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Elettromiografia: cosa è, come funziona e quando farla

Revisionato da: Elty~October 02, 2024
8 minuti
Elettromiografia

Elettromiografia: cosa è e chi se ne occupa

Un’importante tecnica diagnostica comunemente impiegata in campo medico è l’elettromiografia, ossia un procedimento grazie al quale è possibile misurare e registrare l’attività elettrica prodotta dai muscoli scheletrici. 

Tale tecnologia rende possibile ottenere un quadro chiaro sul modo in cui i muscoli reagiscono ai segnali nervosi e svolge un ruolo fondamentale nella diagnosi di molteplici situazioni, molte delle quali condizionano per l’appunto i muscoli e i nervi.

Il muscolo quando si attiva produce un segnale elettrico e l’elettromiografia lo cattura tramite gli elettrodi, che sono solitamente situati sulla superficie della pelle nel caso dell’elettromiografia superficiale oppure possono essere inseriti nel tessuto muscolare attraverso un sottile ago nel caso dell’elettromiografia intramuscolare.

Mediante l’elettromiografia è possibile altresì individuare anomalie che sono indice, in alcuni casi, di patologie neuromuscolari quali la distrofia muscolare o i disturbi del sistema nervoso come la sclerosi laterale amiotrofica, detta comunemente SLA, o delle neuropatie periferiche. 

Ad occuparsi del corretto svolgimento dell’elettromiografia sono gli specialisti in neurofisiologia clinica, ossia medici formati appositamente per interpretare gli esiti di questo particolare test.

Le figure mediche che svolgono l’elettromiografia possiedono una profonda conoscenza sia del sistema nervoso che delle patologie muscolari, rendendo questi professionisti altamente qualificati per gestire l’elettromiografia e fornire una diagnosi particolareggiata. 

Solitamente le sedute di elettromiografia vengono praticate presso ospedali o cliniche specializzate, ma pure centri di riabilitazione e cliniche private mettono a disposizione questo servizio. La decisione del luogo dove effettuare l’esame dipende dalle esigenze specifiche di ogni paziente e dalle raccomandazioni del medico curante.

Se ti stai chiedendo se l’elettromiografia è dolorosa, devi sapere intanto che la percezione del dolore è soggettiva e può cambiare considerevolmente da individuo a individuo. L’elettromiografia superficiale impiega elettrodi posizionati sulla pelle ed è generalmente indolore, ma può causare un leggero fastidio per via della necessità di mantenere ferme determinate posizioni muscolari durante il test. 

Nell’elettromiografia intramuscolare i pazienti possono percepire un lieve dolore o fastidio simile a quello provato durante un’iniezione. La percezione del dolore anche in questo caso è soggettiva e dipende da fattori quali la sensibilità personale, l’area muscolare interessata e la durata della procedura. 

La maggioranza dei pazienti descrive la sensazione come una breve puntura seguita da una sensazione di pressione o contrazione muscolare.

Elettromiografia: come funziona

L’elettromiografia funziona sfruttando il principio per il quale i muscoli attivi generano segnali elettrici. L’attività elettrica è il prodotto della comunicazione tra il sistema nervoso e i muscoli. 

I nervi, nel momento in cui inviano un segnale ad un muscolo affinché si contragga, producono una risposta da parte dei muscoli che generano un piccolo impulso elettrico. L’elettromiografia cattura e registra gli impulsi prodotti consentendo di ottenere una rappresentazione visiva e sonora dell’attività muscolare.

Il processo comincia con la preparazione del paziente. Nel caso dell’elettromiografia superficiale vengono posizionati sulla pelle degli elettrodi adesivi in posizioni specifiche. Gli elettrodi sono collegati ad un dispositivo che cattura l’attività elettrica. 

Nel corso del test, al paziente viene chiesto di rilassare il muscolo e poi di contrarlo gradualmente, consentendo la registrazione di molteplici attività muscolari.

Nell’elettromiografia intramuscolare invece il procedimento è diverso e prevede l’utilizzo di un ago sottile, che funge da elettrodo, inserito direttamente nel tessuto muscolare. 

Il metodo in questione consente di analizzare l’attività muscolare, altrimenti difficilmente osservabile con elettrodi superficiali. Al paziente può essere domandato di contrarre il muscolo con l’obiettivo di catturare dati preziosi sull’attività elettrica durante varie fasi dell’attività muscolare.

L’elettromiografia converte i segnali elettrici documentati in grafici, suoni e numeri che vengono in seguito analizzati da uno specialista. I dati raccolti possono certificare la presenza di anomalie nell’attività elettrica, che possono essere indice di varie condizioni neuromuscolari.

L’elettromiografia esito positivo fa riferimento ai risultati del test che indicano anomalie o alterazioni nell’attività elettrica dei muscoli. Un segnale elettrico particolarmente debole può significare un danno al nervo che alimenta il muscolo, mentre un’attività elettrica continua o anormale, che avviene quando il muscolo dovrebbe essere a riposo, può indicare una patologia muscolare. 

L’elettromiografia esito positivo non si traduce sempre in una diagnosi preoccupante o nella presenza di una patologia grave, ma indica le anomalie messe in evidenza nel corso del test e che meritano un’indagine più approfondita. 

Le anomalie spaziano da lievi a gravi e sono indice generalmente di numerose condizioni, quali malattie neuromuscolari o problemi ai nervi periferici. L’elettromiografia ha una durata media compresa tra i 25 e i 60 minuti, in base alla patologia da individuare, dei distretti muscolari e dei motoneuroni da esaminare.

Elettromiografia: quando farla

L’elettromiografia è un esame diagnostico utile in numerosi scenari medici, validissimo per esaminare la salute muscolare e dei nervi circostanti.

Il test EMG è raccomandato in vari contesti, specialmente nel caso in cui i sintomi avvertiti dall’individuo risultino il possibile campanello d’allarme di un eventuale problema neuromuscolare o nervoso

Vediamo ora quali sono le situazioni più diffuse che richiedono di prenotare un’elettromiografia: 

- Per quei pazienti che avvertono debolezza muscolare senza che vi sia una motivazione, l’elettromiografia collabora nello stabilire se la causa consiste in un problema dei muscoli stessi o dei nervi che li controllano;

-  Il test serve per diagnosticare il dolore muscolare cronico, i crampi o le fascicolazioni, ossia delle piccole contrazioni involontarie visibili sotto la pelle;

- Sintomi quali intorpidimento, formicolio o sensazioni di bruciore possono indicare problemi con i nervi periferici quali la neuropatia, per i quali è necessaria l’elettromiografia, tramite cui è possibile analizzare la funzione dei nervi;

- L’elettromiografia è uno strumento fondamentale nella diagnosi o nel monitoraggio di condizioni specifiche quali la sclerosi multipla amiotrofica, le distrofie muscolari o altre patologie neuromuscolari;

 

- Il test fornisce informazioni importanti sull’entità di un danno subito dal paziente e sulla possibile convalescenza e trattamento necessario in seguito a infortuni o traumi che hanno intaccato i nervi o i muscoli;

- Al termine di un intervento chirurgico o nel corso di un trattamento di condizioni neuromuscolari, l’elettromiografia permette di monitorare l’evoluzione nella ripresa della funzione muscolare;

- Infine può essere prescritta per indagare su disturbi che causano il danno o l’irritazione di un nervo alla radice della colonna vertebrale o ulteriori patologie quali la sindrome del tunnel carpale.

In Italia il prezzo di un’elettromiografia cambia se ci si rivolge a una struttura pubblica o privata. Nel caso in cui il paziente decida di affidarsi ad una clinica privata il costo sarà compreso tra i 100 euro e i 250 euro.

Grazie all’innovativa piattaforma Elty è possibile localizzare con precisione le cliniche e le strutture mediche più vicine alla tua zona abitativa o al tuo posto di lavoro. Per usufruire del servizio è sufficiente disporre di un pc o dell’APP mobile di Elty. 

Elettromiografia arti inferiori ed elettromiografia arti superiori

Nonostante il principio di fondo dell’elettromiografia risulti identico indipendentemente dalla parte del corpo analizzata, il focus è spesso rivolto su determinati gruppi muscolari e nervi che coinvolgono arti inferiori o superiori.

Tale specializzazione consente di diagnosticare e gestire situazioni che condizionano soprattutto queste zone del corpo. 

Lo scopo dell’elettromiografia arti inferiori è solitamente quello di approfondire la causa di sintomi quali debolezza, dolore, crampi, intorpidimento o formicolii nelle gambe e nei piedi

L’elettromiografia arti inferiori serve per diagnosticare disturbi quali la radicolopatia lombosacrale, ossia una condizione dovuta a danno o irritazione delle radici nervose nella parte bassa della schiena, che può influenzare le gambe. 

Ulteriori situazioni che possono essere prese in esame comprendono la neuropatia periferica, le distrofie muscolari e le patologie quali la SLA, che possono riguardare gli arti inferiori.

Inoltre l’elettromiografia arti inferiori svolge un ruolo di primo piano nella valutazione della gravità di una lesione nervosa e nel monitorare la ripresa della funzione nervosa in seguito ad un trauma o ad un intervento chirurgico. 

I pazienti che hanno subito un infortunio al ginocchio o alla schiena, grazie all’elettromiografia agli arti inferiori vengono a conoscenza dell’entità dei danni ai nervi da cui dipendono le gambe e quali sono realisticamente i tempi di recupero necessari.

L’elettromiografia arti superiori è impiegata similarmente per esaminare sintomi quali debolezza, dolore, crampi, intorpidimento o formicolii che interessano le braccia, le mani e le spalle

Il test consente di diagnosticare patologie quale la sindrome del tunnel carpale che colpisce il nervo passando attraverso il polso, o la radicolopatia cervicale causata da un danno o un’irritazione delle radici nervose nel collo. 

Inoltre l’elettromiografia arti superiori ha come obiettivo quello di verificare situazioni specifiche che colpiscono i nervi o le braccia, quali le neuropatie periferiche o le distrofie muscolari. L’elettromiografia agli arti superiori consente infine di ottenere informazioni accurate sull’attività elettrica dei muscoli in risposta ai segnali nervosi. 

FAQ Elettromiografia: le risposte alle domande più frequenti

Quali malattie si vedono con l’elettromiografia?

L’elettromiografia permette di individuare numerose patologie quali disturbi neuromuscolari, malattie dei motoneuroni, neuropatie periferiche, radicolopatie, sindrome del tunnel carpale e disordini muscolari.

Come leggere referto elettromiografia?

Per chi non ha esperienza in materia risulta molto complesso leggere il referto dell’elettromiografia. Qui sono indicati in particolare i muscoli analizzati e se è stata impiegata l’elettromiografia superficiale o intramuscolare. I risultati vengono divisi per muscolo testato e documentano le attività elettriche osservate, vengono ovviamente segnalate anomalie specifiche. Una parte del referto è dedicata all’interpretazione degli esiti, dove viene riportato se i risultati sono normali o se mostrano segni di patologie. Termini come “normale” o “anormale” forniscono un’indicazione istantanea dello stato generale dei muscoli e dei nervi.

Come si fa l’elettromiografia?

L’esecuzione dell’elettromiografia può cambiare lievemente a seconda che si utilizzi quella superficiale o intramuscolare. Non è necessaria una preparazione complessa. Al paziente che effettua l’esame superficiale vengono applicati sulla pelle degli elettrodi adesivi nelle zone su cui indagare, che sono collegati ad un dispositivo che cattura l’attività elettrica. Per l’elettromiografia intramuscolare viene utilizzato un ago che funge da elettrodo e viene inserito direttamente nel muscolo. Durante il test viene chiesto di rilassare e poi contrarre il muscolo in esame. Il dispositivo documenta l’attività elettrica prodotta dai muscoli in risposta a tali comandi, trasformando i segnali in grafici, suoni o numeri che possono essere esaminati.

Quanto dura l’elettromiografia?

L’elettromiografia ha una durata compresa tra i 25 e i 60 minuti.

Quanto costa l’elettromiografia?

Se si opta per una struttura appartenente al Servizio Sanitario Nazionale si deve pagare un ticket che varia a seconda della Regione. Nel caso in cui la persona decida di affidarsi ad una clinica privata il costo sarà compreso tra i 100 euro e i 250 euro.