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Mughetto: cos’è, sintomi, cause e rimedi per adulti, neonati e mamme in allattamento

~July 15, 2025
9 minuti
mughetto

Il mughetto è una delle infezioni fungine più comuni del cavo orale, causata dalla proliferazione eccessiva del fungo Candida albicans. Questa patologia può colpire individui di tutte le età, manifestandosi con particolare frequenza nei neonati, negli anziani e nei soggetti immunocompromessi. La comprensione dei meccanismi patogenetici, delle manifestazioni cliniche e delle strategie terapeutiche è fondamentale per una gestione efficace di questa condizione.

La rilevanza clinica del mughetto deriva dalla sua capacità di causare significativo disagio ai pazienti e dalla possibilità di complicanze, specialmente in soggetti vulnerabili. Nei neonati, il mughetto può interferire con l'alimentazione e causare irritabilità, mentre nelle madri che allattano può rendere doloroso l'allattamento al seno. Negli adulti immunocompromessi, l'infezione può estendersi all'esofago e ad altri organi, configurando quadri clinici più severi.

L'approccio terapeutico al mughetto richiede una valutazione personalizzata che consideri l'età del paziente, lo stato immunitario, la presenza di fattori predisponenti e l'estensione dell'infezione. La prevenzione gioca un ruolo cruciale, particolarmente in ambito neonatale e nelle situazioni a rischio di trasmissione, come durante l'allattamento.

Che cosa è il mughetto?

Il mughetto, denominato scientificamente candidosi orale o candidosi pseudomembranosa, è un'infezione micotica del cavo orale causata principalmente dalla Candida albicans, un fungo saprofita normalmente presente nella flora microbica orale in condizioni di equilibrio. La patologia si manifesta quando questo microrganismo prolifera in modo eccessivo, superando le difese naturali dell'ospite e colonizzando le superfici mucose orali.

La Candida albicans è un fungo dimorfismo che può esistere sotto forma di blastospore (forma di lievito) o di ife (forma filamentosa). In condizioni normali, la presenza di questo microrganismo nel cavo orale è controllata dal sistema immunitario, dalla flora batterica residente e dalle caratteristiche fisico-chimiche dell'ambiente orale. L'alterazione di questo delicato equilibrio può favorire la trasformazione della Candida da commensale innocuo a patogeno opportunista.

La fisiopatologia del mughetto coinvolge diversi meccanismi che favoriscono l'adesione, la colonizzazione e l'invasione tissutale da parte della Candida. Il fungo possiede specifiche componenti che gli permettono di aderire alle cellule epiteliali orali, mentre la produzione di enzimi proteolitici facilita la penetrazione nei tessuti. La formazione di biofilm rappresenta un meccanismo di resistenza che protegge il microrganismo dall'azione del sistema immunitario e degli antimicotici.

I fattori predisponenti allo sviluppo del mughetto includono:

  • immunosoppressione

  • antibiotici a largo spettro

  • terapia corticosteroidea

  • diabete mellito,

  • xerostomia

  • uso di protesi dentarie

Nei neonati, l'immaturità del sistema immunitario e la colonizzazione durante il passaggio attraverso il canale del parto rappresentano i principali fattori di rischio.

La diagnosi del mughetto si basa principalmente sul riconoscimento delle caratteristiche cliniche tipiche, supportata da esami microbiologici quando necessario. L'identificazione microscopica diretta del materiale prelevato dalle lesioni può rivelare la presenza di blastospore e pseudoife, mentre l'esame colturale permette l'identificazione specifica del ceppo fungino e la determinazione della sensibilità agli antimicotici.

Le forme cliniche del mughetto variano in base all'età del paziente, allo stato immunitario e alla localizzazione dell'infezione. La forma pseudomembranosa acuta rappresenta la manifestazione più comune, caratterizzata dalla presenza di placche biancastre rimovibili che lasciano una base eritematosa quando distaccate. La forma atrofica acuta si manifesta con aree eritematose e dolorose della mucosa, mentre la forma cronica può presentare aspetti iperplastici o atrofici.

La differenza con la candida

È importante chiarire la distinzione terminologica tra mughetto e candida, poiché spesso questi termini vengono utilizzati impropriamente come sinonimi. La Candida rappresenta il genere di funghi responsabile dell'infezione, mentre il mughetto indica specificamente la manifestazione clinica della candidosi orale, caratterizzata dalle tipiche placche biancastre del cavo orale.

La candidosi può manifestarsi in diverse localizzazioni anatomiche, ciascuna con caratteristiche cliniche specifiche. La candidosi vulvovaginale interessa i genitali femminili e si manifesta con prurito intenso, leucorrea biancastra e dispareunia. La candidosi cutanea colpisce le pieghe cutanee, presentandosi con eritema, macerazione e possibile presenza di satelliti papulo-pustolose. La candidosi ungueale causa alterazioni cromatiche e strutturali delle unghie.

La candidosi sistemica rappresenta la forma più grave dell'infezione, potenzialmente letale, che si verifica in pazienti severamente immunocompromessi. Questa forma può interessare diversi organi, inclusi polmoni, fegato, milza, reni e sistema nervoso centrale, richiedendo terapia antimicotica sistemica aggressiva e prolungata.

Il mughetto orale può essere considerato una forma localizzata di candidosi che, in determinate circostanze, può estendersi all'esofago (candidosi esofagea) o disseminarsi sistemicamente. La progressione dall'infezione localizzata a quella sistemica dipende principalmente dallo stato immunitario dell'ospite e dalla virulenza del ceppo fungino.

La diagnosi differenziale tra le diverse forme di candidosi si basa sulla localizzazione anatomica, sulle caratteristiche cliniche e sui risultati degli esami microbiologici. Nel caso del mughetto, la localizzazione orale e la presenza delle caratteristiche placche biancastre permettono una diagnosi relativamente agevole.


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I sintomi del mughetto

I sintomi del mughetto hanno caratteristiche distintive che permettono il riconoscimento clinico della patologia, anche se l'intensità e la tipologia dei sintomi possono variare in base all'età del paziente, all'estensione dell'infezione e allo stato immunitario dell'ospite.

Il segno patognomonico del mughetto è rappresentato dalla presenza di placche biancastre o bianco-giallastre sulla mucosa orale. Queste lesioni, inizialmente puntiformi, tendono a confluire formando placche di dimensioni maggiori che possono interessare lingua, guance, palato, gengive e faringe. Le placche hanno un aspetto cremoso o caseoso e sono facilmente rimovibili con una garza, lasciando scoperta una base eritematosa e talvolta sanguinante.

Il dolore orale rappresenta un sintomo comune, particolarmente pronunciato nei pazienti adulti. Il dolore può essere continuo o accentuarsi durante la deglutizione, l'assunzione di cibi acidi o piccanti, e durante l'igiene orale. Nei casi più severi, il dolore può interferire significativamente con l'alimentazione e l'assunzione di liquidi, portando a disidratazione e malnutrizione.

La sensazione di bruciore della mucosa orale è frequentemente riportata dai pazienti e può precedere la comparsa delle lesioni visibili. Questo sintomo è particolarmente comune nella forma atrofica del mughetto, dove prevalgono le aree eritematose rispetto alle placche biancastre.

L'alterazione del gusto (disgeusia) rappresenta un sintomo spesso sottovalutato ma significativo per la qualità di vita del paziente. I pazienti riferiscono tipicamente un sapore metallico o amaro persistente, perdita parziale del gusto o percezione alterata dei sapori. Questi disturbi possono persistere anche dopo la risoluzione dell'infezione.

La secchezza delle fauci (xerostomia) può essere sia causa che conseguenza del mughetto. La riduzione della produzione salivare crea un ambiente favorevole alla proliferazione della Candida, mentre l'infezione stessa può alterare la funzione delle ghiandole salivari. La xerostomia accentua tutti gli altri sintomi e può complicare il trattamento.

Le difficoltà nella deglutizione (disfagia) si manifestano quando l'infezione si estende alla faringe e all'esofago. Inizialmente può essere presente solo una sensazione di corpo estraneo in gola, che può evolvere verso una vera e propria difficoltà nell'ingestione di solidi e liquidi.

Nei pazienti anziani o immunocompromessi, il mughetto può presentarsi con sintomi sistemici come febbre, malessere generale e astenia. Questi sintomi possono indicare un'estensione dell'infezione o lo sviluppo di candidemia, richiedendo valutazione e trattamento urgenti.

Mughetto neonato: come riconoscerlo

Il riconoscimento del mughetto nel neonato presenta sfide specifiche legate all'immaturità del sistema immunitario, alle limitazioni comunicative e alle peculiarità anatomiche e fisiologiche di questa fascia d'età. La diagnosi precoce è fondamentale per prevenire complicanze e garantire un'alimentazione adeguata.

Nel neonato, il mughetto si manifesta tipicamente con placche biancastre o perlacee sulla lingua, sulle gengive, sulla mucosa delle guance e sul palato. A differenza dei residui di latte, che si rimuovono facilmente durante l'igiene orale, le placche del mughetto aderiscono saldamente alla mucosa e, quando rimosse, lasciano una base eritematosa che può sanguinare lievemente.

Il comportamento alimentare rappresenta un indicatore importante per il riconoscimento del mughetto neonatale. I neonati affetti possono mostrare difficoltà nell'attaccamento al seno o al biberon, interruzioni frequenti durante la poppata, pianto durante l'alimentazione e rifiuto del cibo. Questi comportamenti sono conseguenti al dolore causato dal contatto del latte con le lesioni orali.

L'irritabilità e il pianto inconsolabile possono essere segni di mughetto nel neonato, particolarmente se non giustificati da altre cause evidenti. Il dolore orale può causare disturbi del sonno e alterazioni del comportamento che si manifestano con agitazione e difficoltà nel consolamento.

La presenza di dermatite da pannolino concomitante può suggerire un'infezione da Candida sistemica nel neonato. L'eritema nella regione perigenitale, caratterizzato da aree eritematose ben demarcate con possibili pustole satelliti, può essere causato dallo stesso ceppo fungino responsabile del mughetto orale.

La perdita di peso o la scarsa crescita ponderale possono essere conseguenze indirette del mughetto neonatale, risultanti dalle difficoltà alimentari. Il monitoraggio del peso rappresenta un parametro importante nella valutazione della severità dell'infezione e dell'efficacia del trattamento.

I segni di disidratazione, come mucose asciutte, ridotta produzione di urine, letargia e fontanella infossata, possono svilupparsi nei casi più severi di mughetto neonatale, particolarmente quando l'infezione interferisce significativamente con l'alimentazione.

La febbre è generalmente assente nel mughetto orale localizzato del neonato, ma la sua presenza può indicare un'infezione più estesa o la presenza di complicanze. In presenza di febbre, è necessaria una valutazione medica immediata per escludere candidemia o altre infezioni sistemiche.

Mughetto in allattamento: cosa sapere

Il mughetto durante l'allattamento rappresenta una problematica complessa che può interessare sia la madre che il neonato, creando un ciclo di reinfezione che richiede un approccio terapeutico coordinato. La comprensione dei meccanismi di trasmissione e delle manifestazioni cliniche specifiche è essenziale per una gestione efficace di questa condizione.

La candidosi mammaria, spesso associata al mughetto neonatale, si manifesta con dolore intenso durante e dopo l'allattamento, sensazione di bruciore o fitte profonde nel seno, arrossamento o lucidità del capezzolo e dell'areola, e possibile presenza di desquamazione cutanea. Il dolore può essere così intenso da compromettere la continuazione dell'allattamento al seno.

La trasmissione dell'infezione può avvenire in entrambe le direzioni: dal neonato alla madre durante l'allattamento o dalla madre al neonato attraverso il contatto con il capezzolo infetto. Questo ciclo di reinfezione può perpetuarsi se non vengono trattati contemporaneamente entrambi i soggetti, anche in presenza di sintomi in uno solo dei due.

I fattori predisponenti alla candidosi mammaria includono ragadi del capezzolo, uso di antibiotici durante la gravidanza o l'allattamento, diabete materno, uso di contraccettivi orali, stress e affaticamento materno. L'ambiente caldo e umido creato dall'allattamento rappresenta un fattore favorente la proliferazione fungina.

La diagnosi di candidosi mammaria si basa principalmente sui sintomi clinici, supportata dal riconoscimento concomitante di mughetto nel neonato. In casi dubbi, può essere utile l'esame microscopico e colturale del latte materno o dei tamponi dal capezzolo, anche se la positività di questi esami non è sempre correlata con l'infezione clinica.

Il trattamento della candidosi mammaria richiede antimicotici topici applicati sui capezzoli dopo ogni poppata, previa accurata pulizia. È fondamentale che il trattamento sia simultaneo per madre e neonato, anche se uno dei due è asintomatico, per evitare la reinfezione. La durata del trattamento deve essere prolungata fino a completa risoluzione dei sintomi e per alcuni giorni successivi.

Le misure igieniche rappresentano un aspetto cruciale nella gestione del mughetto durante l'allattamento. È necessario lavare accuratamente le mani prima e dopo l'allattamento, sterilizzare o sostituire frequentemente oggetti che vengono a contatto con la bocca del neonato (ciucci, tettarelle), cambiare quotidianamente le coppette assorbilatte e utilizzare biancheria intima in cotone.

FAQ

Il mughetto è contagioso?

Il mughetto presenta un potenziale di contagiosità che varia in base alle circostanze e alle modalità di trasmissione. La Candida albicans, essendo un microrganismo opportunista presente normalmente nella flora microbica di molti individui, non si comporta come un patogeno classicamente contagioso, ma può essere trasmessa attraverso contatti diretti in determinate condizioni.

La trasmissione del mughetto avviene principalmente attraverso il contatto diretto con superfici mucose infette. Nel contesto dell'allattamento, la trasmissione tra madre e neonato rappresenta la modalità più comune, potendo avvenire in entrambe le direzioni attraverso il contatto tra bocca del neonato e capezzolo materno durante l'allattamento al seno.

In quanto tempo si guarisce dal mughetto?

La durata della guarigione dal mughetto dipende da molteplici fattori, inclusi l'età del paziente, lo stato immunitario, l'estensione dell'infezione, la tempestività della diagnosi e del trattamento, e la presenza di fattori predisponenti persistenti.

Nei neonati e nei bambini piccoli con sistema immunitario normale, il mughetto tipicamente risponde al trattamento topico entro 7-14 giorni. Il miglioramento clinico è spesso evidente già dopo 2-3 giorni di trattamento, con riduzione del dolore e diminuzione delle placche orali. È importante continuare il trattamento per alcuni giorni dopo la scomparsa dei sintomi per prevenire recidive.


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AutoreElty

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