Alopecia: cos’è, sintomi, cause e come si cura

L'alopecia è tra le condizioni dermatologiche più diffuse al mondo, con un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti. Secondo studi epidemiologici recenti, la prevalenza lifetime dell'alopecia areata è circa il 2% a livello mondiale, mentre negli Stati Uniti la prevalenza varia dallo 0,199% allo 0,222%. L'alopecia androgenetica, la forma più comune, colpisce circa l'85% degli uomini e il 33% delle donne nel corso della vita. Più specificamente, oltre il 65% degli uomini americani mostrerà segni di perdita di capelli entro i 35 anni, e questa percentuale sale all'85% entro i 50 anni.
Questi dati sottolineano come l'alopecia non sia semplicemente un problema estetico, ma una condizione medica che richiede attenzione clinica appropriata. L'impatto psicosociale della perdita dei capelli può essere devastante, influenzando l'autostima, le relazioni interpersonali e la qualità di vita complessiva dei pazienti affetti.
Che cosa è l’alopecia?
L'alopecia è la perdita parziale o totale dei capelli o dei peli corporei. In parole semplici, quando i capelli cadono più velocemente di quanto ricrescano, o quando smettono completamente di crescere, si parla di alopecia. Il termine deriva dal greco "alopex" che significa volpe, riferendosi alla perdita di pelo a chiazze che caratterizza questi animali durante la muta stagionale.
Per capire meglio cosa succede, è utile sapere che ogni capello attraversa un ciclo di vita naturale composto da tre fasi: la fase di crescita attiva (anagen) che dura 2-6 anni, la fase di transizione (catagen) di 2-3 settimane, e la fase di riposo (telogen) di 2-3 mesi. Normalmente perdiamo 50-100 capelli al giorno, che vengono prontamente sostituiti. L'alopecia si verifica quando questo equilibrio si rompe: i capelli cadono troppo presto, non ricrescono affatto, o ricrescono più sottili e deboli.
La storia dell'alopecia è antica quanto l'umanità stessa. Gli antichi Egizi già 4000 anni fa utilizzavano miscele di grasso animale e erbe per combattere la calvizie. Persino Cleopatra aveva ricette segrete contro la caduta dei capelli. Ippocrate, il padre della medicina, nel V secolo a.C. notò che gli eunuchi non diventavano calvi, intuendo per primo il ruolo degli ormoni maschili nella calvizie.
Nel 1851, il dermatologo francese Baron Jean-Louis Alibert descrisse per la prima volta scientificamente l'alopecia areata come una malattia specifica. La svolta moderna arrivò nel 1942 quando James Hamilton documentò il ruolo del testosterone nella calvizie maschile, osservando che uomini castrati prima della pubertà non sviluppavano alopecia. Negli anni '50, Ludwig creò la prima scala per classificare la calvizie femminile, mentre negli anni '80 Norwood perfezionò quella maschile, scale ancora oggi utilizzate dai dermatologi.
L'era contemporanea della tricologia è iniziata negli anni '90 con l'approvazione dei primi farmaci efficaci come il minoxidil e il finasteride. Oggi la ricerca si concentra su terapie sempre più mirate, medicina rigenerativa con cellule staminali, e comprensione profonda dei meccanismi genetici e immunologici alla base delle diverse forme di alopecia.
Le tipologie di alopecia
Esistono molti tipi diversi di alopecia, e capire quale tipo si ha è fondamentale per trovare il trattamento giusto. I medici classificano l'alopecia secondo diversi criteri per orientare meglio diagnosi e cura.
Prima grande distinzione: reversibile o permanente?
Le alopecie si dividono in due grandi famiglie:
Alopecie non cicatriziali (quelle che possono migliorare): In questi casi il follicolo pilifero, la "fabbrica" del capello, rimane intatto anche se temporaneamente non funziona. Come una lampadina spenta ma non rotta, può tornare a funzionare. Queste includono:
L'alopecia androgenetica, la comune calvizie
L'alopecia areata, quella a chiazze rotonde
Il telogen effluvium, quando i capelli cadono tutti insieme dopo uno stress
L'alopecia da chemioterapia
L'alopecia da trazione, causata da code troppo strette
Alopecie cicatriziali (quelle permanenti): Qui il follicolo viene distrutto e sostituito da tessuto cicatriziale. Come una lampadina rotta, non può più essere riparata. Tra queste:
Il lupus del cuoio capelluto
Il lichen planus
Le infezioni gravi non trattate
Alcune malattie autoimmuni rare
Classificazione per estensione
L'alopecia areata, quella autoimmune, si presenta in diverse forme:
Alopecia areata classica: una o più chiazze rotonde completamente calve, di solito grandi come una moneta
Alopecia totalis: perdita completa di tutti i capelli della testa
Alopecia universalis: perdita di tutti i peli del corpo, inclusi ciglia e sopracciglia
Alopecia ofiasica: perdita a forma di serpente lungo i bordi del cuoio capelluto
Alopecia diffusa: perdita sparsa senza chiazze definite
L'alopecia androgenetica: la più comune
L’alopecia androgenica è la classica calvizie che tutti conosciamo. Negli uomini inizia con la "stempiatura" alle tempie e il diradamento sulla sommità della testa, che progressivamente si uniscono lasciando la tipica corona di capelli. Nelle donne invece i capelli si diradano uniformemente sulla parte superiore della testa, ma la linea frontale dei capelli rimane intatta - ecco perché le donne raramente diventano completamente calve.
Classificazione per causa
I medici distinguono anche le alopecie in base a cosa le provoca:
Genetiche (si nasce predisposti)
Ormonali (squilibri di ormoni)
Autoimmuni (il sistema immunitario attacca i follicoli)
Da farmaci (chemioterapia, anticoagulanti)
Da carenze nutrizionali (ferro, proteine)
Da traumi fisici o psicologici
Da infezioni
È interessante notare che alcune forme rare di alopecia cicatriziale possono evolvere in quella che viene chiamata pericardite costrittiva, una complicanza in cui la fibrosi estesa del cuoio capelluto può causare problemi sistemici, ma fortunatamente è un'evenienza estremamente rara.
Quali sono le cause dell'alopecia?
Capire perché i capelli cadono è come risolvere un puzzle: spesso non c'è una sola causa ma diverse che si combinano insieme. Vediamo le principali.
familiarità. Se tuo padre, tua madre o i nonni hanno perso i capelli, hai maggiori probabilità di perderli anche tu. Ma non è così semplice come ereditare il colore degli occhi: sono coinvolti molti geni diversi. Nell'alopecia androgenetica, i follicoli ereditano una sensibilità particolare agli ormoni maschili. È come se fossero "programmati" per rimpicciolirsi col tempo.
condizioni ormonali. Il testosterone e il suo derivato DHT sono i principali responsabili della calvizie comune. Nei follicoli predisposti, il DHT fa rimpicciolire progressivamente il follicolo fino a produrre solo una peluria invisibile. È per questo che gli uomini perdono più capelli: hanno più testosterone. Anche gli squilibri tiroidei possono causare caduta diffusa, così come i cambiamenti ormonali in gravidanza, dopo il parto o in menopausa;
deficit del sistema immunitario. Nell'alopecia areata, il sistema immunitario attacca per errore i follicoli piliferi come se fossero invasori stranieri. È come se l'esercito del corpo sparasse per sbaglio ai propri cittadini. Questo spiega perché l'alopecia areata spesso si associa ad altre malattie autoimmuni come la tiroidite o la vitiligine;
cattiva alimentazione. I capelli hanno bisogno di molti nutrienti per crescere sani. La carenza di ferro è particolarmente comune nelle donne e causa caduta diffusa. Anche proteine, zinco, biotina e vitamine del gruppo B sono essenziali. Una dieta troppo restrittiva o squilibrata si riflette sempre sulla salute dei capelli.
stress. Un forte stress fisico o emotivo può far entrare molti follicoli contemporaneamente in fase di riposo, causando dopo 2-3 mesi una caduta massiva chiamata telogen effluvium. È il modo del corpo di risparmiare energia in momenti difficili, sacrificando temporaneamente i capelli che non sono vitali. Lutti, interventi chirurgici, malattie gravi, ma anche stress lavorativo cronico possono scatenarlo.
effetti collaterali indesiderati. Molti farmaci possono causare caduta dei capelli. I chemioterapici sono i più noti perché attaccano tutte le cellule che si dividono rapidamente, compresi i follicoli. Ma anche anticoagulanti, alcuni antidepressivi, farmaci per la pressione o l'acne possono causare caduta temporanea;
cattive abitudini. Code di cavallo troppo strette, extension pesanti, treccine africane tirate: tutto ciò che tira costantemente i capelli può causare alopecia da trazione. Anche l'uso eccessivo di piastre, phon bollente e trattamenti chimici aggressivi danneggia i capelli e i follicoli.
infezioni. Funghi come la tigna, batteri che causano follicoliti gravi, o anche alcune infezioni virali possono danneggiare temporaneamente o permanentemente i follicoli se non trattate in tempo.
È importante ricordare che spesso queste cause si sovrappongono: una donna con predisposizione genetica può vedere peggiorare la situazione dopo una gravidanza (ormoni) associata a carenza di ferro (nutrizione) e stress del nuovo ruolo di madre.
Come si cura l'alopecia
Il percorso verso la cura dell'alopecia inizia sempre con una corretta diagnosi. Non esiste una soluzione universale: quello che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un'altra, ed è per questo che la visita specialistica è fondamentale.
Il dermatologo specializzato in tricologia è il medico che si occupa specificamente dei problemi dei capelli. La visita segue un percorso preciso per arrivare alla diagnosi corretta.
Durante la prima visita, il dermatologo ti farà molte domande: quando è iniziata la caduta, se è graduale o improvvisa, se ci sono casi in famiglia, quali farmaci assumi, come è la tua alimentazione, se hai avuto stress particolari. Nelle donne chiederà anche informazioni sul ciclo mestruale e eventuali gravidanze.
L'esame del cuoio capelluto è dettagliato. Il medico osserverà non solo dove mancano i capelli, ma anche lo stato della cute, la presenza di infiammazione o desquamazione. Eseguirà il "pull test", tirando delicatamente ciocche di capelli per vedere quanti ne vengono via - un test positivo indica caduta attiva.
La dermoscopia o tricoscopia è un esame non invasivo che permette di vedere i capelli e il cuoio capelluto ingranditi. Con questo strumento il dermatologo può identificare segni specifici di ogni tipo di alopecia: i capelli a punto esclamativo nell'alopecia areata, la miniaturizzazione follicolare nell'androgenetica, i segni di infiammazione nelle forme cicatriziali.
Spesso sono necessari esami del sangue per escludere carenze nutrizionali o problemi ormonali: emocromo per l'anemia, ferritina per le riserve di ferro, ormoni tiroidei, vitamina D, zinco. In alcuni casi può essere necessaria una biopsia, un piccolo prelievo di cute per l'esame al microscopio.
Possibili trattamenti
Una volta identificato il tipo di alopecia, si può iniziare il trattamento più appropriato.
Per l'alopecia androgenetica, Il minoxidil è una lozione da applicare sul cuoio capelluto che stimola la crescita. Funziona dilatando i vasi sanguigni e prolungando la fase di crescita del capello. Va usato costantemente perché l'effetto si perde sospendendo il trattamento.
Il finasteride (per gli uomini) è una pillola che blocca la trasformazione del testosterone in DHT. È molto efficace ma può avere effetti collaterali sulla sfera sessuale in una piccola percentuale di casi.
Nelle donne si usano spesso farmaci antiandrogeni o pillole anticoncezionali specifiche che bilanciano gli ormoni.
Il trapianto di capelli è l'opzione chirurgica per chi ha zone calve stabili: si prelevano follicoli dalla nuca (dove sono resistenti al DHT) e si impiantano nelle zone calve.
Per l'alopecia areata, invece, le iniezioni di cortisone direttamente nelle chiazze sono molto efficaci per le forme localizzate. Per forme più estese si usano creme cortisoniche potenti o farmaci che "distraggono" il sistema immunitario.
I nuovi farmaci JAK-inibitori hanno rivoluzionato il trattamento delle forme gravi, riuscendo a far ricrescere i capelli anche in casi di alopecia totale.
In caso di telogen effluvium, la cosa più importante è identificare e risolvere la causa: correggere le carenze nutrizionali, gestire lo stress, aspettare che passi il periodo post-partum. I capelli di solito ricrescono spontaneamente in 6-12 mesi.
Perdere i capelli può essere emotivamente devastante. Molti centri offrono supporto psicologico perché il benessere mentale è parte integrante della cura. Gruppi di supporto, forum online e associazioni di pazienti possono essere di grande aiuto per non sentirsi soli.
Il messaggio più importante è che per quasi tutti i tipi di alopecia esistono trattamenti efficaci, ma la chiave è la diagnosi precoce e la costanza nella terapia. I risultati non sono immediati: servono almeno 3-6 mesi per vedere i primi miglioramenti, e la pazienza è fondamentale.
FAQ
Quali sono i sintomi della alopecia
I sintomi dell'alopecia variano in base al tipo specifico, ma generalmente includono la perdita progressiva o improvvisa di capelli in pattern caratteristici. Nell'alopecia androgenetica maschile si osserva inizialmente recessione bitemporale seguita da diradamento del vertice, mentre nelle donne il diradamento è diffuso con risparmio della linea frontale. L'alopecia areata si manifesta con chiazze rotondeggianti completamente glabre, con cute normale e possibili "capelli a punto esclamativo" ai margini. Il telogen effluvium causa caduta diffusa di 100-300 capelli al giorno, evidenziabile con il pull test positivo. Sintomi associati possono includere prurito, bruciore o dolore nel cuoio capelluto (tricodinia), alterazioni ungueali nell'alopecia areata (pitting, trachionichia), e segni di infiammazione nelle forme cicatriziali con eritema, desquamazione e formazione di croste.
Perché viene la alopecia androgenetica femminile
L'alopecia androgenetica femminile risulta da una complessa interazione tra predisposizione genetica poligenica e fattori ormonali. Contrariamente agli uomini, nelle donne il ruolo degli androgeni è meno diretto: molte pazienti hanno livelli ormonali normali ma aumentata sensibilità follicolare al DHT o alterato rapporto estrogeni/androgeni. La menopausa rappresenta un momento critico per il calo estrogenico protettivo. Condizioni come sindrome dell'ovaio policistico, iperandrogenismo surrenalico o tumori virilizzanti possono scatenare o aggravare il processo. Fattori aggravanti includono stress cronico, carenze nutrizionali (ferro, vitamina D), patologie tiroidee e alcuni farmaci. La componente ereditaria è significativa: il 50% delle donne con alopecia androgenetica ha familiarità positiva. Il pattern femminile con mantenimento della linea frontale suggerisce differenze nella distribuzione dei recettori androgenici e nell'attività dell'aromatasi rispetto al pattern maschile.
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