Afta in bocca: cos’è, cause, durata e cosa fare

Le afte orali, clinicamente definite come ulcere aftose ricorrenti (UAR) o stomatite aftosa ricorrente, rappresentano una delle patologie più comuni della mucosa orale, interessando circa il 20-25% della popolazione generale. Queste lesioni ulcerative benigne si manifestano come perdite di sostanza della mucosa orale caratterizzate da dolore intenso e tendenza alla recidiva.
Dal punto di vista clinico, le afte si presentano come ulcerazioni rotondeggianti o ovalari, ben delimitate, con un fondo fibrinoso di colore giallo-grigiastro circondato da un alone eritematoso. La loro eziologia rimane ancora parzialmente sconosciuta, sebbene siano stati identificati diversi fattori predisponenti e scatenanti che contribuiscono alla loro insorgenza.
Le tipologie di afte in bocca
La classificazione clinica delle afte orali si basa principalmente sulle caratteristiche morfologiche, dimensionali e sulla loro evoluzione temporale. La letteratura medica identifica tre forme principali di stomatite aftosa ricorrente, ciascuna con caratteristiche distintive specifiche.
Afte minori (Minor aphthous ulcers)
Le afte minori rappresentano la forma più comune di stomatite aftosa, costituendo circa l'85% di tutti i casi. Queste lesioni si caratterizzano per:
Dimensioni inferiori a 10 mm di diametro
Forma rotondeggiante o ovale regolare
Profondità superficiale limitata alla mucosa non cheratinizzata
Localizzazione preferenziale su mucosa labiale, guanciale, pavimento orale e superficie ventrale della lingua
Guarigione spontanea in 7-14 giorni senza esiti cicatriziali
Dolore moderato che si intensifica durante la masticazione e la deglutizione
Afte maggiori (Major aphthous ulcers)
Le afte maggiori, note anche come ulcere di Sutton o periadenitis mucosa necrotica recurrens, rappresentano circa il 10-15% dei casi e si distinguono per:
Dimensioni superiori a 10 mm, spesso raggiungendo i 2-3 cm di diametro
Profondità maggiore con interessamento del tessuto sottomucoso
Margini irregolari e fondo necrotico
Localizzazione su mucosa labiale, guanciale, palato molle, pilastri tonsillari
Durata prolungata (2-6 settimane)
Guarigione con formazione di cicatrici permanenti
Dolore severo che può interferire significativamente con l'alimentazione
Afte erpetiformi (Herpetiform aphthous ulcers)
Le afte erpetiformi costituiscono la forma meno comune (5% dei casi) e presentano:
Lesioni multiple (10-100 ulcere) di piccole dimensioni (1-3 mm)
Distribuzione a grappolo che ricorda l'herpes simplex
Tendenza alla confluenza in ulcerazioni più estese
Localizzazione su mucosa linguale, labiale e gengivale
Durata di 1-2 settimane
Dolore intenso sproporzionato rispetto alle dimensioni
Afta nera
L'afta nera rappresenta una variante cromatica atipica dell'ulcerazione aftosa standard, caratterizzata dalla presenza di pigmentazione scura o nerastra del fondo ulcerativo. Questa particolare colorazione può derivare da diversi fattori:
Le cause della pigmentazione possono essere svariate e ricondurre ad una di queste situazioni:
Presenza di sangue coagulato nel fondo dell'ulcera
Depositi di melanina conseguenti a processi infiammatori cronici
Contaminazione da sostanze esterne (farmaci, alimenti, tabacco)
Necrosi tissutale avanzata con formazione di tessuto devitalizzato
Dal punto di vista diagnostico, l'afta nera richiede particolare attenzione poiché la pigmentazione scura può mascherare altre patologie più gravi. È fondamentale escludere:
Melanoma mucosale
Carcinoma squamocellulare ulcerato
Ulcere di origine traumatica infette
Manifestazioni orali di patologie sistemiche
Afta bianca
L'afta bianca rappresenta la presentazione clinica classica dell'ulcerazione aftosa, caratterizzata da un fondo fibrinoso di colore bianco-giallastro. Questa colorazione deriva dalla formazione di un essudato fibrinoso che ricopre la superficie ulcerata.
Il fondo bianco dell'afta è costituito da:
Fibrina coagulata
Detriti cellulari necrotici
Infiltrato infiammatorio polimorfonucleato
Essudato proteico
L'afta bianca attraversa diverse fasi evolutive:
Fase prodromica (24-48 ore): sensazione di bruciore localizzato
Fase ulcerativa (2-3 giorni): formazione dell'ulcera con fondo bianco
Fase di riparazione (7-14 giorni): progressiva riepitelizzazione
È importante distinguere l'afta bianca da altre condizioni che possono presentare lesioni simili:
Candidosi orale pseudomembranosa
Leucoplachia ulcerata
Lichen planus erosivo
Lesioni traumatiche secondariamente infette
Le cause dell'afta in bocca
L'eziologia delle afte orali è multifattoriale e coinvolge una complessa interazione tra predisposizione genetica, fattori immunologici, ambientali e sistemici.
La predisposizione familiare è documentata in circa il 30-40% dei pazienti con stomatite aftosa ricorrente. Studi di linkage hanno identificato associazioni con:
Antigeni HLA (Human Leukocyte Antigen), in particolare HLA-B51, HLA-DR2, HLA-DQ1
Polimorfismi genetici coinvolti nella regolazione della risposta immunitaria
Varianti geniche associate alla funzione della barriera mucosale
Le afte risultano da un'alterazione dell'immunità mucosale con:
Disregolazione della risposta immunitaria cell-mediata
Attivazione anomala dei linfociti T citotossici
Produzione di citokine pro-infiammatorie (TNF-α, IL-2, IFN-γ)
Diminuzione dell'attività soppressoria dei linfociti T regolatori
Accanto ai fattori che possono predisporre la formazione delle afte in bocca, bisogna poi considerare anche i traumi meccanici:
Morsicature accidentali della mucosa
Traumi da apparecchi ortodontici o protesi inadeguate
Spazzolamento traumatico
Procedure odontoiatriche
Tra le cause delle afte in bocca ci possono anche essere:
contatto con sostanze irritanti presenti in dentifrici (sodio lauril solfato), alimenti acidi o piccanti, ustioni termiche e radiazioni ionizzanti;
fattori sistemici, come carenze nutrizionali, condizioni mediche associate e fattori ormonali
Afta in bocca: i rimedi
Il trattamento delle afte orali mira principalmente al controllo del dolore, alla riduzione dell'infiammazione e alla promozione della guarigione. L'approccio terapeutico varia in base alla severità, frequenza e impatto sulla qualità di vita del paziente.
La terapia topica si basa sull’uso di anestetici locali come la lidocaina e i corticosteroidi topici laddove necessari. Qualora non fosse sufficiente, previa prescrizione dello specialista si può procedere con la terapia sistemica.
Da non sottovalutare anche l’uso di rimedi naturali come
Propoli: proprietà antimicrobiche e cicatrizzanti
Aloe vera gel: effetto lenitivo e riparativo
Camomilla: azione antinfiammatoria
Integratori nutrizionali
Quanto dura un'afta in bocca?
La durata delle afte orali varia significativamente in base al tipo e alla severità della lesione:
Afte minori: 7-14 giorni con guarigione completa senza cicatrici
Afte maggiori: 2-6 settimane con possibile formazione di cicatrici
Afte erpetiformi: 1-2 settimane, spesso con recidive frequenti
Fattori che influenzano la durata:
Età del paziente (guarigione più lenta negli anziani)
Stato nutrizionale e immunologico
Presenza di fattori irritanti locali
Compliance al trattamento
Eventuale sovrainfezione batterica
Cosa sapere sull'afta bocca bambini
Le afte nei bambini presentano caratteristiche peculiari che richiedono un approccio specifico. Tra queste ci sono:
Incidenza: 5-10% nei bambini sotto i 10 anni
Picco di incidenza: adolescenza (12-16 anni)
Prevalenza maggiore nel sesso femminile dopo la pubertà
Le afte in bocca dei bambini si distinguono per alcune caratteristiche:
Dimensioni spesso maggiori rispetto agli adulti
Localizzazione preferenziale su lingua e mucose labiali
Associazione con sintomi sistemici (febbre, linfoadenopatie)
Possibile rifiuto dell'alimentazione
L'afta in bocca è contagiosa?
Le afte orali non sono contagiose. Questa caratteristica le distingue nettamente dalle infezioni virali come l'herpes simplex, con cui vengono spesso confuse.
Diagnosi differenziale con patologie contagiose
Lesioni vescicolari che evolvono in ulcere
Localizzazione preferenziale su mucosa cheratinizzata
Presenza di sintomi prodromici sistemici
Contagiosità elevata durante la fase attiva
Malattia mano-piede-bocca (da non confondere con altre malattie esantematiche come la quinta malattia):
Eziologia virale (Coxsackievirus, Enterovirus)
Lesioni multiple con distribuzione caratteristica
Contagiosità attraverso droplet e contatto diretto
Come capire se l'afta è pericolosa: il parere di un otorinolaringoiatra
La valutazione specialistica otorinolaringoiatrica è fondamentale per identificare lesioni ulcerative che, pur mimando le afte benigne, possono rappresentare manifestazioni di patologie più gravi.
Criteri di allarme (Red Flags)
Caratteristiche cliniche preoccupanti
Ulcere asimmetriche con margini irregolari e rilevati
Indurimento della base dell'ulcera alla palpazione
Sanguinamento spontaneo o facilmente provocabile
Dimensioni progressivamente crescenti
Persistenza oltre 3 settimane senza segni di guarigione
Sintomi sistemici associati
Perdita di peso non spiegata
Febbre persistente
Linfoadenopatie cervicali
Disfagia progressiva
Odinofagia severa
Diagnostica specialistica
Esame obiettivo ORL completo
Ispezione e palpazione di tutte le strutture del cavo orale
Valutazione della mobilità linguale
Esame delle catene linfonodali cervicali
Laringoscopia indiretta/fibrolaringoscopia
Indagini strumentali
Biopsia incisionale: gold standard per la diagnosi definitiva
TC/RMN collo: valutazione dell'estensione locale
Esami ematochimici completi includendo markers tumorali
Patologie da escludere
Neoplasie maligne
Carcinoma squamocellulare (90% delle neoplasie maligne orali)
Adenocarcinoma delle ghiandole salivari minori
Linfomi primitivi del cavo orale
Melanoma mucosale (raro ma aggressivo)
Patologie sistemiche
Manifestazioni orali della sindrome di Behçet
Malattia di Crohn con localizzazione orale
Pemfigo e pemfigoide
Lichen planus erosivo
Timing della valutazione specialistica
Consulenza urgente (entro 24-48 ore):
Ulcere con caratteristiche francamente sospette
Sanguinamento importante
Compromissione severa della deglutizione
Consulenza programmata (entro 2 settimane):
Ulcere atipiche per sede o morfologia
Mancata risposta al trattamento sintomatico
Recidive molto frequenti (> 6 episodi/anno)
Follow-up specialistico:
Controllo post-bioptico
Monitoraggio di lesioni in evoluzione
Gestione di forme ricorrenti complesse
La collaborazione multidisciplinare tra medico di famiglia, dentista e otorinolaringoiatra garantisce un approccio diagnostico-terapeutico ottimale, assicurando la tempestiva identificazione di patologie gravi mentre si evitano ansie ingiustificate per lesioni benigne.
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