Quinta malattia: sintomi e come diagnosticarla

- Che cosa è la quinta malattia
- Quinta malattia sintomi
- Contagio della quinta malattia negli adulti
- Quinta malattia in gravidanza: rischi e gestione
- Come si cura la quinta malattia
- Diagnosi e monitoraggio: l’importanza degli esami diagnostici
- Quando rivolgersi al medico
- Prevenzione e consigli per limitare il contagio
- Quinta malattia e rientro a scuola
La quinta malattia, nota anche come eritema infettivo, è un’infezione virale causata dal parvovirus B19, che colpisce prevalentemente i bambini in età scolare, ma può interessare anche gli adulti.
La malattia è caratterizzata da sintomi iniziali simil-influenzali seguiti dalla comparsa di un esantema tipico a "guance schiaffeggiate" e da una manifestazione cutanea reticolata su tronco e arti. Sebbene sia generalmente autolimitante, può comportare complicanze nei soggetti con patologie ematologiche o immunodeficienze. La diagnosi si basa principalmente sull'osservazione clinica, supportata da esami sierologici specifici per confermare la presenza di anticorpi contro il virus e da test molecolari nei casi più complessi.
Che cosa è la quinta malattia
La quinta malattia, nota anche come eritema infettivo, è una patologia esantematica di origine virale causata dal parvovirus B19. Colpisce prevalentemente i bambini in età scolare, ma può manifestarsi anche negli adulti, con sintomi generalmente più severi. La malattia è chiamata “quinta” poiché, storicamente, era la quinta malattia esantematica identificata nei bambini, dopo morbillo, scarlattina, rosolia e malattia di Dukes.
La quinta malattia si sviluppa attraverso diverse fasi distinte, ciascuna caratterizzata da specifiche manifestazioni cliniche.
Fase di incubazioneIl periodo di incubazione della quinta malattia varia generalmente tra i 4 e i 14 giorni, ma può estendersi fino a 21 giorni. In questa fase, il virus si moltiplica nell’organismo senza provocare sintomi evidenti. Tuttavia, l'individuo è già contagioso, contribuendo alla diffusione della malattia, spesso in ambienti scolastici o comunitari.
Fase prodromicaDopo l’incubazione, la malattia entra nella fase prodromica, caratterizzata da sintomi aspecifici simili a quelli di una leggera influenza, tra cui:
Febbricola moderata
Malessere generale
Lieve mal di gola
Dolori muscolari e articolari (più comuni negli adulti)
Congestione nasale
Questa fase, che dura solitamente da uno a tre giorni, è il periodo in cui la malattia è più contagiosa.
Fase esantematicaLa caratteristica distintiva della quinta malattia è l'eruzione cutanea, che compare generalmente dopo la fase prodromica. Si sviluppa in tre stadi progressivi:
Prima fase: arrossamento bilaterale delle guance (aspetto a “schiaffo”), segno tipico della patologia.
Seconda fase: diffusione dell'esantema al tronco e agli arti, con un aspetto reticolato o a “pizzo”.
Terza fase: il rash cutaneo può attenuarsi e riapparire per alcune settimane in risposta a fattori scatenanti come esposizione al sole o sforzo fisico.
Fase di risoluzioneL’eritema tende a scomparire gradualmente nel giro di due-tre settimane, senza lasciare segni permanenti. In questa fase, il paziente non è più contagioso. Tuttavia, alcuni soggetti, specialmente adulti, possono continuare a sperimentare dolori articolari per diverse settimane o mesi.
Quinta malattia sintomi
Nei bambini, la quinta malattia si manifesta con sintomi inizialmente aspecifici, seguiti dalla comparsa dell'esantema caratteristico. Le principali manifestazioni includono:
febbre moderata: la febbre nei bambini, se presente, è generalmente lieve e raramente supera i 38-38,5°C. Ha una durata di 1-3 giorni e tende a risolversi spontaneamente.
malessere generale: il bambino può manifestare affaticamento, lieve cefalea e dolori muscolari.
sintomi simil-influenzali: possono includere raffreddore, mal di gola e tosse leggera.
esantema facciale: la caratteristica principale è l’arrossamento intenso delle guance, spesso descritto come un “aspetto a schiaffo”.
esantema corporeo: dopo la fase iniziale, si sviluppa un’eruzione cutanea reticolata o a “merletto” su tronco, braccia e gambe, che può durare fino a 3 settimane con variazioni di intensità.
Quinta malattia nei neonati
Nei neonati, la quinta malattia è meno comune, ma quando presente, può manifestarsi con sintomi sfumati o essere asintomatica. Le manifestazioni cliniche includono:
Irritabilità e lieve febbricola
Rash cutaneo meno evidente rispetto ai bambini più grandi
Possibile anemia in caso di infezione congenita
Nei neonati con deficit immunitari o patologie ematologiche preesistenti, l’infezione da parvovirus B19 può provocare una riduzione della produzione di globuli rossi, con conseguente anemia potenzialmente grave.
Quinta malattia senza febbre
In alcuni casi, la quinta malattia può presentarsi senza febbre, soprattutto nei bambini più grandi e negli adulti. In queste situazioni, i sintomi principali includono:
presenza del caratteristico esantema facciale e corporeo
dolori articolari di lieve entità
lieve prurito associato all'eruzione cutanea
L'assenza di febbre non pregiudica il decorso della malattia, che rimane autolimitante e si risolve spontaneamente.
Prurito nella quinta malattia
Il prurito è un sintomo relativamente comune, soprattutto durante la fase esantematica. L’eruzione cutanea può risultare pruriginosa, in particolare nelle aree del corpo come:
Superfici estensorie degli arti
Addome e schiena
Regioni soggette a sfregamento con indumenti
Il prurito tende ad attenuarsi con il tempo, ma può essere accentuato da fattori esterni come calore, esercizio fisico o esposizione al sole. Per alleviare il disagio, possono essere utilizzate creme emollienti o antistaminici su consiglio medico.
Contagio della quinta malattia negli adulti
Negli adulti, la trasmissione del parvovirus B19 che veicola la quinta malattia avviene principalmente attraverso:
goccioline respiratorie: emesse con tosse, starnuti o semplicemente parlando.
contatto diretto con secrezioni infette: ad esempio, con saliva o superfici contaminate.
trasmissione verticale: dalla madre al feto durante la gravidanza.
L’infezione è più frequente in ambienti chiusi e affollati, come scuole, asili e ambienti lavorativi con contatto stretto con bambini infetti. Gli adulti che non hanno sviluppato immunità pregressa sono maggiormente a rischio di contrarre l’infezione.
Sintomi della quinta malattia negli adulti
Negli adulti, la quinta malattia può presentarsi in maniera diversa rispetto ai bambini. I sintomi più comuni includono:
dolori articolari e muscolari: che possono interessare mani, polsi, ginocchia e caviglie, con una sintomatologia simile all'artrite reattiva.
affaticamento e malessere generale: spesso più pronunciati rispetto ai bambini.
febbre lieve o assente: la temperatura raramente supera i 38°C.
eruzione cutanea: meno evidente rispetto ai bambini, con macchie diffuse su tronco e arti.
In molti casi, la malattia decorre in forma lieve o addirittura asintomatica, rendendo la diagnosi più complessa.
Quinta malattia in gravidanza: rischi e gestione
L’infezione da parvovirus B19 durante la gravidanza è un evento che richiede particolare attenzione. Se contratta nelle prime 20 settimane di gestazione, può comportare rischi significativi per il feto, tra cui:
anemia fetale severa: il virus attacca le cellule precursori dei globuli rossi, compromettendo la produzione eritrocitaria.
idrope fetale: una condizione caratterizzata da accumulo di liquidi nei tessuti fetali, che può portare a insufficienza cardiaca;
aborto spontaneo o morte fetale intrauterina: soprattutto se l’infezione si verifica nel primo trimestre.
Diagnosi in gravidanza
Le donne in gravidanza che entrano in contatto con persone infette dovrebbero sottoporsi a test sierologici per determinare la loro immunità pregressa attraverso la ricerca di anticorpi IgG e IgM contro il parvovirus B19:
IgG positive e IgM negative: indicano immunità pregressa, quindi nessun rischio per il feto.
IgM positive: segnalano un’infezione recente o in corso, richiedendo un monitoraggio fetale approfondito.
Monitoraggio e trattamento
Nel caso di infezione confermata in gravidanza, è necessario:
ecografie seriali per monitorare segni di anemia fetale e idrope.
doppler dell'arteria cerebrale media per valutare eventuali segni di sofferenza fetale.
trasfusioni intrauterine, nei casi più gravi, per correggere l’anemia fetale.
Non esiste un trattamento antivirale specifico per il parvovirus B19, pertanto la gestione si concentra sul monitoraggio e sul supporto medico.
Prevenzione del contagio negli adulti, soprattutto in gravidanza
Per ridurre il rischio di infezione, soprattutto nelle donne in gravidanza o nelle persone a rischio, è consigliabile adottare misure di prevenzione, quali:
Lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone.
Evitare il contatto ravvicinato con persone infette.
Uso di mascherine in ambienti ad alto rischio.
Sanificazione delle superfici frequentemente toccate.
Come si cura la quinta malattia
La quinta malattia è una condizione generalmente benigna e autolimitante, ma nonostante questo è fondamentale riconoscere e gestire la malattia in modo adeguato, soprattutto nei casi in cui si manifestano complicanze o si verificano infezioni in soggetti vulnerabili.
Attualmente, non esiste una terapia specifica per il parvovirus B19, poiché l’infezione tende a risolversi spontaneamente nel giro di alcune settimane. La gestione si basa su trattamenti sintomatici, supporto clinico e monitoraggio nei casi più delicati.
Curare la quinta malattia nei bambini
Nei bambini sani, il trattamento della quinta malattia ha l’obiettivo di alleviare i sintomi principali, tra cui febbre, malessere generale ed eventuale prurito associato all’esantema. Le misure terapeutiche includono:
antipiretici e analgesici:
Il paracetamolo è il farmaco di prima scelta per ridurre la febbre, che di solito non supera i 38-38,5°C, e per alleviare il disagio generale.
L’ibuprofene, un antinfiammatorio non steroideo (FANS), può essere utilizzato per trattare eventuali dolori articolari che, seppur rari nei bambini, possono presentarsi in alcuni casi.
idratazione adeguata:È importante assicurare una corretta assunzione di liquidi per prevenire la disidratazione, specialmente nei bambini più piccoli che possono avere una ridotta assunzione di cibo e acqua a causa del malessere.
rimedi per il prurito:Il rash cutaneo, caratteristico della quinta malattia, può essere accompagnato da prurito, che può essere alleviato con l’applicazione di creme lenitive a base di ossido di zinco o l’uso di antistaminici orali sotto supervisione medica.
riposo e isolamento relativo:Sebbene i bambini non siano più contagiosi una volta comparso l’esantema, è consigliabile un periodo di riposo per favorire la guarigione completa.
Quinta malattia nei bambini immunocompromessi
Nei bambini con deficit del sistema immunitario o con patologie ematologiche, come l’anemia falciforme, la quinta malattia può provocare complicanze gravi, tra cui crisi aplastiche transitorie. In questi casi, è necessario:
Monitorare i livelli di emoglobina con esami ematici frequenti.
Somministrare, se necessario, trasfusioni di sangue per correggere l’anemia.
Considerare l’uso di immunoglobuline endovena (IVIG) nei pazienti con immunodeficienza severa.
Diagnosi e monitoraggio: l’importanza degli esami diagnostici
Una corretta diagnosi della quinta malattia è essenziale per distinguere l’eritema infettivo da altre patologie esantematiche pediatriche, come la rosolia o la scarlattina. Inoltre, l'esecuzione di test diagnostici specifici consente di monitorare la progressione della malattia e prevenire complicanze.
Esami di laboratorio consigliati
Per confermare l’infezione da parvovirus B19, si raccomanda l’esecuzione dei seguenti esami:
Sierologia per parvovirus B19, è particolarmente utile in ambito pediatrico per confermare la diagnosi nei bambini con sintomi aspecifici.
Emocromo completo con reticolociti, utile per rilevare eventuali segni di anemia, specialmente nei bambini con malattie ematologiche sottostanti. Un valore ridotto di reticolociti può indicare una crisi aplastica indotta dal virus.
Test PCR per parvovirus B19, un test molecolare rileva la presenza del DNA virale nel sangue e può essere indicato nei casi di infezione persistente o nelle situazioni in cui è necessario un approfondimento diagnostico.
Ecografia e doppler fetale (in caso di gravidanza), se l'infezione si verifica in una donna in gravidanza, è essenziale monitorare il feto per escludere l’anemia fetale o l’idrope.
Quando rivolgersi al medico
È consigliabile consultare un medico specialista in caso di:
febbre persistente oltre i 3-4 giorni, nonostante la terapia sintomatica.
comparsa di difficoltà respiratorie, pallore accentuato o letargia, segni di possibili complicanze ematologiche.
rash cutaneo particolarmente esteso o con segni di infezione secondaria.
comparsa di sintomi articolari persistenti nei bambini più grandi.
Un'accurata valutazione clinica accompagnata da esami specifici consente di escludere complicanze e impostare un piano di gestione personalizzato.
Prevenzione e consigli per limitare il contagio
Non esiste un vaccino specifico contro il parvovirus B19, pertanto la prevenzione si basa su misure igieniche e comportamentali:
Lavaggio frequente delle mani, soprattutto dopo il contatto con bambini infetti.
Igiene respiratoria, coprendo naso e bocca con un fazzoletto in caso di tosse o starnuti.
Evitare la condivisione di oggetti personali, come bicchieri o utensili.
Nei contesti scolastici, una gestione attenta dei casi sospetti è fondamentale per limitare la diffusione della malattia.
Quinta malattia e rientro a scuola
Un aspetto importante nella gestione della quinta malattia nei bambini è il rientro a scuola. Una volta comparso il rash cutaneo, il bambino non è più contagioso, quindi può tornare alle normali attività scolastiche senza rischio di trasmettere l’infezione ai compagni.
Tuttavia, è opportuno che il bambino:
Abbia completato il periodo di febbre e sintomi generali.
Si senta in buone condizioni per affrontare le attività quotidiane.
Segua le raccomandazioni mediche in caso di necessità di ulteriori controlli.
FAQ
Quinta malattia quanto dura?
La quinta malattia ha un decorso generalmente autolimitante e si risolve spontaneamente nell’arco di 1-3 settimane. Il periodo di incubazione varia tra i 4 e i 14 giorni, mentre i sintomi iniziali, come febbre e malessere, durano solitamente 1-3 giorni. L’esantema cutaneo, caratteristico della malattia, può persistere per fino a 21 giorni, con possibili recidive temporanee scatenate da fattori come esposizione al sole, esercizio fisico o stress.
Quinta malattia ed esposizione al sole
L’esposizione al sole può peggiorare o far riapparire l’esantema della quinta malattia. Anche se la fase acuta dell’infezione è terminata, il rash cutaneo può riacutizzarsi con il calore, la sudorazione e la luce solare diretta, assumendo un aspetto più intenso e causando talvolta lieve prurito. È consigliabile proteggere la pelle con indumenti leggeri e traspiranti ed evitare esposizioni prolungate al sole durante le ore più calde.
Quinta malattia e scarlattina differenze
Sebbene entrambe siano malattie esantematiche dell'infanzia, la quinta malattia e la scarlattina presentano differenze significative:
Caratteristica
Quinta malattia
Scarlattina
Agente causale
Parvovirus B19
Streptococco beta-emolitico di gruppo A
Modalità di contagio
Goccioline respiratorie
Contatto diretto e goccioline respiratorie
Esantema
Eruzione a "schiaffo" sul viso, reticolata sul corpo
Rash diffuso, rugoso al tatto ("a carta vetrata")
Febbre
Lieve o assente
Elevata, spesso oltre i 39°C
Sintomi associati
Lieve malessere generale
Mal di gola, esantema, lingua "a fragola"
Terapia
Sintomatica
Antibiotica (penicillina o amoxicillina)
Un'accurata diagnosi medica, eventualmente supportata da test sierologici o tamponi faringei, è essenziale per distinguere le due condizioni e garantire un trattamento adeguato.
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