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Impetigine nei bambini e negli adulti: sintomi, cause e cura

~May 06, 2025
9 minuti
impetigine

L'impetigine: un nemico silenzioso che assale la nostra pelle. Forse non ne hai mai sentito parlare, ma questa infezione cutanea altamente contagiosa colpisce ogni anno migliaia di persone, soprattutto bambini. Ti sei mai chiesto perché quelle piccole vescicole pruriginose compaiono improvvisamente sul viso o sugli arti del tuo bambino? O perché quella lesione cutanea si è rapidamente diffusa formando fastidiose croste giallastre? Dietro questi segni si nasconde spesso l'impetigine, un'infezione batterica superficiale che, se non trattata adeguatamente, può diffondersi rapidamente e portare a complicazioni.

Che cosa è l’impetigine?

L'impetigine è un'infezione cutanea acuta di origine batterica che colpisce gli strati più superficiali della pelle. Il termine stesso deriva dal verbo latino "impetere", che significa "assalire", evidenziando la natura aggressiva e rapida di questa condizione. Si tratta di una delle infezioni cutanee più comuni nei bambini, particolarmente in età prescolare e scolare (sotto i 10 anni), sebbene possa manifestarsi anche negli adulti.

Questa piodermite (infezione della pelle causata da batteri piogeni) è altamente contagiosa e si caratterizza per la comparsa di lesioni cutanee che evolvono rapidamente. L'impetigine rappresenta un problema particolarmente diffuso durante i mesi estivi, quando il clima caldo-umido crea condizioni ideali per la proliferazione batterica.

A differenza di altre infezioni cutanee, l'impetigine può svilupparsi sia sulla pelle precedentemente intatta (impetigine primaria) sia come complicazione di una condizione cutanea preesistente come dermatiti, piccole ferite, graffi o punture d'insetto (impetigine secondaria). Quest'ultima modalità è quella più frequentemente riscontrata nella pratica clinica.

Nonostante l'aspetto talvolta preoccupante delle lesioni, l'impetigine è generalmente una condizione benigna che, se trattata adeguatamente, guarisce senza lasciare cicatrici permanenti. Tuttavia, la sua elevata contagiosità e il potenziale rischio di complicazioni rendono fondamentale una diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato.

Come si manifesta l'impetigine negli adulti e nei bambini 

L'impetigine si presenta con manifestazioni cliniche simili negli adulti e nei bambini, ma con alcune differenze nella localizzazione e nell'estensione delle lesioni. 

Nei bambini, l'infezione è generalmente più estesa e tende a localizzarsi prevalentemente sul viso (in particolare intorno alla bocca e al naso) e sugli arti. Negli adulti, invece, le lesioni - quando si parla di impetigine bollosa - possono essere più limitate e interessare anche zone come il tronco e l'inguine.

Il periodo di incubazione, ovvero il tempo che intercorre tra il contagio e la comparsa dei primi sintomi, varia da 1 a 10 giorni, a seconda del batterio coinvolto. L'evoluzione tipica dell'impetigine segue un pattern caratteristico: inizia con piccole papule (rigonfiamenti) rosse che rapidamente si trasformano in vescicole contenenti un liquido sieroso. Queste vescicole sono fragili e tendono a rompersi facilmente, rilasciando il loro contenuto e formando erosioni umide che successivamente si ricoprono di croste giallo-marroni.

Le lesioni sono generalmente pruriginose, il che favorisce il grattamento e, di conseguenza, l'autoinoculazione dell'infezione in altre zone del corpo attraverso le mani e le unghie contaminate. Raramente l'impetigine si accompagna a febbre o malessere generale, rimanendo un'infezione prevalentemente locale.

Impetigine bollosa e non bollosa

L'impetigine non bollosa, la forma più comune, è caratterizzata da piccole pustole che si trasformano rapidamente in vescicole, le quali si rompono facilmente formando erosioni ricoperte da croste color miele. Questa forma è causata prevalentemente da un'infezione mista da Streptococco beta-emolitico di gruppo A e Stafilococco aureo, o da quest'ultimo da solo.

L'impetigine bollosa, invece, è meno frequente e si manifesta con bolle flaccide contenenti un liquido sieroso che diventa torbido. Questa forma è tipicamente causata dallo Stafilococco aureo, che produce una tossina esfoliativa responsabile della formazione delle bolle. L'impetigine bollosa interessa più frequentemente i bambini in età scolare e si sviluppa principalmente sul tronco, sul viso e sugli arti.

Zone di manifestazione: impetigine viso e impetigine gambe

L'impetigine può manifestarsi in qualsiasi area del corpo, ma alcune zone sono più frequentemente colpite a causa della loro maggiore esposizione a microtraumi e contaminazione.

L'impetigine del viso rappresenta una delle localizzazioni più comuni, specialmente nei bambini. Le lesioni si concentrano tipicamente intorno alla bocca (regione periorale) e al naso, ma possono estendersi anche al mento, alle guance e al cuoio capelluto. Questa localizzazione è particolarmente problematica per il suo impatto estetico e per l'elevato rischio di autoinoculazione attraverso il grattamento.

Anche l'impetigine delle gambe è frequente, soprattutto negli adulti e nei bambini più grandi. In questa sede, l'infezione è spesso secondaria a piccoli traumi, punture di insetti o dermatiti preesistenti. Le lesioni delle gambe tendono a essere più estese e possono evolvere in una forma più profonda chiamata ectima, caratterizzata da ulcerazioni che interessano anche il derma e guariscono lasciando cicatrici.

Altre localizzazioni comuni includono le braccia, le mani e il collo, mentre meno frequentemente possono essere interessati il tronco, l'ombelico e l'area genitale. La distribuzione delle lesioni è spesso asimmetrica e riflette i siti di inoculazione primaria e di successiva disseminazione attraverso l'autoinoculazione.


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Le cause della impetigine

L'impetigine è un'infezione causata principalmente da batteri che colonizzano la pelle e approfittano di eventuali brecce nella barriera cutanea per proliferare e causare l'infezione. I principali responsabili sono batteri Gram-positivi, in particolare stafilococchi e streptococchi.

Diversi fattori possono predisporre allo sviluppo dell'impetigine:

  • clima caldo-umido: le condizioni ambientali caldo-umide, tipiche della stagione estiva, favoriscono la macerazione cutanea attraverso il sudore e creano un microambiente ideale per la proliferazione batterica; 

  • scarsa igiene: una inadeguata igiene personale può aumentare la carica batterica sulla superficie cutanea, incrementando il rischio di infezione; 

  • lesioni cutanee preesistenti: piccoli traumi, graffi, punture di insetto, dermatiti o altre condizioni che compromettono l'integrità della barriera cutanea rappresentano una porta d'ingresso per i batteri; 

  • condizioni di sovraffollamento: l'impetigine è più comune in contesti di sovraffollamento, come scuole, asili nido o piscine, dove il contatto ravvicinato facilita la trasmissione dell'infezione; 

  • sistema immunitario compromesso: Individui con un sistema immunitario indebolito, come pazienti diabetici, persone affette da HIV o sottoposti a chemioterapia, sono più suscettibili a sviluppare l'infezione.

Bisogna poi considerare alcune cause più specifiche; l'impetigine da streptococco è causata principalmente dallo Streptococcus pyogenes, noto anche come Streptococco beta-emolitico di gruppo A (SBEGA). Questa forma tende a presentarsi con lesioni più sottili, meno essudative e con croste più sottili rispetto all'impetigine stafilococcica.

Una caratteristica peculiare dell'impetigine streptococcica è il potenziale rischio di complicanze post-streptococciche, come la glomerulonefrite post-streptococcica, una condizione infiammatoria dei reni che può manifestarsi alcune settimane dopo l'infezione cutanea. Sebbene rara, questa complicanza può essere grave, soprattutto nei bambini, e richiede un monitoraggio attento dopo un'infezione da streptococco.

L'impetigine da stafilococco, invece, è causata principalmente dallo Staphylococcus aureus, un batterio che normalmente colonizza la pelle e le mucose degli esseri umani senza causare problemi, ma che può diventare patogeno in determinate circostanze.

Le lesioni dell'impetigine stafilococcica tendono ad essere più essudative e a formare croste più spesse rispetto a quelle dell'impetigine streptococcica. Inoltre, lo Staphylococcus aureus è responsabile della forma bollosa dell'impetigine, grazie alla produzione di una tossina esfoliativa che causa la separazione degli strati superficiali dell'epidermide con conseguente formazione di bolle.

Impetigine da scabbia

L'impetigine può presentarsi come una complicanza della scabbia, un'infestazione cutanea causata dall'acaro Sarcoptes scabiei. In questo caso, l'impetigine è considerata una sovrainfezione batterica secondaria al grattamento intenso provocato dal prurito tipico della scabbia.

Le lesioni di scabbia, in particolare i cunicoli e le papule infiammatorie, vengono grattate dal paziente, causando escoriazioni che rappresentano una facile porta d'ingresso per batteri come stafilococchi e streptococchi. Il risultato è un quadro clinico misto, caratterizzato sia dalle lesioni tipiche della scabbia sia da quelle dell'impetigine.

Diagnosi e cura dell’impetigine

La diagnosi dell'impetigine è principalmente clinica, basata sull'osservazione delle lesioni caratteristiche e sulla raccolta di una dettagliata anamnesi. In molti casi, l'aspetto tipico delle lesioni è sufficiente per formulare una diagnosi corretta.

La visita dermatologica rappresenta il gold standard per la diagnosi dell'impetigine. Durante la visita, il dermatologo valuterà attentamente le caratteristiche delle lesioni cutanee:

  • morfologia: Vescicole, pustole, erosioni e croste giallastre

  • distribuzione: Localizzazione prevalente sul viso, sugli arti o in altre zone del corpo

  • evoluzione: Progressione da papule a vescicole a croste

  • sintomi associati: Presenza di prurito, dolore o altri disturbi

Inoltre, il dermatologo raccoglierà informazioni riguardanti:

  • La durata dei sintomi

  • Eventuali contatti con persone affette da infezioni cutanee simili

  • Condizioni predisponenti (traumi, punture di insetti, altre dermatosi)

  • Storia di precedenti episodi di impetigine

In casi selezionati, soprattutto in presenza di infezioni recidivanti, estese o non responsive alla terapia empirica, il dermatologo può ritenere opportuno effettuare un esame colturale. Questo consiste nel prelievo di materiale dalle lesioni (generalmente il contenuto delle vescicole o frammenti di crosta) per identificare con precisione il batterio responsabile e determinarne la sensibilità agli antibiotici. Tale approccio è particolarmente importante in un'epoca di crescente resistenza batterica agli antibiotici.

La diagnosi differenziale dell'impetigine include altre condizioni dermatologiche che possono presentarsi con manifestazioni simili, come l'herpes simplex, la dermatite da contatto, l'eczema, la follicolite e la candidosi cutanea. Un'accurata diagnosi differenziale è essenziale per impostare il trattamento più appropriato.

Cura dell'impetigine

Il trattamento dell'impetigine mira a eradicare l'infezione batterica, accelerare la guarigione delle lesioni, prevenire la diffusione ad altre aree del corpo o ad altre persone e impedire potenziali complicanze.

La terapia dell'impetigine si basa principalmente su:

  1. Misure igieniche: fondamentali per limitare la diffusione dell'infezione, includono:

    • Lavaggio delicato delle lesioni con acqua tiepida e sapone antibatterico

    • Rimozione delicata delle croste dopo ammorbidimento con impacchi umidi

    • Isolamento degli oggetti personali (asciugamani, biancheria) del paziente

    • Taglio corto delle unghie per ridurre il rischio di autoinoculazione da grattamento

  2. Terapia antibiotica topica: Indicata per le forme localizzate e non complicate, prevede l'applicazione di pomate o creme antibiotiche come:

    • Mupirocina (Bactroban, Mupiskin)

    • Acido fusidico

    • Gentamicina

    • Retapamulina

  3. Gli antibiotici topici vanno applicati 2-3 volte al giorno dopo accurata detersione delle lesioni, per un periodo di 7-10 giorni o fino alla completa risoluzione delle lesioni.

  4. Terapia antibiotica sistemica: Raccomandata in caso di:

    • Infezioni estese (più di 3-5 lesioni)

    • Presenza di sintomi sistemici (febbre, malessere)

    • Fallimento della terapia topica

    • Coinvolgimento dei linfonodi regionali

    • Pazienti immunocompromessi

    • Epidemie in comunità chiuse

  5. Gli antibiotici sistemici più comunemente utilizzati includono:

    • Amoxicillina-acido clavulanico

    • Cefalosporine di prima generazione (cefalexina)

    • Macrolidi (in caso di allergia ai beta-lattamici)

    • Clindamicina (per infezioni da MRSA)

  6. La durata del trattamento sistemico è generalmente di 7-10 giorni.

In aggiunta alla terapia antibiotica, possono essere utili:

  • impacchi con soluzioni astringenti per ridurre l'essudazione e facilitare la rimozione delle croste

  • antistaminici orali per controllare il prurito e prevenire il grattamento

  • analgesici in caso di dolore significativo

Con un trattamento adeguato, l'impetigine tende a risolversi completamente entro 7-10 giorni. Le lesioni guariscono generalmente senza lasciare cicatrici, sebbene possa persistere temporaneamente un'area di iperpigmentazione post-infiammatoria.

È importante sottolineare che i pazienti con impetigine dovrebbero essere considerati contagiosi fino a 48 ore dopo l'inizio della terapia antibiotica efficace. Durante questo periodo, è consigliabile limitare i contatti ravvicinati, soprattutto con bambini piccoli e persone immunocompromesse. I bambini affetti da impetigine dovrebbero essere tenuti a casa da scuola fino a quando il medico non ne accerti l'avvenuta guarigione, generalmente dopo 24-48 ore dall'inizio di una terapia antibiotica efficace.

L'impetigine rappresenta una delle infezioni cutanee batteriche più comuni, colpendo prevalentemente i bambini ma non risparmiando gli adulti. La sua elevata contagiosità e la rapidità con cui può diffondersi ne fanno un problema sanitario significativo, soprattutto in contesti comunitari come scuole e asili nido.

FAQ

L'impetigine è contagiosa?

Sì, l'impetigine è altamente contagiosa. Si trasmette facilmente da persona a persona attraverso contatto diretto con le lesioni cutanee o indiretto tramite oggetti contaminati come asciugamani, indumenti e giocattoli. Il contagio viene favorito da climi caldi e umidi e da ambienti chiusi frequentati da molte persone, come piscine e palestre. Durante la fase acuta, i pazienti sono particolarmente contagiosi; il rischio di trasmissione diminuisce significativamente dopo 48 ore dall'inizio di una terapia antibiotica efficace.

Quanto dura l'impetigine?

Senza trattamento, l'impetigine in soggetti altrimenti sani con sistema immunitario competente migliora spontaneamente in circa due-tre settimane. Con terapia antibiotica appropriata, la durata media dell'infezione si riduce significativamente a circa 7-10 giorni. La completa risoluzione coincide generalmente con la caduta delle croste, che lascia una temporanea zona arrossata ma raramente provoca cicatrici permanenti.

Quale è il tempo di incubazione della impetigine?

Il periodo d'incubazione dell'impetigine, ovvero l'intervallo temporale che intercorre tra il contagio e la manifestazione dei primi sintomi clinici, varia da 1 a 10 giorni, in funzione del patogeno responsabile dell'infezione. Durante questo periodo, il paziente non presenta sintomi evidenti ma il processo infettivo è già in corso. Questa variabilità temporale rende talvolta difficile l'identificazione precisa della fonte di contagio, specialmente in contesti comunitari.

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AutoreElty

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