Parodontite: cos’è, sintomi iniziali e cura più efficace

La sensazione di gengive che sanguinano quando ci spazzoliamo i denti, un alito che, nonostante l'igiene, sembra non migliorare, o la preoccupazione di notare i nostri denti che si muovono leggermente. Spesso, questi segnali vengono attribuiti a un problema passeggero o a una semplice gengivite, facilmente risolvibile.
Dietro a questi campanelli d'allarme, può celarsi una patologia subdola e progressiva che, se ignorata, minaccia le fondamenta stesse del nostro sorriso: la parodontite. Questa malattia infiammatoria cronica, ampiamente diffusa ma spesso sottovalutata, intacca i tessuti che sostengono i denti, potendo portare, nei casi più avanzati, alla loro perdita.
I sintomi della parodontite
La parodontite è una malattia insidiosa che, nelle sue fasi iniziali, può manifestarsi con sintomi lievi e aspecifici, spesso confusi con una semplice infiammazione gengivale. Tuttavia, man mano che progredisce, i segnali diventano più evidenti e gravi.
La fase più precoce e reversibile è la gengivite. I sintomi della gengivite includono:
gengive arrossate e gonfie: le gengive appaiono di un rosso più acceso del normale e possono essere leggermente tumefatte.
sanguinamento gengivale: questo è il sintomo più comune e un chiaro segnale di infiammazione. Si verifica tipicamente durante lo spazzolamento dei denti, l'uso del filo interdentale o la masticazione di cibi più duri.
dolore o sensibilità alle gengive: un leggero fastidio o una sensazione di indolenzimento.
Se la gengivite non viene trattata, l'infiammazione può estendersi ai tessuti più profondi che supportano il dente, trasformandosi in parodontite. A questo punto, i sintomi diventano più preoccupanti e indicano un danno alle strutture ossee e legamentose.
I sintomi della parodontite possono manifestarsi con diversa gravità, da lieve a grave:
Sintomi iniziali della parodontite
I primi segnali che possono portare a pensare di essere in presenza della parodontite sono:
recessione gengivale: le gengive iniziano a "ritirarsi", esponendo una porzione maggiore della radice del dente, che può apparire più lunga del normale. Questo crea anche piccoli spazi tra dente e gengiva.
alito cattivo persistente (alitosi): causato dalla proliferazione batterica nelle tasche gengivali.
sapore sgradevole in bocca: una sensazione amara o alterata.
formazione di tasche parodontali: a causa della distruzione dell'osso e del legamento, le gengive si staccano dal dente, creando degli spazi (tasche) dove batteri e tartaro si accumulano e proliferano. Queste tasche non sono visibili ma misurabili dal dentista.
ipersensibilità dentale: l'esposizione della radice del dente rende il dente più sensibile a stimoli freddi, caldi o dolci.
Sintomi avanzati (grave):
La parodontite, quando non trattata, può portare a sintomi più gravi e potenzialmente invalidanti:
mobilità dentale: i denti iniziano a muoversi o a vacillare, poiché il supporto osseo si riduce drasticamente.
cambiamenti nell'occlusione: la posizione dei denti può cambiare, alterando il modo in cui le arcate si incontrano durante la masticazione.
formazione di ascessi parodontali: infezioni acute e purulente nelle tasche, con gonfiore, dolore intenso e talvolta pus che fuoriesce dalla gengiva.
perdita dei denti: nei casi più gravi e non trattati, la distruzione del supporto osseo porta inevitabilmente alla perdita dei denti.
È importante sottolineare che la parodontite può progredire per lungo tempo in modo silenzioso, con sintomi iniziali poco evidenti o scambiati per problemi minori. Questo rende cruciali le visite di controllo regolari dal dentista.
Le cause della parodontite
La causa principale e scatenante della parodontite è l'accumulo di placca batterica e tartaro sui denti e sotto il bordo gengivale. La placca è un film appiccicoso e incolore di batteri che si forma costantemente sui denti. Se non rimossa quotidianamente con una corretta igiene orale, si mineralizza, trasformandosi in tartaro, una sostanza dura e porosa che aderisce tenacemente alla superficie del dente.
Il tartaro fornisce una superficie ruvida che favorisce un'ulteriore adesione della placca. I batteri presenti nella placca e nel tartaro producono tossine che irritano le gengive, scatenando una risposta infiammatoria (gengivite). Se questa infiammazione persiste, il sistema immunitario, nel tentativo di eliminare i batteri, inizia a distruggere i tessuti che collegano il dente all'osso (legamento parodontale) e l'osso stesso, creando le tasche parodontali e avviando la parodontite.
Oltre a placca e tartaro, ci sono numerosi fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo o all'aggravamento della parodontite:
Scarsa igiene orale: è il fattore di rischio più significativo. Uno spazzolamento insufficiente o una tecnica scorretta non rimuovono efficacemente la placca, permettendo la sua accumulazione.
Fumo: è uno dei maggiori fattori di rischio. Il fumo indebolisce il sistema immunitario, riduce il flusso sanguigno alle gengive, compromette la guarigione dei tessuti e maschera i sintomi (es. sanguinamento), rendendo la parodontite più aggressiva e difficile da trattare.
Predisposizione genetica/ereditarietà: alcune persone hanno una maggiore predisposizione genetica a sviluppare la parodontite, anche con una buona igiene orale. La storia familiare della malattia può essere un indicatore di rischio.
Diabete mellito: le persone con diabete non controllato sono più suscettibili alle infezioni e hanno una ridotta capacità di guarigione, rendendole più inclini a sviluppare parodontite grave.
Stress: lo stress cronico può indebolire il sistema immunitario, rendendo l'organismo più vulnerabile alle infezioni, inclusa la parodontite.
Cambiamenti ormonali: fluttuazioni ormonali durante la gravidanza, la pubertà o la menopausa possono rendere le gengive più sensibili e suscettibili all'infiammazione.
Carenze nutrizionali: una dieta povera di vitamine e minerali essenziali (es. Vitamina C) può compromettere la salute dei tessuti gengivali e la risposta immunitaria.
Farmaci: alcuni farmaci possono causare effetti collaterali che aumentano il rischio di parodontite, come la secchezza delle fauci (ridotta produzione di saliva, che aiuta a lavare via i batteri) o l'ingrossamento delle gengive (es. alcuni farmaci per l'epilessia o immunosoppressori).
Malattie sistemiche: patologie che influenzano il sistema immunitario (es. HIV/AIDS) o che causano infiammazione cronica (es. artrite reumatoide) possono aumentare la suscettibilità alla parodontite.
Denti affollati o malocclusioni: denti non allineati correttamente o affollati possono rendere difficile una pulizia efficace, creando zone dove la placca si accumula più facilmente.
Bruxismo (digrignamento dei denti): il sovraccarico meccanico sui denti e sulle strutture di supporto può aggravare la parodontite esistente o accelerarne la progressione.
La parodontite, quindi, è il risultato di un'interazione complessa tra una causa primaria (i batteri della placca) e una serie di fattori di rischio che ne influenzano la gravità e la progressione.
Chi si occupa della diagnosi di parodontite?
La diagnosi di parodontite è un processo specialistico che richiede l'intervento di professionisti qualificati. Il percorso inizia tipicamente con il dentista generico e, se necessario, prosegue con un parodontologo, che è lo specialista delle malattie parodontali.
Il dentista è il primo punto di contatto e svolge un ruolo cruciale nella diagnosi precoce della parodontite. Durante le visite di controllo di routine (consigliate almeno una volta all'anno, o più frequentemente in caso di rischio), il dentista esegue un esame clinico completo, che include:
Esame visivo delle gengive: per valutare colore, gonfiore, sanguinamento e presenza di recessioni.
Sondaggio parodontale: utilizzando una sonda parodontale millimetrata, il dentista misura la profondità delle tasche gengivali (lo spazio tra il dente e la gengiva). Valori superiori a 3 mm, soprattutto se associati a sanguinamento al sondaggio, sono indicatori di parodontite.
Esame radiografico: le radiografie endorali (piccole radiografie che mostrano 2-3 denti) o la radiografia panoramica (ortopantomografia) permettono di valutare la perdita di osso intorno ai denti, un segno distintivo della parodontite.
Valutazione della mobilità dentale: si valuta se i denti presentano un grado anormale di mobilità.
Se il dentista riscontra segni di parodontite, specialmente in forme moderate o gravi, può decidere di prendere in carico il caso per il trattamento iniziale (pulizia profonda) o di indirizzare il paziente a un parodontologo.
Il ruolo del parodontologo
Il parodontologo è un dentista specializzato nella prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie che colpiscono il parodonto (l'insieme dei tessuti che circondano e supportano il dente: gengiva, osso alveolare, legamento parodontale, cemento radicolare). In caso di parodontite complessa o avanzata, il parodontologo è il professionista più indicato. La sua valutazione è più approfondita e può includere:
Sondaggio parodontale dettagliato: misurazioni precise in ogni punto di ogni dente per creare una "mappa parodontale".
Radiografie specifiche: come il full mouth series (serie completa di radiografie endorali) per una visione dettagliata della perdita ossea.
Test aggiuntivi: in alcuni casi, possono essere eseguiti test microbiologici per identificare i tipi specifici di batteri presenti nelle tasche o test genetici per valutare la predisposizione.
Una diagnosi precoce e accurata è fondamentale per impostare un piano di trattamento efficace e arrestare la progressione della malattia, preservando i denti e la salute orale.
Cura della Parodontite: le strategie efficaci
La cura della parodontite mira a eliminare l'infezione batterica, ridurre l'infiammazione, arrestare la distruzione dei tessuti di supporto e, quando possibile, rigenerare le strutture danneggiate. Il trattamento è sempre personalizzato e dipende dalla gravità della malattia.
1. Terapie non chirurgiche (fase iniziale e mantenimento): Sono il primo approccio per la parodontite lieve-moderata e la base per tutte le altre forme.
Scaling e root planing (ablazione del tartaro e levigatura radicolare): è la procedura fondamentale. Consiste in una pulizia profonda delle tasche parodontali per rimuovere la placca e il tartaro sia sopra che sotto il bordo gengivale. La levigatura radicolare rende la superficie della radice del dente liscia, favorendo la riadesione della gengiva e rendendo più difficile l'adesione dei batteri. Spesso richiede anestesia locale.
Antibiotici (locali o sistemici): in alcuni casi, possono essere prescritti antibiotici, sia sotto forma di gel o inserti da applicare direttamente nelle tasche parodontali, sia per via orale, per combattere le infezioni batteriche più aggressive.
Collutori antimicrobici: possono essere utilizzati come coadiuvanti per ridurre la carica batterica nella bocca.
2. Terapie chirurgiche (per casi avanzati): Se le tasche parodontali sono troppo profonde o se la malattia non risponde alle terapie non chirurgiche, può essere necessario un intervento chirurgico.
Chirurgia a lembo (flap surgery): il chirurgo solleva le gengive per accedere direttamente alle radici dei denti e all'osso, consentendo una pulizia profonda e la rimozione del tessuto infiammato. Successivamente, le gengive vengono riposizionate e suturate.
Innesti di tessuti molli: se c'è una significativa recessione gengivale, si possono prelevare piccole quantità di tessuto dal palato o da un'altra fonte e innestarle per coprire le radici esposte, migliorando l'estetica e riducendo la sensibilità.
Innesti ossei e rigenerazione tissutale guidata: in caso di perdita ossea significativa, si possono utilizzare innesti ossei (propri, da donatore o sintetici) e membrane speciali per stimolare la rigenerazione dell'osso e del legamento parodontale perduti. Questo è un approccio più avanzato per "ricostruire" il supporto del dente.
3. Terapia di mantenimento: Una volta completato il trattamento attivo, la parodontite richiede una fase di mantenimento a lungo termine, che è cruciale per prevenire le recidive. Questa include:
Igiene orale domiciliare rigorosa: il paziente deve continuare a spazzolare i denti correttamente (spesso con spazzolini elettrici), usare il filo interdentale o scovolini interdentali quotidianamente, e, se consigliato, collutori specifici.
Visite di controllo e pulizie professionali regolari: il parodontologo o l'igienista dentale stabiliranno la frequenza delle visite di mantenimento (tipicamente ogni 3-6 mesi) per monitorare lo stato delle gengive, misurare le tasche e rimuovere professionalmente ogni accumulo di placca e tartaro.
La parodontite è una malattia cronica, e il successo della cura dipende dalla combinazione di trattamenti professionali e dalla costante collaborazione del paziente nell'igiene domiciliare e nei controlli regolari.
FAQ
Parodontite e dolore masticazione: c’è una relazione?
Sì, esiste una relazione diretta tra parodontite e dolore durante la masticazione. Nelle fasi iniziali, il dolore può essere lieve o assente. Tuttavia, man mano che la malattia progredisce e il supporto osseo del dente diminuisce, i denti possono diventare mobili e la pressione della masticazione può causare dolore. Anche la formazione di ascessi parodontali, con accumulo di pus, provoca un dolore acuto e intenso durante la masticazione.
Dopo quanto cadono i denti con la parodontite?
Non esiste un tempo standard dopo il quale i denti cadono a causa della parodontite. La progressione della malattia è variabile e dipende da numerosi fattori, inclusa la suscettibilità individuale, la gravità dell'infezione, la qualità dell'igiene orale e la tempestività del trattamento. Se non trattata, la parodontite può progredire lentamente per anni, ma alla fine porta alla perdita dei denti a causa della distruzione del loro supporto osseo. Con un trattamento efficace e una buona manutenzione, è possibile arrestare la progressione e preservare i denti per tutta la vita.
La parodontite è contagiosa?
La parodontite in sé non è "contagiosa" nel senso di una malattia virale o batterica che si trasmette con un semplice contatto o starnuto. Tuttavia, i batteri responsabili della parodontite possono essere trasmessi attraverso lo scambio di saliva, ad esempio tramite baci o la condivisione di posate. Questo non significa che la persona che riceve i batteri svilupperà automaticamente la parodontite, poiché lo sviluppo della malattia dipende dalla suscettibilità individuale e dalla presenza di altri fattori di rischio (igiene orale, fumo, genetica). Quindi, è più corretto parlare di trasmissione di "batteri parodontopatogeni" piuttosto che di "contagio" della malattia stessa.
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