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GuideUrologiaProstata ingrossata: sintomi, cause, diagnosi e cure. Cosa fare e quando preoccuparsi

Prostata ingrossata: sintomi, cause, diagnosi e cure. Cosa fare e quando preoccuparsi

~December 17, 2025
7 minuti
prostata ingrossata

La prostata ingrossata, o più correttamente Ipertrofia prostatica benigna (IPB), è una condizione estremamente comune che colpisce una percentuale significativa di uomini, in particolare dopo i 50 anni. Sebbene non sia una condizione cancerosa, può avere un impatto notevole sulla qualità della vita, causando sintomi urinari fastidiosi e, in alcuni casi, complicazioni serie. 

Quando si può parlare di prostata ingrossata?

Si parla di prostata ingrossata quando la ghiandola prostatica, che normalmente ha le dimensioni di una noce, aumenta progressivamente di volume. L'IPB è caratterizzata da un aumento benigno delle cellule della zona di transizione della prostata, l'area che circonda l'uretra (il canale che trasporta l'urina dalla vescica all'esterno).

Questo ingrossamento è considerato patologico quando, a causa della sua espansione, inizia a comprimere l'uretra, ostacolando il normale flusso di urina.

Tuttavia, l'ingrossamento anatomico non sempre si traduce in sintomi: la gravità dei sintomi urinari è spesso più correlata al grado di ostruzione (ostacolo) causato dall'ipertrofia che al volume assoluto della ghiandola.

I sintomi della prostata ingrossata

I sintomi dell'IPB sono collettivamente noti come Sintomi del Tratto Urinario Inferiore (LUTS) e sono classificati in sintomi ostruttivi (da svuotamento) e sintomi irritativi (da riempimento).

Prostata ingrossata e disfunzione erettile: c’è una relazione?

Sì, la relazione tra IPB e disfunzione erettile (DE) è complessa ma ben documentata. Sebbene l'IPB sia un problema meccanico/strutturale e la DE sia vascolare/nervosa/ormonale, spesso coesistono:

  • cause comuni: molti dei fattori di rischio che causano l'ipb (es. età, obesità, sindrome metabolica, infiammazione cronica) sono gli stessi che portano alla de.

  • meccanismi neurologici: l'iperstimolazione nervosa che causa i sintomi irritativi dell'ipb (come la nicturia) potrebbe influenzare negativamente l'innervazione del pene, coinvolgendo lo stesso sistema nervoso autonomo.

  • trattamenti: alcuni farmaci utilizzati per curare l'ipb (in particolare gli inibitori della 5-alfa reduttasi come finasteride e dutasteride) possono avere come effetto collaterale la diminuzione della libido e la disfunzione erettile, sebbene i farmaci alfa-bloccanti non abbiano un impatto significativo o, in alcuni casi, possano addirittura migliorare la funzione sessuale.

Prostata ingrossata e stitichezza

Esiste una correlazione anatomica e funzionale tra prostata ingrossata e stitichezza, soprattutto nelle forme più voluminose di IPB.

  • relazione anatomica: la prostata è posizionata anteriormente al retto. un ingrossamento massivo della prostata (specialmente verso la parte posteriore) può esercitare una pressione fisica sul retto, ostacolando il passaggio delle feci e contribuendo alla stitichezza.

  • relazione funzionale: lo sforzo intenso e ripetuto necessario per l'evacuazione in caso di stitichezza può a sua volta aumentare la pressione intra-addominale, influenzando negativamente la funzionalità della vescica e peggiorando i sintomi urinari.

Emorroidi e prostata ingrossata

Similmente alla stitichezza, anche il legame tra IPB ed emorroidi è principalmente indiretto e legato allo sforzo.

  • pressione addominale: l'eccessivo sforzo (pressione addominale, o manovra di valsalva) necessario per svuotare la vescica a causa dell'ostruzione prostatica può indebolire le pareti venose del retto e aggravare o provocare l'insorgenza di emorroidi.

  • costipazione: la stitichezza, che come visto può essere un sintomo correlato, è la causa diretta più comune di emorroidi.

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Prostata ingrossata: le cause

Nonostante anni di ricerca, l'eziologia esatta dell'IPB non è completamente chiara, ma è considerata una patologia multifattoriale legata all'interazione tra età e ormoni.

  1. Invecchiamento (Età): l'età è il fattore di rischio principale. Sebbene il meccanismo non sia noto, si ritiene che l'esposizione cumulativa agli ormoni nel corso della vita giochi un ruolo chiave.

  2. Ormoni androgeni: il testosterone viene convertito nella prostata in una forma molto più potente, il diidrotestosterone (DHT), attraverso l'enzima 5-alfa reduttasi. Il DHT è il principale driver della crescita cellulare della prostata. Con l'avanzare dell'età, anche se i livelli di testosterone possono diminuire, il DHT tende a rimanere elevato o l'equilibrio ormonale si sposta in un modo che favorisce la crescita.

  3. Fattori estrogenici: sebbene gli estrogeni siano tipicamente ormoni femminili, nell'uomo anziano aumentano di concentrazione. Si ipotizza che gli estrogeni possano sensibilizzare le cellule prostatiche all'azione del DHT e prevenire la morte cellulare programmata (apoptosi), contribuendo all'aumento di volume.

  4. Infiammazione cronica: l'infiammazione cronica della prostata (prostatite) è sempre più riconosciuta come un fattore che può stimolare la proliferazione cellulare e contribuire allo sviluppo dell'IPB.

Altri fattori di rischio includono la familiarità, l'obesità e la mancanza di attività fisica.

Diagnosi ed esami da fare

La diagnosi dell'IPB si basa sull'anamnesi (raccolta dei sintomi), sull'esame obiettivo e su specifici esami strumentali e di laboratorio.

Il medico di medicina generale (MMG) è il primo punto di riferimento.

  • primo screening: raccoglie la sintomatologia e utilizza questionari standardizzati (es. ipss - international prostate symptom score) per valutare la gravità dei sintomi.

  • monitoraggio: monitora i pazienti con sintomi lievi e coordina gli esami iniziali (es. psa, esame urine).

  • referral: indirizza il paziente allo specialista (urologo) quando i sintomi peggiorano, i trattamenti iniziali non funzionano o in presenza di segnali di allarme (es. psa elevato).

Esami Diagnostici Principali

  1. Esame urologico: l'urologo inserisce un dito guantato e lubrificato nel retto per palpare la prostata, valutandone dimensioni, consistenza (deve essere elastica e non dura) e presenza di noduli (che potrebbero suggerire un cancro). È un esame essenziale e irrinunciabile.

  2. Antigene prostatico specifico (PSA): un esame del sangue che misura una proteina prodotta dalla prostata. Sebbene l'IPB faccia aumentare il PSA, questo esame è cruciale soprattutto per lo screening del carcinoma prostatico. L'urologo valuterà il rapporto tra PSA e volume prostatico (densità) o la variazione nel tempo (velocità).

  3. Esame delle urine con urinocultura: per escludere infezioni urinarie o la presenza di sangue (ematuria), che possono mimare o complicare i sintomi dell'IPB.

  4. Ecografia trans-rettale: permette di misurare con precisione il volume della prostata e di valutare la condizione dei reni e della vescica, inclusa la quantità di urina residua in vescica dopo la minzione (Residuo Post-Minzionale - RPM). Un RPM elevato è un segno di ostruzione significativa.

  5. Uroflussometria: Un test semplice in cui il paziente urina in un apparecchio che misura il flusso di urina nel tempo. Permette di oggettivare il grado di ostruzione (un flusso massimo ridotto è indice di IPB significativa).

Quale è la cura per la prostata ingrossata?

Il trattamento dell'IPB dipende dalla gravità dei sintomi e dalla presenza di complicanze.

1. Sorveglianza attiva 

Per i pazienti con sintomi lievi e non particolarmente fastidiosi. Consiste in un monitoraggio periodico e nell'adozione di modifiche dello stile di vita (ridurre l'assunzione di liquidi la sera, evitare alcol e caffeina).

2. Terapia farmacologica

  • alfa-bloccanti (es. tamsulosina, silodosina): agiscono rilassando i muscoli lisci del collo vescicale e della prostata, riducendo l'ostruzione e migliorando rapidamente il flusso urinario. non riducono il volume della ghiandola.

  • inibitori della 5-alfa reduttasi (es. finasteride, dutasteride): agiscono bloccando la conversione del testosterone in dht, riducendo lentamente (nel corso di 6-12 mesi) il volume della prostata, soprattutto se la ghiandola è grande.

  • terapia combinata: spesso usata per i pazienti con sintomi moderati-gravi e prostata voluminosa, combinando un alfa-bloccante con un inibitore della 5-alfa reduttasi.

  • inibitori della fosfodiesterasi 5 (pde-5) (es. tadalafil): farmaci noti per la de, ma approvati anche per il trattamento dei luts, grazie alla loro azione rilassante sulla muscolatura liscia del tratto urinario.

3. Intervento

L'intervento è indicato quando la terapia farmacologica fallisce, in presenza di complicanze (es. calcoli vescicali, ritenzione urinaria acuta, infezioni ricorrenti) o in caso di IPB molto voluminosa.

  • turp (resezione transuretrale della prostata): l'intervento endoscopico gold standard. il chirurgo rimuove il tessuto prostatico ostruente utilizzando un resettore.

  • laser chirurgia (es. holep, tulip): tecniche che utilizzano l'energia laser per vaporizzare o enucleare il tessuto prostatico. sono particolarmente indicate per prostate molto voluminose, riducendo il rischio di sanguinamento e il tempo di cateterizzazione.

  • tecniche mininvasive (es. rezum, urolift): approcci più recenti che utilizzano vapore acqueo o dispositivi meccanici per ridurre l'ostruzione con minimi effetti collaterali sulla funzione sessuale.

Quando preoccuparsi?

L'IPB è una condizione cronica ma generalmente gestibile. Tuttavia, ci sono segnali che richiedono una valutazione urologica urgente:

  1. ritenzione urinaria: improvvisa e totale incapacità di urinare, accompagnata da forte dolore addominale. Necessita l'immediato inserimento di un catetere.

  2. ematuria: presenza di sangue visibile nelle urine, dopo aver escluso cause infettive. Può essere dovuta all'IPB ma deve sempre escludere il cancro della vescica o della prostata.

  3. Infezioni urinarie ricorrenti o calcoli vescicali: sono una complicanza diretta di un residuo post-minzionale elevato, indicando un'ostruzione grave.

  4. Insufficienza renale: in rari casi, l'ostruzione cronica può impedire il drenaggio dell'urina dai reni (idronefrosi), causando danno renale.

FAQ

La prostata ingrossata aumenta il rischio di cancro alla prostata?

no, l'ipertrofia prostatica benigna (ipb) e il cancro alla prostata sono due patologie distinte. l'ipb non si trasforma in cancro. tuttavia, possono coesistere, poiché entrambe sono legate all'invecchiamento. è per questo che la valutazione del psa e l'esplorazione rettale sono cruciali per escludere la presenza di una neoplasia maligna.

Cosa sono i farmaci alfa-bloccanti e come agiscono così rapidamente?

gli alfa-bloccanti sono una classe di farmaci che agiscono sui recettori alfa-adrenergici presenti nella muscolatura liscia del collo vescicale e della prostata. rilassando questi muscoli, riducono immediatamente la tensione sul canale uretrale ostruito. non riducono il volume della prostata, ma alleviano i sintomi ostruttivi, ed è per questo che il loro effetto sul flusso urinario è rapido (entro pochi giorni).

L'eiaculazione retrograda è un effetto collaterale comune dei trattamenti?

sì, l'eiaculazione retrograda è un effetto collaterale frequente (fino al 70-80% dei casi) degli alfa-bloccanti e degli interventi chirurgici (turp, laser). in questa condizione, lo sfintere vescicale non si chiude durante l'orgasmo, e lo sperma viene reindirizzato in vescica anziché all'esterno. non è dannosa, ma comporta infertilità e deve essere discussa con i pazienti che desiderano ancora avere figli.


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