. adenopatia cervicale e retroauricolare: in caso di infestazioni protratte, si può osservare un ingrossamento dei linfonodi regionali; 

  5. infezioni secondarie: il grattamento ripetuto può determinare soluzioni di continuo della cute, favorendo sovrainfezioni batteriche che si manifestano con pustole o impetigine; 

  6. disturbi del sonno: il prurito intensificato nelle ore notturne può compromettere significativamente la qualità del sonno; 

  7. malessere generalizzato: in casi di infestazione massiva e prolungata, possono manifestarsi irritabilità e astenia.

È importante sottolineare che la sintomatologia può variare considerevolmente in relazione a fattori individuali, quali la sensibilità dell'ospite agli allergeni salivari del parassita e l'entità dell'infestazione.

Come si prendono i pidocchi?

La trasmissione dei pidocchi avviene prevalentemente mediante meccanismi di contatto diretto, sebbene siano documentate anche modalità indirette. Il contagio non è correlato a carenti condizioni igieniche, contrariamente a quanto comunemente ritenuto, poiché il parassita predilige capelli puliti per facilitare la deambulazione e l'ovodeposizione.

Le modalità di trasmissione dei pidocchi prevedono, prima tra tutti, quella di contatto diretto testa-testa, particolarmente frequente tra i bambini durante le attività ludiche, sportive o ricreative che comportano vicinanza fisica.

Inoltre, si possono prenderei pidocchi anche tramite la condivisione degli oggetti, come: 

  • pettini, spazzole e accessori per capelli

  • cappelli, sciarpe e indumenti che entrano in contatto con il cuoio capelluto

  • asciugamani e biancheria da letto recentemente utilizzati da soggetti infestati

  • cuscini e schienali di poltrone o divani

Sebbene meno frequente, è documentata la possibilità di acquisire l'infestazione mediante contatto con superfici su cui i pidocchi possono sopravvivere temporaneamente, come tappezzerie, moquette o tendaggi.

È fondamentale precisare che i pidocchi non saltano né volano, ma si spostano esclusivamente mediante deambulazione, con una velocità massima di circa 23 cm al minuto. Inoltre, non utilizzano animali domestici come vettori di trasmissione, essendo parassiti specie-specifici per l'essere umano.

La sopravvivenza del pidocchio adulto lontano dall'ospite è limitata a 24-48 ore in condizioni ambientali ottimali, mentre le uova (lendini) possono rimanere vitali fino a 10 giorni se deposte su indumenti o altri supporti.

Come riconoscere i pidocchi?

L'identificazione precoce dell'infestazione da pidocchi richiede un'ispezione metodica del cuoio capelluto e della capigliatura. L'esame deve essere condotto in condizioni di illuminazione adeguata, preferibilmente naturale, e può essere facilitato dall'utilizzo di strumenti specifici.

Il riconoscimento del pidocchio adulto avviene sulla base del riscontro di alcune caratteristiche, tra cui: 

  • il Pediculus humanus capitis adulto misura 2-3 mm di lunghezza

  • presenta colorazione variabile dal grigio chiaro al marrone, che può cambiare dopo il pasto ematico

  • è dotato di sei arti terminanti con uncini, adattati per ancorarsi saldamente al fusto del capello

  • la mobilità è rapida e può essere osservata durante l'ispezione

Inoltre, si può capire se ci sono dei pidocchi grazie al riconoscimento delle lendini, ossia le uova dei pidocchi che: 

  • si presentano come formazioni ovalari di circa 0,8 mm, di colorazione biancastra o giallastra

  • sono saldamente cementate al fusto del capello mediante una sostanza chitinosa

  • si localizzano preferenzialmente a 3-4 mm dal cuoio capelluto, nelle regioni occipitale e retroauricolare

  • a differenza della forfora, non sono facilmente rimovibili e appaiono traslucide se vitali

  • se osservate controluce, mostrano un caratteristico riflesso perlaceo. 

Per poter rinvenire con successo i pidocchi bisogna eseguire un esame sistematico della capigliatura, procedendo per sezioni, aiutandosi con un pettine a denti fitti, preferibilmente di colore contrastante rispetto ai capelli. La pettinatura metodica su capelli umidi, con raccolta del materiale su un panno bianco per evidenziare eventuali parassiti deve prendere in esame anche delle aree predilette da pidocchi e lendini come nuca, regione retroauricolare e temporale

Bisogna poi considerare attentamente le differenze tra le pediculosi, ossia l’infesrazione da pidocchi, e altre condizioni come: 

  • forfora (squame epidermiche facilmente removibili); 

  • residui di prodotti per capelli (gel, lacche); 

  • tricodistrofia (alterazioni del fusto pilifero); 

  • pseudolendini (guaine di cheratina attorno al fusto)

L'identificazione certa richiede l'osservazione diretta del parassita vivente o di lendini vitali. In caso di dubbio diagnostico, è consigliabile consultare un dermatologo o un pediatra per una valutazione specialistica.


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Come fare prevenzione dei pidocchi?

La prevenzione dei pidocchi si basa su strategie comportamentali, misure igieniche e, in alcuni casi, sull’utilizzo di prodotti specifici a scopo profilattico. Sebbene non esista un metodo completamente efficace per evitare il contagio, è possibile ridurne significativamente il rischio:

  • controllo regolare del cuoio capelluto, il monitoraggio periodico dei capelli, soprattutto nei bambini in età scolare o frequentanti comunità (scuole, centri estivi, colonie), è il primo passo per una prevenzione efficace. Il controllo dovrebbe avvenire almeno una volta alla settimana, prestando attenzione alla zona nucale, retro delle orecchie e sommità del capo, dove i pidocchi tendono a localizzarsi. L’uso di un pettine a denti fitti (pettine antipidocchi) facilita l’individuazione di lendini (uova); e parassiti adulti; 

  • evitare il contatto diretto testa a testa, è importante educare i bambini, senza allarmarli, a evitare di avvicinare troppo la testa a quella dei compagni durante le attività scolastiche o ludiche. Anche gli adulti, in particolare insegnanti e operatori che lavorano con bambini, dovrebbero prestare attenzione ai contatti prolungati; 

  • non condividere oggetti personali, cappelli, sciarpe, fasce, pettini, spazzole, fermagli per capelli, asciugamani e cuscini possono rappresentare veicoli indiretti di trasmissione, anche se meno comuni. Si consiglia di evitare la condivisione di questi oggetti, in particolare durante focolai segnalati nella scuola o in ambienti frequentati;

  • uso di prodotti preventivi, esistono in commercio spray o lozioni a base di oli essenziali (come tea tree oil, lavanda, neem) o sostanze a effetto barriera che possono contribuire alla prevenzione. Tali prodotti non uccidono i pidocchi, ma rendono il cuoio capelluto e i capelli meno attrattivi o rendono difficile l’adesione delle uova. Devono essere utilizzati con regolarità e secondo le istruzioni del produttore. Tuttavia, non sono sostitutivi di un’adeguata sorveglianza visiva.

La prevenzione efficace richiede la collaborazione tra famiglie e istituzioni scolastiche: in caso di infestazione, è fondamentale segnalare tempestivamente il caso alla scuola affinché siano informate le altre famiglie e si possa attivare un controllo di massa. L’omertà o il ritardo nella comunicazione favoriscono la propagazione.

Come eliminare i pidocchi e le uova?

Il trattamento dei pidocchi si basa su un approccio combinato che prevede l’uso di prodotti topici specifici (pediculocidi o agenti fisici) e l’eliminazione manuale di lendini e parassiti residui. È fondamentale seguire correttamente le istruzioni per evitare resistenze e recidive.

1. Scelta del trattamento

Le principali categorie di prodotti per l’eliminazione dei pidocchi comprendono:

  • pediculocidi chimici: contengono principi attivi neurotossici per il parassita, come permetrina, malathion, piretrine naturali. Sono efficaci ma talvolta soggetti a resistenza. Devono essere utilizzati solo in presenza di infestazione accertata; 

  • a base fisica: agiscono soffocando il parassita, grazie a sostanze come dimeticone (un tipo di silicone) o oli minerali. Non inducono resistenza e sono ben tollerati anche nei bambini piccoli.

È sconsigliato l’uso preventivo di pediculocidi. La scelta del prodotto deve tenere conto dell’età del soggetto, di eventuali allergie e delle controindicazioni specifiche. È preferibile consultare il pediatra o il farmacista.

2. Modalità di applicazione

Il trattamento va applicato su capelli asciutti o umidi, a seconda del prodotto scelto, rispettando i tempi di posa indicati. Una distribuzione accurata su tutto il cuoio capelluto e la lunghezza dei capelli è essenziale per garantire l’efficacia. Dopo il tempo previsto, i capelli devono essere risciacquati e pettinati con un pettine a denti fitti per rimuovere i pidocchi morti e le lendini.

3. Rimozione manuale delle uova

Anche se molti prodotti agiscono anche sulle lendini, la rimozione manuale resta fondamentale per evitare che uova vitali schiudano successivamente. L’utilizzo quotidiano del pettine antipidocchi per almeno 7-10 giorni dopo il trattamento aiuta a eliminare i residui.

In caso di infestazioni persistenti o particolarmente resistenti, può essere necessario ripetere il trattamento dopo 7-10 giorni, per eliminare eventuali parassiti nati da uova sopravvissute. Alcuni prodotti prevedono la seconda applicazione come parte integrante del ciclo terapeutico.

4. Trattamento dell’ambiente

I pidocchi sopravvivono poche ore lontano dal cuoio capelluto umano, ma è comunque opportuno lavare con acqua calda (almeno 60°C) indumenti, biancheria da letto, federe, cappelli e oggetti che siano venuti a contatto con la testa nei giorni precedenti il trattamento. Oggetti non lavabili possono essere isolati in sacchi di plastica chiusi per 48 ore. Non è necessario disinfettare l’ambiente con insetticidi.

5. Controllo dei familiari e soggetti a contatto

Tutti i conviventi e le persone che hanno avuto contatti stretti devono essere controllati e, se infestati, trattati contemporaneamente. Il trattamento profilattico in soggetti non infestati non è raccomandato, ma si può intensificare la sorveglianza e adottare misure preventive.

Quando contattare il dermatologo?

È opportuno contattare un dermatologo nei casi in cui l’infestazione da pidocchi persista nonostante trattamenti correttamente eseguiti, o in presenza di segni di irritazione intensa, infezioni secondarie del cuoio capelluto (come impetigine) o reazioni allergiche ai prodotti utilizzati. È inoltre raccomandata una consulenza specialistica nei bambini sotto i due anni, nelle donne in gravidanza o allattamento, o in soggetti con patologie dermatologiche preesistenti. Il dermatologo può guidare verso terapie più mirate e sicure. 

FAQ

Cosa sono le lendini dei pidocchi?

Le lendini sono le uova dei pidocchi del capo (Pediculus humanus capitis). Sono strutture ovali, di colore bianco-giallastro, saldamente aderenti al fusto del capello grazie a una sostanza adesiva prodotta dal parassita. Si localizzano preferenzialmente a pochi millimetri dal cuoio capelluto, in particolare nella zona della nuca e dietro le orecchie. Dopo 7-10 giorni dalla deposizione, le lendini vitali schiudono liberando una giovane ninfa, che in pochi giorni diventerà un pidocchio adulto.

Come distinguere la forfora dai pidocchi?

La forfora si presenta come piccole scaglie bianche o grigiastre, facilmente asportabili dai capelli con il semplice tocco o la spazzolatura. Le lendini, invece, sono saldamente fissate al fusto del capello e non si staccano facilmente. Inoltre, la forfora si distribuisce su tutta la superficie del cuoio capelluto, mentre le lendini si concentrano principalmente nella zona nucale e retroauricolare. L’osservazione attenta con luce intensa e l’uso di un pettine a denti fitti facilitano la distinzione.


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