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Calprotectina fecale: cos'è e a cosa serve questo esame?

~March 10, 2025
8 minuti
calprotectina fecale

La calprotectina fecale è una proteina rilasciata dai globuli bianchi, in particolare dai neutrofili, in risposta a un’infiammazione intestinale. La sua misurazione nelle feci è un metodo non invasivo per valutare la presenza di infiammazioni nel tratto gastrointestinale, risultando particolarmente utile nella diagnosi e nel monitoraggio di patologie come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. L’esame della calprotectina fecale viene spesso utilizzato per distinguere i disturbi funzionali dell’intestino, come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), dalle malattie infiammatorie croniche, che comportano alterazioni più significative.

Grazie alla sua elevata sensibilità, il test della calprotectina fecale permette di identificare stati infiammatori senza la necessità di ricorrere subito a procedure invasive come la colonscopia. Inoltre, nei pazienti già diagnosticati con malattie intestinali croniche, questo esame consente di monitorare la risposta alla terapia e di individuare eventuali riacutizzazioni prima che i sintomi diventino evidenti. In questo articolo esploreremo il ruolo della calprotectina fecale, come si esegue il test, il suo significato clinico e quando preoccuparsi per valori elevati.

Cos'è la calprotectina fecale e perché viene misurata?

La calprotectina è una proteina che svolge un ruolo importante nel sistema immunitario grazie alla sua capacità di legare il calcio e lo zinco, ostacolando la crescita di batteri e funghi. Quando il tratto intestinale è soggetto a un’infiammazione, i globuli bianchi si attivano e rilasciano calprotectina, che viene poi eliminata con le feci. La sua presenza in quantità elevate indica un’attività infiammatoria intestinale, il che la rende un biomarcatore affidabile per valutare lo stato della mucosa intestinale.

L’esame della calprotectina fecale è particolarmente utile nei pazienti che presentano sintomi come diarrea cronica, dolore addominale, perdita di peso inspiegabile e sangue occulto nelle feci. A differenza degli esami del sangue, che possono rilevare un’infiammazione generale ma non localizzarne la sede, il test della calprotectina è specifico per l’intestino e aiuta a individuare la causa di sintomi gastrointestinali persistenti.

Uno dei vantaggi principali di questo esame è la sua capacità di differenziare le malattie infiammatorie intestinali (IBD) da disturbi funzionali, come la sindrome dell’intestino irritabile, che non comporta un’infiammazione significativa. Questo permette ai medici di stabilire se sia necessario procedere con esami più approfonditi o se il problema possa essere gestito con un approccio conservativo.

Come si esegue l'esame della calprotectina fecale?

L’esame della calprotectina fecale è un test semplice e non invasivo, che richiede solo la raccolta di un campione di feci in un apposito contenitore per calprotectina fecale, fornito dal laboratorio o acquistabile in farmacia. Una volta raccolto il campione, esso viene analizzato per quantificare la presenza della proteina e determinare se vi sia un’infiammazione attiva nell’intestino.

Per ottenere risultati attendibili, è consigliabile seguire alcune precauzioni prima dell’esame. Alcuni farmaci, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), possono influenzare i livelli di calprotectina, così come un’infezione intestinale recente. È quindi opportuno informare il medico su eventuali terapie in corso e valutare la necessità di sospendere alcuni farmaci prima del test.

L’analisi può essere qualitativa o quantitativa. Il test quantitativo fornisce un valore numerico preciso, permettendo di distinguere tra infiammazioni lievi, moderate e gravi. Se i livelli di calprotectina risultano molto elevati, potrebbe essere necessario approfondire con una colonscopia per determinare la causa esatta del problema.

Valori della calprotectina fecale: quando preoccuparsi?

I valori della calprotectina fecale variano in base alla presenza e all’intensità dell’infiammazione intestinale. Un valore inferiore a 50 µg/g è considerato normale e indica l’assenza di un’infiammazione significativa. Quando i livelli si attestano tra 50 e 200 µg/g, può essere presente un’infiammazione lieve, spesso dovuta a infezioni transitorie o a disturbi alimentari. Tuttavia, valori superiori a 200 µg/g suggeriscono una condizione infiammatoria attiva che potrebbe essere indicativa di morbo di Crohn, colite ulcerosa o altre patologie intestinali croniche.

Quando la calprotectina fecale è alta, il medico valuterà la necessità di ulteriori accertamenti. Un singolo valore elevato può essere legato a un’infezione intestinale temporanea, mentre livelli costantemente alti richiedono un’attenzione particolare. Nei pazienti con malattie infiammatorie croniche già diagnosticate, un aumento improvviso della calprotectina fecale può indicare una riacutizzazione della malattia, rendendo necessario un adeguamento della terapia.

Alcuni fattori possono influenzare i livelli di calprotectina fecale, tra cui infezioni batteriche o virali, dieta e farmaci. Inoltre, in alcuni casi, uno stato di stress prolungato può contribuire a un incremento della proteina, sebbene non sia una causa diretta di infiammazione intestinale.

Calprotectina fecale e patologie associate

La calprotectina fecale è utilizzata principalmente per diagnosticare e monitorare le malattie infiammatorie intestinali (IBD), ma può essere elevata anche in altre condizioni. Tra le cause più comuni di un aumento della calprotectina troviamo le infezioni intestinali, la diverticolite, le intolleranze alimentari, la celiachia non trattata, il tumore del colon-retto e l’uso prolungato di alcuni farmaci, come i FANS.

Nei pazienti celiaci, l’infiammazione intestinale causata dall’ingestione di glutine può provocare un lieve aumento della calprotectina, ma i valori tendono a normalizzarsi una volta adottata una dieta priva di glutine. Per questo motivo, il test può essere utile anche per monitorare l’aderenza alla dieta nei pazienti con celiachia diagnosticata.

Calprotectina fecale e colonscopia: quando è necessario approfondire?

Il test della calprotectina fecale è spesso il primo esame prescritto in caso di sospetta infiammazione intestinale, poiché è non invasivo e può fornire indicazioni utili sulla necessità di ulteriori accertamenti. Tuttavia, quando i valori della calprotectina fecale sono elevati, il medico può consigliare di eseguire una colonscopia per determinare la causa dell’infiammazione e valutare lo stato della mucosa intestinale.

In presenza di sintomi come diarrea persistente, dolore addominale cronico, sangue occulto nelle feci e perdita di peso inspiegabile, una calprotectina fecale alta può indicare la necessità di un’indagine più approfondita. La colonscopia permette di visualizzare l’intestino dall’interno e di eseguire biopsie per confermare la diagnosi di morbo di Crohn, colite ulcerosa, diverticolite o tumore del colon.


Calprotectina fecale e dieta: come l’alimentazione influisce sui livelli?

L’alimentazione può influenzare indirettamente i livelli di calprotectina fecale, poiché alcuni cibi possono aumentare l’infiammazione intestinale, mentre altri contribuiscono a mantenere un ambiente intestinale sano. Una dieta povera di fibre e ricca di cibi raffinati, zuccheri e grassi saturi può favorire l’infiammazione, mentre un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e fermenti lattici, aiuta a ridurre il rischio di disturbi intestinali.

Nei pazienti con morbo di Crohn o colite ulcerosa, alcuni alimenti possono peggiorare i sintomi e aumentare i livelli di calprotectina fecale, mentre una dieta specifica, supervisionata da un nutrizionista, può ridurre l’infiammazione. Anche l’intolleranza al lattosio o al glutine può influenzare la salute intestinale, causando sintomi simili a quelli delle malattie infiammatorie intestinali.

È importante sottolineare che non esiste una dieta universale per abbassare la calprotectina fecale, ma un’alimentazione equilibrata può contribuire a migliorare il benessere intestinale e a ridurre i processi infiammatori.

Calprotectina fecale nei bambini: quando preoccuparsi?

Nei bambini, il test della calprotectina fecale viene utilizzato per valutare la presenza di infiammazioni intestinali in caso di sintomi persistenti come diarrea cronica, dolori addominali ricorrenti, perdita di peso e anemia. Sebbene la calprotectina alta nei bambini possa essere dovuta a infezioni transitorie o intolleranze alimentari, valori persistentemente elevati possono indicare la presenza di una malattia infiammatoria cronica.

Nei neonati e nei bambini molto piccoli, la calprotectina fecale può essere più elevata rispetto agli adulti a causa dell’immaturità del sistema immunitario intestinale. Tuttavia, se i livelli sono superiori alla norma e si associano a sintomi gastrointestinali significativi, è necessario approfondire con altri esami.

Se un bambino ha una calprotectina fecale alta, il pediatra potrebbe consigliare di eseguire ulteriori test, come la calprotectina quantitativa e la colonscopia pediatrica, per escludere patologie infiammatorie serie.

Calprotectina fecale e stress: esiste una connessione?

Molti pazienti si chiedono se lo stress possa influenzare i livelli di calprotectina fecale. Sebbene lo stress non sia una causa diretta di infiammazione intestinale, è noto che condizioni di forte stress psicologico possano aggravare patologie preesistenti, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, portando a un aumento dei livelli di calprotectina fecale.

Lo stress cronico può alterare la funzione della barriera intestinale, favorendo l’infiammazione e contribuendo all’aggravamento dei sintomi nei pazienti con malattie infiammatorie croniche. Inoltre, il rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress, può modificare la composizione della flora intestinale e aumentare la sensibilità dell’intestino, causando sintomi gastrointestinali come diarrea, gonfiore e dolore addominale.

Anche se lo stress non è una causa primaria di calprotectina alta, è importante gestire l’ansia e il sovraccarico emotivo per migliorare la salute intestinale. Tecniche di rilassamento, attività fisica regolare e una dieta equilibrata possono aiutare a ridurre l’infiammazione e a migliorare il benessere generale.

Calprotectina fecale e gravidanza: cosa sapere?

Durante la gravidanza, molte donne possono sviluppare sintomi gastrointestinali. In alcuni casi, il test della calprotectina fecale può essere richiesto per escludere la presenza di un’infiammazione intestinale attiva.

Nei casi di morbo di Crohn e colite ulcerosa in gravidanza, il monitoraggio della calprotectina fecale è utile per valutare la stabilità della malattia e prevenire eventuali riacutizzazioni. Una gestione ottimale delle malattie infiammatorie durante la gravidanza è essenziale per garantire il benessere della madre e del bambino.

Se la calprotectina fecale è elevata in gravidanza, è fondamentale consultare il gastroenterologo per determinare se sia necessario modificare la terapia o eseguire ulteriori accertamenti. In molti casi, un aumento moderato della calprotectina fecale può essere dovuto a cambiamenti ormonali e non indica necessariamente una patologia grave.

Calprotectina fecale e tumore del colon: c’è un legame?

Un aumento della calprotectina fecale può essere associato a diverse patologie, tra cui il tumore del colon-retto. Tuttavia, la calprotectina fecale non è un test specifico per la diagnosi del cancro, ma può essere un segnale di un’infiammazione cronica che richiede ulteriori accertamenti.

Nei pazienti con fattori di rischio per il tumore del colon, come familiarità, età superiore ai 50 anni e sintomi come sangue occulto nelle feci, perdita di peso e alterazioni dell’alvo, un livello elevato di calprotectina fecale può suggerire la necessità di una colonscopia per escludere la presenza di neoplasie.

Sebbene quindi la calprotectina fecale alta non sia un marcatore tumorale, il suo utilizzo nel contesto di altri esami diagnostici può essere utile per individuare precocemente alterazioni della mucosa intestinale e per monitorare condizioni che predispongono allo sviluppo del tumore.


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AutoreElty

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