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Coprocoltura feci: cos'è, a cosa serve e preparazione

~March 12, 2025
5 minuti
coprocoltura

La coprocoltura feci è un esame microbiologico fondamentale per individuare la presenza di batteri patogeni intestinali responsabili di infezioni gastrointestinali. Questa analisi viene richiesta in caso di diarrea persistente, febbre, dolori addominali e sospetta infezione alimentare, al fine di identificare il microrganismo responsabile e determinare il trattamento più appropriato.

Un aspetto fondamentale della coprocoltura è la sua capacità di differenziare le infezioni batteriche da altre cause di disturbi intestinali, come infezioni virali o parassitarie. Ne parleremo in questo articolo.

Coprocoltura: cos'è e a cosa serve?

La coprocoltura è un esame delle feci che ha lo scopo di rilevare la presenza di batteri enteropatogeni responsabili di infezioni intestinali.

Uno degli impieghi più comuni di questo esame è la coprocoltura per salmonella, utile per identificare infezioni da Salmonella spp., batterio responsabile di salmonellosi e tossinfezioni alimentari. Oltre alla Salmonella, la coprocoltura viene utilizzata per individuare altri batteri patogeni come Shigella, Campylobacter ed Escherichia coli patogeni, che possono causare gravi forme di diarrea, soprattutto nei bambini e nelle persone con un sistema immunitario indebolito.

Il test viene spesso richiesto in contesti di epidemie di tossinfezione alimentare, nei casi di diarrea del viaggiatore e per escludere infezioni in persone con sintomi gastrointestinali prolungati. Nei pazienti immunocompromessi, la coprocoltura può essere uno strumento diagnostico essenziale per individuare infezioni opportunistiche che potrebbero complicare il quadro clinico.

Come si fa la coprocoltura?

L’esame della coprocoltura prevede la raccolta di un campione di feci che viene successivamente analizzato in laboratorio per individuare la presenza di batteri patogeni. La raccolta del campione deve essere effettuata in modo corretto per evitare contaminazioni e garantire un risultato affidabile. Il paziente deve dunque utilizzare un contenitore per coprocoltura sterile, fornito dal laboratorio o acquistabile in farmacia, e raccogliere un campione di feci evitando il contatto con urina o acqua del water.

In alcuni casi, il medico può richiedere una coprocoltura feci 3 campioni, che prevede la raccolta di tre campioni in giorni diversi. Questo metodo aumenta la probabilità di rilevare batteri patogeni, soprattutto in infezioni intermittenti.

Una volta raccolto il campione, questo deve essere consegnato al laboratorio il prima possibile, poiché i batteri devono essere coltivati su terreni specifici per facilitarne l’identificazione. Il processo di analisi prevede la crescita dei microrganismi sospetti su specifici terreni di coltura, seguita da test biochimici e, se necessario, da un antibiogramma per determinare la sensibilità del batterio agli antibiotici.

Preparazione alla coprocoltura: cosa fare prima dell’esame?

Per garantire un risultato attendibile, il paziente deve seguire alcune indicazioni prima di effettuare la coprocoltura fecale. È importante evitare l’uso di antibiotici nei 3 giorni precedenti il test, poiché questi farmaci possono alterare la crescita batterica e falsare il risultato. Anche lassativi, probiotici e farmaci che influenzano la flora intestinale devono essere sospesi prima dell’esame.

La raccolta del campione deve essere effettuata con attenzione, utilizzando un contenitore sterile e seguendo le istruzioni del laboratorio. Se non è possibile consegnare il campione immediatamente, questo può essere conservato in frigorifero a 4°C per un massimo di 12 ore, seguendo le indicazioni fornite dal centro analisi.

Tempi di refertazione della coprocoltura: quanto tempo ci vuole?

I tempi referto della coprocoltura dipendono dalla crescita dei batteri in laboratorio e variano generalmente tra 3 e 5 giorni lavorativi. Questo tempo è necessario per permettere ai batteri di svilupparsi sui terreni di coltura e per eseguire i test di identificazione.

Se l’esame include un antibiogramma, utile per determinare la sensibilità agli antibiotici, i tempi possono allungarsi di 1-2 giorni. In alcuni casi, per i pazienti ricoverati o per situazioni urgenti, i laboratori possono offrire test rapidi con risultati preliminari in 24-48 ore

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Coprocoltura esito: cosa significa un risultato positivo o negativo?

L’esito della coprocoltura può essere positivo o negativo. Se la coprocoltura è negativa, significa che non sono stati individuati batteri patogeni, e che i sintomi gastrointestinali potrebbero essere dovuti a infezioni virali, intolleranze alimentari o altre condizioni non batteriche.

Se invece la coprocoltura è positiva, significa che è stato identificato un batterio patogeno, come Salmonella, Shigella o Campylobacter. In questi casi, il medico valuterà la necessità di una terapia antibiotica sulla base dei sintomi e dei risultati dell’antibiogramma.

In alcune infezioni, come quelle da Salmonella, il medico potrebbe decidere di non prescrivere antibiotici, poiché il trattamento potrebbe prolungare l’eliminazione del batterio e aumentare il rischio di portatori cronici.

Coprocoltura negativa: cosa fare se i sintomi persistono?

Se la coprocoltura è negativa, significa che nelle feci non sono stati rilevati batteri patogeni. Tuttavia, la negatività del test non esclude altre cause di infezione o disturbi gastrointestinali. Se i sintomi persistono, il medico può suggerire ulteriori indagini, come l’esame parassitologico delle feci, la ricerca di virus intestinali o la valutazione di intolleranze alimentari e malattie infiammatorie intestinali.

Nei pazienti con diarrea cronica, una coprocoltura negativa potrebbe indicare la presenza di infezioni virali, come il rotavirus o il norovirus, oppure condizioni non infettive, come la sindrome dell’intestino irritabile o la malattia celiaca. In questi casi, può essere utile eseguire test sierologici o analisi specifiche per individuare eventuali intolleranze o patologie autoimmuni.

Coprocoltura nei bambini: quando è necessaria e come si esegue?

Nei bambini, la coprocoltura feci viene richiesta in presenza di diarrea persistente, febbre alta, sangue o muco nelle feci, dolori addominali intensi o episodi di vomito associati a disidratazione. I neonati e i lattanti, essendo più vulnerabili alle infezioni intestinali, possono sviluppare rapidamente disidratazione e complicanze, rendendo l’esame della coprocoltura un test diagnostico essenziale.

La raccolta delle feci nei bambini può risultare più complessa rispetto agli adulti. Nei neonati, è possibile raccogliere il campione direttamente dal pannolino, evitando di contaminare le feci con urina. Nei bambini più grandi, si consiglia di farli defecare in un apposito vasino pulito, prelevando poi un piccolo campione con lo spatolino presente nel contenitore per coprocoltura. È fondamentale assicurarsi che il campione sia raccolto in modo corretto per evitare falsi negativi o contaminazioni che potrebbero alterare il risultato.

Coprocoltura e antibiotico: quando è necessario il trattamento?

Quando la coprocoltura è positiva, il medico valuta la necessità di un trattamento antibiotico in base al tipo di batterio individuato, alla gravità dei sintomi e allo stato di salute del paziente. Alcune infezioni, come quelle da Salmonella, non sempre richiedono un trattamento antibiotico, poiché il corpo può eliminare spontaneamente il batterio senza bisogno di farmaci. Tuttavia, in casi di infezioni severe, nei bambini molto piccoli, negli anziani o nei pazienti immunodepressi, il medico può prescrivere una terapia antibiotica mirata sulla base dell’antibiogramma.

Per altri batteri patogeni, come Shigella, Campylobacter o Yersinia enterocolitica, il trattamento antibiotico è spesso necessario per evitare complicanze, ridurre la durata della malattia e prevenire la diffusione dell’infezione. L’uso di antibiotici deve sempre essere valutato con attenzione per evitare fenomeni di resistenza batterica.

Coprocoltura e ricerca di parassiti: differenze tra i due esami

Molte persone si chiedono quale sia la differenza tra coprocoltura e esame parassitologico. La coprocoltura è un test specifico per la ricerca di batteri patogeni, mentre l’esame parassitologico delle feci è mirato a individuare la presenza di protozoi e vermi intestinali, come Giardia lamblia, Ascaris lumbricoides e ossiuri.

Se il medico sospetta un’infezione parassitaria, potrebbe prescrivere entrambi gli esami per ottenere una diagnosi completa. La coprocoltura parassiti può essere richiesta in caso di viaggi in paesi tropicali, diarrea intermittente, perdita di peso inspiegabile o sintomi gastrointestinali che non migliorano con i trattamenti standard.

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AutoreElty

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