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Vene varicose: quando preoccuparsi e come monitorarle

~March 06, 2025
10 minuti
vene varicose

Le vene varicose non sono soltanto un problema estetico, ma un segnale che il sistema circolatorio potrebbe non funzionare correttamente. Spesso trascurate nei primi stadi, queste dilatazioni venose possono evolversi fino a compromettere la qualità della vita quotidiana, causando dolore, gonfiore e una sensazione di pesantezza alle gambe. Tuttavia, riconoscere i segnali d’allarme e intervenire tempestivamente può fare la differenza tra un disturbo gestibile e complicanze più serie, come trombosi o ulcere venose.

Ma come capire quando è il momento di preoccuparsi? E quali strumenti abbiamo a disposizione per monitorare la salute delle nostre vene? La risposta risiede in una combinazione di attenzione ai sintomi e controlli specialistici, tra cui l’ecocolordoppler venoso, un esame diagnostico essenziale per valutare il flusso sanguigno e lo stato delle vene. Sapere quando rivolgersi a un angiologo o a un flebologo può prevenire non solo il peggioramento dei sintomi, ma anche il rischio di complicazioni potenzialmente pericolose.

Le vene varicose, un fenomeno complesso 

Le vene varicose rappresentano una condizione patologica caratterizzata dalla dilatazione permanente e dall’allungamento delle vene, soprattutto negli arti inferiori. Questo fenomeno si verifica a causa di un malfunzionamento delle valvole venose, strutture che normalmente impediscono al sangue di rifluire verso il basso. Quando queste componenti non funzionano correttamente, il sangue si accumula nelle vene, provocando la loro distensione e conferendo l’aspetto tipicamente tortuoso e visibile sotto la pelle.

Sebbene le vene varicose siano spesso associate al sesso femminile, è importante sottolineare che anche gli uomini possono esserne colpiti. Tuttavia, la percezione comune tende a sottovalutare la diffusione di questo disturbo tra la popolazione maschile. Secondo le statistiche, circa il 20-30% degli uomini sviluppa vene varicose nel corso della vita, sebbene la sintomatologia possa manifestarsi in modo meno evidente rispetto alle donne. Tra i principali fattori di rischio vi sono la predisposizione genetica, l’età avanzata, lo stile di vita sedentario e il sovrappeso. Inoltre, lavori che richiedono lunghi periodi in piedi o seduti possono aggravare la condizione.

Le vene varicose negli uomini non rappresentano solo un problema estetico, ma possono causare sintomi quali pesantezza, gonfiore e dolore alle gambe. Nei casi più gravi, possono insorgere complicanze come ulcere venose o tromboflebiti. Per questo motivo, la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono fondamentali. Oggi, grazie ai progressi della medicina, esistono diverse opzioni terapeutiche, che vanno dalla scleroterapia agli interventi laser minimamente invasivi, garantendo risultati efficaci con tempi di recupero ridotti.

Come si manifestano le vene varicose?

I sintomi delle vene varicose possono variare a seconda della gravità della condizione. In fase iniziale, molti pazienti riferiscono una sensazione di pesantezza e affaticamento alle gambe, particolarmente accentuata alla fine della giornata o dopo lunghi periodi in piedi. È comune avvertire gonfiore, soprattutto a livello delle caviglie, accompagnato da prurito e formicolio.

Con il progredire della patologia, possono manifestarsi dolori sordi o crampi notturni, causati dall’accumulo di sangue nelle vene dilatate. La pelle sopra le vene varicose tende a diventare più sottile e fragile, con possibile comparsa di macchie scure dovute alla deposizione di pigmenti ematici.

Nei casi più avanzati, l’insufficienza venosa cronica può provocare ulcere cutanee, prevalentemente nella zona interna delle caviglie, che risultano difficili da guarire. Inoltre, il ristagno del sangue aumenta il rischio di tromboflebite, un’infiammazione della vena accompagnata dalla formazione di coaguli sanguigni

La comparsa di vene dilatate, bluastre e tortuose visibili sotto la pelle rappresenta il segno più caratteristico della patologia, spesso associato a un senso di tensione o bruciore. È essenziale riconoscere tempestivamente questi sintomi per prevenire complicanze e garantire un trattamento adeguato.

Le cause delle vene varicose

Le vene varicose si manifestano con la dilatazione e il tortuosismo delle vene superficiali. La loro origine è complessa e multifattoriale, risultando dall’interazione di elementi genetici, biologici e ambientali che compromettono il normale funzionamento del sistema venoso. Comprendere le cause di questo disturbo è essenziale per prevenirlo e trattarlo efficacemente.

Una delle principali cause delle vene varicose è l’insufficienza valvolare venosa: le valvole all’interno delle vene hanno il compito di impedire il reflusso sanguigno verso il basso, contrastando la gravità. Quando queste parti si deteriorano o perdono la loro funzionalità, il sangue tende a ristagnare all’interno delle vene, provocandone la dilatazione. Questo malfunzionamento può essere dovuto a un indebolimento delle pareti venose o a un’anomalia congenita delle valvole stesse.

La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo nello sviluppo delle vene varicose. Studi scientifici hanno dimostrato che il rischio di sviluppare questa patologia aumenta considerevolmente se vi è una storia familiare di insufficienza venosa. L’ereditarietà incide sia sulla qualità del tessuto connettivo che sulla struttura delle pareti venose, rendendole più suscettibili alla dilatazione.

Anche i fattori ormonali contribuiscono alla comparsa delle vene varicose, in particolare gli ormoni sessuali femminili, come gli estrogeni e il progesterone, possono indebolire le pareti venose e alterare la funzionalità delle valvole. Questo spiega perché le donne siano più frequentemente colpite rispetto agli uomini, soprattutto durante la gravidanza, quando l’aumento del volume sanguigno e la pressione esercitata dall’utero sulle vene pelviche aggravano il problema. L’uso prolungato di contraccettivi orali o la terapia ormonale sostitutiva può anch’esso aumentare il rischio.

Oltre agli aspetti genetici e ormonali, lo stile di vita e i fattori ambientali giocano un ruolo cruciale. La sedentarietà e la mancanza di attività fisica ostacolano la circolazione sanguigna, mentre il sovrappeso e l’obesità aumentano la pressione esercitata sulle vene delle gambe. L’abitudine di stare in piedi o seduti per lunghi periodi, comune in molte professioni, può ulteriormente favorire il ristagno venoso.

L’età rappresenta un ulteriore fattore di rischio. Con l’invecchiamento, le pareti venose perdono elasticità e le valvole diventano meno efficienti, aumentando la probabilità di sviluppare vene varicose. Anche i traumi alle gambe o interventi chirurgici possono danneggiare le vene, compromettendo la circolazione.

Infine, fattori come il fumo e una dieta povera di fibre possono contribuire indirettamente all’insufficienza venosa, aggravando la pressione intra-addominale e ostacolando il ritorno venoso.

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Vene varicose e gravidanza, un binomio da tenere in considerazione

Durante la gravidanza, l’insorgenza delle vene varicose è un fenomeno comune, dovuto a una combinazione di fattori ormonali, circolatori e meccanici. L’aumento dei livelli di progesterone provoca un rilassamento delle pareti venose, riducendo il tono muscolare e favorendo il ristagno del sangue.

Contestualmente, il volume sanguigno complessivo cresce per supportare lo sviluppo del feto, esercitando una pressione aggiuntiva sul sistema venoso. Man mano che l’utero si espande, comprime le vene pelviche e la vena cava inferiore, ostacolando il ritorno venoso dagli arti inferiori. 

Questo processo può portare alla dilatazione delle vene delle gambe, della zona pelvica e, in alcuni casi, della vulva. I sintomi includono sensazione di pesantezza, gonfiore, dolore e prurito, spesso aggravati nelle ore serali o dopo lunghi periodi in piedi.

Sebbene le vene varicose in gravidanza tendano a ridursi spontaneamente dopo il parto, è essenziale monitorarne l’evoluzione per prevenire complicanze come tromboflebiti superficiali o trombosi venosa profonda. 

Per ridurre il rischio, si raccomanda di adottare misure preventive, quali l’esercizio fisico moderato, il mantenimento di un peso corporeo adeguato e l’uso di calze a compressione graduata. In presenza di sintomi persistenti, è opportuno consultare un medico specialista per valutare eventuali trattamenti specifici, sempre nel rispetto delle precauzioni necessarie durante la gravidanza.

Diagnosi di vene varicose e l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori

La diagnosi delle vene varicose viene condotta con un esame specialistico che è l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori rappresenta uno degli strumenti diagnostici più efficaci e non invasivi per valutare la presenza di vene varicose e altre patologie del sistema venoso. 

Questa tecnica di imaging si basa sull’uso di ultrasuoni che, combinati con l’effetto Doppler, consentono di visualizzare in tempo reale la struttura delle vene e il flusso sanguigno al loro interno. Grazie alla sua capacità di evidenziare eventuali dilatazioni, malfunzionamenti delle valvole venose e ostruzioni, l’ecocolordoppler è essenziale per determinare la gravità dell’insufficienza venosa cronica e pianificare il trattamento più adeguato.

Durante l’esame, il paziente viene posizionato in piedi o sdraiato a seconda delle necessità, e il medico applica un gel conduttivo sulla pelle per facilitare il passaggio degli ultrasuoni. La sonda dell’ecografo viene quindi fatta scorrere lungo gli arti inferiori, permettendo di osservare il calibro delle vene, la direzione del flusso sanguigno e la presenza di eventuali reflussi patologici. L’esame è indolore, non invasivo e privo di rischi, rendendolo adatto a pazienti di tutte le età.

Lo specialista che esegue l’ecocolordoppler venoso e si occupa della diagnosi e del trattamento delle vene varicose è l’angiologo o il flebologo, due figure mediche con competenze specifiche nel campo delle malattie vascolari. 

Durante la visita angiologica, lo specialista si dedica alla diagnosi, prevenzione e terapia delle patologie che colpiscono vene, arterie e vasi linfatici, mentre il flebologo è un medico specializzato esclusivamente nelle malattie delle vene. In alcuni casi, anche il chirurgo vascolare può eseguire l’ecocolordoppler, soprattutto quando si rende necessario un intervento chirurgico per il trattamento delle vene varicose.

L’ecocolordoppler ha un ruolo cruciale non solo nella fase diagnostica, ma anche nel monitoraggio post-trattamento, permettendo di valutare l’efficacia delle terapie adottate e di prevenire eventuali recidive. Inoltre, la possibilità di eseguire questo esame in ambito ambulatoriale, senza necessità di ricovero o preparazioni particolari, lo rende uno strumento pratico e accessibile. 

Per garantire una diagnosi di vene varicose accurata, è fondamentale rivolgersi a centri specializzati e a professionisti esperti, in grado di interpretare correttamente le immagini e di consigliare il percorso terapeutico più adeguato alle specifiche esigenze del paziente.

Vene varicose quando preoccuparsi​

Le vene varicose, pur essendo spesso considerate un disturbo estetico, possono rappresentare un segnale di insufficienza venosa cronica e, in alcuni casi, richiedere un intervento medico tempestivo. È importante prestare attenzione ai sintomi e alle complicanze che potrebbero indicare un aggravamento della condizione, al fine di evitare conseguenze più gravi.

Uno dei segnali di allarme principali è il dolore persistente agli arti inferiori, che non si allevia con il riposo. La sensazione di pesantezza, gonfiore alle caviglie e crampi notturni può indicare un deterioramento della circolazione venosa. La comparsa di prurito o bruciore nella zona delle vene dilatate, insieme a cambiamenti cutanei come arrossamenti, ispessimento della pelle o iperpigmentazione, rappresenta un ulteriore campanello d’allarme. Un sintomo da non sottovalutare è la presenza di ulcere cutanee, soprattutto nella zona intorno alle caviglie, poiché possono evolvere in lesioni croniche difficili da guarire.

Un altro segnale che richiede attenzione è la comparsa di noduli duri o aree dolorose lungo le vene, che potrebbero indicare una tromboflebite superficiale, ossia l’infiammazione di una vena con possibile formazione di coaguli sanguigni. In caso di gonfiore improvviso e dolore intenso a una gamba, è necessario sospettare una trombosi venosa profonda (TVP), una condizione potenzialmente pericolosa poiché i coaguli possono migrare ai polmoni causando un’embolia polmonare.

Le vene varicose diventano motivo di preoccupazione anche quando interferiscono con la qualità della vita quotidiana, limitando la capacità di svolgere attività lavorative o fisiche. Inoltre, se le vene dilatate diventano particolarmente prominenti, dolorose o soggette a sanguinamento spontaneo, è essenziale consultare immediatamente uno specialista.

La valutazione precoce da parte di un angiologo o flebologo è fondamentale per prevenire complicanze e ricevere un trattamento adeguato. L’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori rappresenta l’esame di riferimento per monitorare la circolazione sanguigna e identificare eventuali anomalie. In presenza di sintomi persistenti o di segnali di aggravamento, rivolgersi tempestivamente a uno specialista può fare la differenza nel mantenimento della salute vascolare e nella prevenzione di complicanze potenzialmente gravi.

FAQ

Chi è lo specialista delle vene varicose?

Lo specialista che si occupa della diagnosi e del trattamento delle vene varicose è l’angiologo o il flebologo. L’angiologo è un medico esperto nelle patologie che colpiscono vene, arterie e vasi linfatici, mentre il flebologo si concentra esclusivamente sulle malattie venose. In caso di interventi chirurgici, entra in gioco il chirurgo vascolare, specializzato nelle procedure correttive, incluse le tecniche minimamente invasive. La diagnosi viene generalmente effettuata mediante un esame non invasivo, l’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori, che consente di valutare la funzionalità delle vene e il grado di insufficienza venosa.

Si possono avere le vene varicose a 20 anni​?

Sì, è possibile sviluppare vene varicose anche a 20 anni, sebbene la condizione sia più comune con l’avanzare dell’età. La predisposizione genetica gioca un ruolo chiave: se vi sono casi di insufficienza venosa in famiglia, il rischio di sviluppare vene varicose aumenta. Altri fattori che possono favorire la comparsa precoce includono la sedentarietà, l’obesità, uno stile di vita poco attivo e l’uso prolungato di calzature inadeguate o tacchi alti. Anche attività lavorative che richiedono di stare in piedi per lunghi periodi possono contribuire all’insorgenza del disturbo. In questi casi, è fondamentale intervenire precocemente con misure preventive, come l’attività fisica regolare, l’uso di calze a compressione graduata e il mantenimento di un peso corporeo adeguato.

Vene varicose come eliminarle​?

L’eliminazione delle vene varicose dipende dalla gravità della condizione e dalle esigenze del paziente. Nei casi più lievi, si può intervenire con trattamenti conservativi come l’uso di calze elastiche a compressione graduata, esercizio fisico e cambiamenti nello stile di vita per migliorare la circolazione sanguigna. Tuttavia, quando le vene varicose sono più avanzate o sintomatiche, è possibile ricorrere a terapie minimamente invasive. Tra queste vi sono la scleroterapia, che consiste nell’iniezione di una soluzione che provoca la chiusura della vena, e i trattamenti con laser endovenoso o radiofrequenza, che sigillano la vena attraverso il calore. Nei casi più gravi si può optare per un intervento chirurgico, come la flebectomia o lo stripping venoso. La scelta del trattamento più adatto deve essere valutata da uno specialista, in base alle caratteristiche specifiche del paziente.

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