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Appendicite: come riconoscerla, cause e rimedi

~March 06, 2025
11 minuti
Appendicite

Un dolore improvviso nella parte inferiore destra dell’addome, una sensazione di malessere crescente e un senso di pressione che peggiora con il movimento: potrebbe essere una semplice indigestione o il primo segnale di un’appendicite. Questa condizione, spesso sottovalutata nelle fasi iniziali, può evolvere rapidamente in un’emergenza medica, richiedendo un intervento tempestivo per evitare complicazioni gravi come la perforazione e la peritonite. Ma come distinguere un comune mal di pancia da un’infiammazione dell’appendice? Quali sono le reali cause che scatenano questa patologia e quali trattamenti si possono adottare? In questo approfondimento analizzeremo i sintomi chiave da non ignorare, i fattori che possono predisporre all’appendicite e le opzioni terapeutiche disponibili, dalla gestione conservativa fino all’intervento chirurgico.

Appendicite, a destra o a sinistra?

L’appendicite è un’infiammazione acuta dell’appendice vermiforme, una piccola struttura tubulare situata nella parte inferiore destra dell’addome, in corrispondenza del colon cieco. Il dolore tipico dell’appendicite si localizza quindi a destra, nella regione iliaca destra, ma in alcuni casi può manifestarsi in aree diverse, portando a confusione diagnostica.

In particolare, nelle prime fasi, il dolore può iniziare nella zona ombelicale prima di spostarsi verso il fianco destro, mentre in condizioni anatomiche particolari, come l’appendice retrocecale o in situazioni di situs inversus (una rara anomalia congenita in cui gli organi addominali sono specularmente invertiti), il dolore può presentarsi sul lato sinistro. 

Identificare correttamente i sintomi e la sede del dolore è essenziale per una diagnosi tempestiva, poiché l’appendicite non trattata può evolvere rapidamente in complicanze gravi, come la perforazione e la peritonite

Appendicite sintomi

Nella maggior parte dei casi, l’appendicite infiammata si manifesta con un dolore addominale che segue una progressione tipica:

  • Dolore iniziale periumbelicale o epigastrico: nelle prime ore, il dolore è spesso diffuso e localizzato nella parte centrale dell’addome, rendendo difficile identificarne con precisione l’origine.

  • Migrazione del dolore nella fossa iliaca destra: dopo alcune ore, il dolore tende a spostarsi nella parte inferiore destra dell’addome, diventando più intenso e continuo. Questa caratteristica è uno degli elementi distintivi nella diagnosi dell’appendicite.

  • Peggioramento con il movimento: il dolore aumenta con la tosse, la deambulazione o la pressione sulla zona infiammata (segno di Blumberg positivo).

  • Sintomi gastrointestinali: nausea, vomito e inappetenza sono comuni nelle prime fasi dell’appendicite. La febbre, se presente, è generalmente lieve, ma un aumento significativo della temperatura potrebbe indicare una perforazione in atto.

  • Alterazioni dell’alvo: si possono verificare episodi di stipsi o, meno frequentemente, diarrea.

  • Distensione addominale e sensazione di malessere generale: sintomi che possono essere più marcati negli anziani o nei pazienti con appendicite retrocecale.

Sintomi dell’appendicite nei bambini

Nei pazienti pediatrici, i sintomi dell’appendicite nei bambini possono essere più sfumati e difficili da interpretare, soprattutto nei più piccoli, che spesso non riescono a descrivere il dolore con precisione. I segnali più comuni includono:

  • Dolore addominale generico: spesso diffuso in tutto l’addome o localizzato intorno all’ombelico, prima di concentrarsi nella parte inferiore destra.

  • Irritabilità e agitazione: nei bambini più piccoli, il dolore può manifestarsi con pianto inconsolabile e rifiuto di muoversi.

  • Febbre moderata: più frequente rispetto agli adulti, ma non sempre presente nelle prime fasi.

  • Vomito e nausea: possono precedere il dolore o accompagnarlo.

  • Rifiuto del cibo e letargia: segnali di un malessere generale che non deve essere sottovalutato.

Nei bambini al di sotto dei due anni, l’appendicite è rara, ma quando si manifesta è spesso associata a un decorso più rapido e a un rischio maggiore di perforazione. Per questo motivo, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a un medico in presenza di sintomi sospetti.

Il riconoscimento precoce dei sintomi dell’appendicite nei bambini e negli adulti è cruciale per evitare il rischio di perforazione e sepsi. Prestare attenzione a segnali come dolore addominale persistente, febbre e nausea può fare la differenza tra un intervento tempestivo e complicazioni potenzialmente gravi.

Appendicite come riconoscerla

Il sintomo più caratteristico è il dolore addominale, che solitamente inizia in modo vago nella regione ombelicale o epigastrica per poi migrare nella parte inferiore destra dell’addome (fossa iliaca destra). Il dolore tende a intensificarsi con il movimento, la tosse o la palpazione della zona colpita (segno di Blumberg positivo).

Oltre al dolore, l’appendicite può manifestarsi con nausea, vomito, inappetenza e febbre moderata. Alcuni pazienti presentano anche alterazioni dell’alvo, come stipsi o diarrea. Nei bambini, i sintomi possono essere meno specifici, con irritabilità, pianto inconsolabile e rifiuto del cibo, mentre negli anziani l’appendicite può evolvere in modo più insidioso, con sintomi attenuati ma un rischio maggiore di complicanze.

Per confermare la diagnosi, è comunque necessario un esame clinico associato a test diagnostici come emocromo, ecografia addominale e TAC nei casi dubbi. In presenza di sintomi sospetti, è essenziale rivolgersi tempestivamente a un medico per evitare evoluzioni pericolose della malattia.

Appendicite cause

L’appendicite insorge generalmente a causa di un’occlusione dell’appendice, che determina un aumento della pressione intraluminale, ischemia locale e infiammazione progressiva. Le principali cause di ostruzione includono:

  • iperplasia linfoide è una delle cause più comuni di appendicite, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti. L’appendice contiene abbondante tessuto linfoide, che può ipertrofizzarsi in risposta a infezioni gastrointestinali o sistemiche, come faringiti da streptococco o infezioni virali. L’ingrossamento dei follicoli linfoidi può portare a un’ostruzione del lume appendicolare, favorendo l’accumulo di muco e la proliferazione batterica, con conseguente infiammazione; 

  • ostruzione da fecaliti (piccoli agglomerati di feci mineralizzate) è una delle cause più frequenti di appendicite. I fecaliti possono formarsi a seguito di un transito intestinale rallentato o di una dieta povera di fibre, causando il blocco del lume appendicolare e predisponendo all’infezione batterica. I coproliti, simili ai fecaliti ma di consistenza più solida, possono avere un ruolo analogo nella genesi dell’appendicite; 

  • corpi estranei e materiali ingeriti, in rari casi, l’appendicite può essere provocata da corpi estranei ingeriti, come frammenti di ossa, semi di frutta o materiali non digeribili. Questi elementi possono rimanere intrappolati nell’appendice, causando un’infiammazione locale che evolve in appendicite acuta.

Le infezioni gastrointestinali, soprattutto quelle di origine virale o batterica, possono predisporre all’appendicite, stimolando la proliferazione del tessuto linfoide appendicolare. Alcuni parassiti intestinali, come Ascaris lumbricoides o Enterobius vermicularis, possono colonizzare l’appendice, causando infiammazione e occlusione del lume. Questo fenomeno è più comune nei paesi in via di sviluppo, dove le infezioni parassitarie sono endemiche.


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Fattori predisponenti e di rischio

Oltre alle cause dirette, esistono diversi fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare un’appendicite.

  • età e sesso, l’appendicite è più frequente nei giovani tra i 10 e i 30 anni, sebbene possa verificarsi a qualsiasi età. Gli uomini sembrano essere leggermente più predisposti rispetto alle donne, probabilmente a causa di differenze anatomiche e ormonali; 

  • dieta povera di fibre, un’alimentazione a basso contenuto di fibre e ricca di alimenti raffinati può favorire la formazione di fecaliti e ostacolare il transito intestinale, aumentando il rischio di occlusione appendicolare. Al contrario, una dieta ricca di frutta, verdura e cereali integrali sembra avere un effetto protettivo; 

  • stipsi cronica, può contribuire alla formazione di fecaliti e all’accumulo di materiale fecale nell’appendice, aumentando il rischio di infiammazione e infezione.

Alcuni studi suggeriscono che la predisposizione genetica possa influenzare il rischio di sviluppare appendicite, con una maggiore incidenza nei soggetti con una storia familiare della malattia. Tuttavia, il ruolo specifico dei fattori genetici rimane ancora poco chiaro.

Meccanismo patogenetico dell’appendicite

Indipendentemente dalla causa scatenante, il processo infiammatorio dell’appendicite segue un’evoluzione tipica:

  1. Ostruzione del lume appendicolare → Accumulo di muco e aumento della pressione intraluminale.

  2. Proliferazione batterica → Crescita di batteri anaerobi e aerobi, con attivazione della risposta infiammatoria.

  3. Ischemia locale → La compressione dei vasi sanguigni porta a necrosi della parete appendicolare.

  4. Perforazione → Se non trattata, l’appendice può perforarsi, causando la fuoriuscita di batteri nel peritoneo e scatenando una peritonite.

L’evoluzione dell’appendicite può variare da una forma catarrale, in cui l’infiammazione è limitata alla mucosa, a una forma flemmonosa o suppurativa, caratterizzata dalla diffusione dell’infiammazione a tutta la parete appendicolare. Nei casi più gravi, si può arrivare alla perforazione e alla peritonite, una condizione potenzialmente letale che richiede un intervento chirurgico immediato.

Diagnosi di appendicite

La diagnosi di appendicite si basa inizialmente su un’attenta raccolta dell’anamnesi e su un esame obiettivo mirato alla ricerca di segni clinici specifici. I principali segni di appendicite includono:

  • Dolore addominale tipico: inizialmente diffuso nella regione periumbelicale o epigastrica, che nelle ore successive migra verso la fossa iliaca destra (segno caratteristico della progressione dell’infiammazione).

  • Segno di Blumberg: dolore intenso alla palpazione rilasciata nella fossa iliaca destra, indicativo di peritonismo e possibile perforazione appendicolare.

  • Segno di McBurney: dolore evocato alla palpazione in un punto situato a circa due terzi della distanza tra l’ombelico e la spina iliaca anteriore superiore destra.

  • Segno di Rovsing: dolore nella fossa iliaca destra quando si esercita pressione sulla fossa iliaca sinistra, dovuto alla trasmissione della pressione attraverso il colon discendente.

  • Segno dello psoas: dolore alla flessione attiva dell’anca destra contro resistenza, suggestivo di un’appendicite retrocecale.

  • Segno dell’otturatore: dolore alla rotazione interna della coscia destra con il ginocchio flesso, indicativo di un’appendicite pelvica.

Questi segni di appendicite non sono sempre presenti in tutti i pazienti e la loro assenza non esclude la diagnosi, rendendo spesso necessario il ricorso a esami strumentali per confermare il sospetto clinico.

Ecografia per Appendicite: il ruolo della diagnostica per immagini

L’ecografia per appendicite è l’esame di prima scelta nella valutazione di un paziente con sospetto di appendicite acuta, soprattutto nei bambini, nelle donne in gravidanza e nei giovani adulti. È una metodica non invasiva, priva di radiazioni e ampiamente disponibile.

Durante l’ecografia, il medico cerca di visualizzare l’appendice infiammata, che appare come una struttura tubulare non comprimibile, con diametro aumentato (>6 mm) e pareti ispessite. I principali segni ecografici indicativi di appendicite includono:

  • Appendice dilatata (>6 mm di diametro) con pareti ispessite ed ecogenicità alterata.

  • Assenza di peristalsi all'interno dell’appendice.

  • Dolore alla compressione della sonda sulla fossa iliaca destra.

  • Presenza di liquido libero periviscerale, suggestivo di un’infiammazione avanzata o perforazione.

  • Ispessimento del grasso periviscerale, indicativo di una reazione infiammatoria locale.

L’ecografia ha un’elevata sensibilità e specificità, ma può risultare meno accurata in pazienti obesi o in presenza di meteorismo intestinale marcato, che può rendere difficile la visualizzazione dell’appendice.

Altri esami diagnostici

Se l’ecografia non fornisce risultati conclusivi, possono essere necessari ulteriori esami per confermare la diagnosi di appendicite.

La TAC addominale con mezzo di contrasto rappresenta il gold standard per la diagnosi nei pazienti con presentazioni atipiche o nei casi dubbi. Fornisce immagini dettagliate dell’appendice e delle strutture circostanti, evidenziando:

  • Appendice dilatata con pareti ispessite.

  • Presenza di fecaliti intraluminali.

  • Infiammazione del tessuto adiposo circostante.

  • Eventuali segni di perforazione o ascesso appendicolare.

La TAC ha un’altissima accuratezza diagnostica, ma il suo utilizzo deve essere valutato con cautela nei pazienti giovani per l’esposizione alle radiazioni.

Gli esami ematici possono supportare la diagnosi, anche se non sono specifici per l’appendicite:

  • Leucocitosi (aumento dei globuli bianchi) con predominanza di neutrofili, indicativa di un processo infiammatorio in corso.

  • Aumento della proteina C-reattiva (PCR), che segnala un’infiammazione sistemica.

  • Alterazioni degli elettroliti e segni di disidratazione nei pazienti con vomito e diarrea.

Nei pazienti con sintomi gastrointestinali aspecifici, un’analisi delle urine può essere utile per escludere infezioni urinarie o calcolosi renale, condizioni che possono mimare i sintomi dell’appendicite.

Diagnosi differenziale: escludere altre patologie

Poiché i sintomi dell’appendicite possono essere simili a quelli di altre condizioni addominali, è essenziale escludere patologie con una presentazione clinica sovrapponibile, tra cui:

  • Gastroenteriti virali o batteriche → con diarrea prevalente.

  • Dismenorrea o patologie ginecologiche (cisti ovariche, gravidanza ectopica) → che possono causare dolore pelvico.

  • Coliche renali o infezioni urinarie → con dolore lombare irradiato e presenza di ematuria.

  • Malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa) → con diarrea e dolore addominale cronico.

Una diagnosi accurata è cruciale per evitare errori diagnostici che potrebbero portare a trattamenti inappropriati o a ritardi nell’intervento chirurgico.

Appendicite, operazione

L’intervento chirurgico, noto come appendicectomia, è il trattamento standard per l’appendicite acuta e viene eseguito non appena la diagnosi è confermata, per evitare complicanze come la perforazione dell’appendice e la peritonite. 

L’operazione è richiesta in presenza di un’appendicite non complicata, caratterizzata da infiammazione isolata dell’appendice, o di un’appendicite complicata, in cui si verifica perforazione, ascesso o diffusione dell’infezione al peritoneo. L’intervento può essere eseguito con due approcci principali: la chirurgia laparoscopica, meno invasiva, che prevede piccole incisioni attraverso cui vengono inseriti strumenti chirurgici e una telecamera per rimuovere l’appendice, e la chirurgia tradizionale (laparotomia), indicata nei casi più gravi o in presenza di complicanze, che prevede un’incisione più ampia nella fossa iliaca destra. 

L’appendicectomia laparoscopica è oggi la tecnica preferita, poiché consente un recupero più rapido, una riduzione del dolore post-operatorio e un minor rischio di infezioni. Dopo l’intervento, il paziente viene monitorato per prevenire complicanze come infezioni della ferita o raccolte ascessuali e, nei casi non complicati, può essere dimesso entro 24-48 ore. Il recupero completo avviene generalmente in una o due settimane, con indicazioni per limitare sforzi fisici e seguire un’alimentazione leggera nei primi giorni post-operatori.

FAQ

Come capire se si ha l'appendicite 

Riconoscere un’appendicite infiammata è essenziale per intervenire tempestivamente ed evitare complicazioni gravi come la perforazione e la peritonite. I sintomi iniziali possono essere vaghi, ma il segnale più caratteristico è il dolore addominale progressivo, che spesso inizia in modo diffuso intorno all’ombelico e poi si sposta nella parte inferiore destra dell’addome. Al dolore si possono associare nausea, vomito, febbre lieve e perdita di appetito. Un altro segnale indicativo è il peggioramento del dolore con il movimento, la tosse o la palpazione della zona colpita (segno di Blumberg positivo). Nei bambini, negli anziani e nelle donne in gravidanza, i sintomi possono essere meno evidenti o atipici, rendendo necessaria una valutazione medica approfondita. In presenza di dolore addominale persistente, è fondamentale rivolgersi a un medico o recarsi in pronto soccorso per esami diagnostici, come l’ecografia o la TAC, che confermeranno o escluderanno la diagnosi di appendicite. 

Dove fa male l'appendicite ?

Il dolore dell’appendicite ha una localizzazione tipica, ma può variare a seconda della posizione dell’appendice nel corpo del paziente. Nella maggior parte dei casi, il dolore inizia nella zona centrale dell’addome (periumbelicale) e, nel giro di poche ore, si sposta verso la fossa iliaca destra, cioè nella parte inferiore destra dell’addome, diventando più intenso e continuo. Se l’appendice si trova in una posizione atipica, come retrocecale (dietro il cieco) o pelvica, il dolore può essere percepito rispettivamente nella regione lombare destra o nella parte bassa dell’addome. Nei casi di appendicite complicata, con perforazione o diffusione dell’infiammazione, il dolore può diventare più diffuso e accompagnarsi a segni di irritazione peritoneale, come rigidità addominale e febbre elevata.

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