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Giornata Mondiale della salute sessuale: il 4 settembre è l’occasione per parlarne senza tabù

~September 02, 2025
7 minuti
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Il 4 settembre si celebra la Giornata Mondiale della Salute Sessuale, un momento fondamentale per dedicare attenzione al benessere sessuale come parte integrante della nostra vita. È il giorno in cui attivisti, operatori sanitari e istituzioni di tutto il mondo promuovono diritti, educazione e consapevolezza, affinché la salute sessuale non sia vissuta come un tabù, ma come un diritto e come componente essenziale del benessere complessivo. 

Per chi si informa sul tema, questa giornata rappresenta un invito all’azione: prendersi cura del proprio corpo, riconoscere i rischi delle infezioni sessualmente trasmissibili, accedere ai controlli e alle vaccinazioni giuste. In questo articolo esploreremo i numeri chiave, le strategie di prevenzione, l’importanza delle vaccinazioni e dei test.

Cos’è la Giornata Mondiale della salute sessuale

La Giornata Mondiale della Salute Sessuale, celebrata ogni anno il 4 settembre, è nata nel 2010 su iniziativa della World Association for Sexual Health (WAS) per promuovere salute sessuale, diritti, giustizia e piacere per tutti. Nel 2025 il tema scelto è “Sexual Justice: What Can We Do?”, un richiamo a realizzare diritti sessuali universali in modo equo e inclusivo. Questa giornata è più di una ricorrenza: è un invito globale a trasformare i valori in azioni concrete, perché ogni persona, indipendentemente da genere, orientamento o background, possa esercitare pienamente la propria libertà sessuale.

Dati globali sulle IST e importanza della prevenzione

Le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) sono ancora una sfida sanitaria globale. Ogni giorno nel mondo, più di 1 milione di persone tra i 15–49 anni contraggono una delle quattro IST curabili: sifilide, gonorrea, clamidia e tricomoniasi. Secondo stime recenti, nel 2020 si sono verificati 374 milioni di nuovi casi di queste 4 IST combinate. A livello più ampio, si contano circa 500 milioni di persone affette da queste IST non-HIV, altre 530 milioni convivono con herpes genitale, mentre 290 milioni di donne hanno un’infezione da HPV. Questi numeri ci ricordano quanto la prevenzione sia indispensabile: educazione, accesso ai test, vaccinazioni e pratiche sicure sono pilastri per difendere il proprio benessere sessuale.

Strumenti di prevenzione: vaccini, test e altre strategie per proteggere la salute sessuale

Quando si parla di prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST), il pensiero va subito all’uso del preservativo. Ed è giusto così: se utilizzato correttamente, resta una delle misure più efficaci per ridurre la trasmissione di HIV, HPV, sifilide, clamidia, gonorrea e molte altre infezioni. Tuttavia, la prevenzione moderna si è evoluta e oggi offre strumenti molto più ampi, mirati e tecnologicamente avanzati, che permettono di affrontare il tema in modo personalizzato, accessibile e sempre più efficace.

Uno dei progressi più significativi riguarda le vaccinazioni, soprattutto quelle contro il virus HPV e l’epatite B. In Inghilterra è stato recentemente avviato un programma sperimentale che utilizza il vaccino 4CMenB — inizialmente progettato per prevenire la meningite B — per combattere anche la gonorrea. I risultati sono promettenti: si stima una riduzione potenziale di oltre 100.000 casi in pochi anni, con un risparmio significativo per il sistema sanitario nazionale. Questo tipo di approccio rappresenta una svolta nella strategia preventiva, perché consente di proteggere intere fasce della popolazione in modo proattivo.

Accanto ai farmaci e ai vaccini, stanno emergendo con forza i test a domicilio, strumenti semplici, discreti e rapidi per verificare la presenza di IST. Sempre più persone scelgono di testarsi in autonomia, evitando lunghe attese e superando lo stigma legato a questi temi. Questi test, disponibili anche online, permettono di intervenire tempestivamente in caso di positività e rappresentano un passo avanti nella diffusione della consapevolezza e della responsabilità personale.

Tutti questi strumenti — dai preservativi ai vaccini, dalla profilassi antibiotica ai test rapidi — costituiscono oggi un arsenale preventivo integrato, che consente di adattare la prevenzione alla propria situazione individuale. Perché benessere sessuale significa anche avere il controllo, sapere come proteggersi e poter scegliere gli strumenti più adatti al proprio stile di vita.

Prevenzione possibile: nuove linee guida internazionali e una crescente consapevolezza collettiva

Negli ultimi anni, la salute sessuale è uscita gradualmente dal silenzio e dal tabù. Oggi se ne parla di più, in modo più aperto e scientificamente informato, anche grazie a giornate come quella del 4 settembre che invitano a riflettere, prevenire e agire. Ma il cambiamento culturale deve andare di pari passo con politiche sanitarie efficaci e aggiornate. È in questa direzione che si muove l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha recentemente pubblicato nuove linee guida globali per la prevenzione delle IST.

Le raccomandazioni aggiornate si rivolgono in particolare a gruppi considerati più vulnerabili o esposti: giovani tra i 10 e i 24 anni sessualmente attivi, donne in gravidanza, lavoratrici del sesso, uomini che hanno rapporti con uomini, e popolazioni transgender. Per questi gruppi, l’OMS suggerisce uno screening regolare, almeno annuale o semestrale, per infezioni come clamidia e gonorrea, spesso asintomatiche ma non per questo meno pericolose.

Un altro punto chiave è l’ampliamento dell’offerta vaccinale contro l’HPV: oggi circa il 76% degli Stati membri dell’OMS ha incluso questo vaccino nei propri programmi di immunizzazione, ma l’obiettivo è arrivare a una copertura totale, anche tra i maschi adolescenti, ancora troppo spesso esclusi dalle campagne di prevenzione. Il vaccino anti-HPV è infatti una delle armi più potenti nella lotta contro il cancro al collo dell’utero e le lesioni genitali, e andrebbe considerato parte integrante del percorso verso un reale benessere sessuale.

In Europa, l’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) sottolinea l’importanza di rafforzare la sorveglianza epidemiologica e migliorare la raccolta dei dati. Solo conoscendo davvero l’entità e l’evoluzione delle IST è possibile intervenire in modo efficace, con politiche sanitarie adeguate, risorse dedicate e campagne informative mirate.

La consapevolezza pubblica gioca un ruolo determinante in questo processo. Parlare apertamente di sessualità, normalizzare l’accesso ai test, educare fin dalla scuola e creare spazi di ascolto sicuri significa abbattere barriere culturali e paure, favorendo diagnosi precoci, trattamenti tempestivi e una cultura della prevenzione che salva vite. La Giornata Mondiale della Salute Sessuale del 4 settembre è anche e soprattutto questo: un invito collettivo a costruire una società in cui la salute, anche quella sessuale, sia davvero un diritto per tutte e tutti.

Parlare di sessualità con i giovani: perché è fondamentale farlo (e farlo bene)

Divulgare in modo chiaro e corretto i temi legati alla salute sessuale tra i giovani non è solo importante: è indispensabile. Gli adolescenti e i giovani adulti si trovano spesso a vivere i primi rapporti sessuali in un clima di incertezza, scarsa informazione e, troppo spesso, disinformazione proveniente da fonti non affidabili. Parlare di sessualità con loro in modo aperto, non giudicante e scientificamente corretto significa proteggerli, offrendo strumenti concreti per vivere la propria affettività in modo sano, consapevole e sicuro.

L’accesso all’educazione sessuale è una delle armi più potenti per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili, le gravidanze indesiderate e i comportamenti a rischio. Ma non solo: una buona educazione sessuale rafforza l’autostima, aiuta a sviluppare un senso critico nei confronti dei modelli imposti dai media e consente ai ragazzi e alle ragazze di conoscere e rispettare i propri limiti, oltre a riconoscere quelli degli altri. È anche un modo per abbattere il tabù che spesso avvolge la sessualità, creando un dialogo aperto tra scuola, famiglie e istituzioni sanitarie.

In un’epoca in cui i social media sono una delle principali fonti d’informazione per le nuove generazioni, è ancora più urgente offrire spazi di ascolto, campagne mirate e contenuti digitali affidabili che parlino di benessere sessuale in modo vicino, empatico e autorevole. Solo così è possibile costruire una cultura della prevenzione che non si limiti a dire “fai attenzione”, ma che insegni davvero cosa significhi prendersi cura di sé e dell’altro anche nella sfera più intima e personale.

Salute sessuale e prevenzione: l’importanza di rivolgersi agli specialisti giusti

Prendersi cura della propria salute sessuale significa anche sapere quando è il momento di rivolgersi a uno specialista. In un’epoca in cui la prevenzione gioca un ruolo chiave, sottoporsi a visite ginecologiche, urologiche o andrologiche regolari è una scelta di responsabilità verso sé stessi e verso il proprio partner. Questi controlli non devono essere percepiti come un tabù o qualcosa da rimandare, ma come parte integrante di uno stile di vita sano, proprio come si fa con un controllo cardiologico o un esame del sangue.

Gli specialisti della salute sessuale sono figure professionali formate per accogliere, ascoltare e valutare ogni situazione con competenza e rispetto. Durante la visita, è possibile affrontare dubbi, sintomi o situazioni specifiche — come dolori durante i rapporti, infezioni ricorrenti, alterazioni del ciclo mestruale o problemi di erezione — e, quando necessario, effettuare screening per infezioni sessualmente trasmissibili (IST) o test ormonali.

Oltre alla diagnosi precoce di eventuali patologie, le visite specialistiche offrono l’occasione per ricevere informazioni aggiornate su metodi contraccettivi, vaccini disponibili (come quello contro l’HPV) e consigli pratici per migliorare la propria qualità di vita intima. Anche in assenza di sintomi evidenti, un controllo periodico aiuta a monitorare la propria condizione e a costruire un rapporto di fiducia con il medico, base fondamentale per una presa in carico completa e personalizzata.

Normalizzare il ricorso allo specialista è il primo passo per abbattere l’imbarazzo e favorire una cultura della prevenzione che metta al centro il benessere sessuale, in tutte le sue sfumature.

AutoreElty

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