Extrasistole: cosa sono, quando preoccuparsi e come riconoscerle

Ti è mai capitato di sentire all'improvviso un "tuffo al cuore"? Un battito che sembra saltare, seguito da una pausa e poi da un colpo più forte del solito nel petto? Quel momentaneo senso di vuoto che ti fa fermare per un istante, in attesa che tutto torni normale? Non sei solo. Milioni di persone sperimentano questi episodi, spesso preoccupandosi inutilmente. Gli extrasistoli, battiti prematuri che interrompono il regolare ritmo cardiaco, sono tra le aritmie più comuni e generalmente benigne. Ma quando dovresti effettivamente preoccuparti? E come distinguere un innocuo "battito saltato" da un segnale d'allarme? Scopriamolo insieme.
Extrasistole cosa sono
Le extrasistole sono battiti cardiaci prematuri, ovvero contrazioni che avvengono in anticipo rispetto al normale ritmo sinusale. In condizioni normali, l'impulso elettrico che determina la contrazione del cuore origina dal nodo seno-atriale, il pacemaker naturale del cuore, situato nell'atrio destro. Nelle extrasistoli, invece, l'impulso origina da sedi diverse, dette "ectopiche", alterando la successione regolare dei battiti.
Il termine "extrasistole" significa letteralmente "battito aggiunto", ma in realtà si tratta di un battito prematuro o ectopico che anticipa il normale battito atteso. Queste contrazioni anomale sono generalmente seguite da una pausa compensatoria prima che il ritmo normale si ristabilisca, ed è proprio questa pausa che viene spesso percepita come una sensazione di "battito mancante" o "tuffo al cuore".
Le extrasistoli possono essere classificate in base alla loro origine in:
atriali: quando l'impulso anomalo origina negli atri. All'elettrocardiogramma (ECG) appaiono come onde P premature, con morfologia differente rispetto alle onde P sinusali, seguite da un complesso QRS.
giunzionali: quando l'impulso origina nel nodo atrio-ventricolare o nel fascio di His, dando luogo a un complesso QRS di morfologia regolare.
ventricolari: le più comuni, originano nei ventricoli. All'ECG si presentano come complessi QRS larghi e prematuri, non preceduti dall'onda P e chiaramente distinguibili dai battiti sinusali.
Un'altra importante classificazione delle extrasistoli si basa sulla loro morfologia e frequenza:
monomorfe: quando presentano tutte la stessa morfologia, indicando un unico focus ectopico d'origine. Generalmente sono benigne e spesso si manifestano in soggetti sani.
Extrasistoli polimorfe: quando presentano morfologie differenti, suggerendo diversi centri ectopici. Queste forme meritano maggiore attenzione, poiché potrebbero indicare un danno miocardico sottostante.
In base alla frequenza e al pattern di presentazione, le extrasistoli possono essere:
Isolate: compaiono sporadicamente, intervallate da numerosi battiti normali.
Bigemine: si alternano regolarmente con battiti normali (un battito normale seguito da un'extrasistole).
Trigemine: un'extrasistole segue ogni due battiti normali.
A coppie: due extrasistoli consecutive.
A triplette: tre extrasistoli consecutive.
A salve: serie di extrasistoli consecutive (più di tre).
È importante sottolineare che le extrasistoli sono estremamente comuni: quasi tutte le persone ne presentano almeno occasionalmente, e la loro prevalenza aumenta con l'età. Studi con monitoraggio ECG delle 24 ore hanno dimostrato che oltre il 60% degli adulti sani presenta almeno qualche extrasistole ventricolare nell'arco della giornata, la maggior parte delle quali passa del tutto inosservata.
Extrasistole sintomi
La maggior parte delle extrasistoli non viene avvertita, soprattutto se sono isolate e occasionali. Quando invece vengono percepite, possono manifestarsi con sintomi caratteristici che variano da persona a persona per intensità e frequenza.
Il sintomo più tipico è la sensazione di un "battito saltato" o "mancante", spesso descritto come un momentaneo "tuffo" o "vuoto" al cuore. Questa percezione deriva in realtà dalla pausa compensatoria che segue l'extrasistole, durante la quale il cuore si "resetta" prima di riprendere il ritmo normale. Al termine della pausa, il battito successivo è generalmente più forte (contrattilità post-extra-sistolica aumentata), percepito talvolta come un "colpo" nel torace.
Altri sintomi comuni includono:
Sensazione di "battito d'ali" o "fremito" nel petto
Palpitazioni (percezione anomala del proprio battito cardiaco)
Sensazione di "battito irregolare"
Leggera vertigine o capogiro momentaneo
Breve sensazione di mancanza di respiro
Sensazione di ansia o allarme
Questi sintomi tendono ad essere più pronunciati durante periodi di riposo o relax, quando l'attenzione non è distratta da altre attività e si è più consapevoli delle sensazioni corporee. Molte persone notano maggiormente le extrasistoli quando sono sdraiati sul fianco sinistro, in posizione che rende il cuore più a contatto con la parete toracica.
La percezione delle extrasistoli può essere amplificata anche da:
Stanchezza
Consumo di caffeina, alcol o nicotina
Disturbi digestivi
Privazione di sonno
È importante sottolineare che l'intensità con cui si avvertono i sintomi non è necessariamente correlata alla gravità o al significato clinico delle extrasistoli. Alcune persone sono semplicemente più sensibili alle variazioni del proprio ritmo cardiaco e possono preoccuparsi eccessivamente per extrasistoli che, dal punto di vista medico, sono del tutto benigne.
Extrasistole a riposo
Le extrasistoli si manifestano più frequentemente durante il riposo e nel periodo notturno, quando la frequenza cardiaca è più bassa e l'attività del sistema nervoso parasimpatico è predominante. Questo fenomeno, apparentemente paradossale, ha diverse spiegazioni fisiologiche.
Durante il riposo, il rallentamento della frequenza cardiaca aumenta il tempo di riempimento diastolico, permettendo un maggiore stretching delle camere cardiache. Questo aumento del volume di riempimento può facilitare l'insorgenza di foci ectopici. Inoltre, in condizioni di riposo, il sistema nervoso parasimpatico (vagale) diventa predominante, e questa attivazione vagale può facilitare l'insorgenza di extrasistoli, specialmente quelle di origine atriale.
Un altro fattore importante è l'aumento della sensibilità percettiva durante il riposo. In assenza di distrazioni e stimoli esterni, la persona è più propensa a notare e concentrarsi sulle sensazioni corporee, incluse le variazioni del ritmo cardiaco che durante l'attività quotidiana potrebbero passare inosservate.
Le extrasistoli a riposo tendono ad essere particolarmente evidenti in alcune circostanze:
Durante il rilassamento serale prima di addormentarsi
Nel passaggio dalla posizione eretta a quella sdraiata
Nel momento del risveglio mattutino
Quando si è sdraiati sul fianco sinistro
Un aspetto interessante e in genere rassicurante è che le extrasistoli benigne tendono a ridursi o scomparire durante l'attività fisica. Questo comportamento è legato all'aumento della stimolazione simpatica che, elevando la frequenza cardiaca di base, tende a "soffocare" i foci ectopici. Al contrario, le extrasistoli che compaiono o aumentano durante lo sforzo meritano maggiore attenzione clinica, poiché potrebbero essere espressione di una patologia cardiaca sottostante.
La tendenza delle extrasistoli a manifestarsi durante il riposo può generare un circolo vizioso di ansia e preoccupazione: la persona avverte i battiti irregolari, si allarma, l'ansia aumenta la sensibilità percettiva e l'attenzione ai battiti, rendendo più probabili ulteriori episodi e la loro percezione.
Le cause delle extrasistole
Le extrasistoli possono avere molteplici cause, e la loro origine può essere distinta in fisiologica o patologica.
Nelle persone sane, le extrasistoli possono essere causate da:
Stimolanti: caffeina, nicotina, alcol, energy drink, farmaci contenenti teofillina, alcuni decongestionanti e antistaminici
Stress e ansia: l'attivazione del sistema simpatico e il rilascio di adrenalina possono favorire le extrasistoli
Affaticamento e deprivazione di sonno: alterano il normale equilibrio neurovegetativo
Stimolazioni riflesse: possono originare da disturbi digestivi, ernia iatale, reflusso gastroesofageo o distensione gastrica dopo pasti abbondanti
Attività fisica intensa: specialmente se non preceduta da adeguato riscaldamento
Cambiamenti ormonali: durante ciclo mestruale, gravidanza o menopausa
Alterazioni elettrolitiche: specialmente squilibri di potassio, magnesio e calcio
In altri casi, le extrasistoli possono essere associate a condizioni patologiche come:
Malattie cardiache strutturali: cardiomiopatia ipertrofica, cardiomiopatia dilatativa, valvulopatie, cardiopatia ischemica, esiti di infarto miocardico
Miocardite o pericardite: l'infiammazione del muscolo cardiaco o del pericardio può rendere il cuore più irritabile
Ipertensione arteriosa: specialmente se non ben controllata
Disturbi endocrini: ipertiroidismo, feocromocitoma
Malattie polmonari: broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), ipossiemia
Effetti collaterali di farmaci: alcuni antiaritmici, digossina (specialmente se in sovradosaggio), diuretici che causano ipokaliemia
La relazione tra extrasistole e alcune condizioni mediche specifiche merita particolare attenzione:
Extrasistole e tiroide di Hashimoto
La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune che causa generalmente ipotiroidismo, una condizione in cui la tiroide non produce quantità sufficienti di ormoni tiroidei. Gli ormoni tiroidei hanno un impatto diretto sulla funzione cardiovascolare, influenzando la frequenza cardiaca, la contrattilità del miocardio e la resistenza vascolare periferica.
Nell'ipotiroidismo si osserva tipicamente una riduzione della frequenza cardiaca (bradicardia sinusale) e un prolungamento della ripolarizzazione ventricolare. Questi cambiamenti elettrofisiologici possono favorire l'insorgenza di aritmie, incluse le extrasistoli.
Inoltre, la tiroidite di Hashimoto può attraversare fasi di attività variabile, con possibili periodi di ipertiroidismo transitorio (hashitossicosi) durante i quali il rilascio di ormoni tiroidei dalle cellule danneggiate può causare temporanei aumenti dei livelli ormonali, predisponendo ulteriormente alle aritmie.
Alcuni studi hanno evidenziato un'aumentata prevalenza di aritmie, incluse le extrasistoli, nei pazienti con tiroidite di Hashimoto, anche in quelli adeguatamente trattati con terapia sostitutiva. Questo suggerisce che i meccanismi autoimmuni alla base della malattia potrebbero influenzare direttamente l'attività elettrica cardiaca, indipendentemente dai livelli ormonali.
La normalizzazione della funzione tiroidea attraverso una terapia sostitutiva adeguata (levotiroxina) contribuisce generalmente a ridurre la frequenza delle aritmie nei pazienti ipotiroidei. È importante monitorare attentamente i livelli ormonali per evitare sia il sottodosaggio che il sovradosaggio della terapia, poiché entrambe le condizioni possono predisporre alle aritmie.
Extrasistole gravidanza
La gravidanza comporta significativi cambiamenti emodinamici e ormonali che possono influenzare l'attività elettrica del cuore. Durante la gestazione, si osserva un aumento del volume plasmatico e della gittata cardiaca, accelerazione della frequenza cardiaca a riposo e modificazioni della posizione del cuore legate alla crescita dell'utero.
Le extrasistoli sono piuttosto comuni durante la gravidanza, specialmente nel primo e terzo trimestre, e nella maggior parte dei casi sono benigne. Diversi fattori contribuiscono alla loro maggiore prevalenza in questo periodo:
Aumento dei livelli di catecolamine circolanti
Stretching delle camere cardiache dovuto all'aumentato volume ematico
Cambiamenti ormonali, in particolare l'aumento degli estrogeni che possono avere un effetto pro-aritmico
Modificazione della posizione del cuore, che viene progressivamente spostato verso l'alto e a sinistra dalla crescita dell'utero
Ansia e stress legati alla gravidanza stessa
Possibili carenze di elettroliti, in particolare di magnesio
Nella maggior parte dei casi, le extrasistoli in gravidanza non richiedono trattamento specifico e tendono a risolversi spontaneamente dopo il parto. È comunque importante segnalarle al proprio ginecologo o cardiologo, specialmente se molto frequenti o associate ad altri sintomi.
Le future mamme con extrasistoli possono beneficiare di:
Adeguato riposo
Evitare stimolanti come caffè, tè, cioccolato
Assicurarsi un'adeguata idratazione
Supplementazione di magnesio (sotto controllo medico)
Tecniche di rilassamento e gestione dello stress
In rari casi, quando le extrasistoli sono molto frequenti, persistenti o associate a sintomi significativi, può essere necessaria una valutazione cardiologica approfondita per escludere condizioni sottostanti come cardiomiopatia peripartum o alterazioni strutturali cardiache.
Diagnosi ed esami da fare
La diagnosi delle extrasistoli inizia con un'accurata valutazione clinica che comprende anamnesi, esame obiettivo e indagini strumentali mirate.
Il medico raccoglierà innanzitutto informazioni dettagliate sui sintomi avvertiti, con particolare attenzione a:
Momento di insorgenza dei sintomi (a riposo, durante lo sforzo, dopo i pasti)
Durata degli episodi
Frequenza con cui si manifestano
Eventuali fattori scatenanti o allevianti
Sintomi associati (vertigini, mancanza di respiro, dolore toracico)
Storia di malattie cardiache personali o familiari
Farmaci assunti regolarmente o occasionalmente
Abitudini di vita (consumo di caffeina, alcol, fumo)
All'esame obiettivo, il medico valuterà segni vitali come pressione arteriosa e frequenza cardiaca, e presterà particolare attenzione all'auscultazione del cuore, che può rilevare la presenza di battiti irregolari o pause.
Le indagini strumentali essenziali per la diagnosi includono:
Elettrocardiogramma (ECG) standard: rappresenta il primo approccio diagnostico, ma essendo un esame di breve durata (pochi minuti), potrebbe non registrare extrasistoli sporadiche. Quando riesce a catturarle, l'ECG è in grado di identificare l'origine (atriale, giunzionale o ventricolare) e alcune caratteristiche morfologiche importanti.
ECG dinamico secondo Holter: è l'esame più utile per la diagnosi delle extrasistoli. Consiste nella registrazione continua dell'attività elettrica del cuore per 24-48 ore mentre il paziente svolge le normali attività quotidiane. Questo monitoraggio prolungato permette di:
Quantificare il numero totale di extrasistoli nelle 24 ore
Valutarne l'origine e la morfologia
Verificare la loro distribuzione durante la giornata e in relazione alle diverse attività
Correlare i sintomi riferiti dal paziente con gli eventi aritmici registrati
Rilevare eventuali sequenze complesse di aritmie (coppie, triplette, salve)
Test da sforzo (o ECG da sforzo): utile per valutare il comportamento delle extrasistoli durante l'attività fisica. La riduzione o scomparsa delle extrasistoli durante lo sforzo è in genere un segno di benignità, mentre il loro aumento durante o immediatamente dopo l'esercizio può suggerire una patologia sottostante.
Ecocardiogramma: essenziale per valutare la struttura e la funzione cardiaca. Questo esame permette di escludere cardiopatie strutturali che potrebbero essere alla base delle extrasistoli, come valvulopatie, cardiomiopatie, anomalie congenite o esiti di infarto miocardico.
In casi selezionati, possono essere necessari esami più approfonditi:
Risonanza magnetica cardiaca (RM): particolarmente utile per identificare aree di fibrosi o cicatrici miocardiche che possono fungere da substrato aritmogeno.
Studio elettrofisiologico: una procedura invasiva che può essere indicata in casi complessi, quando si sospetta un'aritmia più complessa o quando si pianifica un'ablazione transcatetere.
Esami ematochimici: per escludere disturbi elettrolitici (potassio, magnesio, calcio), valutare la funzione tiroidea e renale, o identificare stati infiammatori.
Extrasistole ECG
All'elettrocardiogramma, le extrasistoli presentano caratteristiche distintive che permettono di identificarne l'origine e alcune proprietà rilevanti per la stratificazione del rischio.
Le extrasistoli atriali si manifestano all'ECG come:
Un'onda P prematura, con morfologia diversa rispetto alle onde P sinusali
Un intervallo P-R che può essere normale o allungato
Un complesso QRS che generalmente ha morfologia normale (a meno che non vi sia aberranza di conduzione)
Una pausa non completamente compensatoria dopo l'extrasistole
Le extrasistoli ventricolari presentano caratteristiche ECG differenti:
Assenza dell'onda P prematura
Complesso QRS allargato (generalmente >120 ms) e con morfologia alterata
Onda T di polarità opposta rispetto al QRS
Pausa tipicamente compensatoria dopo l'extrasistole
Diversi elementi dell'ECG possono fornire informazioni prognostiche importanti sulle extrasistoli ventricolari:
Morfologia: le extrasistole monomorfe (tutte con la stessa morfologia) sono generalmente più benigne rispetto alle polimorfe, che possono segnalare un danno miocardico più esteso o diffuso.
Accoppiamento: si riferisce all'intervallo tra il battito normale e l'extrasistole. Un accoppiamento molto breve (fenomeno R su T) può predisporre a aritmie ventricolari più gravi.
Origine: le extrasistoli che originano dal tratto di efflusso ventricolare destro tendono ad avere una prognosi migliore rispetto a quelle che originano da altre sedi ventricolari.
Complessità: extrasistoli isolate sono generalmente più benigne rispetto a pattern complessi come coppie, triplette o salve.
Frequenza: un carico elevato di extrasistoli (>10.000/24 ore o >10% del totale dei battiti) può essere associato, in alcuni casi, a rischio di sviluppare disfunzione ventricolare nel lungo termine (cardiomiopatia indotta da extrasistoli).
Per una corretta interpretazione dell'ECG in presenza di extrasistoli, è fondamentale considerare il contesto clinico complessivo, inclusa la presenza o assenza di cardiopatia strutturale e altri fattori di rischio cardiovascolare.
FAQ
C'è una relazione tra aritmia cardiaca e extrasistole?
Le extrasistoli sono un tipo di aritmia cardiaca, caratterizzata da battiti prematuri. Mentre le extrasistoli isolate e occasionali sono generalmente benigne, forme ripetitive o frequenti possono talvolta evolvere in aritmie più complesse. In particolare, le extrasistoli atriali possono fungere da trigger per fibrillazione atriale, mentre quelle ventricolari, in presenza di cardiopatia, possono predisporre a tachicardie ventricolari.
Come calmare le extrasistole?
Per ridurre le extrasistole, è utile limitare o eliminare stimolanti come caffeina, nicotina e alcol. Tecniche di rilassamento come respirazione profonda e meditazione possono essere efficaci, così come mantenere livelli adeguati di elettroliti (magnesio e potassio). L'attività fisica regolare moderata spesso aiuta. In casi persistenti e sintomatici, il medico può prescrivere beta-bloccanti o considerare l'ablazione transcatetere.
Le extrasistole da reflusso sono pericolose?
Le extrasistole associate a reflusso gastroesofageo sono generalmente benigne. Si verificano per stimolazione vagale riflessa causata dall'irritazione esofagea o per la pressione meccanica di uno stomaco disteso sulla vicina area cardiaca. Trattare efficacemente il reflusso con modifiche alimentari, farmaci e posizioni del sonno adeguate spesso riduce significativamente queste extrasistoli, che non comportano rischi cardiaci specifici.
Che cosa è una aritmia extrasistolica?
L'aritmia extrasistolica è un'alterazione del ritmo cardiaco caratterizzata da battiti prematuri, che originano da sedi diverse dal normale pacemaker cardiaco. Può essere atriale, giunzionale o ventricolare in base alla sede d'origine. Sebbene spesso benigna, può causare palpitazioni e sensazione di "tuffo al cuore". La diagnosi si basa su ECG ed Holter, mentre il trattamento dipende dalla frequenza, sintomatologia e presenza di cardiopatie.
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