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Gastrite: cosa mangiare, sintomi comuni e come si guarisce

~March 06, 2025
7 minuti
gastrite

La gastrite è una condizione comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, manifestandosi con sintomi come bruciore di stomaco, dolore epigastrico e difficoltà digestive. Spesso trascurata, questa infiammazione della mucosa gastrica può compromettere la qualità della vita se non trattata adeguatamente. Ma cosa provoca la gastrite? Quali sono gli alimenti da preferire e quelli da evitare per alleviare i sintomi? E soprattutto, come si può guarire e prevenire il suo ritorno? 

Che cosa è la gastrite

La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica che può essere acuta o cronica. La gastrite acuta si manifesta improvvisamente, spesso a causa di infezioni batteriche (come Helicobacter pylori), abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), eccessivo consumo di alcol o stress intenso. Si caratterizza per sintomi come bruciore di stomaco, dolore epigastrico, nausea e sensazione di pienezza precoce.

La gastrite cronica, invece, è una condizione persistente che si sviluppa nel tempo e può derivare da infezioni prolungate da H. pylori, malattie autoimmuni o esposizione continua a sostanze irritanti. A differenza della forma acuta, la gastrite cronica può essere asintomatica o causare sintomi lievi ma costanti, con possibili complicazioni a lungo termine come l’atrofia della mucosa gastrica e un aumentato rischio di ulcera o tumori gastrici. 

La diagnosi si basa su esami endoscopici e test di laboratorio, mentre il trattamento varia a seconda della causa sottostante, includendo eradicazione dell’H. pylori, terapia con inibitori della pompa protonica e modifiche dietetiche per ridurre l’irritazione gastrica.

Sintomi gastrite nervosa​

La gastrite nervosa si presenta con una sintomatologia che può includere:

  • dolore epigastrico: una sensazione di bruciore o dolore localizzato nella parte superiore dell’addome; 

  • nausea e vomito: spesso esacerbati da episodi di forte stress emotivo; 

  • gonfiore addominale: dovuto a un’alterata digestione e accumulo di gas nello stomaco; 

  • eruttazioni frequenti: un meccanismo di compensazione per ridurre la pressione addominale; 

  • senso di pienezza precoce: anche dopo l’assunzione di piccole quantità di cibo; 

  • acidità e reflusso: dovuti all’aumento della secrezione acida gastrica in risposta allo stress.

Ansia e gastrite

L’ansia gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella persistenza della gastrite nervosa. L’iperattivazione del sistema nervoso simpatico, tipica degli stati ansiosi, può:

  • aumentare la secrezione di acido cloridrico, danneggiando la mucosa gastrica; 

  • ridurre la motilità intestinale, causando una digestione lenta e difficoltosa; 

  • alterare la percezione del dolore, amplificando la sensazione di fastidio a livello dello stomaco. 

La gestione dello stress attraverso tecniche di rilassamento, esercizio fisico e supporto psicologico può contribuire a migliorare i sintomi della gastrite nervosa.

Gastrite e tachicardia

Molti pazienti con gastrite riferiscono episodi di tachicardia, ovvero un’accelerazione del battito cardiaco. Questo fenomeno può essere causato da:

  • irritazione del nervo vago, che collega lo stomaco al cuore e può influenzare il ritmo cardiaco.

  • ansia e attivazione del sistema nervoso autonomo, che possono aumentare la frequenza cardiaca.

  • anemia da carenza di ferro o vitamina B12, spesso associata a gastrite atrofica e malassorbimento intestinale.

La tachicardia, se accompagnata da altri sintomi come vertigini o difficoltà respiratorie, dovrebbe essere valutata dal medico per escludere altre condizioni cardiache.

Gastrite e mal di schiena

Il mal di schiena può essere un sintomo indiretto della gastrite, poiché:

  • dolore gastrico può irradiarsi posteriormente, soprattutto nella zona dorsale.

  • l’infiammazione dello stomaco può causare tensione muscolare e alterazioni posturali.

  • lo stress associato alla gastrite può contribuire a rigidità muscolare e dolore nella zona lombare o toracica.

Un trattamento mirato della gastrite e la gestione dello stress possono ridurre la sintomatologia dolorosa a livello della schiena.

Gastrite e celiachia

La celiachia, una condizione autoimmune scatenata dal consumo di glutine, è spesso associata a disturbi gastrici, inclusa la gastrite. Nei pazienti celiaci, l’infiammazione cronica della mucosa intestinale può:

  • alterare la digestione e l’assorbimento dei nutrienti, aggravando la gastrite; 

  • causare carenze vitaminiche (in particolare B12 e ferro), favorendo l’atrofia gastrica; 

  • essere accompagnata da reflusso gastroesofageo e dispepsia.

Per i pazienti con gastrite e sintomi persistenti, la valutazione della celiachia attraverso test sierologici e biopsia duodenale può essere consigliata.

Gastrite e pancia gonfia

Il gonfiore addominale è un sintomo comune nei pazienti con gastrite e può derivare da:

  • difficoltà digestive, con rallentato svuotamento gastrico e accumulo di gas.

  • disbiosi intestinale, ovvero un’alterazione della flora batterica che influisce sulla produzione di gas.

  • intolleranze alimentari, come quella al lattosio o al glutine, che possono aggravare la sintomatologia.

Ridurre il consumo di alimenti fermentabili (FODMAPs), evitare bevande gassate e seguire un’alimentazione equilibrata possono aiutare a limitare il gonfiore addominale.


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Perché viene la gastrite​? 

Una delle cause più comuni della gastrite è l’infezione da Helicobacter pylori, un batterio in grado di colonizzare lo stomaco e alterare la barriera protettiva della mucosa, favorendo la produzione eccessiva di acidi gastrici. Anche l’abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene e aspirina, può irritare la parete gastrica e portare allo sviluppo della gastrite. 

Altri fattori di rischio includono una dieta ricca di cibi piccanti, grassi o altamente processati, il consumo eccessivo di alcol e fumo, nonché lo stress cronico, che può alterare la secrezione acida e la motilità gastrica. Alcune condizioni autoimmuni possono contribuire alla gastrite cronica, causando un’alterazione progressiva della mucosa gastrica e deficit di assorbimento di nutrienti essenziali come la vitamina B12.

Diagnosi di gastrite: iniziare la visita gastroenterologica

La diagnosi di gastrite è un processo complesso che richiede un'accurata valutazione clinica, l’analisi dei sintomi e l’esecuzione di esami diagnostici specifici. La visita gastroenterologica rappresenta il primo passo fondamentale per identificare la presenza di un'infiammazione della mucosa gastrica, determinarne la causa e impostare un trattamento adeguato.

Dopo la raccolta dei dati clinici, il gastroenterologo procede con un esame obiettivo che include la palpazione dell’addome per identificare zone dolenti o tensioni muscolari. In seguito, possono essere prescritti diversi esami di laboratorio e strumentali:

  • emocromo completo: per verificare la presenza di anemia, che potrebbe essere il risultato di una perdita di sangue cronica dovuta a erosioni gastriche.

  • PCR e VES: utili per rilevare segni di infiammazione sistemica.

  • dosaggio della vitamina B12 e del ferro: essenziali per valutare carenze associate a gastrite atrofica o malassorbimento.

  • ricerca di anticorpi anti-Helicobacter pylori: per individuare un’infezione batterica, spesso responsabile della gastrite cronica.

Al contempo possono anche essere prescritto degli esami delle feci per poter appurare la presenza di sangue o alterazioni:

  • test del sangue occulto nelle feci: utile per identificare micro-sanguinamenti della mucosa gastrica.

  • ricerca dell’antigene di Helicobacter pylori nelle feci: alternativa non invasiva alla sierologia per identificare l’infezione batterica.

In alcuni casi, laddove la gastrite diventi più complessa, la gastroscopia è il metodo più accurato per diagnosticare la gastrite, poiché permette di visualizzare direttamente la mucosa dello stomaco e prelevare campioni per l’analisi istologica. Durante l’esame, il medico può individuare segni di infiammazione, erosioni, ulcere o alterazioni precancerose della mucosa gastrica. 

Cosa mangiare con la gastrite

La dieta riveste un ruolo fondamentale nella gestione della gastrite, contribuendo a ridurre l’infiammazione della mucosa gastrica e a prevenire l’aggravamento dei sintomi. È consigliabile preferire alimenti facilmente digeribili e poveri di grassi, evitando cibi irritanti che possono stimolare eccessivamente la secrezione acida. Tra gli alimenti consigliati vi sono:

  • cereali integrali come riso, avena e orzo, che forniscono fibre solubili utili per il benessere gastrointestinale; 

  • carni bianche come pollo e tacchino, cucinate senza condimenti piccanti; 

  • pesce magro, meglio se al vapore o al forno, per evitare grassi in eccesso; 

  • verdure a basso contenuto di fibre insolubili, come zucchine, carote e patate lesse, che risultano delicate per lo stomaco; 

  • frutta non acida, come mele, pere e banane, che sono ben tollerate e non aggravano il bruciore gastrico; 

  • latticini a basso contenuto di grassi, come yogurt magro e ricotta, che forniscono proteine senza appesantire la digestione; 

  • infusi di camomilla, finocchio e malva, noti per le loro proprietà lenitive sulla mucosa gastrica.

Al contrario, è opportuno evitare alimenti irritanti come caffè, cioccolato, alcol, cibi fritti e speziati, pomodori, agrumi e bevande gassate. Seguire una dieta equilibrata, mangiare lentamente e in piccole porzioni può favorire una digestione più efficiente e ridurre il rischio di riacutizzazioni della gastrite. 

FAQ

Cosa non mangiare con la gastrite

Alcuni alimenti possono aggravare i sintomi della gastrite e dovrebbero essere evitati per prevenire irritazioni della mucosa gastrica. Tra questi:

  • cibi piccanti e speziati: peperoncino, pepe nero e curry possono aumentare la secrezione acida e irritare lo stomaco.

  • cibi fritti e grassi: rallentano la digestione e aumentano il rischio di reflusso gastrico.

  • alcol e bevande gassate: irritano la mucosa gastrica e possono peggiorare il bruciore di stomaco.

  • caffeina e cioccolato: stimolano la produzione di acido gastrico e possono esacerbare i sintomi.

  • agrumi e pomodori: il loro alto contenuto di acidi può peggiorare l’irritazione gastrica.

Ecografia allo stomaco per gastrite

L'ecografia addominale non è l’esame principale per la diagnosi della gastrite, ma può essere utile per escludere altre patologie gastrointestinali come calcoli biliari o problemi epatici che possono causare sintomi simili. L’esame è non invasivo e può fornire indicazioni sullo stato generale dello stomaco e degli organi adiacenti.

Che cos'è la gastrite​gastrite quando preoccuparsi​ 

È consigliabile consultare un medico se la gastrite è persistente o se si manifestano sintomi preoccupanti come:

  • dolore addominale intenso e continuo.

  • vomito con sangue (ematemesi) o feci nere (melena).

  • perdita di peso inspiegabile.

  • difficoltà digestive gravi e persistenti.

Come riconoscere i dolori della gastrite

I dolori della gastrite si manifestano principalmente nella zona epigastrica, con una sensazione di bruciore o pressione che può peggiorare dopo i pasti o a digiuno. Spesso sono associati a nausea, gonfiore e digestione lenta. Il dolore può irradiarsi verso la schiena o essere accompagnato da eruttazioni frequenti e reflusso acido.


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AutoreElty

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