Gotta: come individuare gli attacchi, sintomi e cure disponibili

La gotta è una patologia infiammatoria complessa che si manifesta con episodi di artrite acuta, spesso ricorrenti, e con il tempo può evolvere in una forma cronica caratterizzata da deformità articolari e compromissione della funzionalità motoria. Il coinvolgimento di più distretti articolari e le complicanze sistemiche rendono essenziale una diagnosi precoce e un trattamento adeguato per prevenire danni irreversibili e migliorare la qualità di vita del paziente.
Che cosa è la gotta
La gotta è una malattia infiammatoria metabolica caratterizzata dall’accumulo di cristalli di urato monosodico nelle articolazioni e nei tessuti periarticolari, causato da un’elevata concentrazione di acido urico nel sangue (iperuricemia). Questa condizione provoca attacchi acuti di artrite, con dolore intenso, gonfiore, arrossamento e calore localizzato, spesso a livello dell’alluce (podagra), ma anche in altre articolazioni come caviglie, ginocchia, polsi e gomiti. Se non trattata, la gotta può evolvere in una forma cronica, con la formazione di tofi (depositi di urato nei tessuti) e danni articolari permanenti.
Storicamente, la gotta era conosciuta fin dall’antichità ed era considerata una “malattia dei re” o dei “ricchi”, poiché associata a uno stile di vita caratterizzato da eccessi alimentari, consumo abbondante di carne rossa, frutti di mare, alcol e cibi ricchi di purine. Era particolarmente diffusa tra le élite europee nel Medioevo e nel Rinascimento, quando l’accesso a questi alimenti era limitato alle classi privilegiate. Tra i personaggi storici che soffrivano di gotta figurano Enrico VIII d'Inghilterra, Carlo V, Luigi XIV e Isaac Newton.
Fino al XVIII secolo, la gotta era ampiamente studiata dai medici dell’epoca, ma la sua patogenesi non era completamente compresa. Solo nel XIX secolo si scoprì il legame tra acido urico e la formazione di cristalli nelle articolazioni, aprendo la strada a trattamenti più mirati. Oggi, grazie ai progressi della medicina, la gotta è una condizione gestibile con farmaci uricosurici o inibitori della xantina ossidasi e modifiche dello stile di vita, anche se rimane una patologia in crescita nei Paesi occidentali, a causa di diete ipercaloriche e stili di vita sedentari.
Gotta, i sintomi
La sintomatologia della gotta varia a seconda dello stadio della malattia e della localizzazione delle articolazioni coinvolte.
Attacchi acuti e sintomi infiammatori
L’esordio della gotta è spesso improvviso e si manifesta con un episodio di artrite acuta, caratterizzato da dolore intenso, gonfiore, arrossamento e calore localizzato. L’infiammazione può insorgere durante la notte o al risveglio, con un picco di sintomi nelle prime 24-48 ore. Il dolore è descritto come lancinante e insopportabile, tanto da rendere difficile qualsiasi movimento o pressione sulla zona colpita.
In fase acuta, il coinvolgimento articolare è tipicamente monoarticolare, con il progressivo interessamento di altre articolazioni nei successivi attacchi. Le zone più frequentemente colpite sono quelle periferiche e soggette a temperature più basse, che favoriscono la precipitazione dei cristalli di urato. L’infiammazione è spesso accompagnata da febbre lieve e sintomi sistemici, come malessere generale e affaticamento.
Evoluzione e complicanze della malattia
Dopo la fase acuta, i sintomi si risolvono gradualmente, con un ritorno alla normalità nel giro di alcuni giorni o settimane. Tuttavia, in assenza di trattamento, la gotta tende a recidivare con episodi sempre più frequenti e prolungati. Nel tempo, l’infiammazione può diventare cronica e colpire più articolazioni contemporaneamente, determinando una condizione nota come artrite gottosa cronica.
In questa fase, l’accumulo progressivo di cristalli di urato nei tessuti porta alla formazione di tofi gottosi, noduli duri e ben delimitati che possono svilupparsi intorno alle articolazioni, nei tendini e nelle borse sierose. I tofi sono spesso visibili sotto la pelle e, nei casi più avanzati, possono ulcerarsi e rilasciare materiale biancastro contenente urati. La presenza di tofi è un segnale di lunga durata della malattia e può comportare deformità articolari, compromettendo la mobilità e la funzionalità degli arti.
Sintomi nei diversi distretti articolari
Il quadro sintomatologico della gotta varia in base alla localizzazione dell’infiammazione. Le articolazioni più colpite sono quelle degli arti inferiori e superiori, dove il dolore può essere così intenso da impedire qualsiasi movimento o anche il semplice contatto con indumenti o lenzuola.
Negli arti inferiori, il processo infiammatorio può interessare più articolazioni contemporaneamente, provocando difficoltà nella deambulazione e un’elevata sensibilità alla pressione. In alcuni casi, il coinvolgimento articolare può estendersi a zone vicine, determinando un dolore diffuso che rende difficile distinguere la localizzazione primaria del processo infiammatorio.
Negli arti superiori, la gotta può determinare episodi di rigidità mattutina e una progressiva perdita della funzionalità articolare. Nei casi avanzati, la deposizione di cristalli nei tendini e nelle strutture periarticolari può causare infiammazione cronica e limitazioni nei movimenti quotidiani, rendendo difficoltoso compiere gesti semplici come afferrare oggetti o compiere movimenti di torsione.
L’infiammazione gottosa può estendersi anche a strutture extra-articolari, come le borse sierose, determinando una borsite gottosa. In alcuni pazienti, il processo infiammatorio coinvolge le guaine tendinee, causando una tenosinovite gottosa, caratterizzata da dolore e gonfiore lungo il decorso dei tendini, con una riduzione della capacità di movimento e un aumento del rischio di rottura tendinea.
Manifestazioni sistemiche e complicanze renali
Oltre ai sintomi articolari, la gotta può provocare manifestazioni sistemiche che peggiorano la qualità di vita del paziente. Episodi ripetuti di infiammazione possono determinare uno stato di infiammazione cronica di basso grado, con conseguenze sul metabolismo e sul sistema cardiovascolare.
L’iperuricemia cronica è spesso associata a un aumento del rischio di ipertensione, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica. Inoltre, l’accumulo di acido urico nei reni può portare alla formazione di calcoli renali uratici, con episodi di coliche nefritiche e un aumento del rischio di insufficienza renale cronica. L’insufficienza renale gottosa è una delle complicanze più gravi della malattia e può accelerare la progressione dell’insufficienza renale cronica, soprattutto nei pazienti con altre comorbidità metaboliche.
Esami per diagnosi gotta
La diagnosi della gotta si basa su un approccio multidisciplinare che comprende esami di laboratorio, analisi del liquido sinoviale e imaging diagnostico. Poiché i sintomi della gotta possono sovrapporsi ad altre forme di artrite infiammatoria, è essenziale un iter diagnostico accurato per confermare la presenza di cristalli di urato monosodico nelle articolazioni e valutare i livelli di acido urico nel sangue.
Esami del sangue per la gotta
Gli esami del sangue rivestono un ruolo fondamentale nella valutazione dell’iperuricemia, condizione essenziale per lo sviluppo della malattia. Tuttavia, è importante sottolineare che livelli elevati di acido urico nel sangue non sempre indicano la presenza di gotta, così come valori normali non escludono la patologia.
I principali parametri ematici analizzati includono:
Acido urico sierico: un livello superiore a 6,8 mg/dL è considerato iperuricemico e rappresenta un fattore di rischio per la formazione di cristalli di urato. Tuttavia, durante un attacco acuto, i valori possono risultare normali o addirittura bassi, a causa del consumo di acido urico nei tessuti infiammati.
Proteina C-reattiva (PCR) e velocità di eritrosedimentazione (VES): marcatori di infiammazione che risultano generalmente elevati durante un episodio acuto.
Conta leucocitaria: un aumento del numero di globuli bianchi può essere presente in fase acuta, indicando una risposta infiammatoria sistemica.
Creatinina sierica e funzionalità renale: poiché la gotta è associata a un aumentato rischio di insufficienza renale e nefropatia uratica, è fondamentale valutare la clearance della creatinina e il filtrato glomerulare.
Esame elettrolitico e profilo metabolico: utile per identificare eventuali comorbilità associate, come ipertensione, dislipidemia e sindrome metabolica.
Analisi del liquido sinoviale
L’esame del liquido sinoviale è il test diagnostico di riferimento per confermare la gotta. Questo prevede l’aspirazione del liquido articolare tramite artrocentesi e la successiva analisi microscopica per identificare la presenza di cristalli di urato monosodico.
I principali aspetti valutati includono:
Presenza di cristalli aghiformi e birifrangenti negativi: caratteristica distintiva della gotta quando osservati con microscopio a luce polarizzata.
Conta leucocitaria: durante un attacco acuto, il liquido sinoviale mostra un numero elevato di leucociti, indicativo di infiammazione.
Esclusione di infezioni articolari: il liquido sinoviale deve essere analizzato anche per escludere artriti settiche, che possono presentare sintomi simili alla gotta.
Esami di imaging per la diagnosi della gotta
Le tecniche di imaging sono fondamentali per identificare i danni articolari e la deposizione di cristalli di urato nei tessuti molli.
Ecografia articolare: è uno degli strumenti diagnostici più utilizzati per individuare i segni tipici della gotta, come l’effetto doppio contorno, che indica la deposizione di cristalli di urato sulla superficie cartilaginea. L’ecografia può anche rilevare l’infiammazione articolare e la presenza di tofi.
Radiografia tradizionale: utile nelle fasi avanzate della malattia per evidenziare erosioni ossee e danni strutturali provocati dalla gotta cronica. Tuttavia, nelle fasi iniziali, la radiografia può risultare normale.
Tomografia computerizzata a doppia energia (DECT): una tecnica avanzata che permette di visualizzare direttamente i depositi di cristalli di urato nelle articolazioni e nei tessuti molli, distinguendoli da altri tipi di calcificazioni.
Risonanza magnetica (RM): meno utilizzata nella diagnosi della gotta, può essere indicata nei casi dubbi o per valutare le complicanze articolari e tendinee.
Diagnosi differenziale: gotta o altre artriti?
Poiché la gotta può manifestarsi con sintomi simili ad altre forme di artrite infiammatoria, è fondamentale effettuare una diagnosi differenziale con condizioni quali:
Artrite reumatoide: caratterizzata da coinvolgimento simmetrico delle articolazioni e positività ai fattori reumatoidi e anticorpi anti-CCP.
Artrite psoriasica: spesso associata a psoriasi cutanea e caratterizzata da segni radiologici specifici.
Artrite settica: condizione infettiva che richiede una rapida identificazione tramite coltura del liquido sinoviale.
Pseudogotta (condrocalcinosi): causata dalla deposizione di cristalli di pirofosfato di calcio, con caratteristiche diverse alla microscopia a luce polarizzata.
Rimedi per la gotta
Il trattamento della gotta si basa su una combinazione di terapia farmacologica, modifiche dello stile di vita e interventi dietetici, con l’obiettivo di ridurre i livelli di acido urico, prevenire gli attacchi acuti e limitare i danni articolari a lungo termine.
Il trattamento della gotta prevede due approcci principali: il controllo degli attacchi acuti e la gestione dell’iperuricemia cronica per prevenire le recidive.
Modifiche dello stile di vita per prevenire la gotta
Oltre alla terapia farmacologica, adottare uno stile di vita sano è essenziale per prevenire gli attacchi gottosi e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Alcuni accorgimenti fondamentali includono:
Mantenere un peso corporeo sano: l’obesità è un fattore di rischio per l’iperuricemia e la gotta. La perdita di peso aiuta a ridurre i livelli di acido urico e a migliorare la funzionalità articolare.
Evitare il consumo eccessivo di alcol: le bevande alcoliche, in particolare birra e superalcolici, aumentano la produzione di acido urico e ne riducono l’escrezione.
Idratazione adeguata: bere almeno 2-3 litri di acqua al giorno favorisce l’eliminazione dell’acido urico attraverso le urine e riduce il rischio di formazione di calcoli renali uratici.
Esercizio fisico moderato: mantenere un’attività fisica regolare aiuta a migliorare il metabolismo e a ridurre il rischio di sindrome metabolica, una condizione spesso associata alla gotta.
Alimentazione e gotta: cibi da evitare e cibi consigliati
La dieta gioca un ruolo cruciale nella gestione della gotta, poiché alcuni alimenti sono ricchi di purine, sostanze che aumentano i livelli di acido urico.
Cibi da evitare o limitare
Carni rosse e frattaglie: manzo, maiale, agnello, fegato, rognone e altre frattaglie sono particolarmente ricchi di purine.
Pesci e frutti di mare: acciughe, sardine, aringhe, sgombro, trota, cozze e gamberi possono favorire l’accumulo di acido urico.
Bevande zuccherate e dolci industriali: le bibite gassate e i prodotti ricchi di fruttosio aumentano la produzione di acido urico e favoriscono la resistenza all’insulina, peggiorando la gotta.
Alcool: la birra e i superalcolici sono da evitare, mentre il vino può essere consumato con moderazione.
Cibi ultra-processati e ricchi di grassi saturi: fast food, salumi e latticini interi possono aumentare il rischio di infiammazione e peggiorare la sintomatologia gottosa.
Cibi consigliati per chi soffre di gotta
Verdure e legumi: spinaci, broccoli, carote, fagioli e lenticchie forniscono nutrienti essenziali senza aumentare significativamente i livelli di acido urico.
Cereali integrali: riso integrale, quinoa, avena e farro aiutano a mantenere un buon equilibrio metabolico.
Frutta fresca: ciliegie, fragole, agrumi e mele hanno proprietà antinfiammatorie e possono ridurre i livelli di acido urico.
Latticini a basso contenuto di grassi: yogurt magro e latte scremato sono fonti proteiche sicure per i pazienti gottosi.
Acqua e tisane: il consumo abbondante di liquidi aiuta a prevenire l’accumulo di acido urico nei reni.
La gestione della gotta richiede un approccio integrato che combina terapia farmacologica, cambiamenti nello stile di vita e un’alimentazione controllata. L’identificazione precoce dei fattori di rischio e l’adozione di strategie preventive sono fondamentali per ridurre la frequenza degli attacchi e prevenire le complicanze a lungo termine. Mantenere una dieta equilibrata, evitare l’abuso di alcol e garantire un’adeguata idratazione sono misure essenziali per contrastare la progressione della malattia e migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da gotta.
FAQ
La gotta è pericolosa?
La gotta è una malattia infiammatoria cronica che, se non adeguatamente trattata, può avere conseguenze gravi per la salute. Gli attacchi acuti di gotta sono estremamente dolorosi e possono compromettere la funzionalità articolare nel tempo. Se la condizione non viene gestita, può evolvere in gotta cronica tofacea, caratterizzata dalla formazione di tofi gottosi (depositi di cristalli di urato nei tessuti), che possono causare danni articolari permanenti e deformità. Inoltre, la gotta è spesso associata a comorbilità metaboliche come obesità, diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari, aumentando il rischio di eventi cardiovascolari gravi, tra cui infarto e ictus.
La gotta è curabile?
Sebbene la gotta non possa essere completamente eradicata, può essere efficacemente controllata con una combinazione di terapia farmacologica, dieta equilibrata e modifiche dello stile di vita. Adottare una dieta povera di purine, evitare alcol e bevande zuccherate, mantenere un peso sano e garantire una buona idratazione sono strategie fondamentali per la gestione della malattia. Con un trattamento adeguato e un monitoraggio costante, la gotta può essere tenuta sotto controllo, migliorando significativamente la qualità di vita del paziente.
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