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Ematocrito basso: cause, sintomi e quando preoccuparsi

~May 02, 2025
9 minuti
ematocrito basso

Immaginate di svegliarvi ogni mattina con una stanchezza così profonda che persino le attività quotidiane più semplici diventano un'impresa titanica. Il respiro è corto, il cuore batte a ritmi accelerati senza apparente motivo, e una sensazione di spossatezza pervade ogni fibra del vostro corpo. Questi potrebbero essere i segnali di un parametro ematico alterato che spesso passa inosservato nei discorsi sulla salute quotidiana: l'ematocrito basso

Sebbene non sia un termine comune nel linguaggio di tutti i giorni, l'ematocrito rappresenta uno dei valori fondamentali per valutare lo stato di salute del nostro sangue e, di conseguenza, dell'intero organismo. La sua alterazione può essere il campanello d'allarme di condizioni patologiche che necessitano di attenzione medica tempestiva, o semplicemente uno squilibrio temporaneo facilmente correggibile.

Che cosa è l'ematocrito

L'ematocrito (Hct) rappresenta la percentuale del volume ematico totale occupata dai globuli rossi (eritrociti). In termini tecnici, si tratta di un parametro ematologico che indica la frazione di sangue costituita dalle cellule rispetto al plasma. Questo valore viene determinato mediante esami di laboratorio, in particolare attraverso l'emocromo completo o esame emocromocitometrico, un test diagnostico di routine che fornisce informazioni quantitative e qualitative sulle componenti cellulari del sangue.

I valori di riferimento dell'ematocrito variano in base al sesso, all'età e ad altri fattori fisiologici:

  • uomini adulti: il range normale è compreso tra il 40% e il 54%

  • donne adulte: i valori normali oscillano tra il 36% e il 46%

  • neonati: alla nascita, l'ematocrito può raggiungere valori fino al 65%, per poi stabilizzarsi gradualmente

  • Bambini: i valori tendono a normalizzarsi progressivamente verso quelli adulti con la crescita

L'ematocrito è strettamente correlato ad altri due parametri ematologici fondamentali:

  1. emoglobina (Hb): la proteina contenuta nei globuli rossi che trasporta l'ossigeno dai polmoni ai tessuti

  2. conta dei globuli rossi (RBC): il numero di eritrociti per unità di volume di sangue

Questi tre valori, considerati insieme, forniscono informazioni cruciali sul grado di ossigenazione tissutale e sulla capacità del sangue di trasportare ossigeno agli organi e ai tessuti del corpo.

Si parla di ematocrito basso, o ipocitemia, quando i valori scendono al di sotto della soglia minima di riferimento. Specificamente:

  • Negli uomini: valori inferiori al 40%

  • Nelle donne: valori inferiori al 36%

La riduzione dell'ematocrito può manifestarsi come una condizione isolata o, più frequentemente, nell'ambito di un quadro anemico più complesso. L'anemia, infatti, è definita come una riduzione della concentrazione di emoglobina nel sangue al di sotto dei valori normali, e si accompagna tipicamente a una proporzionale riduzione dell'ematocrito.

A livello fisiologico, un ematocrito basso implica una ridotta capacità del sangue di trasportare ossigeno, con conseguenti potenziali ripercussioni sul metabolismo cellulare e sulla funzionalità dei diversi organi e apparati.

I sintomi dell'ematocrito basso

La manifestazione clinica dell'ematocrito basso è estremamente variabile e dipende da diversi fattori, tra cui la gravità della riduzione, la rapidità con cui si è instaurata e le condizioni generali del paziente. In molti casi, riduzioni lievi o moderate dell'ematocrito possono risultare completamente asintomatiche, soprattutto se insorte gradualmente, permettendo all'organismo di attivare meccanismi compensatori.

Quando presenti, i sintomi dell'ematocrito basso riflettono essenzialmente la ridotta capacità del sangue di trasportare adeguate quantità di ossigeno ai tessuti. Il quadro sintomatologico può includere:

Sintomi generali

  • astenia e facile affaticabilità: rappresentano le manifestazioni più comuni e consistono in una sensazione di stanchezza persistente, sproporzionata rispetto all'attività svolta, che non migliora con il riposo

  • debolezza muscolare: ridotta forza muscolare che può compromettere le normali attività quotidiane

  • cefalea: di intensità variabile, spesso a carattere gravativo e maggiormente evidente in posizione eretta

  • vertigini e sensazione di instabilità: particolarmente evidenti nei cambiamenti posturali rapidi

Sintomi cardiorespiratori

Accanto ai sintomi più generali bisogna tenere presente alcune manifestazioni più marcatamente cardiorespiratorie, come: 

  • dispnea: difficoltà respiratoria che inizialmente compare sotto sforzo e, nei casi più severi, anche a riposo

  • tachicardia: aumento della frequenza cardiaca, segno di un meccanismo compensatorio per aumentare la gittata cardiaca e migliorare l'ossigenazione tissutale

  • palpitazioni: percezione soggettiva del battito cardiaco, talvolta irregolare

  • dolore toracico: nelle forme più gravi, soprattutto in pazienti con patologie cardiovascolari preesistenti

Manifestazioni cutanee e mucose

  • pallore cutaneo e mucoso: particolarmente evidente a livello delle congiuntive, del letto ungueale e delle pieghe palmari

  • fragilità ungueale: unghie fragili che tendono a spezzarsi facilmente

  • secchezza cutanea: la pelle appare disidratata e può presentare desquamazione

Sintomi neurologici

  • difficoltà di concentrazione e calo del rendimento intellettivo: i processi cognitivi richiedono un adeguato apporto di ossigeno

  • irritabilità: alterazioni del tono dell'umore con tendenza all'irritabilità

  • acufeni: percezione di ronzii o fischi alle orecchie

Sintomi gastrointestinali

  • anoressia: riduzione dell'appetito

  • nausea: sensazione spiacevole che può precedere il vomito

  • alterazioni del gusto: disgeusia con ridotta percezione dei sapori

È importante sottolineare che l'espressività clinica dell'ematocrito basso è influenzata significativamente dall'età del paziente e dalle comorbidità presenti. Gli anziani e i soggetti con patologie cardiovascolari preesistenti tendono a manifestare sintomi più pronunciati anche per riduzioni moderate dell'ematocrito, mentre i giovani senza comorbidità possono tollerare meglio valori anche significativamente ridotti.


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Ematocrito basso in gravidanza

La gravidanza rappresenta una condizione fisiologica caratterizzata da profonde modificazioni dell'assetto ematologico. Tra queste, l'abbassamento dell'ematocrito è un fenomeno frequente e in gran parte fisiologico, che richiede un'interpretazione clinica particolare.

Durante la gestazione si verifica un incremento del volume plasmatico che precede e supera proporzionalmente l'aumento della massa eritrocitaria, determinando una "emodiluizione" che si traduce nella cosiddetta "anemia fisiologica della gravidanza". Questo fenomeno si manifesta tipicamente a partire dal secondo trimestre e raggiunge il suo picco intorno alla 32ª-34ª settimana di gestazione.

I valori di riferimento dell'ematocrito in gravidanza sono pertanto differenti rispetto a quelli della popolazione femminile generale:

  • Primo trimestre: 31-41%

  • Secondo trimestre: 30-39%

  • Terzo trimestre: 28-40%

Questa riduzione fisiologica dell'ematocrito rappresenta un adattamento volto a favorire la perfusione placentare e risponde alle maggiori richieste metaboliche materno-fetali. Tuttavia, è fondamentale distinguere l'anemia fisiologica della gravidanza da condizioni patologiche che possono manifestarsi con un ematocrito particolarmente basso.

Le principali cause di ematocrito patologicamente ridotto in gravidanza includono:

  1. Carenza di ferro: rappresenta la causa più frequente, poiché durante la gestazione il fabbisogno di ferro aumenta significativamente per supportare l'espansione della massa eritrocitaria materna e lo sviluppo fetale

  2. Carenze vitaminiche: in particolare di folati e vitamina B12, essenziali per l'eritropoiesi

  3. Emoglobinopatie: come la talassemia, che possono manifestarsi in modo più evidente durante la gravidanza

  4. Emorragie occulte: gastrointestinali o genito-urinarie

  5. Patologie croniche: nefropatie, epatopatie, malattie infiammatorie croniche

Le conseguenze dell'ematocrito significativamente ridotto in gravidanza possono ripercuotersi sia sulla madre che sul feto. A livello materno, oltre ai sintomi precedentemente descritti, un'anemia severa può comportare:

Il monitoraggio dell'ematocrito rappresenta pertanto un aspetto fondamentale dell'assistenza prenatale. Le linee guida attuali raccomandano la valutazione dell'emocromo completo:

  • Al primo controllo prenatale

  • A 24-28 settimane di gestazione

  • A 36 settimane di gestazione

  • In caso di sintomatologia suggestiva di anemia

La gestione dell'ematocrito basso in gravidanza prevede innanzitutto l'identificazione della causa sottostante. Nelle forme da carenza marziale, che rappresentano la maggioranza dei casi, la supplementazione con ferro rappresenta l'intervento di prima linea. Nei casi più severi o non responsivi alla terapia orale, può essere necessario ricorrere alla somministrazione parenterale di ferro o, raramente, alla trasfusione di emazie concentrate.

Come si capisce di avere ematocrito basso?

La diagnosi di ematocrito basso si basa su elementi clinici e strumentali, con un ruolo centrale rivestito dagli esami ematochimici. Il percorso diagnostico si articola in diverse fasi, che comprendono:

Anamnesi

Un'accurata raccolta anamnestica rappresenta il primo passo per orientare il sospetto diagnostico. Elementi significativi includono:

  • Storia familiare: presenza di anemie ereditarie o emoglobinopatie

  • Abitudini alimentari: diete carenti in nutrienti essenziali per l'eritropoiesi

  • Patologie preesistenti: malattie croniche, neoplasie, patologie autoimmuni

  • Assunzione di farmaci: alcuni principi attivi possono interferire con l'eritropoiesi o causare emolisi

  • Perdite ematiche: menorragie, sanguinamenti gastrointestinali evidenti o occulti

  • Sintomatologia: insorgenza e progressione dei sintomi precedentemente descritti

Esame obiettivo

La valutazione clinica può evidenziare segni suggestivi di ematocrito ridotto:

  • Pallore cutaneo-mucoso: particolarmente a livello congiuntivale e del letto ungueale

  • Tachicardia: frequenza cardiaca a riposo superiore a 100 battiti al minuto

  • Ipotensione: riduzione dei valori pressori, soprattutto nelle forme acute

  • Soffi cardiaci funzionali: da iperdinamismo circolatorio compensatorio

  • Epatomegalia e splenomegalia: presenti in alcune forme specifiche

Indagini di laboratorio

Gli esami di laboratorio costituiscono il cardine diagnostico per la definizione di ematocrito basso:

  1. Emocromo completo: rappresenta l'esame di prima linea e fornisce:

    • Valore dell'ematocrito

    • Concentrazione di emoglobina

    • Conta dei globuli rossi

    • Indici eritrocitari: Volume Corpuscolare Medio (MCV), Emoglobina Corpuscolare Media (MCH), Concentrazione Emoglobinica Corpuscolare Media (MCHC)

    • Ampiezza della Distribuzione Eritrocitaria (RDW)

    • Formula leucocitaria

    • Conta piastrinica

  2. Striscio di sangue periferico: permette la valutazione morfologica degli eritrociti e può evidenziare alterazioni quali:

    • Microcitosi o macrocitosi

    • Ipocromia

    • Poichilocitosi (alterazioni della forma)

    • Anisocitosi (variabilità delle dimensioni)

    • Presenza di eritroblasti o altre cellule immature

  3. Esami biochimici:

    • Sideremia, ferritina, transferrina e saturazione della transferrina per valutare l'assetto marziale

    • Vitamina B12 e folati

    • Bilirubina totale e frazionata

    • Aptoglobina, LDH, test di Coombs diretto e indiretto nelle sospette forme emolitiche

    • Funzionalità renale ed epatica

    • Profilo infiammatorio: VES, PCR, fibrinogeno

  4. Test specifici in base al sospetto clinico:

    • Elettroforesi dell'emoglobina

    • Dosaggio dell'eritropoietina

    • Test genetici per emoglobinopatie

    • Ricerca di sangue occulto fecale

    • Esami microbiologici

Indagini strumentali

In alcuni casi, soprattutto quando si sospetta un'emorragia o una patologia sottostante, possono essere necessari:

  • Ecografia addominale: per valutare le dimensioni di fegato e milza e identificare eventuali masse

  • Endoscopia digestiva: superiore e/o inferiore per evidenziare lesioni sanguinanti

  • TC o RM: in caso di sospette neoplasie o patologie specifiche

  • Biopsia osteomidollare: nelle forme in cui si sospetta un coinvolgimento primario del midollo osseo

L'interpretazione integrata dei dati anamnestici, clinici e laboratoristici consente non solo di confermare la presenza di un ematocrito ridotto, ma anche di orientare verso l'identificazione della causa sottostante, elemento fondamentale per impostare un corretto approccio terapeutico.

Quando preoccuparsi per l'ematocrito basso?

La valutazione della rilevanza clinica di un ematocrito ridotto richiede un approccio contestualizzato che tenga conto di molteplici fattori. Non tutti i valori al di sotto del range di riferimento comportano necessariamente implicazioni patologiche significative, ma esistono situazioni in cui è opportuno rivolgersi tempestivamente a un professionista sanitario.

Situazioni che richiedono attenzione medica immediata

È opportuno rivolgersi con urgenza a un medico o a un servizio di emergenza nei seguenti casi:

  1. Sintomi cardiovascolari intensi:

    • Dolore toracico

    • Palpitazioni persistenti

    • Dispnea a riposo

    • Sincope o pre-sincope

  2. Manifestazioni emorragiche acute:

    • Ematemesi (vomito di sangue)

    • Melena (feci nere e maleodoranti)

    • Rettorragia (sangue rosso vivo dall'ano)

    • Ematuria (sangue nelle urine)

    • Epistassi (sanguinamento nasale) severa o persistente

  3. Segni neurologici:

    • Alterazioni dello stato di coscienza

    • Confusione mentale di nuova insorgenza

    • Deficit neurologici focali

  4. Elementi laboratoristici allarmanti:

    • Ematocrito inferiore al 18%

    • Rapida riduzione dell'ematocrito (>5% in 24 ore)

    • Concomitante alterazione di altri parametri ematologici (leucopenia, trombocitopenia)

  5. Contesti clinici particolari:

    • Gravidanza con ematocrito <25%

    • Post-operatorio

    • Trauma recente

    • Patologia oncologica attiva

    • Terapia anticoagulante in corso

La corretta gestione dell'ematocrito basso si basa su un approccio personalizzato che tiene conto della causa sottostante, della gravità della riduzione, delle manifestazioni cliniche e delle caratteristiche individuali del paziente. Solo attraverso una valutazione medica appropriata è possibile stabilire il percorso diagnostico-terapeutico più adeguato, che può spaziare dalla semplice supplementazione nutrizionale fino a interventi più complessi come la trasfusione di emocomponenti o terapie mirate alla patologia di base.

Il monitoraggio periodico dell'ematocrito, soprattutto in soggetti a rischio, rappresenta un elemento fondamentale nella prevenzione di complicanze potenzialmente gravi e consente un intervento tempestivo quando necessario. 

FAQ

Quando si ha l’ematocrito alto?

L'ematocrito elevato (policitemia) si riscontra quando i valori superano il 54% negli uomini o il 46% nelle donne. Le cause principali includono disidratazione, patologie polmonari croniche, soggiorno in alta quota, policitemia vera, cardiopatie congenite cianogene ed emoglobinopatie. Condizioni come il tabagismo cronico, l'assunzione di farmaci androgeni o l'eritropoietina possono determinare un incremento patologico. La sintomatologia comprende cefalea, vertigini, visione offuscata, ipertensione arteriosa e, nei casi gravi, eventi tromboembolici potenzialmente fatali.

Eritrociti emoglobina ematocrito bassi?

La contemporanea riduzione di eritrociti, emoglobina ed ematocrito configura un quadro di anemia. Le cause più frequenti comprendono carenze nutrizionali (ferro, vitamina B12, folati), perdite ematiche acute o croniche, patologie croniche infiammatorie, insufficienza renale ed emolisi. La sintomatologia include astenia, pallore, dispnea da sforzo, tachicardia e, nelle forme severe, sintomatologia cardio-cerebrovascolare. L'inquadramento diagnostico richiede valutazione dell'emocromo completo, striscio periferico e indagini mirate all'identificazione dell'eziologia specifica.

Quali sono i valori normali dell’ematocrito?

I valori normali dell'ematocrito variano in base a sesso ed età. Negli uomini adulti l'intervallo di riferimento è compreso tra 40% e 54%, mentre nelle donne adulte oscilla tra 36% e 46%. Nei neonati, i valori fisiologici alla nascita possono raggiungere il 65%, per poi ridursi progressivamente. In gravidanza si osserva una fisiologica riduzione con valori accettabili tra 28% e 40% nel terzo trimestre. L'altitudine, l'attività fisica intensa e lo stato di idratazione possono influenzare tali parametri.


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