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Colica renale: cos’è, sintomi e cosa fare subito

~July 03, 2025
8 minuti
colica renale

Poche esperienze fisiche sono tanto intense e spaventose quanto una colica renale. Chi l'ha provata la descrive come un dolore improvviso, lancinante e violento, che appare dal nulla e toglie il fiato, rendendo impossibile trovare una posizione di sollievo. Spesso definito come uno dei dolori più acuti che un essere umano possa sperimentare, paragonabile a quello del parto, l'attacco di colica renale è un evento traumatico che richiede una comprensione chiara e un'azione immediata.

È fondamentale, però, fare subito una distinzione: la colica renale non è una malattia in sé, ma un sintomo, un segnale d'allarme potentissimo che il nostro corpo ci invia. È la manifestazione acuta di un'ostruzione delle vie urinarie, il sistema di canali che trasporta l'urina dai reni alla vescica. Nella stragrande maggioranza dei casi, il colpevole di questa ostruzione è un calcolo renale, un piccolo "sassolino" che, muovendosi dalla sua sede nel rene, si incastra in uno degli stretti ureteri. Comprendere i sintomi, le cause e, soprattutto, sapere cosa fare – e cosa non fare – durante un attacco, è cruciale per gestire il dolore, evitare complicazioni e intraprendere il percorso di cura più corretto.

I sintomi della colica renale

Il quadro sintomatologico della colica renale è dominato da un dolore inconfondibile, ma è spesso accompagnato da una serie di altri disturbi che, insieme, aiutano a identificarla e a distinguerla da un comune mal di schiena.

Il sintomo cardine è il dolore, che ha caratteristiche molto precise:

  • insorgenza: è tipicamente improvviso e acuto, raggiungendo un'intensità molto elevata in breve tempo.

  • localizzazione: ha origine nella regione lombare, al fianco, subito sotto l'arcata costale. È quasi sempre unilaterale, interessando il lato destro o sinistro a seconda di quale rene sia coinvolto.

  • irradiazione: questa è una delle sue caratteristiche più distintive. Il dolore non rimane confinato alla schiena, ma tende a "camminare", irradiandosi anteriormente verso l'addome e in basso, verso la regione inguinale e i genitali (testicolo nell'uomo, grandi labbra nella donna).

  • natura: il dolore è di tipo colico, ovvero non è costante ma presenta picchi di intensità alternati a momenti di relativo sollievo. Viene spesso descritto come un crampo profondo, una morsa o una pugnalata. Un altro aspetto chiave è che non è un dolore posturale: cambiare posizione, sedersi, sdraiarsi o camminare non porta alcun beneficio, anzi, spesso aumenta l'irrequietezza del paziente.

A questo dolore devastante si associano frequentemente altri sintomi che completano il quadro clinico:

  • nausea e vomito: l'intensità del dolore e la vicinanza dei centri nervosi che controllano reni e apparato digerente spesso scatenano una forte nausea, che può sfociare in vomito.

  • disturbi urinari: la presenza del calcolo che irrita le vie urinarie può causare bisogno di urinare frequentemente (pollachiuria), dolore o bruciore durante la minzione (stranguria) e una sensazione di non aver svuotato completamente la vescica (tenesmo vescicale).

  • sangue nelle urine (ematuria): il passaggio del calcolo può graffiare le pareti dell'uretere, causando la presenza di sangue nelle urine. A volte è visibile a occhio nudo (ematuria macroscopica), altre volte è rilevabile solo con un esame delle urine (ematuria microscopica).

  • agitazione e malessere generale: il dolore è così intenso da rendere il paziente incapace di stare fermo. L'agitazione psicomotoria è un tratto tipico, accompagnata da sudorazione profusa e, talvolta, da pallore.

  • febbre e brividi: la comparsa di febbre è un segnale d'allarme importante, poiché può indicare la presenza di un'infezione delle vie urinarie (urosepsi) a monte dell'ostruzione, una condizione che richiede un intervento medico ancora più urgente.

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Le cause della colica renale

La causa scatenante della colica renale è quasi sempre un'ostruzione acuta del tratto urinario, che impedisce il normale deflusso dell'urina. Questo blocco provoca un aumento della pressione all'interno del rene e dell'uretere a monte, distendendo la capsula renale (il rivestimento del rene), che è riccamente innervata e quindi estremamente sensibile al dolore.

La causa più comune di questa ostruzione, responsabile di oltre il 95% dei casi, è la calcolosi renale, comunemente nota come "pietre ai reni". I calcoli sono piccoli aggregati solidi composti da sali minerali presenti nelle urine che, in determinate condizioni, precipitano e cristallizzano. A seconda della loro composizione, si distinguono diversi tipi di calcoli:

  • calcoli di ossalato e/o fosfato di calcio: sono i più frequenti in assoluto.

  • calcoli di acido urico: spesso associati a una dieta ricca di proteine animali e a condizioni come la gotta.

  • calcoli di struvite: legati a infezioni batteriche croniche delle vie urinarie.

  • calcoli di cistina: più rari, dovuti a una malattia genetica.

Finché i calcoli rimangono all'interno del rene, possono non dare alcun sintomo. La colica si scatena nel momento in cui un calcolo, solitamente di piccole dimensioni, si sposta e imbocca l'uretere, un condotto sottile e muscolare che collega il rene alla vescica, rimanendovi incastrato.

Sebbene molto più rare, esistono altre cause che possono provocare un'ostruzione e una sintomatologia simile alla colica renale, tra cui la presenza di coaguli di sangue, stenosi (restringimenti) dell'uretere o, in casi eccezionali, compressioni esterne dovute a tumori.

Colica renale in gravidanza: cosa sapere

La colica renale rappresenta una delle cause più comuni di dolore acuto e di ospedalizzazione per motivi non ostetrici durante la gravidanza. Sebbene l'incidenza non sia elevatissima, quando si verifica richiede un'attenzione particolare, poiché coinvolge la salute di due pazienti: la madre e il feto.

Durante la gestazione, il corpo della donna subisce profonde modifiche fisiologiche che possono aumentare il rischio di sviluppare calcoli e coliche:

  • cambiamenti ormonali: l'aumento dei livelli di progesterone ha un effetto miorilassante sulla muscolatura liscia di tutto il corpo, inclusa quella degli ureteri. Questo rallenta il flusso dell'urina dai reni alla vescica.

  • compressione meccanica: l'utero in crescita esercita una pressione crescente sugli ureteri, in particolare su quello di destra, ostacolando ulteriormente il deflusso dell'urina.

  • stasi urinaria: la combinazione di questi due fattori porta a una condizione nota come "idronefrosi fisiologica della gravidanza", ovvero una dilatazione delle vie urinarie con conseguente ristagno di urina. La stasi urinaria è l'ambiente ideale per la precipitazione dei sali minerali e la formazione di calcoli, oltre a favorire le infezioni urinarie.

La gestione della colica renale in gravidanza è delicata. La diagnosi è più complessa perché i sintomi possono mimare comuni disturbi della gravidanza o altre condizioni acute. Inoltre, l'approccio diagnostico per immagini è limitato: la TAC, esame di prima scelta in altri contesti, viene evitata per non esporre il feto a radiazioni ionizzanti. L'ecografia renale è l'esame di riferimento, sicuro ma non sempre in grado di visualizzare il calcolo nell'uretere.

Anche il trattamento è diverso. La priorità è un approccio conservativo. La gestione del dolore è più complessa, poiché molti farmaci antinfiammatori (FANS) sono controindicati, specialmente nel terzo trimestre. Si ricorre principalmente a paracetamolo e, nei casi più severi e sotto stretto controllo medico, a oppioidi. Le procedure urologiche, come il posizionamento di uno stent ureterale per bypassare l'ostruzione, sono riservate ai casi che non rispondono alla terapia, in presenza di febbre o se la funzione renale è a rischio. Per qualsiasi sintomo sospetto, è imperativo un consulto medico immediato che coinvolga sia il ginecologo che l'urologo.

Colica renale, cosa fare

Durante un attacco acuto di colica renale, la gestione del dolore è la priorità assoluta. È fondamentale sapere come comportarsi per non peggiorare la situazione e per ricevere l'aiuto necessario nel modo più rapido ed efficace.

Cosa NON fare: l'errore più comune e potenzialmente dannoso è quello di bere grandi quantità di acqua nel tentativo di "spingere fuori" il calcolo. Durante una fase di ostruzione acuta, aumentare l'apporto di liquidi non fa altro che incrementare la pressione nel rene, intensificando drammaticamente il dolore. L'idratazione sarà fondamentale, ma solo dopo che la fase acuta sarà stata risolta.

Cosa FARE subito:

  1. Chiamare immediatamente un medico o recarsi al Pronto Soccorso: la colica renale è considerata un'emergenza medica. Non bisogna sottovalutarla o sperare che passi da sola. È necessario un intervento medico per gestire il dolore e per escludere complicazioni. In caso di dolore intollerabile, febbre o vomito persistente, chiamare il numero unico per le emergenze (112) è la scelta più sicura.

  2. Applicare calore locale: nell'attesa dei soccorsi o durante il trasporto, l'applicazione di una borsa dell'acqua calda sulla zona lombare o sull'addome può fornire un parziale sollievo. Il calore aiuta a rilassare la muscolatura liscia dell'uretere, riducendo lo spasmo e, di conseguenza, il dolore.

  3. Assumere una posizione antalgica: sebbene non esista una posizione che risolva il dolore, cercare di sdraiarsi sul fianco opposto a quello dolente o trovare la posizione che minimizza il fastidio può aiutare a gestire l'attesa.

Una volta giunti in Pronto Soccorso, il personale medico gestirà l'emergenza somministrando farmaci antidolorifici per via endovenosa (solitamente antinfiammatori non steroidei - FANS, o, nei casi più severi, oppioidi) e farmaci contro la nausea. Successivamente, verranno eseguiti degli esami diagnostici (come un'ecografia o una TAC) per confermare la presenza del calcolo, valutarne le dimensioni e la posizione, e decidere il percorso terapeutico più appropriato.

Colica renale, i rimedi

Superata la fase acuta, l'obiettivo diventa duplice: favorire l'eliminazione del calcolo e, soprattutto, prevenire la formazione di nuovi calcoli renali in futuro.

Trattamento del calcolo esistente:

  • terapia espulsiva: per calcoli di piccole dimensioni (solitamente inferiori a 5-6 mm), il medico può prescrivere una terapia a base di farmaci alfa-litici, che rilassano la muscolatura dell'ultimo tratto dell'uretere, facilitando la fuoriuscita spontanea del calcolo con le urine.

  • trattamenti urologici: se il calcolo è troppo grande per essere espulso autonomamente o se causa un'ostruzione persistente, si ricorre a interventi mininvasivi:

    • litotrissia extracorporea a onde d'urto (eswl): il calcolo viene frammentato dall'esterno tramite onde d'urto, e i frammenti vengono poi espulsi con le urine.

    • ureteroscopia (urs): un sottile strumento endoscopico viene inserito attraverso le vie urinarie fino a raggiungere il calcolo, che viene poi frantumato con un laser.

    • nefrolitotomia percutanea (pcnl): per calcoli molto grandi localizzati nel rene, si accede direttamente al rene attraverso una piccola incisione sulla schiena.

La prevenzione delle recidive attraverso visite urologiche di routine è la vera chiave per sconfiggere le coliche renali a lungo termine.

  • idratazione abbondante: questa è la regola d'oro. Bere almeno 2-3 litri di acqua al giorno, distribuiti durante l'arco della giornata, permette di produrre un'urina più diluita, in cui i sali minerali faticano a precipitare e a formare aggregati.

  • modifiche dietetiche mirate: sulla base dell'analisi del calcolo espulso, il medico o il nutrizionista possono consigliare una dieta specifica. In generale, una dieta preventiva prevede la riduzione del consumo di sale (che favorisce l'escrezione di calcio nelle urine), la limitazione delle proteine animali e un consumo moderato di alimenti ricchi di ossalati (come spinaci, rabarbaro, frutta secca e cioccolato).

  • follow-up urologico: sottoporsi a controlli periodici con il proprio urologo è fondamentale per monitorare la situazione e intervenire precocemente in caso di formazione di nuovi calcoli, prima che possano causare una nuova, dolorosa colica.

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AutoreElty

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