Prenota la tua visitaConfronta prezzi e tempi
GuideEsami di laboratorioMonociti alti: cosa significa e quando preoccuparsi

Monociti alti: cosa significa e quando preoccuparsi

~May 06, 2025
10 minuti
monociti

Hai appena ritirato le analisi del sangue e hai notato un asterisco accanto alla voce "monociti". Il medico ti ha detto che sono "leggermente elevati", ma quanto dovresti preoccuparti? È il segnale di una patologia grave o semplicemente una variazione temporanea?

I monociti rappresentano una componente fondamentale del nostro sistema immunitario, veri e propri "spazzini" dell'organismo che combattono le infezioni e contribuiscono a mantenere l'equilibrio del nostro corpo. Quando il loro valore aumenta, potrebbe essere il segnale che il nostro sistema difensivo è stato attivato per combattere un'infezione, ma non sempre. In alcuni casi, i monociti alti possono essere il primo campanello d'allarme di condizioni più complesse che richiedono attenzione medica.

Che cosa sono i monociti e cosa significa quando sono alti?

I monociti sono un tipo specifico di globuli bianchi (leucociti) che rappresentano una componente essenziale del sistema immunitario innato, la prima linea di difesa dell'organismo contro agenti patogeni e sostanze estranee. Prodotti nel midollo osseo, i monociti circolano nel sangue per circa 1-3 giorni prima di migrare nei tessuti, dove si differenziano in macrofagi o cellule dendritiche a seconda delle necessità dell'organismo.

La caratteristica distintiva dei monociti è la loro capacità di fagocitosi, ovvero l'abilità di inglobare e digerire microrganismi patogeni, cellule morte, detriti cellulari e sostanze estranee. Oltre a questa funzione di "spazzini", i monociti svolgono un ruolo cruciale nella risposta infiammatoria e nell'attivazione dell'immunità adattativa, fungendo da ponte tra le difese innate e quelle specifiche dell'organismo.

Si parla di "monociti alti" o "monocitosi" quando la concentrazione di queste cellule nel sangue supera i valori di riferimento considerati normali. Questo aumento può essere espresso sia in termini percentuali rispetto al totale dei leucociti, sia come valore assoluto (numero di monociti per microlitro di sangue).

Valori standard di monociti in adulti e bambini

I valori di riferimento dei monociti possono variare leggermente da laboratorio a laboratorio, in base alle metodiche utilizzate e agli strumenti di analisi. Tuttavia, esistono range generalmente accettati che permettono di individuare condizioni di monocitosi.

Negli adulti, i valori normali di monociti sono generalmente compresi tra:

Valori percentuali: 2-8% del totale dei leucociti

Valori assoluti: 200-800 monociti per microlitro (μL) di sangue

Nei bambini, la situazione è più complessa, poiché i valori di riferimento variano significativamente in base all'età:

  • Neonati (0-28 giorni)

    • Valori percentuali: 3–10%

    • Valori assoluti: 300–1000 monociti/μL

  • Lattanti (1–12 mesi)

    • Valori percentuali: 3–9%

    • Valori assoluti: 300–900 monociti/μL

  • Bambini (1–12 anni)

    • Valori percentuali: 2–8%

    • Valori assoluti: 200–800 monociti/μL

  • Adolescenti (13–18 anni)

    • Valori percentuali: 2–8%

    • Valori assoluti: 200–800 monociti/μL

È importante considerare che nei bambini, soprattutto nei più piccoli, il sistema immunitario è in fase di sviluppo e mostra una maggiore reattività, quindi valori leggermente superiori al range di riferimento sono generalmente considerati meno preoccupanti rispetto agli adulti, soprattutto se temporanei e in assenza di altri sintomi significativi.

La monocitosi può essere classificata in base all'entità dell'aumento:

  • Lieve: quando i valori superano di poco il limite superiore del range di riferimento

  • Moderata: quando i valori sono significativamente elevati

  • Severa: quando i valori sono molto elevati, generalmente oltre il doppio del limite superiore

La monocitosi lieve e transitoria è spesso una risposta fisiologica dell'organismo a stress, esercizio fisico intenso o variazioni ormonali. Al contrario, la monocitosi moderata o severa, soprattutto se persistente, richiede un'indagine più approfondita per identificarne la causa sottostante.

I sintomi correlati

La monocitosi di per sé non causa sintomi specifici, essendo piuttosto una manifestazione laboratoristica di un processo patologico sottostante. Tuttavia, le condizioni associate all'aumento dei monociti possono determinare un quadro sintomatologico variabile, che dipende dalla causa scatenante.

Nei casi di monocitosi dovuta a infezioni acute o croniche, i sintomi possono includere:

Nelle malattie infiammatorie croniche e autoimmuni, oltre ai sintomi specifici della patologia di base, la monocitosi può accompagnarsi a:

  • Astenia (stanchezza cronica)

  • Febbricola persistente

  • Dolori articolari

  • Inappetenza

  • Alterazioni cutanee

Nelle patologie neoplastiche, in particolare nelle leucemie mielomonocitiche, possono manifestarsi:

  • Stanchezza estrema

  • Pallore cutaneo

  • Sanguinamento o ecchimosi frequenti

  • Infezioni ricorrenti

  • Epatomegalia e/o splenomegalia (ingrossamento di fegato e milza)

  • Perdita di peso significativa

Stanchezza

La stanchezza rappresenta uno dei sintomi più comuni associati a condizioni che determinano un aumento dei monociti nel sangue. Si tratta di un'astenia che non migliora con il riposo e che può interferire significativamente con le attività quotidiane.

Questa manifestazione è particolarmente frequente nei casi di:

  • Infezioni croniche, dove la risposta immunitaria prolungata comporta un dispendio energetico considerevole

  • Malattie infiammatorie, nelle quali le citochine pro-infiammatorie rilasciate dai monociti possono indurre uno stato di affaticamento

  • Patologie ematologiche, dove l'alterazione della funzionalità midollare può compromettere la produzione di globuli rossi, causando anemia e conseguente stanchezza

La stanchezza associata a monocitosi può presentarsi con caratteristiche distintive:

  • Insorgenza graduale o improvvisa

  • Persistenza nonostante adeguati periodi di riposo

  • Peggioramento con l'attività fisica

  • Associazione con altri sintomi come debolezza muscolare, difficoltà di concentrazione o sonnolenza diurna

È importante sottolineare che la stanchezza è un sintomo aspecifico che può essere causato da numerose condizioni, molte delle quali non correlate all'aumento dei monociti. Tuttavia, quando si presenta in concomitanza con monocitosi persistente e altri segni o sintomi suggestivi, dovrebbe essere valutata nel contesto di un quadro clinico più ampio.


Prenota Esame del Sangue a

La diagnosi di monociti alti con gli esami del sangue

La valutazione dei monociti viene effettuata attraverso l'esame emocromocitometrico completo con formula leucocitaria, un test di routine che fornisce informazioni dettagliate sui vari componenti del sangue, inclusi globuli rossi, piastrine e globuli bianchi con le loro sottopopolazioni.

L'esame richiede un prelievo di sangue venoso, generalmente dal braccio, e non necessita di particolare preparazione, sebbene sia consigliabile eseguirlo al mattino e a digiuno da almeno 8 ore per ottenere risultati più standardizzati.

Il conteggio dei monociti può essere effettuato attraverso due metodiche principali:

  • Analisi automatizzata: utilizzando strumenti elettronici che contano e classificano le cellule in base a caratteristiche fisiche e chimiche

  • Valutazione microscopica: esaminando direttamente uno striscio di sangue al microscopio ottico, metodica che permette una valutazione morfologica più accurata

Il risultato viene espresso in due modalità:

  1. Valore percentuale (MON%): indica la percentuale di monociti rispetto al totale dei leucociti

  2. Valore assoluto (MON#): indica il numero effettivo di monociti per microlitro di sangue

È fondamentale considerare entrambi i valori per una corretta interpretazione dei risultati. In alcune situazioni, come nella leucopenia (riduzione globale dei leucociti), il valore percentuale dei monociti può risultare elevato anche se il loro numero assoluto è normale, configurando una "monocitosi relativa" piuttosto che una vera e propria monocitosi.

Oltre al semplice conteggio, l'analisi morfologica dei monociti può fornire informazioni aggiuntive preziose. Alterazioni nella dimensione, nella forma o nella granularità citoplasmatica possono suggerire specifiche patologie, come infezioni virali o disordini mieloproliferativi.

In caso di monocitosi significativa o persistente, il medico potrebbe richiedere ulteriori accertamenti per identificarne la causa sottostante:

  • Esami microbiologici: emocolture, tamponi, ricerca di agenti patogeni specifici

  • Indagini immunologiche: dosaggio di autoanticorpi, marker di infiammazione come VES e PCR

  • Diagnostica per immagini: ecografie, radiografie, TC o RM per evidenziare eventuali focolai infettivi o processi infiammatori

  • Esami istologici: in casi selezionati, biopsia del midollo osseo o di linfonodi ingrossati per escludere patologie ematologiche maligne

La diagnosi differenziale della monocitosi è spesso complessa e richiede una valutazione clinica globale che tenga conto della storia del paziente, della presentazione dei sintomi e dei risultati di tutti gli esami diagnostici.

Il rapporto tra monociti e linfociti

L'analisi delle popolazioni leucocitarie deve considerare non solo i valori assoluti delle singole componenti, ma anche le loro proporzioni relative. Il rapporto tra monociti e linfociti (MLR, Monocyte to Lymphocyte Ratio) è un parametro emergente che sta acquisendo sempre maggiore rilevanza clinica come marcatore di infiammazione sistemica e predittore prognostico in diverse condizioni patologiche.

In condizioni fisiologiche, i linfociti rappresentano circa il 20-40% dei leucociti totali, mentre i monociti costituiscono solo il 2-8%. Di conseguenza, il rapporto MLR normale è generalmente inferiore a 0,4. Alterazioni significative di questo rapporto possono fornire indizi diagnostici importanti e orientare il percorso di approfondimento clinico.

Linfociti e monociti alti

Quando sia linfociti che monociti risultano elevati (pancitosi linfomonocitaria), le cause più frequenti includono:

  • Infezioni virali acute: molte infezioni virali, come la mononucleosi infettiva, l'epatite virale o l'infezione da citomegalovirus, determinano un aumento contemporaneo di linfociti e monociti. In questi casi, i linfociti possono presentare alterazioni morfologiche caratteristiche (linfociti attivati o atipici)

  • Fase di convalescenza dopo infezioni batteriche: nella fase di guarigione da un'infezione batterica, si può assistere a un incremento dei linfociti che si affianca alla monocitosi precedentemente instauratasi

  • Alcune malattie autoimmuni: in condizioni come il lupus eritematoso sistemico o l'artrite reumatoide, si può verificare un'attivazione simultanea di diverse componenti del sistema immunitario

  • Leucemie croniche: alcune forme di leucemia linfocitica cronica o leucemia mielomonocitica cronica possono presentarsi con aumento contemporaneo di entrambe le popolazioni cellulari

In questi casi, è fondamentale valutare anche le caratteristiche morfologiche delle cellule e l'eventuale presenza di cellule immature o atipiche nel sangue periferico, che potrebbero suggerire una patologia ematologica maligna.

Linfociti alti e monociti bassi

La combinazione di linfocitosi (aumento dei linfociti) e monocitopenia (riduzione dei monociti) è meno comune e può essere osservata in:

  • Infezioni virali specifiche: alcune infezioni virali possono indurre una risposta prevalentemente linfocitaria con contemporanea riduzione dei monociti

  • Disturbi linfoproliferativi: condizioni come la leucemia linfocitica cronica o alcuni linfomi possono causare un marcato aumento dei linfociti, mentre la produzione di monociti può risultare compromessa dalla proliferazione neoplastica

  • Alcuni farmaci: certi agenti chemioterapici o immunosoppressori possono avere effetti differenziali sulle diverse popolazioni leucocitarie

Questa configurazione richiede generalmente approfondimenti diagnostici specifici, con particolare attenzione all'immunofenotipizzazione dei linfociti circolanti per identificare eventuali popolazioni monoclonali suggestive di patologie linfoproliferative.

Linfociti bassi e monociti alti

Il pattern caratterizzato da linfopenia (riduzione dei linfociti) e monocitosi può essere indicativo di:

  • Infezioni batteriche gravi: nelle setticemie o nelle infezioni batteriche sistemiche, i linfociti possono ridursi mentre i monociti aumentano come risposta dell'organismo all'invasione batterica

  • Stress fisico intenso: situazioni di stress severo, come traumi maggiori, interventi chirurgici o ustioni estese, possono determinare una riduzione dei linfociti con contemporaneo aumento dei monociti

  • Terapia corticosteroidea: i corticosteroidi causano tipicamente linfopenia mentre possono incrementare i monociti circolanti

  • Alcune neoplasie solide avanzate: tumori in fase metastatica possono associarsi a questo pattern ematologico

  • HIV/AIDS: nelle fasi avanzate dell'infezione da HIV, la marcata riduzione dei linfociti T CD4+ può accompagnarsi a un aumento compensatorio dei monociti

Questa configurazione è spesso associata a prognosi sfavorevole in diverse condizioni patologiche e merita particolare attenzione clinica.

Monociti alti e neutrofili bassi

L'associazione di monocitosi e neutropenia (riduzione dei neutrofili) è piuttosto inusuale e può suggerire:

  • Infezioni virali specifiche: alcune infezioni virali possono determinare neutropenia con contemporaneo aumento dei monociti

  • Reazioni avverse a farmaci: certi farmaci possono deprimere selettivamente la produzione di neutrofili risparmiando o stimolando quella dei monociti

  • Malattie autoimmuni con neutropenia immune: condizioni come il lupus eritematoso sistemico possono causare una distruzione immuno-mediata dei neutrofili con relativo incremento dei monociti

  • Sindromi mielodisplastiche: disordini clonali del midollo osseo in cui la produzione di neutrofili è compromessa mentre quella dei monociti può essere conservata o aumentata

  • Alcune leucemie acute: la leucemia mielomonocitica acuta può presentarsi con questo quadro ematologico

Questa configurazione richiede generalmente una valutazione del midollo osseo per escludere patologie ematologiche primarie.

Eosinofili e monociti alti

L'incremento simultaneo di eosinofili e monociti può verificarsi in:

  • Reazioni allergiche: alcune forme di allergia possono attivare sia eosinofili che monociti

  • Infezioni parassitarie: parassitosi come la schistosomiasi o la filariasi possono determinare eosinofilia e monocitosi

  • Malattie dermatologiche: dermatiti croniche, pemfigo, o altre patologie cutanee possono associarsi a questo pattern ematologico

  • Sindrome ipereosinofila: condizione caratterizzata da marcata eosinofilia che può associarsi a monocitosi

  • Alcune neoplasie: linfomi di Hodgkin, leucemia mielomonocitica cronica con eosinofilia o tumori solidi con produzione di citochine stimolanti entrambe le linee cellulari

La concomitante elevazione di queste due popolazioni leucocitarie suggerisce spesso una risposta immunitaria complessa che coinvolge meccanismi sia allergici che infiammatori.

Monociti e neutrofili alti

L'aumento contemporaneo di monociti e neutrofili configura una leucocitosi mieloide che può essere osservata in:

  • Infezioni batteriche acute: le infezioni batteriche stimolano la produzione sia di neutrofili che di monociti come meccanismo di difesa

  • Infiammazioni acute: processi infiammatori intensi come pancreatite acuta, infarto miocardico o traumi tissutali estesi

  • Malattie mieloproliferative: condizioni come la leucemia mieloide cronica o la policitemia vera possono presentarsi con aumento di diverse linee mieloidi

  • Terapia con fattori di crescita ematopoietici: farmaci come il G-CSF (Granulocyte Colony-Stimulating Factor) stimolano la produzione di neutrofili ma possono aumentare anche i monociti

  • Alcune neoplasie con sindromi paraneoplastiche: tumori che producono citochine stimolanti le cellule mieloidi

Questo pattern è generalmente espressione di una risposta infiammatoria acuta o di una stimolazione globale della mielopoiesi.

Leucociti bassi e monociti alti

La combinazione di leucopenia (riduzione globale dei leucociti) con monocitosi relativa o assoluta può essere indicativa di:

  • Fase iniziale di ripresa da agranulocitosi: nella fase di recupero da una severa neutropenia, i monociti possono aumentare prima degli altri leucociti

  • Alcune infezioni virali: virus come quello dell'influenza o dell'epatite possono causare leucopenia con risparmio o aumento relativo dei monociti

  • Lupus eritematoso sistemico: questa malattia autoimmune può associarsi a leucopenia con monocitosi relativa

  • Sindromi mielodisplastiche: in alcune forme di mielodisplasia, la produzione globale di leucociti è ridotta ma quella dei monociti può essere relativamente preservata

  • Effetti collaterali di farmaci: alcuni chemioterapici o immunosoppressori possono avere effetti differenziali sulle diverse popolazioni leucocitarie

Questa configurazione richiede un'attenta valutazione per distinguere tra un aumento reale dei monociti e un incremento solo percentuale dovuto alla riduzione delle altre popolazioni leucocitarie.

I monociti rappresentano una componente essenziale del nostro sistema immunitario, con ruoli cruciali nella difesa contro agenti patogeni e nella regolazione dell'infiammazione. Un aumento dei loro livelli nel sangue, o monocitosi, non costituisce di per sé una patologia, ma piuttosto un segnale che merita attenzione e, in alcuni casi, approfondimenti diagnostici.

Prenota ora un Esame del Sangue

Cerca la prestazione medica di cui hai bisogno.

AutoreElty

Specializzati in tematiche di salute e benessere, ci impegniamo a fornirvi informazioni precise, aggiornate e facilmente accessibili per aiutarvi a vivere una vita più sana.

Chi siamo?
Elty è composto da un team di esperti in salute pubblica, nutrizionisti, medici e giornalisti scientifici. Uniamo le nostre diverse competenze per portarvi articoli che coprono un'ampia gamma di argomenti, dalla nutrizione alla salute mentale, dalla prevenzione delle malattie agli ultimi ritrovati della medicina.

La nostra missione
La nostra missione è chiarire il complesso mondo della salute e del benessere, rendendolo accessibile a tutti. Crediamo fermamente che un pubblico informato sia un pubblico più sano, e ci impegniamo a mantenervi aggiornati con contenuti affidabili e ben ricercati.