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Endometriosi: dolore, ciclo irregolare e quando preoccuparsi

~January 27, 2025
8 minuti
endometriosi

Dolori mestruali intensi, ciclo irregolare e un senso costante di affaticamento: segnali spesso sottovalutati che potrebbero indicare qualcosa di più serio, come l'endometriosi. Questa patologia silenziosa colpisce milioni di donne nel mondo, influenzando la loro qualità di vita e la salute riproduttiva. Quando il dolore diventa insopportabile e le alterazioni del ciclo persistono, è importante non ignorare questi sintomi e rivolgersi a uno specialista. Comprendere quando preoccuparsi è il primo passo per una diagnosi tempestiva e una gestione efficace della malattia.

Che cos’è l’endometriosi?

L'endometriosi è una condizione ginecologica cronica caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina. Normalmente, l'endometrio è il tessuto che riveste l'interno dell'utero e che, durante il ciclo mestruale, si ispessisce e si sfalda in assenza di una gravidanza. Nel caso dell'endometriosi, le cellule endometriali si impiantano in sedi anomale come ovaie, tube di Falloppio, peritoneo e, in casi più rari, in organi extrapelvici quali intestino o polmoni.

La presenza di tessuto endometriale ectopico provoca infiammazione cronica, formazione di aderenze e cicatrici, causando sintomi come dolore pelvico, dismenorrea (dolori mestruali intensi), dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) e, in alcuni casi, infertilità.

L'endometriosi viene classificata in diverse tipologie in base alla localizzazione e alla gravità della patologia. Le principali categorie sono:

  • superficiale peritoneale: è la forma più lieve e comune della malattia, caratterizzata dalla presenza di impianti superficiali di tessuto endometriale sulla superficie del peritoneo, la membrana che riveste gli organi pelvici. Può causare dolore e infiammazione cronica, ma spesso non compromette significativamente la funzione riproduttiva;

  • ovarica, nota anche come endometrioma, è caratterizzata dalla formazione di cisti ovariche contenenti tessuto endometriale e sangue, spesso chiamate "cisti cioccolato" per il loro contenuto denso e scuro. Queste cisti possono interferire con la fertilità e causare dolore cronico, specialmente durante il ciclo mestruale; 

  • profonda infiltrante, è la forma più grave della malattia si manifesta quando il tessuto endometriale penetra in profondità nei tessuti degli organi pelvici, come la vescica, l'intestino o i legamenti uterosacrali. Può causare sintomi debilitanti, compromettendo la qualità della vita e richiedendo spesso interventi chirurgici complessi; 

  • extrapelvica, meno frequente, si verifica quando il tessuto endometriale si localizza in organi al di fuori della cavità pelvica, come polmoni, diaframma o parete addominale. Questa forma può causare sintomi atipici, come dolore toracico ciclico o difficoltà respiratorie.

Endometriosi maschile

L'endometriosi maschile è una condizione estremamente rara in cui tessuto simile all'endometrio, il rivestimento interno dell'utero, si sviluppa in soggetti di sesso maschile. Questa anomalia può essere attribuita a fattori come terapie ormonali prolungate, condizioni genetiche o anomalie congenite che influenzano il sistema endocrino. L'endometriosi negli uomini si manifesta tipicamente in sedi extrapelviche, come la regione inguinale, la vescica o la cavità addominale.

I sintomi associati possono includere dolore pelvico cronico, disuria (difficoltà nella minzione), ematuria (presenza di sangue nelle urine) e formazione di masse addominali. La diagnosi di endometriosi maschile è complessa e richiede un'attenta valutazione clinica, con il supporto di esami di imaging avanzati come la risonanza magnetica e la biopsia tissutale.

Il trattamento dell'endometriosi maschile si basa su un approccio multidisciplinare, che include terapie ormonali per ridurre la crescita del tessuto anomalo, interventi chirurgici per la rimozione delle lesioni e gestione del dolore. Data la rarità della condizione, la ricerca è ancora limitata e i casi documentati sono pochi, rendendo essenziale un'attenta diagnosi e un follow-up continuo per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti.

Endometriosi sintomi

I sintomi iniziali dell'endometriosi variano da persona a persona, ma i segnali più comuni includono:

  • dismenorrea intensa, i dolori mestruali sono spesso più intensi rispetto alla norma e peggiorano con il tempo; 

  • dolore pelvico cronico, il disagio può estendersi oltre il periodo mestruale, diventando persistente;

  • cicli mestruali abbondanti e irregolari, flussi mestruali particolarmente abbondanti (menorragia) o perdite anomale tra un ciclo e l'altro; 

  • dispareunia, dolore durante i rapporti sessuali, dovuto alla presenza di lesioni endometriosiche nei tessuti pelvici; 

  • disturbi gastrointestinali, gonfiore, stipsi o diarrea, soprattutto in concomitanza con il ciclo mestruale.

Il dolore associato all’endometriosi presenta caratteristiche specifiche che possono aiutare a distinguerlo da altri disturbi ginecologici:

  • ciclicità, si intensifica nei giorni precedenti e durante il ciclo mestruale; 

  • localizzazione variabile, può coinvolgere la zona lombare, addominale, pelvica e in alcuni casi l'intestino e la vescica

  • resistenza ai comuni antidolorifici, il dolore spesso non risponde ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS); 

  • dolore associato alla defecazione o alla minzione, soprattutto quando l'endometriosi coinvolge l’intestino o la vescica.

Il riconoscimento tempestivo di questi sintomi è fondamentale per una diagnosi precoce e per l’adozione di strategie terapeutiche mirate. In presenza di sintomi sospetti, è consigliabile rivolgersi a un ginecologo specializzato per approfondimenti diagnostici quali ecografia transvaginale o risonanza magnetica pelvica.

Le cause endometriosi

Le cause dell’endometriosi non sono ancora completamente comprese, ma la ricerca scientifica ha individuato diversi fattori che possono contribuire alla sua insorgenza. L'ipotesi più accreditata suggerisce una combinazione di fattori genetici, ormonali, immunologici e ambientali.

Cause genetiche dell’endometriosi

Numerosi studi indicano una predisposizione genetica all’endometriosi: le donne con una storia familiare della malattia hanno un rischio maggiore di svilupparla, suggerendo un’ereditabilità della patologia. 

Alcuni geni coinvolti nella regolazione del ciclo mestruale e della risposta immunitaria sembrano avere un ruolo chiave nello sviluppo della condizione. Tuttavia, la trasmissione genetica non è ancora stata completamente chiarita, e si ritiene che fattori epigenetici possano contribuire all’espressione della malattia.

Teoria della mestruazione retrograda

Una delle teorie più accettate sull'origine dell’endometriosi è la mestruazione retrograda, secondo la quale il sangue mestruale, contenente cellule endometriali, rifluisce attraverso le tube di Falloppio nella cavità pelvica anziché essere espulso. Questo fenomeno si verifica in molte donne, ma in alcune di esse le cellule endometriali si impiantano e proliferano in sedi anomale, provocando infiammazione cronica e sintomi dolorosi.

Disfunzioni del sistema immunitario

Un'altra ipotesi rilevante riguarda l’incapacità del sistema immunitario di riconoscere e distruggere le cellule endometriali migrate in sedi ectopiche. Nei soggetti affetti da endometriosi, il sistema immunitario potrebbe non essere in grado di eliminare efficacemente il tessuto endometriale fuori sede, favorendo così la crescita di impianti anomali e la loro adesione agli organi pelvici.

Squilibri ormonali

L'endometriosi è una patologia estrogeno-dipendente, e gli squilibri ormonali, in particolare l’eccesso di estrogeni rispetto al progesterone, possono favorire la proliferazione del tessuto endometriale fuori dall’utero. Gli estrogeni promuovono la crescita cellulare, contribuendo all’infiammazione e al dolore cronico tipici della malattia.

Fattori ambientali

Recenti studi suggeriscono che l'esposizione a sostanze inquinanti e a interferenti endocrini, come le diossine e i pesticidi, possa avere un ruolo nello sviluppo dell’endometriosi. Questi agenti chimici alterano l'equilibrio ormonale e possono influenzare negativamente il sistema immunitario.

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Endometriosi come si scopre

La diagnosi dell’endometriosi si basa su una combinazione di anamnesi approfondita, esami clinici e strumentali specifici.

L'iter diagnostico dell’endometriosi prevede diversi esami per confermare la presenza della malattia e determinarne l’estensione. I principali strumenti diagnostici includono:

  1. Anamnesi e visita ginecologica
    Il primo passo nella diagnosi consiste nella raccolta di un’anamnesi dettagliata, in cui il medico indaga la presenza di sintomi tipici come dolore pelvico cronico, dismenorrea severa e difficoltà nella fertilità. Durante la visita ginecologica, è possibile individuare segni indiretti di endometriosi, come la presenza di noduli dolorosi, alterazioni della mobilità uterina e tensione a livello dei legamenti uterosacrali.

  2. Ecografia transvaginale
    L'ecografia transvaginale è uno degli esami più utilizzati per rilevare la presenza di lesioni endometriosiche, in particolare endometriomi ovarici (cisti cioccolato). Grazie alla sua elevata accuratezza, consente di individuare cisti di consistenza densa e aderenze tra gli organi pelvici. Tuttavia, questa metodica può non essere sufficiente per rilevare focolai di endometriosi superficiale, per cui può essere necessario approfondire con altre indagini.

  3. Risonanza magnetica (RM)
    La risonanza magnetica è indicata nei casi in cui si sospetti un’endometriosi profonda infiltrante, poiché permette di ottenere immagini dettagliate delle strutture pelviche e degli organi coinvolti, come intestino e vescica. Questo esame è particolarmente utile per pianificare eventuali interventi chirurgici.

  4. Laparoscopia diagnostica
    La laparoscopia rappresenta il gold standard per la diagnosi definitiva dell’endometriosi. Si tratta di un intervento chirurgico minimamente invasivo che consente di visualizzare direttamente le lesioni endometriosiche, valutarne l’estensione e, se necessario, rimuoverle. Durante la procedura, si possono prelevare campioni di tessuto (biopsia) per confermare la presenza di endometrio ectopico attraverso l’analisi istologica.

  5. Dosaggi ormonali e marcatori biologici
    Attualmente, non esistono marcatori sierologici specifici per l’endometriosi. Tuttavia, in alcuni casi, può essere richiesto il dosaggio del CA-125, un marker tumorale che, sebbene non specifico, può risultare elevato nelle donne affette dalla malattia.

Endometriosi ed ecografia: quando è utile?

L'ecografia transvaginale rappresenta il primo esame di imaging raccomandato in caso di sospetta endometriosi, grazie alla sua disponibilità, rapidità di esecuzione e costo contenuto. È particolarmente efficace per identificare le forme cistiche di endometriosi ovarica, caratterizzate da cisti contenenti materiale denso, e per valutare la presenza di eventuali aderenze tra gli organi pelvici.

Tuttavia, l'ecografia presenta alcune limitazioni, in particolare nella diagnosi di forme più lievi o nelle localizzazioni extrapelviche, come intestino e diaframma. In questi casi, si rende necessaria la risonanza magnetica per ottenere immagini più dettagliate e migliorare la pianificazione terapeutica.

Quali specialisti sono coinvolti nella diagnosi di endometriosi?

La diagnosi di endometriosi richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi specialisti, ognuno con competenze specifiche per individuare la malattia e pianificare un trattamento adeguato. Il ginecologo è la figura di riferimento principale, responsabile dell’anamnesi, dell'esame clinico e della prescrizione di esami diagnostici come l'ecografia transvaginale e la risonanza magnetica. 

In caso di sintomi intestinali o urinari, può essere necessario il coinvolgimento di un gastroenterologo o di un urologo per valutare eventuali infiltrazioni del tessuto endometriale. Il radiologo svolge un ruolo fondamentale nell'interpretazione delle immagini diagnostiche per identificare le lesioni endometriosiche e la loro estensione. 

Nei casi più complessi, quando la malattia richiede un intervento chirurgico, l’esperienza di un chirurgo specializzato in endometriosi profonda è essenziale per la rimozione delle lesioni preservando la funzionalità degli organi coinvolti. Inoltre, la gestione del dolore cronico può richiedere l’intervento di un algologo o di un fisioterapista specializzato nella riabilitazione del pavimento pelvico. 

Infine, il supporto di uno psicologo può essere utile per affrontare l'impatto emotivo della malattia, migliorando la qualità della vita della paziente.

FAQ

Anche gli uomini possono avere l’endometriosi?

Sebbene l’endometriosi sia una patologia tipicamente femminile, casi estremamente rari di endometriosi maschile sono stati documentati nella letteratura scientifica. Questa condizione può verificarsi in uomini sottoposti a terapie ormonali a base di estrogeni, come nel trattamento del carcinoma prostatico, o in presenza di anomalie genetiche o congenite. L'endometriosi maschile può manifestarsi con dolore pelvico cronico e la formazione di masse nei tessuti coinvolti. La diagnosi richiede esami di imaging e conferma istologica mediante biopsia. 

Alimentazione e endometriosi: c’è una connessione?

L'alimentazione gioca un ruolo significativo nella gestione dell'endometriosi, poiché alcuni cibi possono influenzare i livelli ormonali e l'infiammazione. Una dieta antinfiammatoria, ricca di alimenti a basso indice glicemico, fibre, acidi grassi omega-3 e antiossidanti, può contribuire a ridurre i sintomi. Al contrario, il consumo eccessivo di alimenti pro-infiammatori come zuccheri raffinati, grassi saturi e latticini potrebbe aggravare l'infiammazione. Un piano alimentare equilibrato, possibilmente seguito da uno specialista, può migliorare la qualità di vita delle pazienti con endometriosi.

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AutoreElty

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