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Legionella: cos’è, come si prende e quali sono i sintomi

~May 06, 2025
11 minuti
legionella

La Legionella rappresenta una minaccia invisibile ma potenzialmente letale che si nasconde negli ambienti acquatici che ci circondano. Questa infezione, conosciuta anche come "malattia dei legionari", ha fatto la sua drammatica comparsa nel 1976 quando un'epidemia colpì i partecipanti a un raduno dell'American Legion a Philadelphia, causando 34 morti su 221 persone contagiate. Da allora, la Legionella è diventata un problema di salute pubblica riconosciuto a livello mondiale.

Il batterio responsabile di questa infezione è in grado di colonizzare sistemi idrici artificiali come impianti di condizionamento, docce, tubature e circuiti d'acqua calda, per poi diffondersi attraverso aerosol che, se inalati, possono provocare gravi forme di polmonite. 

La pericolosità della Legionella risiede nella sua capacità di colpire silenziosamente, manifestandosi inizialmente con sintomi simili a quelli di una comune influenza, per poi evolvere rapidamente in quadri clinici potenzialmente fatali, specialmente nelle persone più vulnerabili.

Legionella: i sintomi

La Legionella può manifestarsi clinicamente in due forme principali: la malattia dei legionari, più grave e caratterizzata da polmonite, e la febbre di Pontiac, una forma più lieve che non interessa i polmoni. I sintomi variano in base alla forma clinica e possono presentarsi con diversa intensità a seconda della vulnerabilità individuale del soggetto colpito.

La malattia dei legionari, dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (mediamente 5-6 giorni), esordisce tipicamente con manifestazioni sistemiche non specifiche, per poi evolvere rapidamente in un quadro respiratorio severo. I sintomi iniziali possono includere febbre elevata, spesso superiore ai 39°C, accompagnata da brividi, mal di testa intenso, malessere generale, dolori muscolari diffusi (mialgie) e stanchezza estrema (astenia).

Con il progredire dell'infezione, compaiono sintomi respiratori come tosse inizialmente secca e non produttiva, che può diventare produttiva con espettorato mucoso o talvolta striato di sangue. Si manifestano inoltre difficoltà respiratoria (dispnea), dolore toracico durante la respirazione (dolore pleuritico) e, nei casi più gravi, cianosi, un colorito bluastro della pelle e delle mucose dovuto all'insufficiente ossigenazione del sangue.

Circa un terzo dei pazienti può presentare anche manifestazioni gastrointestinali come nausea, vomito, dolori addominali e diarrea. Nel 25% dei casi sono presenti sintomi neurologici, tra cui confusione mentale, disorientamento, allucinazioni, delirio e, raramente, segni neurologici focali.

La febbre di Pontiac, invece, rappresenta la forma più lieve dell'infezione da Legionella. Dopo un periodo d'incubazione più breve, generalmente compreso tra 24 e 48 ore, si manifesta come una sindrome simil-influenzale con febbre, cefalea, malessere generale e dolori muscolari, senza interessamento polmonare significativo. Questa forma si risolve spontaneamente nell'arco di 2-5 giorni, senza necessità di trattamento antibiotico specifico.

Legionella: sintomi iniziali

I sintomi iniziali dell'infezione da Legionella sono spesso aspecifici e possono essere facilmente confusi con quelli di altre malattie infettive respiratorie, come l'influenza stagionale o altre forme di polmonite atipica. Questo rende la diagnosi precoce particolarmente complessa e sottolinea l'importanza di una valutazione medica tempestiva, soprattutto in presenza di fattori di rischio.

Nella fase iniziale della malattia dei legionari, i sintomi sono prevalentemente sistemici e comprendono:

  1. febbre elevata: generalmente superiore ai 39°C, con insorgenza improvvisa e spesso accompagnata da brividi intensi; 

  2. malessere generale: sensazione diffusa di disagio fisico e debolezza; 

  3. cefalea: mal di testa persistente, spesso di intensità moderata o severa; 

  4. dolori muscolari (mialgie): dolori diffusi a livello della muscolatura, particolarmente evidenti a livello degli arti e della regione lombare; 

  5. astenia: stanchezza intensa e sproporzionata rispetto alle attività svolte.

Nelle 24-48 ore successive all'esordio, compaiono i sintomi respiratori che segnalano l'interessamento polmonare:

  1. tosse secca: inizialmente non produttiva, può diventare produttiva nei giorni successivi; 

  2. dispnea lieve: iniziale sensazione di "fiato corto", soprattutto durante lo sforzo; 

  3. dolore toracico: dolore o fastidio al petto, esacerbato dagli atti respiratori.

In questa fase iniziale possono manifestarsi anche sintomi gastrointestinali come nausea, perdita di appetito, vomito e diarrea, che si osservano in circa il 30-50% dei pazienti con malattia dei legionari.

La febbre di Pontiac, invece, si presenta fin dall'inizio con un quadro simil-influenzale caratterizzato da febbre, cefalea, malessere generale e mialgie, senza evoluzione verso manifestazioni respiratorie significative.

È importante sottolineare che la presenza di questi sintomi, soprattutto se associati a potenziali esposizioni a fonti di Legionella (soggiorno in hotel, utilizzo di spa, recenti lavori idraulici domestici), dovrebbe indurre a consultare tempestivamente un medico, in particolare nei soggetti con fattori di rischio come età avanzata, immunodepressione o patologie croniche preesistenti.

Quali sono le cause della legionella

La legionellosi è causata da batteri del genere Legionella, con Legionella pneumophila che rappresenta l'agente eziologico più frequentemente coinvolto (responsabile di circa il 90% dei casi). Si tratta di batteri gram-negativi aerobi che comprendono più di 60 specie diverse, suddivise in 71 sierotipi, anche se non tutti sono associati a patologia nell'uomo.

La Legionella è un microrganismo ubiquitario che colonizza naturalmente gli ambienti acquatici sia naturali (laghi, fiumi, acque termali) che artificiali (sistemi di distribuzione dell'acqua, torri di raffreddamento, impianti di condizionamento). Il suo habitat ideale è rappresentato da acque con temperature comprese tra i 25°C e i 45°C, sebbene possa sopravvivere in un range di temperatura più ampio (da 5,7°C a 55°C).

Diversi fattori ambientali favoriscono la proliferazione della Legionella nei sistemi idrici:

  1. temperatura dell'acqua: la crescita ottimale avviene tra i 25°C e i 42°C, con un picco intorno ai 37°C. Temperature superiori a 60°C risultano invece letali per il batterio; 

  2. ristagno idrico: la presenza di rami morti nelle tubature o di circuiti idrici poco utilizzati favorisce la stagnazione dell'acqua e la conseguente proliferazione batterica; 

  3. presenza di biofilm: la formazione di biofilm sulle superfici interne delle tubature costituisce un ambiente protettivo ideale per la sopravvivenza e la moltiplicazione della Legionella.

  4. sedimenti e materiale organico: la presenza di sedimenti, calcare, ruggine e materiale organico nell'acqua fornisce nutrienti essenziali per la crescita batterica.

  5. presenza di altri microrganismi: alghe, amebe e altri microrganismi acquatici possono favorire la crescita della Legionella, fungendo da "ospiti" per la replicazione intracellulare del batterio.

  6. caratteristiche chimiche dell'acqua: pH neutro o leggermente acido, bassa concentrazione di cloro e presenza di alcuni metalli (ferro, zinco, alluminio) creano condizioni favorevoli alla crescita del batterio.

La trasmissione della Legionella all'uomo avviene esclusivamente per via aerea, attraverso l'inalazione di aerosol contaminati. Non è stata documentata la trasmissione interumana diretta. Le principali fonti di infezione sono rappresentate da:

  • impianti di condizionamento dell'aria e torri di raffreddamento; 

  • sistemi di distribuzione dell'acqua calda sanitaria; 

  • docce e rubinetti; 

  • fontane decorative e nebulizzatori; 

  • vasche idromassaggio e piscine; 

  • umidificatori e apparecchi per aerosolterapia. 

Particolarmente a rischio sono le strutture con impianti idrici complessi e datati, come hotel, ospedali, case di riposo e grandi edifici pubblici, soprattutto quando sottoposti a manutenzione inadeguata.


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Incubazione legionella

Il periodo di incubazione della legionellosi, ovvero l'intervallo di tempo che intercorre tra l'esposizione al batterio e la comparsa dei primi sintomi, varia in base alla forma clinica della malattia e alla carica batterica inalata.

Per la malattia dei legionari, la forma più grave caratterizzata da polmonite, il periodo di incubazione oscilla generalmente tra 2 e 10 giorni, con una media di 5-6 giorni. Occasionalmente, sono stati documentati periodi di incubazione più lunghi, fino a 14 giorni, soprattutto in soggetti immunodepressi o sottoposti a terapie immunosoppressive.

La febbre di Pontiac, invece, presenta un periodo di incubazione significativamente più breve, compreso tra 24 e 48 ore. Questa forma più lieve dell'infezione si manifesta rapidamente dopo l'esposizione e si risolve altrettanto velocemente, in genere nell'arco di 2-5 giorni.

Il periodo di incubazione può essere influenzato da diversi fattori:

  1. carica batterica: un'esposizione a una concentrazione elevata di Legionella può ridurre il tempo di incubazione.

  2. virulenza del ceppo: alcuni sierotipi di Legionella pneumophila, in particolare il sierogruppo 1, sono associati a una maggiore patogenicità.

  3. stato immunitario dell'ospite: pazienti immunodepressi o con patologie croniche possono manifestare sintomi più precocemente e in forma più severa.

  4. età: Negli anziani, il periodo di incubazione può essere più breve e l'evoluzione clinica più rapida.

La conoscenza del periodo di incubazione è fondamentale in ambito epidemiologico per identificare correttamente la fonte di esposizione in caso di focolai epidemici. Durante le indagini epidemiologiche, vengono considerate rilevanti le esposizioni a potenziali fonti di Legionella avvenute nei 10 giorni precedenti l'insorgenza dei sintomi per la malattia dei legionari, e nei 3 giorni precedenti per la febbre di Pontiac.

È importante sottolineare che durante il periodo di incubazione, sebbene il paziente non presenti ancora sintomi clinici, il processo infettivo è già in atto, con la replicazione del batterio all'interno dei macrofagi alveolari e l'innesco della risposta infiammatoria che porterà successivamente alle manifestazioni cliniche della malattia.

Diagnosi e trattamento della legionella

La diagnosi di legionellosi si basa su una combinazione di elementi clinici, radiologici e di laboratorio. Poiché i sintomi non sono specifici e possono essere confusi con quelli di altre forme di polmonite, è essenziale ricorrere a indagini diagnostiche mirate.

I principali metodi diagnostici includono:

  1. ricerca dell'antigene urinario: rappresenta il test di prima linea per la diagnosi della legionellosi, per la sua rapidità (risultato disponibile in poche ore) e facilità di esecuzione. Questo test rileva la presenza dell'antigene solubile di Legionella pneumophila sierogruppo 1 nelle urine, che può essere rilevabile già dopo 2-3 giorni dall'insorgenza dei sintomi e persistere per settimane, anche dopo l'inizio della terapia antibiotica. Il limite principale è rappresentato dalla capacità di rilevare unicamente L. pneumophila sierogruppo 1, che tuttavia è responsabile di circa il 70-80% dei casi di legionellosi.

  2. esame colturale: costituisce il gold standard diagnostico, consentendo l'isolamento diretto del batterio da campioni respiratori (espettorato, lavaggio bronco-alveolare, aspirato tracheale) o da altri campioni biologici in caso di localizzazioni extra-polmonari. La coltura richiede terreni selettivi specifici (BCYE, Buffered Charcoal Yeast Extract) e tempi più lunghi (3-5 giorni). Il vantaggio principale è la possibilità di identificare tutte le specie e sierotipi di Legionella, oltre a consentire la tipizzazione del ceppo, fondamentale nelle indagini epidemiologiche.

  3. sierologia: La ricerca di anticorpi specifici anti-Legionella nel siero del paziente ha utilità principalmente retrospettiva o epidemiologica, poiché richiede il prelievo di due campioni a distanza di diverse settimane per documentare la sieroconversione o un incremento significativo del titolo anticorpale.

  4. Indagini radiologiche: la radiografia del torace evidenzia tipicamente un quadro di polmonite, con addensamenti alveolari uni o bilaterali, a volte associati a versamento pleurico. Nei casi più complessi può essere utile la TC (Tomografia Computerizzata) toracica, che può rivelare la presenza di aree di consolidamento, opacità a vetro smerigliato o ascessi polmonari.

La combinazione di questi test, insieme alla valutazione clinica e all'anamnesi (con particolare attenzione ai potenziali fattori di esposizione), consente di stabilire una diagnosi accurata e di avviare rapidamente il trattamento appropriato.

Trattamento della legionellosi

Il trattamento della legionellosi varia in base alla forma clinica e alla gravità della malattia. La febbre di Pontiac, essendo una forma autolimitante, non richiede generalmente terapia antibiotica specifica e si risolve spontaneamente nell'arco di pochi giorni con terapia sintomatica (antipiretici, adeguata idratazione).

La malattia dei legionari, invece, richiede un trattamento antibiotico mirato e, nei casi più gravi, misure di supporto respiratorio e sistemico. La scelta dell'antibiotico deve tenere conto delle caratteristiche della Legionella, un batterio intracellulare che richiede farmaci in grado di penetrare efficacemente all'interno delle cellule.

Nei casi più gravi o nei pazienti immunocompromessi, la durata della terapia antibiotica può essere estesa fino a 21 giorni o più, con monitoraggio stretto della risposta clinica.

I pazienti con malattia dei legionari richiedono generalmente il ricovero ospedaliero, con possibile necessità di cure intensive nei casi più severi. La risposta al trattamento è solitamente rapida, con defervescenza entro 48-72 ore dall'inizio della terapia antibiotica adeguata. Tuttavia, alcuni sintomi come astenia, tosse e alterazioni radiologiche possono persistere per diverse settimane.

Il monitoraggio del paziente durante e dopo il trattamento prevede controlli clinici, ematochimici e radiologici seriati per verificare la risoluzione dell'infezione e l'eventuale comparsa di complicanze tardive.

La legionellosi rappresenta una patologia infettiva complessa e potenzialmente grave, caratterizzata da un ampio spettro di manifestazioni cliniche che spaziano da forme lievi simil-influenzali fino a quadri severi di polmonite con compromissione multiorgano. La sua peculiarità risiede nella modalità di trasmissione, esclusivamente attraverso l'inalazione di aerosol contaminati provenienti da sistemi idrici colonizzati dal batterio, e nella predilezione per categorie di soggetti vulnerabili come anziani, immunodepressi e pazienti con patologie croniche.

FAQ

A che temperatura muore la legionella?

La Legionella viene inattivata a temperature superiori a 60°C. Il batterio sopravvive in un intervallo termico tra 5,7°C e 55°C, con crescita ottimale tra 25°C e 42°C. Per garantire la disinfezione termica degli impianti idrici, si raccomanda di mantenere l'acqua calda a temperature di almeno 60°C nei serbatoi e superiori a 50°C in tutti i punti terminali della rete idrica. L'esposizione prolungata a tali temperature causa la morte del microrganismo, rendendo questo metodo efficace per la bonifica degli impianti contaminati.

Come prevenire la legionella?

La prevenzione della legionella si basa su interventi tecnici sugli impianti idrici: mantenere la temperatura dell'acqua fuori dal range 20-50°C, eliminare i rami morti nelle tubature per evitare ristagni, effettuare disinfezioni periodiche con trattamenti termici o chimici. Fondamentali sono la corretta progettazione e manutenzione degli impianti di condizionamento, idro-sanitari e di distribuzione dell'acqua. Nelle strutture ad alto rischio (ospedali, hotel) è essenziale implementare piani di autocontrollo con campionamenti microbiologici periodici per monitorare l'eventuale presenza del batterio.

Legionella come si prende?

La legionellosi si contrae esclusivamente per via aerea, inalando aerosol contenenti il batterio. La trasmissione avviene attraverso goccioline d'acqua contaminate nebulizzate, come quelle prodotte durante la doccia, dall'uso di vasche idromassaggio o dai sistemi di condizionamento. L'infezione non si trasmette da persona a persona. Le principali fonti di contagio sono gli impianti idrici contaminati, specialmente quelli con temperature comprese tra 25°C e 45°C, dove il batterio prolifera attivamente.

La legionella è contagiosa?

La legionellosi non è una malattia contagiosa e non si trasmette da persona a persona. L'infezione si contrae esclusivamente inalando aerosol contaminati provenienti da fonti ambientali. Questo distingue la legionellosi da altre infezioni respiratorie come l'influenza o il COVID-19. La trasmissione avviene per inalazione di aerosol o, meno frequentemente, per aspirazione di acqua contaminata. Per questo motivo, le misure di isolamento del paziente non sono necessarie dal punto di vista del controllo dell'infezione.

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