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Ernia del disco: cause, sintomi e cura

~March 06, 2025
10 minuti
Ernia del disco

Ogni giorno, la nostra colonna vertebrale affronta sfide silenziose: sostiene il peso del corpo, si adatta a movimenti spesso bruschi e resiste a posture scorrette. Un equilibrio delicato che può essere infranto da un piccolo, ma decisivo, cedimento strutturale: l’ernia del disco. Spesso sottovalutata fino al momento in cui il dolore diventa insopportabile, questa patologia può colpire chiunque, dal lavoratore che solleva carichi pesanti all’impiegato che trascorre ore alla scrivania.

Ma cosa si cela dietro questa condizione tanto comune quanto temuta? Le cause non sono sempre evidenti, i sintomi possono mimare altre patologie e le cure richiedono un approccio personalizzato, che va dalla fisioterapia alla chirurgia nei casi più gravi.

Ernia del disco, le tipologie da conoscere

L’ernia del disco è una problematica che colpisce la colonna vertebrale e che viene classificata a seconda della localizzazione e delle caratteristiche morfologiche del materiale discale erniato. È possibile distinguere la condizione patologica in base a due criteri principali: la localizzazione anatomica e la modalità di estrusione del materiale discale.

Nel primo caso si parla di ernia: 

  • cervicale, si verifica a livello delle vertebre cervicali (C1-C7), interessando principalmente i segmenti C4-C5, C5-C6 e C6-C7. Questa forma di ernia può comprimere le radici nervose cervicali, creando potenziali complicazioni neurologiche; 

  • toracica, è la tipologia meno comune, poiché il rachide toracico è stabilizzato dalle coste e dalla gabbia toracica. Quando presente, colpisce generalmente i segmenti compresi tra T8 e T12. Nonostante la rarità, questa forma può causare problemi importanti se il materiale erniato comprime il midollo spinale; 

  • lombare, è la forma più frequente, localizzata nelle vertebre lombari (L1-L5), in particolare nei segmenti L4-L5 e L5-S1. La maggiore mobilità e il carico a cui è sottoposta questa regione rendono il rachide lombare particolarmente vulnerabile.

È opportuno ricordare che l’ernia  lombare può essere classificare anche in base alla modalità di estrusione: 

  • contenuta, il materiale del nucleo polposo fuoriesce parzialmente dall’anello fibroso, ma quest’ultimo resta intatto. L’ernia contenuta è anche nota come protrusione discale e rappresenta una fase iniziale del processo degenerativo del disco intervertebrale; 

  • espulsa, il materiale discale attraversa completamente l’anello fibroso e si riversa nel canale vertebrale. Tuttavia, rimane ancora in continuità con il disco di origine. Questa condizione comporta un maggiore rischio di compressione delle strutture nervose; 

  • sequestrata, è la forma più avanzata e complessa. Il materiale del nucleo polposo si stacca completamente dal disco intervertebrale, formando un frammento libero all’interno del canale spinale. Questa tipologia è particolarmente problematica poiché può migrare e causare una compressione variabile delle radici nervose.

Allo stesso tempo è opportuno conoscere anche alcune varianti anatomiche, come l’ernia intraforaminale, che si verifica quando il materiale erniato si dirige lateralmente, comprimendo il nervo spinale nel forame intervertebrale. Questa tipologia è spesso associata a dolori radicolari importanti.


Esiste anche l’ernia del disco mediana o paramediana: è una delle forme più comuni e si dirige verso il centro del canale vertebrale o in posizione paramediana, causando compressione sul sacco durale o sulle radici nervose adiacenti.

Da non sottovalutare anche l’ernia del disco extraforaminale o laterale estrema, una variante in cui il materiale discale si estende oltre il forame intervertebrale, interessando le strutture nervose più distanti. È meno comune rispetto alle forme mediane e intraforaminali, ma può comportare diagnosi più complesse.

Ernia del disco: i sintomi 

I sintomi dell’ernia del disco possono essere suddivisi in manifestazioni locali e radicolari: le prime riguardano dolori e limitazioni funzionali nella zona interessata, mentre le seconde coinvolgono sintomi neurologici lungo il percorso delle radici nervose colpite.

Il dolore è senza dubbio il sintomo principale e più caratteristico dell’ernia del disco. Tuttavia, la sua localizzazione e intensità possono variare in relazione alla posizione dell’ernia lungo la colonna vertebrale.

  • ernia cervicale: il dolore si irradia dal collo verso le spalle e le braccia, spesso accompagnato da rigidità cervicale. In alcuni casi, il paziente può percepire una sensazione di formicolio o intorpidimento lungo l’arto superiore. Il dolore può peggiorare con i movimenti del collo o durante l’assunzione di determinate posture; 

  • ernia toracica: è meno comune, ma quando presente, il dolore si localizza nella parte superiore della schiena e può irradiarsi lungo il costato. In alcuni casi, può simulare un dolore di origine cardiaca o addominale, rendendo più complessa la diagnosi; 

  • ernia lombare: È la forma più frequente e si manifesta con dolore lombare (lombalgia), che può irradiarsi verso i glutei, la coscia e l’arto inferiore, seguendo il decorso del nervo sciatico (sciatalgia). Questo tipo di dolore tende a peggiorare con lo sforzo fisico, i colpi di tosse o lo starnuto, e può risultare particolarmente intenso al risveglio o dopo periodi di immobilità.

In alcuni pazienti, il dolore può raggiungere livelli insopportabili, compromettendo la qualità della vita e limitando significativamente le attività quotidiane: quando il dolore diventa cronico, può instaurarsi un meccanismo di sensibilizzazione nervosa, rendendo il trattamento più complesso.

Le alterazioni della sensibilità sono un altro sintomo tipico dell’ernia del disco: la persona può riferire formicolii, intorpidimento o sensazioni di bruciore lungo il percorso del nervo interessato. Queste manifestazioni sono spesso associate al dolore e si verificano principalmente negli arti superiori o inferiori, a seconda della sede dell’ernia.

Ad esempio, un’ernia cervicale può causare perdita di sensibilità al braccio e alla mano, mentre un’ernia lombare può determinare intorpidimento nella parte posteriore della coscia, del polpaccio e del piede. Le zone interessate corrispondono alle radici nervose specifiche coinvolte.

Un sintomo che merita particolare attenzione è la debolezza muscolare: infatti, quando l’ernia comprime una radice nervosa in modo significativo, può interferire con i segnali nervosi diretti ai muscoli, causando una riduzione della forza muscolare.

Questa condizione si manifesta frequentemente con una perdita di forza a carico degli arti superiori (nel caso di ernia cervicale) o degli arti inferiori (ernia lombare), limitando la capacità del paziente di svolgere attività quotidiane.

Nei casi di ernia lombare, i pazienti possono avvertire debolezza alle gambe, difficoltà a camminare o salire le scale e, nei casi più gravi, instabilità o cedimento improvviso dell’arto. Questo sintomo è particolarmente rilevante perché può indicare una compressione importante delle radici nervose.

La compressione delle radici nervose può anche portare a riflessi osteotendinei ridotti o assenti, soprattutto in presenza di ernie avanzate: quelli più comunemente coinvolti sono quelli dell’arto superiore nel caso di ernie cervicali e i riflessi rotuleo e achilleo in caso di ernie lombari. Queste alterazioni possono essere riscontrate durante un esame neurologico approfondito e rappresentano un segnale chiaro della compromissione funzionale del nervo interessato.

In situazioni più avanzate o trascurate, l’ernia del disco può causare sintomi particolarmente severi, richiedendo un intervento medico urgente. La sindrome della cauda equina, ad esempio, è una rara ma grave complicanza dell’ernia lombare espulsa o sequestrata, caratterizzata da perdita del controllo sfinterico (vescicale e intestinale), anestesia a sella e grave debolezza degli arti inferiori.

Quali sono le cause dell’ernia del disco

La causa più comune dell’ernia del disco è la degenerazione progressiva del disco intervertebrale: infatti, con il passare degli anni, queste parti naturalmente perdono elasticità e capacità di assorbire i carichi meccanici a cui sono sottoposti quotidianamente. Il processo, noto come degenerazione discale, rende l’anello fibroso più fragile e suscettibile a lesioni, favorendo la fuoriuscita del nucleo polposo.

L’invecchiamento fisiologico è quindi uno dei principali fattori di rischio, e l’ernia del disco è più frequente tra i 30 e i 50 anni, età in cui la degenerazione discale è più marcata. Tuttavia, non è raro riscontrare ernie anche in pazienti più giovani, soprattutto in presenza di altri fattori predisponenti.

Tra le cause dell’ernia del disco bisogna considerare anche il sovraccarico meccanico della colonna vertebrale: sollevare carichi pesanti, eseguire movimenti bruschi o mantenere posture scorrette per lunghi periodi può generare microtraumi ripetuti a livello dei dischi intervertebrali, accelerandone la degenerazione.


Questi microtraumi possono, nel tempo, compromettere l’integrità dell’anello fibroso, favorendo la fuoriuscita del nucleo polposo. Le persone che svolgono lavori fisicamente impegnativi (come operai edili o addetti alla movimentazione manuale dei carichi) sono particolarmente esposte a questo rischio.


In alcuni casi, l’ernia del disco può essere causata da traumi acuti, come incidenti stradali, cadute o infortuni sportivi. Un impatto violento sulla colonna vertebrale può determinare una lacerazione improvvisa dell’anello fibroso, causando la fuoriuscita del materiale discale. In questo senso, gli sport che comportano impatti ripetuti o movimenti torsionali bruschi, come il sollevamento pesi o gli sport da contatto, possono aumentare il rischio di sviluppare un’ernia discale, specialmente nei segmenti più mobili della colonna (rachide cervicale e lombare).

Infine, non va sottovalutato il ruolo dei fattori genetici. Alcune persone presentano o altre condizioni a carico della colonna - quale ad esempio la scoliosi - oppure una predisposizione familiare alla degenerazione precoce del disco intervertebrale, che le rende più vulnerabili allo sviluppo di un’ernia anche in assenza di traumi significativi.

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Rimedi per l’ernia del disco: la fisioterapia

Tra i rimedi per l’ernia del disco, il trattamento conservativo è tra i più apprezzati, soprattutto quando la diagnosi avviene in una fase precoce: le tecniche fisioterapiche mirano non solo ad alleviare i sintomi, ma anche a rafforzare i muscoli paravertebrali, correggere la postura e ridurre la pressione sui dischi intervertebrali.

La scelta del percorso fisioterapico varia in base alla localizzazione dell’ernia (cervicale, toracica o lombare) e alla gravità della compressione nervosa. È fondamentale che il trattamento sia personalizzato e supervisionato da un professionista esperto per evitare complicazioni.

Ernia del disco e fisioterapia​, un binomio che funziona

Il trattamento fisioterapico per l’ernia del disco può includere diverse metodiche, tra cui:

  • terapia manuale, manipolazioni e mobilizzazioni articolari per migliorare la flessibilità della colonna vertebrale e ridurre la tensione muscolare; 

  • esercizi di rafforzamento e stabilizzazione, soprattutto per i muscoli del core, che svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere la colonna vertebrale e ridurre la pressione sui dischi intervertebrali; 

  • tecniche di decompressione spinale, utilizzate per ridurre la compressione sulle radici nervose; 

  • terapie strumentali, come laserterapia, tecarterapia e ultrasuoni, utili per alleviare il dolore e l’infiammazione.

Un aspetto cruciale della fisioterapia è l’educazione del paziente: imparare a gestire le attività quotidiane in modo corretto e adottare posture adeguate può ridurre notevolmente il rischio di recidive.

RX lombosacrale, l’esame diagnostico principe

L’RX lombosacrale è un esame radiologico di base che fornisce una valutazione preliminare delle strutture ossee della colonna vertebrale. Sebbene non sia in grado di visualizzare direttamente l’ernia del disco, può essere utile per escludere altre condizioni che possono causare sintomi simili, come fratture, spondilosi, malformazioni congenite o processi degenerativi avanzati


In presenza di sospetta ernia del disco, prenotare un’rx lombosacrale permette di evidenziare segni indiretti, come una riduzione dello spazio intersomatico, che può suggerire una compressione discale. Tuttavia, per una diagnosi precisa dell’ernia e per valutare la compressione delle strutture nervose, sono necessari esami di secondo livello come risonanza magnetica (RM) o TC lombosacrale, che offrono una visione dettagliata dei tessuti molli e del disco intervertebrale.

Ernia del disco, quando è da operare​?

Non tutti i casi di ernia del disco richiedono un intervento chirurgico, anzi, la maggior parte dei pazienti può trovare sollievo con il trattamento conservativo, inclusa la fisioterapia e l’eventuale terapia farmacologica per il controllo del dolore e dell’infiammazione. Tuttavia, in alcune situazioni, l’intervento chirurgico diventa necessario per prevenire danni permanenti.

Le indicazioni chirurgiche più comuni per l’ernia del disco includono:

  • dolore persistente e invalidante, nonostante il trattamento conservativo, il dolore rimane insopportabile e limita fortemente la qualità della vita del paziente; 

  • debolezza muscolare progressiva, la perdita di forza in uno o più gruppi muscolari, causata dalla compressione della radice nervosa, è un segnale di allarme; 

  • sindrome della cauda equina, una rara ma grave complicanza dell’ernia lombare, caratterizzata da perdita del controllo degli sfinteri, anestesia a sella e grave debolezza agli arti inferiori. Questa è un’emergenza chirurgica che richiede un intervento immediato.

L’intervento più comune per l’ernia del disco è la microdiscectomia, una procedura mini-invasiva che prevede la rimozione del frammento erniato per decomprimere il nervo coinvolto. In alcuni casi, si ricorre a tecniche più avanzate, come la discectomia endoscopica o la fusione vertebrale, a seconda delle condizioni del paziente e della localizzazione dell’ernia.

Ernia del disco lombare, cosa non fare

In caso di ernia del disco lombare, è fondamentale adottare alcune precauzioni per evitare di peggiorare la situazione e favorire il recupero: ci sono comportamenti e attività che vanno assolutamente evitati per proteggere la colonna vertebrale e ridurre la pressione sul disco lesionato.

Ecco cosa non fare:

  1. Sollevare pesi in modo scorretto
    Il sollevamento di carichi pesanti, soprattutto se eseguito con la schiena piegata in avanti, è uno dei principali fattori di rischio per l’aggravamento dell’ernia lombare. È sempre consigliabile piegare le ginocchia e mantenere la schiena dritta quando si sollevano oggetti da terra.

  2. Mantenere posture scorrette per lunghi periodi
    Stare seduti a lungo, soprattutto su superfici non ergonomiche, aumenta la pressione sui dischi intervertebrali, aggravando il dolore lombare. È importante fare pause frequenti e utilizzare sedie con un buon supporto lombare.

  3. Attività ad alto impatto
    Sport come la corsa su superfici dure, il salto o il sollevamento pesi intenso devono essere evitati in fase acuta. Queste attività aumentano lo stress sulla colonna e possono causare ulteriori lesioni.

  4. Movimenti bruschi e torsioni improvvise
    Movimenti di torsione, flessione laterale o piegamenti improvvisi della schiena possono provocare un peggioramento dell’ernia e intensificare il dolore.

  5. Ignorare i segnali di allarme
    La persistenza di sintomi come debolezza alle gambe, perdita di sensibilità o difficoltà a camminare richiede un’immediata valutazione medica. Ignorare questi segnali può portare a complicazioni gravi.

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