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Abbronzatura: come ottenerla in modo sano, naturale e sicuro per la pelle

~July 16, 2025
7 minuti
abbronzatura

L’abbronzatura è spesso vista come un segno di benessere e bellezza, specialmente nei mesi estivi. Avere una pelle abbronzata è sinonimo di vacanze, relax e vitalità, ma dietro il colore dorato si nasconde un processo biologico complesso che va conosciuto per proteggere la nostra salute. 

Perché ci abbronziamo? Qual è il ruolo della melanina? E soprattutto, abbronzarsi fa male? In questo articolo affronteremo il tema dal punto di vista medico, spiegando come abbronzarsi in modo corretto, quanto tempo ci vuole per abbronzarsi, quali abitudini aiutano a ottenere un’abbronzatura naturale e quali invece sono dannose. Analizzeremo anche alcuni miti popolari, come l’uso della birra per migliorare l’abbronzatura, e risponderemo a domande frequenti su melanina, sole e durata dell’abbronzatura. L’obiettivo è aiutarti a vivere l’esposizione solare con consapevolezza, proteggendo la pelle e godendo dei benefici del sole in modo sano e sicuro.

Perché ci abbronziamo? Il ruolo della melanina

Abbronzarsi è una risposta naturale della pelle all’esposizione ai raggi UV del sole. Quando ci esponiamo alla luce solare, il nostro organismo attiva i melanociti, cellule specializzate che producono melanina. Questo pigmento ha un ruolo protettivo: assorbe parte delle radiazioni ultraviolette e ne limita i danni. La melanina, a cosa serve, quindi? Serve a difendere il DNA delle cellule cutanee, riducendo il rischio di danni a lungo termine, come invecchiamento precoce e tumori della pelle.

È proprio la melanina a determinare il colore dell’abbronzatura: più ne produciamo, più la pelle si scurisce. Tuttavia, la quantità di melanina varia da persona a persona, in base a fattori genetici. Per questo alcune persone si abbronzano in fretta e altre molto lentamente. Conoscere il proprio fototipo aiuta a capire quanto tempo ci vuole per abbronzarsi e con quale intensità proteggere la pelle.

Come abbronzarsi in modo sano e graduale

Esporsi al sole in modo corretto è il primo passo per ottenere un’abbronzatura naturale, uniforme e duratura. La regola d’oro è procedere gradualmente, aumentando l’esposizione giorno dopo giorno, senza mai eccedere nelle prime ore di sole. I momenti migliori per abbronzarsi sono quelli in cui i raggi UV sono meno intensi, ovvero al mattino presto e nel tardo pomeriggio.

L’uso della protezione solare è fondamentale. Contrariamente a quanto molti pensano, la protezione 50 fa abbronzare eccome: semplicemente rallenta il processo, permettendo alla pelle di sviluppare l’abbronzatura senza scottature. Usare una crema con SPF alto protegge dal fotoinvecchiamento e dalle macchie, oltre a ridurre il rischio di melanoma.

Per abbronzarsi bene, è utile anche preparare la pelle nei giorni precedenti: esfoliarla delicatamente, mantenerla idratata e seguire una dieta ricca di antiossidanti e betacarotene (carote, albicocche, pomodori) stimola la produzione di melanina in risposta al sole.

“Perché non mi abbronzo?” Le possibili cause

Una domanda molto frequente è: perché non mi abbronzo? Le cause possono essere diverse. Innanzitutto, bisogna considerare il proprio fototipo: le persone con pelle molto chiara producono meno melanina e tendono più a scottarsi che ad abbronzarsi. Anche l’uso scorretto della protezione solare – ad esempio applicata solo una volta o troppo tardi – può impedire una pigmentazione uniforme.

Alcuni farmaci, come gli antistaminici o gli antibiotici, e condizioni come lo stress ossidativo o le carenze nutrizionali, possono influire negativamente sulla capacità della pelle di reagire ai raggi UV. Inoltre, esporsi al sole per periodi brevi ma troppo intensi può innescare un’infiammazione (scottatura) anziché un’abbronzatura vera e propria.

Infine, è importante non fidarsi di metodi alternativi o discutibili: alcuni pensano che bere birra aiuti ad abbronzarsi, ma birra e abbronzatura non hanno alcuna relazione scientifica. Anzi, l’alcol può disidratare la pelle e aumentare la sensibilità al sole.

Quanto dura l’abbronzatura e come mantenerla

Una volta ottenuta la tanto desiderata pelle dorata, è naturale chiedersi: dopo quanto va via l’abbronzatura? In media, la colorazione della pelle inizia a sbiadire dopo due o tre settimane dall’ultima esposizione al sole, perché le cellule superficiali dell’epidermide si rinnovano costantemente.

Per mantenere più a lungo l’abbronzatura, è importante nutrire e idratare la pelle ogni giorno con creme lenitive e antiossidanti. L’idratazione è fondamentale per evitare la desquamazione, che accelera la perdita del colore. Anche l’alimentazione aiuta: continuare a consumare cibi ricchi di carotenoidi e vitamina E favorisce il mantenimento del tono dorato.

Evita scrub aggressivi, docce troppo calde e l’uso di prodotti a base alcolica, che disidratano la pelle. Proteggere l’abbronzatura significa anche esporsi correttamente durante tutto l’anno, senza esagerare e rispettando i ritmi della pelle.

Abbronzarsi fa male? I rischi da non sottovalutare

Esporsi al sole con l’intento di abbronzarsi non è dannoso in sé, ma lo diventa se non si adottano precauzioni adeguate. Abbronzarsi fa male solo se la pelle viene esposta per tempi eccessivi, senza protezione, provocando scottature. Questo tipo di danno cumulativo può portare a invecchiamento precoce, rughe, discromie e, nel lungo termine, a un aumento del rischio di tumori cutanei.

È importante ricordare che non esiste abbronzatura “sicura” senza protezione solare. Anche chi ha la pelle olivastra o si scotta raramente è soggetto ai danni dei raggi UV. Il desiderio di ottenere in fretta una pelle abbronzata non deve mai mettere in secondo piano la salute cutanea.

Se si notano o nei che cambiano forma o colore dopo un’estate al sole, o se compaiono nuove macchie, è sempre bene prenotare una visita dermatologica di controllo.

Come preparare la pelle all’abbronzatura

Ottenere un’abbronzatura uniforme, duratura e sana non dipende solo da come ci si espone al sole, ma anche da come si prepara la pelle nelle settimane precedenti. Una pelle abbronzata in modo sano è prima di tutto una pelle ben curata. È utile iniziare con una leggera esfoliazione una o due volte a settimana, per rimuovere le cellule morte e rendere la superficie cutanea più ricettiva alla luce solare. L’esfoliazione deve essere delicata, per non sensibilizzare la pelle.

Anche l’idratazione è fondamentale: una pelle secca si abbronza male e tende a desquamarsi più facilmente, riducendo la durata dell’abbronzatura. Utilizzare quotidianamente una crema idratante ricca di vitamina E e sostanze antiossidanti rafforza la barriera cutanea.

Infine, è importante iniziare a introdurre nella dieta alimenti ricchi di betacarotene, vitamina A e vitamina C almeno 15 giorni prima dell’esposizione solare. Carote, albicocche, peperoni e spinaci stimolano la produzione di melanina, rendendo la pelle più pronta a ricevere il sole in modo protetto.

Abbronzatura artificiale: è davvero un’alternativa sicura?

Molti, per accelerare il processo o "prepararsi al sole", ricorrono all’abbronzatura artificiale tramite lettini o lampade abbronzanti. Tuttavia, dal punto di vista medico, questo tipo di esposizione comporta rischi tutt’altro che trascurabili. Le lampade UV emettono radiazioni simili a quelle solari, ma concentrate e in tempi molto ridotti. Questo stressa la pelle in modo innaturale, aumentandone la secchezza e accelerando il processo di invecchiamento cutaneo.

Non esistono prove scientifiche che l’abbronzatura artificiale aiuti a prevenire le scottature al sole. Anzi, chi si sottopone frequentemente a sedute di lettino abbronzante ha un rischio più alto di sviluppare cheratosi attiniche, discromie e tumori cutanei, compreso il melanoma.

Se si desidera un effetto “colorito sano” prima dell’estate, è preferibile utilizzare un autoabbronzante cosmetico sicuro, oppure concentrarsi sull’alimentazione e la cura quotidiana della pelle. La melanina prodotta con l’esposizione graduale al sole, non forzata, è sempre la via più naturale e protettiva.

Miti da sfatare sull’abbronzatura

L’abbronzatura è da sempre al centro di numerose credenze popolari, alcune delle quali potenzialmente pericolose. Una delle più diffuse è l’idea che abbronzarsi protegga automaticamente la pelle dalle scottature. In realtà, l’abbronzatura offre una protezione paragonabile a un SPF 4-6, ben al di sotto del necessario per proteggersi da danni profondi.

Un altro mito comune è che la protezione 50 impedisca di abbronzarsi. Come già spiegato, non è vero: si abbronza comunque, ma in modo più graduale e uniforme. Anche l’idea che “il sole fa bene a tutti” è da rivedere: alcune condizioni della pelle, come la rosacea o certe forme di dermatite, possono peggiorare con l’esposizione solare.

Infine, resta il falso mito della birra come acceleratore di abbronzatura. Non solo è inefficace, ma l’alcol favorisce la disidratazione e aumenta il rischio di colpi di calore. Affidarsi a strategie sicure, validate scientificamente, è sempre la scelta migliore per prendersi cura della propria pelle anche d’estate.

FAQ

L’abbronzatura può peggiorare alcune patologie della pelle?

Alcune condizioni dermatologiche, come la rosacea, la dermatite seborroica, l’acne infiammatoria e certe forme di psoriasi, possono peggiorare con l’esposizione al sole. Anche se talvolta si osserva un miglioramento iniziale, il sole può poi causare un effetto rebound o irritazioni. In caso di patologie cutanee croniche, è consigliabile consultare un dermatologo prima di esporsi.

L’uso di farmaci può interferire con l’abbronzatura?

Alcuni farmaci sono fotosensibilizzanti: aumentano la reattività della pelle alla luce solare e possono causare eritemi, macchie o vere e proprie ustioni. Antibiotici, antinfiammatori non steroidei (FANS), contraccettivi orali e antidepressivi sono tra i più comuni. Leggere il foglietto illustrativo o chiedere al medico è sempre una buona pratica prima di esporsi al sole.

È vero che la melanina continua ad aumentare anche dopo l’esposizione?

Sì. La produzione di melanina non si arresta immediatamente dopo l’esposizione solare. I melanociti continuano a essere attivi anche per 24-48 ore, motivo per cui la pelle può scurirsi ulteriormente anche nei giorni successivi. Questo è anche il motivo per cui è importante mantenere la pelle idratata e protetta anche dopo l'esposizione.

L’acqua del mare o della piscina favorisce l’abbronzatura?

In parte sì, ma con dei rischi. L’effetto riflettente dell’acqua potenzia l’azione dei raggi UV, per cui è più facile abbronzarsi, ma anche scottarsi. Inoltre, il contatto prolungato con acqua salata o clorata può seccare la pelle e ridurne la capacità difensiva. È quindi fondamentale risciacquarsi, idratarsi e riapplicare la protezione solare dopo ogni bagno.

Dottor Mario Improta

AutoreDottor Mario Improta

Il Dr. Mario Improta è un chirurgo d’urgenza con 9 anni di esperienza clinica ed internazionale.

Laureato in Medicina presso l’Università di Perugia e specializzato in Chirurgia Generale all’Università di Torino con il massimo dei voti, ha maturato competenze avanzate in contesti ospedalieri di eccellenza, arricchite da esperienze internazionali. È un appassionato innovatore in ambito sanitario, dedicandosi alla ricerca di soluzioni digitali che rendano la medicina più accessibile, personalizzata ed etica.

Al di fuori della sala operatoria, trova equilibrio nel surf, nella lettura e nella meditazione, passioni che alimentano il suo approccio umano e riflessivo alla professione. Crede profondamente nella comunicazione empatica come strumento per costruire fiducia e migliorare gli esiti di cura.